La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 40 - 8 novembre 1925

b IL BARETTI Qulndlclnaht d! letteratura Editore Plì::HO QOSETTI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBETTI - TORINO VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVIT~ DELLA SETTIMANA LUCIANO IIIAORIN1 .1bbo...,mnt10 ""'\M L. 10 - !'n.-o / .. I{' I.'" ,.w,,.,r,, 1,. 0.li0 ABBOrJAMEN, O: Per Il 1925 L. 20. S•mastre L. 10. Estero-· 30. S.Ctenltore L. 100. Un numero L. ·o.50 - C. C. POSTALE f N BRASILE Anno IV . N. 40 - 8 Novembre 1926 SO!ltMARIO. - • Rivoluzione Liberale•: Operai e Industria moùerna. _ L'opinione 111Smltb. _ lAle,-e •"llle_.si: A. (;ajumi: thl-~•to. - n,_o -i<ll•nalù: Il caso MIHlroli vl■to da un merldionallstu. - fJapita.lism.o e libr•rlù: p. y.: Milano nnpoleonlcu. -- Jlhn•f•i,nno ;,aliaflO: G. Peechio: L'~nom.lsta Solere. - G. Schube Gacvernitz: Il primo "Aetf-mademan". - F. r.encarclli: L'agricoltura ùella Cniahdl\. OPERAI E INDUSTRIA MODERNA Nella introduzione al ouo celebre libro ...Ua « Grande Intrapresa », Gheraroo Sch11l- •r. Gaeverniu si domanda: Quale impor- - ha per lo .tviluppo dello potenza economica d•una nazione il tenor;! di vita più <Ùto o più ba,.,o deUe ma.,.,,? Diverse risposte eono st.ate dat<' nel corso della sto1·ia a questa dl:>rnancla; nel progresso economioo 1 nello svilupp-0 della grande in<lustri.a si è voluto vedere ora l'elevamento, ora Ja clt~prcs~ione OOIJc classi salariate. Si chiedono alti prexzi e baui ,alari. Una tesi rca~ion.aria è dif eg.a con chiaro "! singolare cinismo dagli scrillori della fine del Seioento e del principio del Settecento. Guglielmo Petty in Politica! Arithmetic (Londra, 1691) .afferma che un raccolto abl,ond.an1~ è una dis~razia per il popolo se il 1,0,·crno non pensa a tener alti i prez.:ti con impoate sui mezzi di sussistenza; secondo Petty gli operai uon pensano più che al mungi.are e .ti bere: soddisfalli nei 1010 bisogni diventano indolenti. Egli propone pu,·c d, in.asprire u, giornata di Javoro. È curioso notare p-erò come Petty, e oon lui oir Gul'lidmo Tempie, riteneaee che tali disposizioni fossero apeci.almente necesaarie per le opposizioni: egli inauteva perchè si applica .. ero in Irlanda! Anche De Witt domandava alte imposte, ba.- si salari e severità prr i poveri prr stimolare lo spirito d'invenzione, Ja laboriosità, ]a frugalità: è la tesi della prepott•nte oligarchia olande&e. (.,,iovanni Houghton in A colleclion of ~- 1er, for the lmpovement of Hu.ban.dry and Traae (1727) sviluppa la tesi in tutti i particolari. Nulla induce a lavorare tanto quanto il caro prezzo dei viveri, nulla rende più prontamente gli operai ,ervi obbedienti. I ricchi commerclllnti infatti, la nobiltà terrier.a, ecc., non lavorano più. I lavoranti in calze e merletti, conquistati alti :,alari, pas- &ano il lunedì. il martedì, qualche volta persino il mercoledì e il giovedì, nelle bettole. L'artigiano che in tre giorni guadagna quante, gli basta per vivere tutta I.a setti~an~, non lavorerà più negli altri quattro g1orn1. Houghton conclude annunciando. il naziona: lismo economico: il )lonarca introduca 1 premi all'esportazione: con l'e_c~edenza d~ produzione ottenuta per la d1hgenza de, 5ervi si conquistino i 1nercati stranieri. Anche dopo Houghton, per tutto il Settecento, oi trovano interveuzionisti arrabbiati ehe chiedono allo Stato di imporre basse mercedi. Easi fanno l'elogio dell'operaio francese, che produce più dell'inglP.sc ben• chè non mangi carne e non l;e"·a vino. Gli amici degli operai. La tesi reazionaria è presentata da spiriti oligarchici con mentalità protezi_onista e intervenzionista; la tesi oppoota si appella al liberismo e ali.a democrazia. 'J'alvolta però questi scrittori non si aottr.aggono all'iofinensa di Rom~eeau e di Mirabeau, si appllseionano aJLa loro tesi e non curano abb.astan7..& di documentarsi scrupolosamente, oon un materiale di osservazioni direttè. Giosia Child (New Discourse of Trade, 1693) oeserva che numerosi marinai inglesi pu• sano in Olanda attratti dalle più alte mercedi. Per Vanderlint ( 1734) e per, Poatl~- whait (1751), l'alto salario stimol_a I ~pera,_o u una maggiore produzione: eee1 poi altri• buiscono la depresoione dell'industria ali_• miseri.a dell• grande massa dei consumatori. Foster autore dell'Enquiry into thc COU$el .,f the 'present high price, of provi,ion (London, 1767), ha letto Rousoeau: l'es~erienza psicologiCJJ grinsegna che __un_ uomo 11 qual~ quanto più lavori tanto pm s1a aggynvato d1 imposte finirà per lavorare il meno possibile. La politioa reazionari.a p_orta .o. alla sollevazione o a un generale 1stup1~11,:i~nto: . La tesi liberista si trova coi pm brillan~ argomenti in Giosi.a Tucker (1774). I pacai ad alti aalari sono all'avanguardi.a nelle pro: duzioni più eccellenti: !'O.Landa deve _agh alti oalari la oua eccellenza nella pr~dnuon_e delle navi; la Soozi.a, che ha bassi aalar1, produce il legno, dato in gr:"n parte dalla natura con minimo concorso d1 opera umana. Pagare due scellini e sei pence un operaio abile è più utile cl1P pagare &eipence un op<>- raio incapace. I baosi salari ■ono il contra&• segno di paeai incivili. La prova delle prove. Sviluppando l'oaoervazione onll'aumento &I coneumo del Posùervhait, Messance, ricevitore delle ta80e, pubblica una otatiatic;a (1766) fondata sni dati della tessitura delfa lana, della oeta e del lino, dalla quale riaulta che gli anni di caro prezzo dei cereali oono anni di ocarsa produzione industri.aie. Appoggiandooi alle osservazioni di Mesoance, Aci.amo Smi\h porta l'argomento più decisivo contro la' tesi reazionaria: negli .anni e.ari gli operai sar.anno forse più docili e tranquilli, ma gli uomini ben nutriti lavo~ rano mR!{lio dei mal nutriti, i ,ani meglio di coloro che varuto soggetti a frequenti malouie Ricardo. Contro la tesi di Smith sta il punto di Ti- •ta di RiCJJrdo. Per lui il salario tende ad ndeg,.iarsi al minimo necessario per la anSAisteuza, determinato dalle mere leggi fisiologiche. La prooperitÌI eoonomica di una nazione dipende dal profitto induatri.ale e perciò dalle basse mercedi. Il capitale deve impiegarsi nei paesi a baue mercedi; nei paesi ad alti salari &0ltanto nelle imprese che richiedono pochissimo lavoro. Ecco una te11i di attualità per chi sollecita il capitalismo americano a cercare impie{!;o in Italia. La teoria. d1 ft1carJc torma 11 fondo àellà economia catastrofica di Marx ed è accettata integralmente dal socialismo di stato reazfo. nario tedesco (Lavergue-Peguilhen-WagenerGlaser). Anche gli acrittori cattolici vi si ispirano (Jorg, Ketteler). I reuzionari tedeschi ..:; 'inducono da questa premessa a chiedere 11 ritorno all'antico diritto i:idustriale delle corporazioni con I.a· determinazione delle mercedi da parte dello Stato. Ossia dall'individualismo ,li Rie.ardo si deducono addirittura couseguenze nazionaliste e paternalistiche. Bisogn.a dunque procedere più cautamente nelle deduzioni e non accet• te.re senza critica le premesse di Ricardo. Asmrdità dello ,chiavi,mo .. La crtllca a Ricardo è stata condotta a fondo dalla scuola storica e dall,i scuola di Manchester. Mac Culloc (Prin.cipe, of Polilical Economy, London, 1830, 2• ed.), Senior (Politica/ Economy, London, 1863, 5• ed.)! Rau e Roscher distinguono tra alte "Derced1 ed effettivo costo della mano d'opera: in Francia i salari •· no più bassi e il costo della Ill,dnO d'opera è più cara che in lnr:hilterra. Ciò per la maggiore attività e l'aumentata efficacia del lavoro meglio retribuito. Senior e Macaulay si fecero anche difensori di una riduzione delle ore di lavoro. t cf'lebre la dichÌl!razione di MaCJJulay oontro la lunga giornata di lavoro di alcune f":b: briche tedesche che corrispondeva a catuv, risultati della leva negli stessi distretti: « Se noi dovremo mai cedere il primo p~to tra i popoli commercianti lo cederemo non ad un.a razza di nani degenerati, ma a qualche popolo più forte di noi nel corpo e nell'intelletto •· Tutti gli argomenti che la scienza può opporre ali.a teoria di Rie.ardo si trovano !? Brentano. Egli ha dato Ja dimostrazione pm hrill.ante del fatto che l'elevamento del tenore di vita deiili operai sìa come aumento d.. , salari, sia come diminuzione delle ore ,li lavoro, è economicamente utile perché si traduce in una maggiore efficacia del lavoro. La teai di Smith e di Brentano è confortata da tutta la storia della grande iqdnstria :, partire dal secolo scorso. I pratici inglesi c americani la ri.affermano. Brasoey nel auo lavoro Work and Wage• raccoglie le esperienze di suo padre, il più grande costrut• tore di ferrovie del mondo, dimootrando che rii alti salari dell'Inghilterra non sono. un danno economico. Lowthian Beli, indnstr1ale del ferro in Manifacture of lron and Steel, fa rileva~e che mentre i salari settimanali Mgli alti forni ingleoi sono notevolmente pi~ ahi che sul continente, ogni tonnellat. di 1no 1anco gin.o., si pai;a nel Qeveland una &0mma di 11ttlari minore che in Germania. Lo sreoao è dòcumentato da Seho.nbt>f :pC7 la ghiaà americana ~ dal!' Adt.i:mon per l'ìndu1tria del cot0ne nel Massachusaete. Fq"1!-porta ui q=to sel180 .aru:h" la pa,ola dell' eaperienu della intiuatria meccanioa. Confronti. 1/•iale valutazione storica si pnò dare dPllc dlle oppoote t.eei, dell'intervenzionismo achiavi&ta e del liberismo democratiu.ante? Schulze Gaevernitz le espone con obiettività scienti.fica e con la aWJ larga erudizione economica. Sembrerebbe che n0t1 sia questione di due Jtveroe opinioni, di due opposti partiti, ma di rieultati oggetfrri dell'esperienza volti :n dne contraddittorie direzioni. Applicando alla controver■la il metodo del materialismo storico diremo che 91 tratta di due ideologie corrispondenti a due dh-ersi otadi nella ,tori.a dell'induatru e del pragresao tecnioo. La o.>nvinr:ione che lo sviluppo economico 11lt1 in stretta relazione con il progresso tecnico ~ con il progresso sociale, deriva daJl'eeperienza della gr.ande industria moderno, che ha portato on.a rivoluzione negli uomini e nelle abitudini. Sono nati nuovi tipi di lavoratori e di intraprendjtori, si è (armato un snercato mondiale unico in cui ogni re&iàuo ~hiaruta è destinato a scomparire. Il lavor•tore non può più esaere trattato come un oervo. 'Dove la grande induatri.a trionfa, in Àmerica ed in Inghilterra, non è -più lecito di10utere au queoti risultati. lnve~e dove il c.apitalìsmo è alle prime armi, 1, legge di Rie.ardo è una legge di {erre. questo <:: clic.e lt.s.pcrien~a cle\lt:E.u ropa continentale, del Settecento e dell'Ottocento. La Germania dell'Impero è alla mercé degli industriali del ferro, del ootone e del lino, che reclamano diminuzione dei prezzi del cottimo e accusano gli ahi salari della difficoltà di esportazione. Le indwtrie nrtificiali e para,sitarie •eguono la loro logica imponendo lo ,chiavi.mo. Conclu.ione. In questa legge del progresao sociale, inesorabilmente connesao con il progresao tecnico ed economico, alcuni economisti hanno cercato l'argomento decisivo contro il pessimismo, in favore del collahoraziooi1mo e della pace &0eiale. Anche Sebulu Gaevernitz ha ceduto qua e là al fascino dell'ottimismo di Brentano. Noi deoideriamo tenere rigorosamente distinti i risultati dell'indagine scientifiCJJ dagli argomenti speeifici dell'azione pratica. Non ci proponiamo di studiare la stori.a del- ]"industria per derivarne le tenere oonsolazioni dell'idillio politico. Perciò inseriamo le conclusioni della presente indagine nell'edi. ficio scientifico della lotta di cla88C. Conclud<sremo che l'induatria moderna porta al miglioramento delle condizioni degli operai non per un'astratta legge scientifica, e solo in parte per esigenze recniche; la realtà più profonda è che la grande industria non si può sviluppare oenza determinare un contemporaneo svilnppo delle forie del proletariato, e della sua capacità di difesa e di conquista. Questa è la chiave di tutta la s1oria europea futura e su questa verità ci è sembrato utile che i nostri lettori meditaS&ero. LA RIVOLUZIONELtBEllALlt. Ai Lettori Chi rinnoverà l'abbonamento ;,rima del 1° dl- .,.mbre 1925 riceverà In dono il volumetto di P. Gobettl: MATTEOTTI, del quale abbiam fatto per l'occa1fone una nuova tiratura (7° migliaio). Chi cl trova due nuovi abbonati riceverà LA PACE di F. Nlttl o IL FASCISMO di C. Avarna di Gualtleri. Ogni abbonato ordinarlo ha diritto fino al 31 dicembre 19:le allo econto del 10 010 eull• novità politiche di edizione Gobetti. Ocni abbonato s011tenltore (lira 100) ha diritto sino al 31 dicembre 19215 allo sconto del 20 010 su tutte le edizioni Gobettl. Prechiamo tutti cli amici di mandarci indirizzi di probabili abbonati a cui spediremo In Mame Il clomale. l'opinionedi Smith I ~diari del lavare ,a1w l?-ìncora§&iamenrc, dell'.in<Ùutria; Ù, qual,, ,imile ad O&fU a1ir. umana qualità, miglwrll in prop,rro;wne <kll' ,ncoraggiame,ito che riceve. Uha abbo,,.. dante ,u..ui.ten:ia accretce la /orza corporale del lavorant<J, e la çonfortevole ,peronza di migliorare la su.a condizione e di finire i suoi goomi forse nel ripo,o e neU' abbotoàmu:a lo animu ad e.,ercitare quella forza ad oltranza. Conseguentemente, quando i salari sono alti, noi sempre troveremo gli operai più attici, più diligenti, più speditivi che quando i ,.alari ,on.o bassi; per e,empio più in lnghilt~rra che in Scozia, più nei dintorni delu grandi città che nei luoghi remoti d'UA paP..5e. Alcuni operai. invero~ quando pru· sono guadagnare in quatlro giorni ciò eh.e e i manterrà per un.a settimana, rirnarrann.o oziosi per gli altri tre. Ma que3to non è punto il <.;a.so del più gran numero. Se i mnestri tueoltassero 3empre i dettCJU della ragione o della umanità, frequentemente avrebbero motivo piuttosto di moderare che rli recitare l'applicazione di molti de' loro operai. lo credo che .Jarà trovaJ.o in ogni sort'l di mestiere che colui il qua/,e lavora cosi moderatonie,:!1• da essere abile n lavorare costantem-ente, llO't solo pr8MfM)O per un più lungo tempo la su.a ,alute. ,_ pure nel cono dell'anno esegue la pii, gran- ~ quantità d'opera. Si è prete,o, eh.e negli anni d'ab~ sli operai ,ono in generale più pigri, e rtegli ann.i di ,carse:.." più i,ulustrio,i dèU'~ ll.Orio. Ouindi si i conclU4-(). che 1111a. .sL1ssi1 ,1enm aliborulant<J ratknUJ, ed una scana i.,tiga la loro industria, Ch.e un poco pii,, di abbondanza che l'ordinaria rerula akum operai pigri, non è da dubitarsi, ma che produces,e que,to effetto ,apra il più p-aH numero, o che gli uomini in generale lavor,u.,ero meglio quando sono mal cibati, che quando lo sono bene, quamù, •= &coragg,ati., che quando sono cogli spiriti animati, quando sorw di frequente a,lla ,alule travagliata, che quando in generale ,ano di buona ,alute, non sembra molto probabile. È 114lO os.1ervato che gli anni di scarsezza .1on.o in ge• nerale, tra fo. comune dPl µo'po!u, anni di malattia e di mortaJ.ità, che non po5Sono mart• care di diminuire il prodotto della loro m• du.tria. Un autore france,e di gran ,a pere ed Ùl· 8egno I il sig. M e3.1ance, ricevitore delle taglie dell'elezione di S. Stefano, •'impegna di dimo,trare che i poveri fanno più opera negli anni d'abbondanza che in quelli di scar.sezza, paragonando la quantità ed il va• lore delle mercanzie fatte in quei due differenti casi in tre differen.li manifatture: una e!, panni grossolani ,tabilita ad Elbeuf, una di tela ed un'altra di ,eta stabilite ambedue iu tutta l' e-Sten.sione di Rouen. Ora appare, secondo il mo calcolo, che è copiato da' registri de' pubblici u{Jici, che la quantità ed ,l valore di quelle mel"CalUÌe fatu, in t:uUe e tre quelle rnallifauw-e è in generale •tale pii, griuulR negli anni d'abbondanza che ne- ~li anni di ,car,e:tZa; che è ,tata ,empre g-,tlndis,ima negli anni di gran,fo,ima abbondanza; e ,car,ù,ima negli anni di gran.dùsima 3car3ez.:::a. Tutte e tre aembrono es.sere manifat111re ,razionane, cioè eh.e, sebbene iJ loro prodotto vari qualche poc<> da un anno al/' altro, pure nel torale es,e nè vanno indietro, n.è vanno avanti. f<1cerche sopra lo natura e le cawe dello R.icch,e:&M delle Ncuioni, di AD.lii• S1uTH. Libro I, cap. VIII. Traduzione italiana. Torino. Pomba, 1851, pagine 56-57-58. IL BARE1TI· È u~cito il numero 14 del 1°-31 ottobre col ~ guente sommario: Fa.<Nco: Il Pio Renan - E. G,.,.ruaoo: p_,. i,,. ile,e odierna - Poeti cotalan; - C. G,_: M•• ragal, con tr1dusioni dirette - ._,. C. GàU.n: UI cuhura calabre.se - M. Gao111: Il ,_,,.o .. , <"'?• /or, • E. Pus1<.0: S.-grafia: Appio - Giu, .• oatc: Uno piurice boeftllG.. R. Za&co1)8.

biL 16'1 LA RIVOLUZIONE LIBERALE Un documento bliopafic~ dtil Suruk.y Times e dell'O~cr- "er, gli .,-1icoli dì Ganin, le ~iticl1e di Gosae, 4i Squire, le cronache teatrali di Agate e di St. John Ervine (in cui troni,-, 10vcnte dei giudizi intereaaanti) r -nno cadere le bracci.a. Pa88ale •i fogli popolari: il People, le New. o/ lhe world (tre milioni di tiratura, dicono), e vi asaalc la nausea per la rimasticatura di tutti gli scandali della settimana che vi viene 11Codellata. Londra, nowernbrc. Raooonta Stefano lauwanne, nel ,uo recent,e ed aUenentioai.ruo otndio: « Sa Majegté la Pres.e ll ( Payard, ed.}, che un giorno un letterato inglese andò a far vi,it.a a Northdiffe. Come, i due, poco dopo, u,,civano d.al1'ufficio per recarsi a pranzo, il viEitatore ei tolse oetentatamente il cappello din.anzi all~inserviente dell'i&.acenso-rc, e, rin1brottato dà) i;eniale lord per il suo scherzo, rispose: • Eh, chissà, domani questo fattorino del lift potrà easere direttore del Daily Mail». Era noto che Northcliffe sceglieva i suoi collaboratori con criteri del tutto rivoluzionari: non è abbast1tnza conosciuto che 1} creatore della stampa gialla, il cosidetto «Napoleone del giornal~mo » mru>cava di spirito organizzatore e di pazienza, e chi attrezzava tecnicamente ]e sue imprese editoriali era suo fratello, lord Rotlrermere, l'attuale pquessore del Dail:y Mail, dell' Evening News (novecentomila copie di tiratura, il masoimo raggiunto da un b"omale della sera), del Jr eckly di,patch e del Sundav Pi<;torial. Orbene, og{!i lord Rothermere );a un m:testro: lor<J Beaverbrook, il p,,ssessorc del Daily Express. rlell'Ece11ing Sumdarcl e del Sunday Express. Per eelcbrare le venti pagine di qu,·.st'ultirno foglio, Beaverbrook ha scritto, po<'l1i giorni or sono, nu a"·-vi!'o réclame che ha un valore <locumentario eccezion.aie. Vi si vede ) 'uomo che associa il pubblico alla sua opcr..l di f.alsificazione i;iornaliRtica, e ha l'orgof!lio di mettere in piazza i suoi metodi. Gioco impudente, ma che denota uno stil<'. Quegli indu$triali italiani, che sovvenzionano 11a~costamP.nte <lei fogli clandeRtini, e /')i vf>rgognano (e non a torto) delta loro parte Jj foraggiatori senza ingegno, ànsiosi che il Governo constati ài esser da loro servito, ntB: paurosi che il puhblico J,J venga a sapere, hanno tutto <L1 imparare fla Be.averbrook e compagni. Sentite rom,, }'ilrla il padrone del Sunclay Fxpre35: • • "f-..;:Jso è unù dei più grandi e c!iffuai ~iorneJi del nostro tempo. Me ne resi conto in modo vivido e eoncreto l'ah1·a sera. all'A- <ldphi Theo.trc. L"inserviente alla porta, un uomo ben noto e anoor vigoroeo, jj petto coperto di nw.clairlie, mi disse: « Ho letto ;] Sundfly Expres, c.Ld giorno in <"UÌ è uscito, Mi piac-P ri. (' .on\CP.eo eh~ fll.Jst.8.ila. sincerità del suo tributo. La mia pn·ltron.a f'T.& aci·anto a quelle di ur~.a famosa attri<-e che mi di5.se: u 11 Sunday ExprPss è il wlo giornale domenicale che io le~f!.R,). Andai a ('ena, secondo la mia ahitudlnf', dopo il teatro, e quando uscivo dal rl11h noti.urne. una ~i~mora, assai conosciuta in so.-·i.età, mi .attaccò aspnlmente fl.U dì un articolo del vÌ8f'Orttf." C.astelrossr: (uno dei coll-11horatori del S. E.). Mentre, piuttosto f,lU,n.C'O, rientravo a casa, mi accorsi che il .S. E. r,redominava nd West End londinese, e f'li:: ~550 ai rivo]f!:C'Va a tutte le classi socinli. <( Fu c-iò (·nmr•;;ito e.enza l.acrl:ne ed ap:o- <' No <'f'r1RJ11rnte. L'avventura fu pazzesca. Vrrso Ja f111e ,!cl l<J18, rlecisi C"hc abhiec• t,.navo di un l,!ir.rna.k domeniralP. Avevo prontamente cornprt-.-io chP un :Cornale londinese dt'l 1nat~int1, uno della aera, e uno clella domeni<'...a, 1·r.u110 la eomhin<'zione idear~ una trinitit d•f' si !•nstene\'.a mutualmente. M~no di tre gi(:rn.ali t~ perÌ<'oloso, per Ja a,ncorrenza rcci 1.roca, pill di tre non n~ 1:05so u1r..an,a1ncnk dirigere. Non comprero ;tuindi nhri giornali se non per difendermi, <1 per, rappresal,!ljR )). . . _ (Ma Beavcrhrook era ~ll~rn min~~tro Ò~ l.loyd George~ e duvetlc rirtYl-<UT a piu tardi i suoi progetti). e< In mezzo a un s-enso rl'ira per le trattative andate a n1ale~ e di liI,,~r.azione d..ai legami ministeriali, nacque il S. E .. Tntti f!li esperti furcmo <·o~1r.ari alla i,i.u.atonda~ Y,ione... }li sprofondai nd lavoro per compiere ciò chf". tutti dichiaravano impossihi~e. f\1 un grande sbaglio, ma e!-itrem.1..,mc?te 10t<•ressante. Il primo l,criorto fu un f.a~1mento completo. Non avevamo un'idea du~ra de) tlpo di giornale <'he cercavamo <11 f.are. I 'aria era piena di idee e di imprrfette rf'..a• liz1.azioni. La vendita non and.a\·a. . . <t Abb.anclonai il mio riposo dnmen1('ale 1n c:~mp~-irrn.aper <"ollahorarc- <'Gfì b redazion~ del gi,;'rnale. In tutti ~li mmi ,fal '19 _al '22 11011 conobbi le var.1111zt~ d'a:;os1o, perche que• e--tomese er.a il peggiore p<'r i] :;iornale. Le~- 1,?:f-Vo, col cuore stre_tlo~ li::-. clf n: <le] deficit settim.anah. In quei ::;H..1<1H 113..n·o andar a prender aria in giardino, acuotendoi:ni :omc fnnno i caui. Cercavo di sbaraz;z:.irnll d1 una 086 e85 ione. Ero rimheciJlito? L~intt·nsità delJa mia preoc-cupazione fu ud~ che rni se.rissi 1~ cifre delle perdite, i conti, e re~ola1 su d, ei;se il mio bilancio privato. <' E a un trat\o, il S. E. cominciò a pro~ sper.l.re. Il trionfo fu interamente_ d,>vuto ngli sforzi <lella rPdazi.onc_- La m•a.. ra~t~ personale fu qt1ella del! mr1tatorc. l.,. r ..11.s_1. dei n1iracolo furono perfeltamente n.atur..i1J. a l, (( L'idea ansiosamente cercata era ocmai chiara. Il pubblico voleva un giorn.al,, non estremamente r,affin.ato, ma ne1nm.e110 basato sul faqo dell'umanità. Uomini e donne di meclin. cultura volevano interessanti notizie. e buone opinioni, espresse in ferma attraente. In qualunque modo, •nche frivolo, il pubblico impieghi le ore che ouccedono al lavoro, esso vuole le più ecelte opinioni sui soggetti dell'ora, e una più alta idea dell'umanità, <lella religione, del patriottismo, che non quella data dai fogli a base sc.andalo&1.1.. « Il Sunday Expreu preferiace far appello all'idealismo innato in ogni uomo, che. non .agli istinti primitivi, che spesso sfigurano rumanità. Ma si_ sforza <li proporre i suoi ide,ali senza pompa, o gonfia stupidità, ... « Nessun genitore può preoct·uparai se vede suo figlio prendere in mano il giornale. Esso è perf et tame1Jt~ oncttro..... >>. In queeti framntenti c'è un pro~na, e r'è un uomo. La folla a cui egli si rivolge, con delle frasi trh;almente espressive, ma L 'inneg!lbile potenza, è quella piccola bor- !(hesi.a che si autodefini•ce rispettabile e conservatrice. Beaverbrook le dà quel che le conviene: religione, p,a.triottiaruo, ideali famigliari. Le porg~ dei drammi giudiziari rornanzesca.mente rifatti, delle inchieste sulla moda, degli aneddoti sui grandi uo:nini ,lei momento. Fa .animare tutti i sog~etti, e rinforza gli articoli con fotognlie, discf;Ili e schizzi. rfa sempre dieci belle donne da mostrare, e un eroe da mettere in vetrina. Quando si prendono gli altri giornali domenicali, le nµ.s.aiccie pagine di ?"ecenejoni biLa grandezz.a di lord Beaverhrook sta nella sua pien.a coscienz.a di servire gli ideali del •uo pubblico, nel modo migliore c più elevato. Non solo, ma anche nc1rillusione di vivificare la materia dei suoi giornali (l'uomo del mestiere sa che in fondo nuJJa v'è di più morto del contenuto di un giornale g;allo: non un 'idea, non un'opinione significativa; talvolta, qualche sudicio inganno). Questa manìa di manipolare le notizie è un dono istintivo, poetico. Il defunto Stead, di cui oi è pubblicata or ora la biografi.a in due volumi, l'aveva nel rongue: p.assabilmente _ignorante, con delle fissazioni diplomatiche curiose, .poescdette subito, i] giorno in cui fu 'lleSSO in un ~iornale, il ~usto professionale di agguantare il pubblico, Gli emuli del fu Northcliffe sono conda11nati ad accontentarsi Ji <' brillanti seco1l(li »: :. difficile che riescano a trattenere. o soltnnto ad ?.<·ccttnre, ruorno ò'lngegno cht· passa. Le loto organizzazioni sono prive di aria, producono l".:isfissia. Ma sono &0rrette da una pe)'sonaHtà cap.arbia, tenace, ir.du- !:lrios-a. Il tempcr .·.u. ncnto inglese e .:imericano, In mentafità da uomini di .s.[.ari: CC{"O le ..,-1rtÌ1 eh<' completano la genialità giornalistica, qtlal!sù. Comprendete di ,·olpo 'che altrove la sorprendente fusione dello spirito plutocratico e forc-.ajoJo <le! p.aclronc, con gli ideali angusti del puhb!ico medio e ron ia virtuosità tecnica <lei rrdattori, i.· impo~- sibile. ARRIGO CA.Jl:\fl. Il caso Missiroli visto da un meridionalista Il Ncente pus.aggio di Mario M.issiroli e la giuati• h~&.ione che egli ne ha data 11ull'Epoca ci aqgeri- &coo,o aleune eoruiderasioni da.e vanno ben oltre JI f ano personale della " convenione • e tattari1 non p1 eteudeu.o asfi&aiarsi nell'aria rarefatta in cui ii aiitau.o le idee madri del sistema atorico e tllotofico ft\issiroliano. Quella non ci &orprende, anche te ci addolora; qu~te sono fu.ori diacu.ssione per quel che nol rngliamo con&talare. E ci CfJn.&enta il bene.volo kn"orc di 4n'..t' aaehe nvl 1· e fdea dua :a; <SI dR!'o ancora noi un giro al torchio del nostro • meridio• naliamo ». Nell'opera del Miniroli, acca.oto •1le aOQ.te pa• gine di filooofia e di ricostru:tione 11torif:8 1 ve ne H,no alcune di intonasione politica 1m1;>ia e proh,nda, che 3prono al lettore oriuonti nqovi e profil•etlano i pMblemi e i doveri più urgenti e &everi. Altre infine VP ne sono, tutte pervase Ùa un fremito di umana past:.ionc e illuminate da uoa nohile visioni, (li plebi redente, quelle cioè in cui egli esamina la i:itiaz:iooe sociale della Valle Padana. Ovunque: a:enti rremere un'.alta cosdenz.a che vede ogni questione dal punto di vista dell'interesse. della uhen.a o ddla ,-:randezza nazionale. Ma oltre a c-iò, in noi del So<l? lo ,tndjo deglj i;l·riUi, la ro.edit.aiU>nr, sul pensiero di Miaairoli r H:l'.n lìU3 a:::ione, fas<'iioo un senso di vaoto, di de• lusione, di tristczr.a. Non vi è u-~ tante pagine e tao.le idee e problemi d~Lauuti un accenno .al M.enogiomo, alla nostra ([ue,tione: il nome del Sud, talvolta ricordato. ci fa. c-rva 3"'-peltare che lo 9crittore vi ai fermaa&e e di- < r-s!'.e il j,UO parere ... Mai! Eppure ·-- pensavamo tra rn,i eppure il problema meridionale, (·be tanti nobili 1,piriti ha appassionato e ha occupato esso golo tntta la vita e ·tutta l'.anività di pensiero e di azione cli un'aoirna austera e nobilmente disperata come <Ji~di::J di G. Fortunato, avrebbe potuto e dovuto. ,111r:1rre l'attenzione di uno spirito ascetico. gravato Jal pcssimiemo più vario e complesso, come quello di M. Missiroli, qua!>i per un'affinità elettiva tra reah.à quasi fatalmente infc;ici p.J aniuie desolate! 11 nostro problema, inquadrato ueli.a sua visione P'>• Ji1ic11, gli avrebbe •~viUto errori e precipitose 6pe• rame, come 3ndw g)i avrebhf" 1:otuto. pretcatue o iiustifica.rc con m.a~giore eò e::>auricote pienes:r.a, r ultima rercnte rinunzia a<l ogni sogno di m(\der· ni1:ì italiana. Comunque ciò ~i s1)icghi e i-,::.: e valga, veniamo , 1 1 n•,..;Lro a,i;sun10 c-he è quello 1!; dimostrare, attrn- \i:r~•, e hcgut"ndo pnsso pa11so b 1>:Ì"•iro}ian11melem• JH,iCni,i delle funzioni politfrhe tÌ,A un purt.ito alJ"ullro, che jj fallimento coi f'ucialisii prima e la t1 a;.:migrazionc nel fosc-ismo dopo della tesi coll.alora:-:ionista, banno uno strt!UO particolare rapporto con la questione meridionale, rapporto che per 11 suac-cennato difetto del pensiero missiroliano non è stato nè è cakolato e non ha determinato qujndi, 0 ;. <leterruina alcuna reazione o modifica!Uone anlla tesi e;tessa, come avrebbe dovuto. :'\cl nuovo atto di fede, Missiroli ripete le pre mct:·è <lel suo vecchio 110gno collahoram.oni1,ta e 'o dil·hiara attuato dal fascismo al potere: 'f Vent'anni di organizzazione operaia f! di propa1 ganda socialiet;:i, di a8-Censione materiale e morale ,t delle classi lavoratrici; l'caperien'!tr della gue.ra r , 1 le trasformazioni economiche dd Òopo•gucrra ave1 vano talmente elevato alcuni ceti popolari, che (' quceti non poteVano più n~t.are contenuti e rh.iui;i ._nel \.ecchio sistema socialista, che, oell'asrnrda tl preoccupaz.ione di voler mantenere., ad ogni co1tu, 11: una unità sindacale, che aveva, oramai, unicamente v un valorr. elettorale, oon si accorgeva di oppoui H .alle improrogabili eti,enae del dopo-JUerra. QM· 'f st~ prnoccupazioni paralinaron.o i 10<:ialisti, cbe " rifintarnno il potere (per non dividere il partito, u il putilo fine a se Eleaso !) e condouero alla ca- ,, tastrofe la Confedernione del Lavoro {aUa quale • lh:il1olu:Jl &\'eva orlcno una tuvola di aal..-~) ,u&.i· ~·nata - qut:tle respoiuabiliti ! - a tenere atreUi ~n -, u.n medcei~o org.anirnu.o claui e categorie divenute, • ormai, divenis6ime. Ciò epiega l'inaLLMa déboek <a del sociafo;mo riforwieta più ancora di quello mat· (I aimalisu e proprio in quelle rooe (nella Valle ,i Padan.4, ad e'!.) nelle quali es~o er-a più forte, f no6Ì forte, da parere assolalo dominatore. Il feno- " u,eno che pan-i! lne1>plicohile, è di una c-hiareu.a <' lami)ante. In quelle zone il sodalismo, avendo conu. sca.uito la maarima efficienza, oveva, in pari tempo, « eaawi.to la rua funzione storica: proprio in quelle ,: zone. prima e meglio che altrove, si erano espreai.ì (l quei naovi ceti medi, piccoli borghesi, che col « socialismo non av-evano più nulla in ,·omone, tranne "'L. fede di nascita. ll port.ito sociolji;La, non aeppe " e non volle, o non potè, acoompagruuli nella loro :i ulteriore aR-Censione. Ed eu.i paasarono in mana al ,, fucismo, cbe, come avvento di gente nW>va e di •< cl.aaai nuove, li portò alla conquitte dello Stato ~ .l ne interpretò \a nuova posicione t--ociale. Abbiamo " assistito al nascere di un nUO\'O patriottismo 5o.J ~ medei;imo terreno degli spostamenti dì cl.asae, come "'"din1ostrO in modo definitivo Muss.olini nel celebre 11. articolo su ìl Fascismo e i rurali. Indubbiamente ~'Mussolini· corona••o., con tale opera, vent'anni di : azione socialista, in quanto interpretava, st.orica- "I mente, ~ cioè, nelle loro conseguenie, vent'anni "di traeformu:ioni politiche e sodali, do,.ute all'·t· ,1 zione sor.ialiito. e<l alle ripercussioni della guerra l, Una osservazione si può subito opporre ed è che, :<l' Ja· nuo,.·a piccola Lorgbesia rurale era sorta per l'opera trentennule del r;ocialiismo nel Se:t~ntrione, t'-On era accaduto altrettanto nel Sud in cui Mi.;siroli, dovrebbe sapere che la propaganda socialist.a non f>('teva s,-olgerai e non bi svolse per l"ostilità go1,•«· r.ativa, ma anche perchè paralinata dai compro• m<"ssi settentrionali socialisùd r:ol Governo e dalle c:.crbit.a.nti prete~e delle maestranze operaie impie- ~Mc oeH'agricolturn e nelle industrie protette, vam• piri dell'erario pubblico. Gli è che Missiroli per quanto dguar<lu i problemi sociali si è sempre ed t:~c!u:,iv:imenle occuputo della basso \'alle Padana e inavvertitamente hn esteao a tutta l'Italia H feoomcn'> della form.izione accelerata di lali nuovi medi etili "" ha. elevato a chiave òi volta di tutta la più r4-cenle ~toria italiuna I.a loro -..olontà di tradurre, e il tradurre effettho in potere p9Htico la conquistat.1 mnturità economìca. (I, Conquistata rr.3turità economie.a ll, abbiamo i,;.entiu, dire e ripetere; ma di tutt'altra cosa invece si tratta e che bisogna far capire a tutti! Non <"onqui8ta, non maturità eoonomira; certa• montc. E noi dimostreremo ciò (e sarà sufficiente} S<"lo per la zona sopra citata in parente.si dal ~i•_- isiroli u 1itetl<.1 <li esempi-o: per la Valle Padana, ClOP. ~ ci :;cn·ire;,io delle é'UC stesse p:wole e degli ,tessi 8uo\ ,ç:iuJizi. Una tal nuova dnsse avida, eso&a, epregiudi~.tla, ignorante, si è formala co:;ì: "I la-.o:r! pt!bhlici c.:-rogitati a fine r.adtati·,o e di . • ecdir.1.c pu.bLlico, coadt'livaoo il foaGO di g~rra •· cieli. orgaaniurrioni nello lotta cant,e In propri,ù •• •ri«'n• Si venne ere..i(l~o negli a11nJ»l'tccdenti •li• " auer~ UN cconorn.1,a ~fiMalc· ene_ ......eva di ,. 11 l'ori cooperativi e di a,ppoonagr,i f:Ol'ernativi, in: " c:au\bio ed in fun.;pne cli !'erviz:i politid. Fu quelle, n iJ ~riodo aui-.o del riformismo, COl>tra!\i.egl14lt0 "' <l•ll'allcao.u tacita fra il cooperati1'Ì&JOO aocialina, I'! lo bonifica e le p,andi imprese dell'indu,trialism@ e .a1r.ico!o prateuo)) (Ritu,luzionc l.,ibual,e, N.' 46, ,,.~.i... i'ieJi·u,icol\l ,, Siamo reaiionari ~ (U11a baua6lia poduta, pag. 208J: ,< riia chi può chiudere gli occb.i • d.avanti alla strahilianle contraddizione di un par- .. tito che mentre raccoglie due n,ilioni di voti, • manda c-.ento e veuti deputati alla Camera, regola " ruiglieia di organizz:uioni, ehe tii inseriscono -- 1\,. come! -·· nel sistema (".,apitalistico dell'odierno « ai,setto ,odale, domand.ano credito allo Szato e non \,( pochi favori, traci.ano alla pgri con l'alta fiuansa :, del Pa~e, con l'in.&utria, con la burocrazia; gj ~ ri6ut.a di coordiWll'e questa opera frammen\aria, " as,amendo di fronte ;iHa 6le111aeluse la-1.-oratrice, t1 la reeponsatbilità della propria azione? >) È ehiaro, adanque, cbe La nuova horghMi.:1 rli e-:,;: proletari è diventata tale non per nnn for~ antoooma di aseeaa, non per virtù di luterane,-imo ~ociale, ma per tuUo il po' po' di ealasao dello ~lato e di prote1ione da parte del medee;in10. È c-hiaro anche ed è logico M.issiroli qaando d.i,eo .:ii ..ocialisti -- buoni a tutto meno che alla rivolUJli.oo.e di smettere la commedìa del continue riuttD t:ombinato f'oili agrari contro lo Stato, e di agire dir~ttamente, in proprio nome, i,.enu lo fana della mt:-diazione. Altro che conqu.iata e maturità! Se Miseiroli ave&M Cf',nosciuto o megl;o valutato l'auività che allora e poi ,volse il Salvemini contro tutte le d4tgcncra~ioni par tirolaristirhe ed antisocialh,te ùelJe oligarchie proletarie del Nord e del loro partito, i;i i,,areLbe ben ,::aardalo dal presentarle agli italiani come runico sahctza ddl'ltalia tutta e dal suggerire loro un pro- ~ramma antipaternalisle, antiplutof"ro.tico, antiprote• :t1oa.!~ta, antiUuroc,atico, anticoo11erutivistico, antip.ard~Sitario, ccc-., e dall'esortare b ,ecchia hoq~hc1,ia J cedere e la nuova a ,-uccedere. Ma aVTehbe vieto la organici inc-a.pacit.i:idi quet.ta allima ad attuare il programllla propoetogli, ~olo f"he 11,efs-e tenn1i presenti due fatti: 1°) il proceMo di furmuione paro.saitaria dei nuovi mcdi ceti, da lui t<tr-,;~odesc-ritto; 2°) la necessità per questi di continoarc. dopo la ,aJita al polere, l'alleanu. colla vecchi.lii borghesia (rome i fatti oggi Jimostra0-0), che l'a..-eva generata e risiata dei 1uoi ateasi vili~ neJ. l'open: di diuaagu1mento delle Stato, che, infine, 1-i risolve nell'aggravamento della miseria e delJ"ubbandono de) Meuogiomo. Anche a prescindere, come fa, il Mi!11iroli, dalle traviasime eccezionali ripercussioni di tale alleanu .....U~mio ~ci del !-=t1~. i1 d.onno .eh,. lM' _ric,,,~,a ~a tulto la n.asione è hdlmente immaginabile, dalle pr.role con l(' quali il Mìssiroli at~ao descrive la v~n:hia borghesia, allora ostile alla collabor,ii::ione coi sorialisti: • A quali ceti borghesi si· riferiscono, questi sedi- :, ccnti rapprc11ent.anti della borghesia che si rifiu. " tano di dividere il potere col proletariato? Sono, " Jler a"'ventura, i portavoce di quel C3pitalismo pro- ' h.:lto d1e , iH! rli fovori governat\\·i. di <"orr·uionc "' politic.1 r- parlamentare e dissangua l'Erario? Sì , i:,uò sapere se, per avvcatura, 6000 contro la col• , laboru:ione i filibu~tieri della siderurgia, i ladri • delro toccbero, i pirati del mare. i resdcanì ter• .~rieri, cui lo Stato e gli enti publlici regalarono i o mili3rdi per bonificare le loro terre. divenute og· ,, gelto di ~cnndalose speculazioni di boua? Si può u ..apere fe i<ono quc8te categorie borghet-i quelle che • ~i oppongono alh collahornione? Non ~nppiamo. " Quet,la fsl~a borghesia ha ,vvel~natO tutta quanta • l'economia mu,lonale che si svolge su un piano che e• non r. di produzione, ma di generale impoveri• r- mento; ed ha (ed è qui il !!Uo maggior delitto) 1,. rovinato la mentalir<1 della borghesia vera. della ,. liorghe..,ia au1cnlica, Jabori<>:.a. produttiva e pa· .. ;,.ientc, fatta ùi profcs~ionii.ti, di pìc-c-oli indu1,triali. 1< di comemrc-i.an!i, Ji agrirohori 1). Eh via! Dunque: ~i abbia il coraggio di arrivar1; ..ll'oltini,1 condw;ione e sì dica che la nuovu bor• ,.h(':-ia YA]t,\'a l'antica, se non era. peggiore, e che '}uindi <;onvenivo 8ia all'una che all'altra il con• 1:ubio o.i danni ,lei teni. Eppure tale lolla era fa, oi:evolr, aIla n~zione, come ave, a tentato di dimoetrare il nostro. quand,1 •osteneva che « sarà proprio que11to.indi&ciplina delle 1• maestranze che liquiderà quelle industri.- pnras- ., r.iuuie, che poi-~ono vincere solo in , if"tù di quei .. uusc, rhc Yanno dalla fahl,rita ali~ h1m<"a, verj " canrri deHo nazione, che avvelenano le fonti vive ~ t· vitali delle prodm:ionc. impoverendo il proleta.• 1e ria.to, media e piccolo lioi:ghesia. E così \'Ìa. Jl ,( parado!lSO è 1en1.a1ore... Esa.tti11sima intuizione! Ma • anche iHu~oria ~peranza ! .o. T,1uavia ~r. M.is.siroli, avet111esvolto e dimostrato e ~, 1-;tenuto il pare.dosso con più coerenza e--più lun· gnmente, noi lo avremmo tra i liberisti benemerili d• Ila qur.!-.tione meridionale. Ma pur troppo! Altri p~radossi e altre contraddizioni pullulanti in germe ,H Hc sue ducubrar:ioni filoF>ofiche lo hanno tentato e gli han giocato il non infrcquenl~ brutto tiro di n~('ltt'rlo anche questa volta contro se stesso. Egli teorizzando il fascismo come l'osce~ al potere •li quei ceti medi su ricordati e non poten~one non constatare ed .lpprovare l'alleanza inevitabile colla ...rcchia horp;he,.,i&, c·i hci. posto in modo ancor più C'hìaro i termini della rivoluzione liberale degli ope• rc1i <h:I N.::ircle èdìe ma.;~e del Sud che deve ri1,oh·ere il problerr.a ddh 110.,:trauuità. Homo meridionalis.

L,\ HIVOL~ZIONF. LIUF.RALE Cnpifalismo e liberlà Milano napoleonica Nel recente saggio dell'amirn Raffaele Ciasca sùll 'E voluzion1• economica della Lombardia d<igli inizi del .rncolo XIX al 1860 (Mi1.e...,, 1924, vol. edito dalla Cassa di Rì- •J>-&rmio, per il centenario), trovo elementi decisivi per il problema dei rapporti tra <J11pit.aiismo e lihcrtà. Consideriamo il primo periodo: l'economia lombarda durante il dominio francese. Forte incrcmen!o ricevett~ro le indu!trie <ll gucrr.a: ma è da veder(". anthe qui t-C l'inw cremento non venisse a turbare per l'appun• le, il normale equilibrio della produzione, alterando le iniziarivP naturali con diversivi incoraggiati dnllo Stato. Da tutti questi fattori di instabilità derivano infatti I.a dc:-nrePsione dei <'ommerci e i frequenti fallime;11i che caratterizzano gli ultimi anni del regno. Se si vuol continuare !'aW1logia accennata si pensi alla crisi di depre•eione del 1921 succeduta all'audacia produttiva del 1915-1920. •La t;o]a agricoltura risentì i risultati eta• bi]i, vant.a~l!"iosi, cli questa enorme trasformazione di ricchezza. E anche questo fenomeno ·possiamo intendere meglio &e lo guar• <liamo alla luce delle esperienze rurali della guerra e del dopo ..guerra, cui ci trovan1mo a<l ae~istere. Una parte dei nuovi ricchi si dedicò a dissodare le terre di recente ac,JUiPto, con energia singolare. Canali, risaie, pratt"rie, sostituirono la deficiente agricoltura tic! feudalismo ecclesiastico. Ris.ale a questi :1nni i1 primo tentativo di inclustrializzazione in vasta misura della pianura padan.a. Si pensa a migliorare il sistema delle acque; la grande proprietà s'impone nelle risaie, i piccoli cont.Rdini occupano i pascoli comunali e li sottopongono a cultura con teuacissima nuclacia. Il risultato di que,to hr~v~ ~erimento liberale è formidabile: dal 1762 al ]814 si trova ,;n aumento reale dell'esportazione agricola lornh.ard.a del 50 %. • L'opera di due lavoratori indipendenti vale in sede economfr.a c-ome il lavoro di tre eervi. p: g. Illuminismo ifa/iana Nella Lombardia <lell.a fine del '700, tutte 1~ rifonn~ che pote,·o.no essere compatibi1i cnn un Governo ]>a.terna.lista di tipo illuminlszn antirftad.nle cr.ano state attuate. Liherazicne ,l::dta tirennì.a. delle corporazioni d'arti t~ mci:1ticri, abolizione delJe manomorte ecio- ~liB1cnto dei fede <'on1rncssi, ecco le ~randi riforme dcli.a politic.a giuoeppina. Ne risultè un 'atmosfera legale favorevole alla proJJrÌelìt frazionata e mobile. I nuovi capitali della n.ascente borghesia si impie!(arono nelle terre: le statistiche danno un notevole afllueso dalla città alla c.ampagna, specialmente verso la pianor" del Po. L' econoITiista Solera Ne])e città invece, a Bergamo e a Milano. abolita l'oppressione del rcl'ime feud.ale si a88Ìsle a uno sviluppo industri.aie, notevole specialmente nella manifattura della seta. Ma questo sviluppo è artificiale, dovuto in gran part.e alle esenzioni lise.ali. Sotto il regime austriaco che coincideva •·olle feste ~ col lasso deB'.aristocrazia, uno RViluppo tndnstria]e serio non era concepibile per n1anranza di capitali. m.ae!\tr.anze e <'ommerci mondiali. L'Austria era o~tinata !lei protezionismo do~anale, necessario pe1· l'equilibrio artificiale e il paternalismo intervenzìonista oon <'Ui lC'ne-va in piedi l'Impero già scosso, La nn0,·n hor~hesi-!I mdanese doveva e&- serc per reazione democratica e dov~wa tendere a un rior<l.inamento politico del1a peniaola d1e le aprisse i mercati della intera pianura padana. Questi interessi nuovi affiorano infatti nel tempo della Repubblica Cisalpina: ,i complir...ano p·erò con un altro fenomeno: l'instabilità <legli "1Tari, l'atmosfera di avventura del dopo-guerra. È nell'ambiente di libertà e di spregiudicatezza portata dai francesi che si forma, con i caratteristici fiistemi che si sono esperimentati in pjù alto rilievo nell'Europa del 1919, il primo cap;.. tali.sino italiano. Capitalismo fi,z]io di libertà. Milano <-onosce inlorno al )800 ~]i arricchiti di guerra, i fornitori militari. µli sp~culatori, j dissipalori <ii for1nne troppo presto raggiunte. Lusso, strepitoso rialzo dei consumi, gioco de~di inflazionii:tti, spr-cul.ttzioni ,ml cambio tra Milano e lr provirn·ir. Erano i n1irat·oH ignoti <lelraument.at.a ,·rlo<'Ìtà di cirr.otazionc del capita.le. Il Go, crno fra11oe5.-, riscnot~va lici Regno d'Italia 180 miJioni di lirr an1111c d'impoate e ne spendeva 145 in lt.alia per le forniture militari e per la burocraz1.a. 11 re;,rno dei pe!i!cicani e degli irnpieAati; plnfo<'r.azia e dassi medie! In questo periodo trionfano uomini nUO\'i, a(lili, intrapr~ndf'nti; la Bonea acquista una ~rande i11Hncnz.a sulla ~it~ so<;ial.e; la borhhesia s.baiza ili 8eggio l anstocraua delle feRle e dell,· motlc r$olirhe, impour. lr nuovt>; modc:> ò.ella Parigi imp<!riale, si fa maestra di elegan1-'I .u rnuc le c!Jls•i s,wiali, ,•onquista i poteri muni<·Ìp.ali, compra terre e pala~z1 daHe famiglie nobili, ta~liate fuori dalla v1t.a uuova, dai loro pre~iudizi e dalla loro educazione. Osti, catft=:ttieri, pasticcirri, pizzicagnoli, ei arrif'hiscono fi111 tra~co ~ncessanl~ portato dai milit.ari, le- mod1ster1e guadagnano sul guew per il lusso este•o • tutte_ l_e dasèi soci.ali. Notevole f' l'incremento edilizio si.a della città eh" de li,·· c.af!,{"vrivatc: e .anche di qui derivano nuovi la\'ori, nuove impreite, nuove fonti di an·icchimf'nto per i piì1 audaci e per i pii1 pronti. ,lnPRfo r!!-pt>rimento lnft'Trutlc rli n.;1.F~:r-1~h' cspit.a1ismo fu turh.ato da 11n ~ruppo d~ ~lT· oostanze counesiw <·on I.a E>itu.azionr-poht1ca. )I nuovo clima di lihertà cr.a. fittizio ·e un capitalismo vigoroso P ('Of'truttivo non può svolgersi &e la libertà t' ct~ntinuanH'l11f' alla mercè dell'intervento 8tran1ero. L~industria milanese si trovò sotto J.a concorrenza minacciosa delle manifatture francesi: era un ar1tomcnto decisivo per il iui~ glioramento della produzione; ma 1;1r_csap• peua questa vi.a si ehbc la nuova poht_1ca cconcmic,e, cli Napoleon<'. Il hlocco conunentak del 1805 portò due con•e~uenz., d1sastro_se. D~t un.a parte alterò l't•quilihrio erono:rpico genc--rale, determinando un .artificiale e P!·ov: visorio intere!'se di df'di<'arsi ,a produzionl improprie al nostro ~-~i~1u Cf'ono!ui<'o, moincntanc.amente red<ht1z1e per J allontanamento dell'offerta in!(le&<'. Costosissimo diversivo! D'altra parte diede alla Francia nna posizione di assoluto privilegio. I !~vori ,l'i ferro e di acciaio non s1 poterono ptu espot·- tare nell'Italia france.e (Piemonte, Toscana, Rom.agoa, Parma). L'industria della sctn fu duramente colpita dalla concorrenza dr, sistemi di vendita francesi. Il Piemonte fu il primo con le Costituzioni del 1729: l') ad abolire quasi intera• ment.e la potestà feud,,le, non lasciando che alcuni diritti nominali e rii mero onore, abo~ lendosi i servigi personali, come le corvate; 2') Jl restringere i fidecommessi e le primogeniture, rendendo molto più.libera di prima ìa circolazione dei beni; 3°) a diminuire la potestà ecclesiastica, e specialmente la fa. co1tà di ereditare <> di succedere nelle mani• morte. Queste costituzioni vennero di nuovo rivedute e pubblicate con poche variazioni nel 1770. Si badi bene a non lasciarsi ing~nnarc da questo nome di costituzioni. Esse non sono che un.a compilazione di molte leggi civili e criminali che prima formavano un confuso ed indigesto ammasao. Rifusione 11tile, tanto desiderata in Francia in quei tempi, ed encomiata forse troµpo dn certi scrittori francesi (ccme il signor D'Argen• svn), perchè forse invano desiderata iu Franf"i.n. M.a con tutto ciò, i] Piemonte non aveva un.a forza e una rich<>zza corispondente alla va,:;titi',e fertilità delle provincie, per mancan ~ di nn 'amministrazione illuminata e liberaJe. Le buone leggi e le buone istituzioni arricchis<'ono, popolano, corroborano uno Stato, molto più che le conquiste. L'Abate Vasco <'o' suoi optl.S<'oli tentò 1'Vehliare l1attenzione del Governo sui molti cambia.menti che Fi dchiedevano. M.a il Gu,·eroo fu sempre sordo ad ulteriori riforme; si arrestò nell'intrapreso cammino, e si mantenne immobile ed inalterabile, mentre in altre provincie d'Italia si .eseguivano utili cambian1enti. Non è ]a guerra che avesse impedito il Governo di pensare al rifiorimrnto ci{C') paese, perchè nel 1784 quan<lo Maurizio Solera scrisse il suo cpuscolo, già da 36 anni il Piemonte godeva d'una profonda pacr. f\on è neppure l.1 situazione ,z:eografic.a, e condizione politica. Alcuni hanno supposto che una monarchi.a esenzialmente mili..1are, come la piemontese,. non possa, senza indebolirsi, alterare i suoi ordini politici, o le antiche massime di amministrazione. Gravissimo errore. L ci:tempio della monarchia prus::-1.anaavrebbe dovuto loro apprendere, che uno Stato an- ~sto può essere militare cd industrioso allo stesso tempo; che la spada e 1n spola ponno suee~tere insieme. Il padrr di Federico il Grande credeva che la potenr.a della su.a mond.rchi.a consiste!!se ncll'altezz..a de' granatieri, e nella crudele pcdantes('.a disciplina del bastone. Co' suoi l:tranatieri di C\eipiedi, 12' colla su.a barbarie militare, non fu che un principotto di Gernum~. Suo figlio di vasto gt:nio mostrò invece che !-i può avere 1111 cscr- <·ito disciplinato e valoroAo, e a<l un ten1po animar l'agricoltura, le manifatture ed istrui• n, il suo popolo. Questo grand'uomo mentre conquistava ]o Sassonia, caricava delle h.ar- <'he di terrn. per alimentare per n1ezzo seculo t~, s;1a numifattora di porcellana di Bcrlinoj tentav.a d'introdurre nelle pi.anurf' riel Bran<leburgo )a coltivazione dei gelsi, ~ istituiva scuole elementari in tutti i villaggi. Così questa monarchi.e rhe non era che una ,z1 an caserma, divenne la <·nlla dell'industria, t: I,, patria del pensiero. Il Piemonte era posto tra due p;randi minacciot-c mae-se_,tra l'Austria e la Francia, come la Prussia lo era tra la Francia, l'Austria e la Russia. Nello stesso modo che là Prussia si rinforzò (·DJl 'industria e co.1 commercio, si sarebbe rinforzato anche il Pie-monte e.cnza punto menomare la 8U.a virtù militare. li voler conservare la ruggine feudale, mentre gli a~- tri sono divenuti opt:lcnti colle arti della Cl· vilizzazione, è lo !ltes~o che voler con.tinu~,rc a far la guerra coll'arma bianca, collo scctdo e coll'elmo di Don Chisciotte, mentre tutti di altri hanno adottato le armi da fuoco. • Nel 1784 quando il Solcra iruma!(inò il suo Lanco d'agricoltura, il Piemonte a,·cva poche ,· cattive strade, la 1-u.aa~riroltura lan~uiva, i a sua industria era limitato a poche rozze 1;wnif.attnre, non v'era abbondanza che di vn~ahondi. {l Dans un p.ays oÌl le gouver• JJemt,nl n ·a ja,n.ais (clice il Solera) anrune bibl1otecaginobianco de ces vues grandes qui embrassent l'avantage génér.al rle 1a nation, qui ne s'est jam.ais occupé de l'établiHement de scs manifactnres, dans lequelles le• mains les plus inexpertes peuvent facilment s'eruployer à de gros ouvrages, dont l.a nation tirer.ait cependant un grand profit; dane un tel paye,. quc dire à J1homme, qui, après avoir avoué que le vagabon<la1te est forcément son unique profession, prie son juge méme de ,·ouloir bien lui en procurer une autre? ,,. 11 Governo, non che animare le sorgenti della prosperità pubblica, giaceva inattivo sotto il peoo di centoventi milioni di debito. Tutto era etagn.ante per mancanza di lumi e d'energia nel Governo, non che per mancanza di numerario. La massa circolante non era che di 62 milioni, compresi 20 milioni di corta monetata, mentre la somma annuale dei valori, attribuendosi 200 lire per teota, doveva essere di 600 milioni. Come adunque senza l'opera del Governo, e con tanta scarsa quantità di numerario, si potevano migliorare i conduttori della ricchezza pubblica, e facilitare la circolazione mediante buone strade, ponti, incanala.menti di torrenti, di fiumi, aeeiug.amento di paludi. in una parola, infondere una nuova vita. un calore e un moto universale? Il Solera ere• dette di aver trovato La soluzione di questo problema, il talismano di queino oam.hiamento di scena. Partendo dai due principi: l' che l'abbondanza dei metalli monetati, , pur anche i segni che li rappresentano, ser• vono sempre di un potente mezzo per acoelerare i progressi del lavoro e dell'industri.a, e quindi esercita un 'influenza sopra La ricchezu delle nnz!oni; 2° eh~ i capitali a basso interesse sono un vantaggio DU1.ggiore dei bassi p,ala.ri o della sm,sistenza a buon mer• cato, propose un banco di agricoltura, per cui si aumenterebbe la quantità del numerario oon una carta di un credito aolido e sicuro, si fornirebbe al Governo un fondo per opere pubbliche, e si fornirebbero ai proprietari delle eovvenzioni a] basso interesse del due per cento che col frutto dei miglioramenti agricoli, potrebbero estinguere nello spa,:io di cinque o sei anni. Ecco il suo piano. Proponeva che tutt.e le terre dei proprietari fossero inscritte in un e.a.tasto con tutti i pesi, debiti ed ipoteche. Sopra H valore approssimativo depurato di ogni peso, i1 proprietario doveva avere il diritto di emettere dei biglietti del quinto soltanto del valore netto e nori piì1. Di questa somma egli doveva p.ag.are l'interes!e del due per cento. Il Governo doveva nominare dei direttori in ogni luogo di qualche importanza, i quali dovevano agire di concerto cogli amministra• tori locali. I biglietti dovevano portare la firma dei direttori, degli amministratori del poseidente. Essi dovev.ano essere ricevuti dal GoYerno in pa!(amcnto delle imposte, e rlovev.ano avere una scadenza fihsa. Se alla scadenza il detentore <lei biglietto non fogse pa~ato in denaro dal proprietario, riceverebbe in pagamento un equivalente in terre. Il termine del pap;amento dei biglietti do- \leva essere di 12 anni, collct divisione in tre epoche: un terzo dopo i 6 anni, un altro terzo dopo 9, e l'altro !erro ai 12 anni. Alcuni amici dell'autore gustarono talmente quegto suo progetto, che ne parlarono con elogio in Corte, come della &CO· perta dellJl pietra filooofale. Il re stesoo ne fu informato, e ne chiese all'autore una copi.a nel l 'i86. In seguito glie ne fece chiedere uu 'altra per comunicarla ai suoi ministri. 11 re n'era talmente invaghito, che ingiunse al SolerJl di prepararne l'editto per l'esecuzione, e steso che fu, gli .n!segnò un giorno di udienza, onde stabilire definitivamente Jllcuni articoli. l\fa quando appunto tntto sembrava dispo,to per l'adempimento, nacqu<' uno di quegli accidenti che nelle Corti dei re assoluti accadono sovente. L'autore fu presentato al 1:e che tSt:aV~ co!t il ~uo ministro cli finanze. « Celm-c1, d1ee I autore, a,·ec un ton de ~avité et d'importan,"e, qui à la cour, c-ome ailleun, masque souvent .la nullité, débuta par l'éloge de ce qu'il appellait me• talent•, et fini par une improhation si entière, si absolue de mon ouvrage, que Victor, incapable d'avoir une opinion à lui, se rangeant docuement à celle dc eon ministre, m 'cn òéfendit l.'évèremcnt l'impreesion ». Ecco il oolito naufragio delle opere patriottiche. Può ben essere che il progetto del1'Jlutore non fo,oe adattato per la pratica, primieramente perchè una carta monetata che non ha In morale certezza d'e•oere alla su.a scadenza convertita in oro ed argento, non potrà mai godere di un sohdo credito, e in secondo luogo, perchè l'of?getto dcll'e• missione di ~imH carta sarehbe più spesso quello della <lis•ipazione, del c.apriccio e di folli speculazioni, che d'una savia e ]ucroea intrapresa. Finora infatti ,imili banchi di agricoltura non vennero approvati nè dal voto degli scrittori, nè dall'esempio di alcun Governo, qu.antnnque, a dir vero, eia aeàucente l'idea di rendere col loro mezzo circolanti i valori immobili. Ma furono questi i motivi che indussero il ministro piemontese a disapprovarlo? Perchè poi proibirne la stampa? Non è questa piuttosto una prova dell'invidia ministeri~e, che del sapere e clella s.ag.acità? Che non fosee il rifiuto l'ef. fetto dclia s.agncità, ne sono testimoni i tanti errori r..hc in seguito commise quel Governo, " qni ballottait a.ano C.<lesele public entre 1'ordre, et le contrc-ordre, e.n le portant au mépris de l'autorité ))1 come ]o &tesso Solera osservò. Quest'opuscolo, scritto in francese, e che h.a per titolo E33ai 3UT [e.3 valcur.,, di drca ll6 pagiue in grande otLavo, rimase sepolto sino al 1798, in cui sotto gli auspici di una effimera libertà che il Piemonte aveva acquistalo per le vittorie di Bonaparte, potè comparire alla luce. Quand'anche il progetto dell'autore fosse da giudicarsi inesr.guibile. nondimeno vi si trovano qua e 13 delle lampeggianti verità, delle riflessioni acute e nuove, che non eolo la sua lettura riescirà sempre utile ed istruttiva ai piemontesi che si interea&ano al beneHere della loro patria, ma pur .anco a coloro che ~~nno che talvolta un opuscolo contiene più intrinseco valore, che un cattedratico volume in foglio. GIUSEPPE PECCHIO. Il primo"self-made-man ,, La a-ocietà medioevale con&ta di una &0nun.a di eco• no.m.!e lllf:&-ole jnd:peudeati, t-ollei,et~ per meuo ddlo ecamLio. U costume e il diritto, ma specialmente la condiriooe di nascita dell'indi"idoo economioc,, determinano ero.anta parte di ricchessa spetti ad ogni 6ìngola economia. L'elemeoto rivoluzionario nella società medioevale è il commerciante -- straniero nel paese e origina• riamentc trattato come nemico. Eali rappresenta di contro alla classe agricob del Medio Evo, una maniera di penSD;re nuova e moderna; mentre per quella le sorti della vita son fissate dal costumo e dal diritto, egli è animato d'al dl•siderio del maggior guadagno possibile; è il primo self.mad.e-rn<Jn nel senao odierno. IJ f:.<>mmercio è fonte di riccheua. Per fw.vorirto bil-Ogna fog,iare uno speciale ordinamento gjuridioo~ il qvale sia ad e.,so eoruentaneo. E mentrt: il diritto è in ogni altro campo diritto di nsr.a, pel commercio si forma Wl diritto indipeodenlc dalla penonalll.ÌI, unn jus gentiuni in conlrappoiJto allo jus dvUe, un diritto comune di (ronte ai dirilfi ~pec:iali dei S,,. soni, dei Franchi, ecc. 1 due punti ora accennati della evolurione tanfo del diritto romano quanto del gem1anico. hanno el-i• dentemente la loro ragione nello sviluppo dell'elemento rommerciaJe. Ovunque C86o giunge a dominare, crea condiaioni giuridiche oppoele a quellf' prevalenti 6n allora; crea la 1iben1 proprietà in luogo della proprietà ristretta e vincolata, crea la liberti. personale in luogo della limitazione della persona. Ma per lungo tempo l'influenza dell'elemento com• mereiale rimane scarso e riel.retto ad alcuni C"entri di traffico, mercati, città e via dicendo. La difficoltà df'lle comunicaaioni. il cattivo i.lato delle ~,rade, la poC".aRicnceu.a giuridica, i diriui di gabella e di eca• rico, ecc., limitano .il com~rc1() a poche mer.u11sic di maggior ,,.alore; per la gran nut1'ea dei ben.i eco• nomici la conoorrenza non si fa ancora per lungo tempo sentire, La produ&ione 1• i presri poggiano sul diritto ·e sul coetume, e l'Autorità detonnina in qual modo il prodotto debba andar dhi1'o tra le ein• gole persone che partecipano alla prodcuione. Ma a mano a mano t·he la conc-orreoc·, e con esn le idee commerciali penetrano nell'indu-.lria, il vecchio di ritto cede alla libertà industriale e avviene quel ri- ,·olgimeoto n,:lla produzione ,·h•· fondtu·e µoi alla macchina e alla grande intrapre~:.1. C. ~CHL'I.U G.U.'\-'F.;11:NITZ, I La ,-randf' inlrapr<·.~u #' il proJZre.,.\o f'C.Onomico f! ~ociale. Traduz. di P. Jannaccone ; Torino~ 1900~ p. 23-:!lJ. "L'ECO DELLA STAMPA,. il ben aoto u&do di rilasli da &,ioruli e riTitte f... daoo nel 1901. ha sede udu,i•...,"'• in Milano (li), CerM Perta Nuou. 24.

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