La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 40 - 8 novembre 1925

1M LA. RIVOLUZIONE LI'BERALE l'AfiRICOL TURADELLA C LABRIA ..Queeu ietloNt. calabrese, che, eeparata dal reno d'Italia dal ma.u iccio apenninico del Pollino, 'li protende, rµootuoN, e lunga per oltre 240 chilometri, fr1 i mari Titreifo e Jonio, sino al C.;,o Spartivento, ha una sua vita economica non corriapondente a quella cbe la nalura le aveva deatinaLa. Easa ha una diatesa di coste di 800 chilometri, le quali si adagiano sul mare piane, ovvero in etio 1ceodono ripide, offrendo naturali approdi, e lallciando credere che lun11:o esae debba vivere una popolazione marinara, pro1perarvi la pesca, la na• vi1asione e le indwtrie del mare. Ma còmmercialmente non ai approda là dove l'uomo rton ha preparato opere che uaicurino dall'insidie marine, e che garentiscano il traffico interno: e queste opere mancano del tutto in C.- lat.ria. Nei sedici paelii toccati dal mare si è cercato di migliorare lo stato degli approdi con lavori inis:iati e non coropiuli, destinati pur sempre alla piccola 01,;igazione, come boe d'orme1gio, pontili '.> banchine d'approdo. Fra questi restano ancora luoghi ove il carico dei velieri vien compiuto facendo ga.lle1giare 11inoAd essi, da terra, le botti piene J"olio. D'altra parte presso coste così lunghe 1e aone abitate sono poche. L'uomo ha dovuto fuggire il mare che bagnava le grandi città deJla Magna Gnci3, e che è sempre elemento di ricchezu per altri luoghi: esso è fuggito, ha chiesto rifugio alla salubrità delle colline e dei monti, perchè, là dove b montagna, alJontanandosi più o meno dalla riva, la11eia una 1:ona in piano, questa è infestata dalla malaria che Yince l'uomo, l'indebolisce e l'annienta, e sopprime insieme parte de Ba produzione di quel piano, dei benefici di quel mare. t,. proprio così. Queste onde, glauche o azzurre, che comprendono, da tutti i lati, questa terra Ji Calabria, non 11ono la ricchezza di questo pjJpolo. H quale dal mare nulla riceve, e nulla per esso trasmette, hcilmente ed economicamente. ... Sarà ricca la Calabrio per le ene alte e belle mont.ar,ne: nello schienale che la percorre tntta, e che !=i allarga nel magnifico altipiano 3ilano, per formare poi il monte deHa Serra e il terminale massi('cio dell'A!.promonte. Ovunque sono ('ime e pendici ricche di foreste 5Uperbe, d'acque copiosissime, di minerali prezio11i, d'aria pura, uluberrima, vivificatrice. Ma chi aa, chi conosce il valore, e vuole utilinorlo, di tutti qnesti doni della natura, se non è dato giungervi 11enza t-trade? La perra ha scoperto le foreate per farne &cem• pio; congiungendo punti lontani811imi, e sconosciuti quasi, mediante una corda d'acciaio, attraverao t-.arntri e d.i&tanz.e enormi. sulla quale legnami preziosi han trovato la via della loro utiliz:uzione, e i Loschi UDI) tfruttamento non sempre ra:r:lohale. Lr acque di qoeste sorgenti montane non banno trovato alcuna applicazione: non per irrigare il piano, non per fornire saJutare, agognata bevanda ai molth;simi paesi che non ne hanno. Esse dilavano le pendici defraudate dal bosoo, e portano nel piano b tle.solRZionc e la malaria. Poche u1ilizzarioni idroelettriche servono solo, Umide. ad illuminare qualche paese. Un grande im• pianto, quello che raccoglie i fiumi Arvo, Ampollioo t Neto, è per compiersi io parte, a formare quei laghi silani, che daranno l'enorme forza di diedf!e <l, migliaia di cavalli, la quale andrà in Sicilia ed j1, Puglia: verso qoegta regione è in costrnziooe :a grande linea aerea di trasporto ad alta tensione. Lo Calabria ammirerà quest'opera grandiosa di sfruttamento di una sua ricchezza a vantaggio di altre regioni, &enza poterne profittare per dar valore ._j sooi monti e ai &uoi prodolti. ll sottosuolo calabrese ha, latenti o poco utiliu.ate, rifchezze minerarie. Esse vanno dalle ca.,·e di 11&1gemma Jj Lungro a'le murne zolfifere del Cotroneee, dalla limonite di S1ilo alla galena Jel Catanzarese e di S. Donato, ove è pure il dnahro. In più lnog:bi si trova lignite; abbondano le pietre Ja ornamento, marmi, graniti e porfidi, come i materiali calcari e da cemento. Si ellportano da Parghelia arene pregevoli per lo lavorazione delle maioliche e dei vetri. Chi non ba ,·isto i monti della Calabria non può concepire il fascino di una vegetazione di elevata altitudine in zona meridionale, con tutti i vantaggi che questo clima moderatamente fresc;o offre all'uo• mo che yoglia risanare la propria salate. Ebbene, appbnto per le difficoltà enormj di accf'!sso in quei luoghi, è rara in essi a permaneoua di que1Ia molti· tudine Jj persone, che accorre in altri posti, dove «" ricc-a 1"inhia1iva privata e il soccorso statale, do'Je b naLu.ra è più povero. ... Qui è povero l'abitante. Indici di questa miseria sono non solo la bassa ricchezza media risultante dalla• fltatistica, ma ancora la parsimoniosa frugalità nell'alimeotazlone, gli 11carsi comodi del viver civile, chr. esso si concede, e la tenit.ile corsa verso le nazioni transoceaniche. Se gli Stati Uniti d'America hanno quasi impedita dall'Italia l'immigrazione, i nostri concittadini partono come prima, diretti agli Stati del Sud-America. specialmente Argentina, Brasile. Uruguay. • • • In questa regione che dal mare sale ad altitudini Ji oltre dnemila metri. in una larghezza media, fra Jonio ~ Tirreno. di 50 chilometri, si ritrouno varietà enormi di terreni, di clima, di colture, di cogtumi e patti agtari, di ripartizione della proprfotà. L,· grundi tenute~ i cosi detti latifondi, wno nel piano ,.. nella montagnG, mcutrc nella zona di media ahitutline, che t' quella meglio e più intensivamento coltivata, la terra è ripartita in medie e piccole uniti culturali, ed è in mano, io ar•n patte, del piccolo proprietario, coltivatore diretto. Dunque quella che i,i chiama a. questione del latifondo • investe la Calabria per una e1ten1ione discretamente importante in rapporto alla superficie totale della regione, e più slla quantità di terre.no agrario. Sono le sone del piano e dell'alta montagna qnelle che ofl'rono questi nuclei culturali estesi da 300 11: 1000 ettari. La storia conta in parte nell'orisine del latifondo; nè e,aa è cauaa dell'odierna 1ua esisteou; n=: questa può, moltissime volte, imputani a ma). volere del proprietario. Là dove Ja ponibilitì di coltivarne protìcnaruente il terreno si riscontrava, con la facilità d'acceuo f'! la salubrità del pono, qnui tempre il latifondo è ecompano oou la ,uddivi1ione in mano di diretti coltivatori, ov!!ro esso &i è trufonnato in ottime uiende; ove è po88ibile, e utile, un'agricoltura in p-ande, con m:iccMne e con allevamenti di bestiune: ~ in questo cat-o ou!1a consiglierebbe il danno Ji una riparti:iione di quelle vute aziende. Latifondo da risanare è oggi quello posto a grande distanu dai centri abitati, o quello sjto in piano in balia delle p=ene dei torrenti, della palude e della malaria. Esso è, per que11te ragioni, sottntto all'i01r..iatiYa e al lavoro dell'uomo: e non chiede Jeg,ti che l' « aboliscano l'l, ma nrade agrarie, case, si11temaz:ioni idraulico-montane, lavori e protezione igieruca, capitali. Così ri.!anato soltanto, es.ao troverà automaticamente la bUa trasform.1.ione. , Perchè qui ve ricordato che, quando, venti anni fo, un terremoto funeuo assume il compito di ri- ,•elare le deficicnz:e di opere pubbliche in Calabria, e di narrare come e quanto noi fossimo stati lasciati colpevolrneole indietro, a.na legge &Labili una aerie di proYvediruenti, alti a sanare qudl" de6.cien.ze. Scare,e le vie rotalili e le ferrovie; ura par,e enorme del territorio, circa centomila ettari, da bo• nificare idraulicamente~ i monti da rimboschire o dit rinsaldare; i torrenti da costringere nel loro alveo; nessun approdo sicuro; un terzo <lei territcrio infestato dùla malaria; centinaia di paesi scou acqua. senu scuole, 11en:u cimiteri, privi di qaalùasi strada! Quella legge offrì rimedio in parte :1 uuli coi:,i profondi, ma essa è oggi applicata 1010 per poco. Non deve così recar sorpresa &e le grandi 4ua lità delrindhiduo scompariscono, in que&La bella re• gionc, nella. lo1ta continua ron tutti gli elementi contrari. ... Non ,·ogliamo calcolare quanto di meglio e dip· piu la Calabria offrirebbe alla produzione nario• nale ,e ie venis~e dato tatto quel necessario che ud eqa manca di lavori pubblid e di Ì!ltruzione agricolo-profession.aJe. Sarà facile intenderlo a -ciaM:uno che ,i 110flermi sui <lari che seguono, e che mostrano quali sforzi è capace d1 compiere questa popoluiooe co1abre11e, in arobieote difficile, nel solo campo con· C(:880 alla sua atthità, l'agricoltura. L'intero territorio, di 15 mila chilometri qWldnti, può considerar ..i riJlartito in tre grandi zone. La prima, estesa all'incirca 400 mila ettari, comprende .I.a pianura, sino ad un'altitudine di 100 metri, vi !i coltiva l'agrume e l'olivo, è quella più battuta dalla malaria. ì'-1>lla 5econda zona si coltiva anche l'olivo, m» abbonda in essa il fico e la ,igna; è quella collinare, che va sino a 500 metri d'altezz:a, ed è elle~ re• 500 mila ettari. Le altitudini Bnperiorì sono compre6e nel~ ,erz:f. 1ona, ove sono i restanti 600 mib ettari di super· fide, dei quali un teno sopra i mille met.ri. È questa la zona del castagno, dei l.Jt~chi, della ,;egale e del pascolo di montagna. Estesa più di ogni altra coltura, e a vohe in terreni po~o fo...orernli, o ina• dotti del tutto, è quella del frumento. EsE-a occupa 240 mila ettari, e dà una produzione media unitaria di quintali 5 per ettaro, fornen(\0 1 verso l'intera naaiooe, queste proporzioni: estensione coltivata a grano in CalaLria circa 1/25 di quella italiana, prodotto 1/50 ! Le altre graminacee occupano circa 7LImila ettari: importante fra ea&e t! la sejf&le, co• reale deJle zone ahe, alimento principale pei e.onta.· dini delle montagne. Le t"Olture dJI rinno,·o occupano meno di 100 °"'La ettari, e hanno 1cars.a importanza: potrebbe• easere migliorata molto, e<l e11tesa, ID coltura della patata che trova sulla Sila ambi"nle ottimo. Per inadatti sistemi di rotaz.ione agraria, per lo scarso u110 di concimazioni, è poco e11tcsa lo ct>ltura d'erbe da foraggio e di prati; nell'insieme. hanno lll''estem:,ione inferiore ai 100 mila ettari. Il bestiame, nella qu86i totalità ad allevamento brado, ai alimenta nei paecoli spontanei, di piano nell'inverno, 0 di montagna in estate: c11si si calcolano intorno • 400 mila ettari. Non si può con precisione segnare la superficie dei b<H!chi; es11i dovevano, prima della guerra, misura.re forte circa 200 mila ettari. Fra i qu:1li è com· presa la parte di. castagneti non destinata a frutto. Sono 90 mila ettari covet1i a ca&tagno, oon un pro• dotto medio annuo di quasi 750 mila quintali di c&stagne: in questa produzione la Calabria è solo inferiore alla Toscana e al Piemonte. Ma 1a· ri<'chezza produniv.a dell'agricoltura cala· btese è data dall'olivo che copre 130 mila ettari. Esso è H re del piano, ma è pure, col fico e col gelso, l'albero della colli::ta. Dà, in media 1 circa Sù0 mila quintali di olio, che, io rapporto alln pro• duzioue totale italiana, di quintali 2.060.000 (media dell'nltio10 decennio), ne è la quarta parte; e che, al preno, non quello elevato odierno, ma di un anno fa, in L. 700, dà pure l'enorme aomma d1 350 milioni di lire. L'agrumeto ha un'eatensione di qu&11i10 mila ettari con una produzione media che tocca un milione' di quintali di aranci, pel valore di oltre cento milioni di lire: ai quali va aggiunto qu:mto ,i ri• cava dai cedri. dal bergamotto e dalle essenze re• lati ve, nonchè daU'11gro di limone: ed è pur molto Il! si pensa che l'essenu di bergamotto ai vende '1 160 lire il chHogrammo. Continuo incremento ha la coltivuione del fico: pianta rustica, che trova, nei terrep.i ttridi e argillosi della coJlina e nel clima caldo, il suo ambiente. St: ne hanno, in buona quantità, i pregiati e noti fichi aeccbi, ben quotati all'estero. Cosi questa del fico trova po!oto [ra le colture più redditizie della regione. La coltura del gelso alimenta l'industria dei boa• ,oli da seta, pei quali si poò calcolare un prodotto annuale Ji 25 mila quìnta 1i di bouoli crudi, pel valore, in quest'ultima stagione, di oltre 65 milioni di lire. Ha grande importanza nell'economia locale l'al- ·levamento del bestiame. Questo è costituito do: 20f\ mila bovini, 150 mila suini, 800 mila pecore ~ 41)1. mila capre. Riferendoci a numero di animali per chilometro quadrato, si rileva che aella Calabria , i ; minor quantità di bovini che in Italia; quari ugual numero di suini, ma circa 1/3 dippiù di ovini e caprini. Si esportano nell'Italia centrale i vitelli e gli agnelli da came, e là ugualmente trova smercio parie del formaggio prodotto e la lana delle p«ore. Va ricordata in ultimo la coltura delle radice di liquerizia, perchè è quasi un'esclusività calabre&e ~ 11icil.iana. Il succo di es~a. esportato in Inghilterra e i!l America principalmente. dà molti milioni. '1i reddito. La maggior parte dei prodotti calabre11i, frutto di un'agricoltura antica e poco curata, l'olio, i fichi llècchi, le castagne, 'e fruita., gli agrumi, le euenae, la liquirizia, i houo 1i e le sete, le carni, i formaggi, 'e lane, Ei consuma allrove. e contribuisce all'approvvigionamento della nazione. Ma talurii di eeei, specia.ità del luogo, son de:;tinati al, esportat.ione, e avevano guadagnato. µel loro solo merito, impor• tanti mercati esteri. Oggi l'esportaz:ione non è quella d'ant~guerra: cause politiche profonde la fanno languire. Ma tuttavia costituisce sempre una cospicua entrata di valuta preziosa nella nazione. Ma quanto dippiù essa darebbe i;e potesse mettersi a pari delle progredite province d'Italia! S'immagini una Calabria sistemala nel piaoo e oel monte con criteri locali, che abLia facilità di comunicazioni ed eronomia di noli di truporto; con 18· sicurata po1isibilità di permanenu in pianura, o nelle campagne lontane da centri abitati, per su.flicienu. ,li riroveri, e per garenda igienica. Quando, opportunamente i&truiu, in quello che deve e le conviene sapere, e ruidata da appoaite &tu.ioni sperimentali, essa potesse ,fruttare, industrialmente ed espertamente, i suoi prodotti, si avrebbe una Calabria rigenerata. Ma questo non è aolLbnto un problema economico: è un problema di polit'ca gencrnle. F,uNCEsco GENC,ulti:LJ..1. PIERO GOBETII - . Editore Torino - Via XX Settembre, 89 IMMINE:ffff: PIERO GOBETTI Risorgimento senza eroi Nuovo a.aggio •- Ai rrenotatori L. 10 SoMMABIO - Introduzione. • Parte Prima: L'ered« del Risorgimento. - Parte Seconda: f,o stato laico nel Piemontl! del '700. I. Il conte Radicati. II. La politica dei concordati. Ili. Controenciclopedia preventi\'a. IV. Il caso Giaonone. V. Il rallimento dei moderati. VI. Difesa della libertà. VII. L'e• cooomia del Sene cento. • Parie Terza: Il Romantici.1mo politico. I. Il' fallimento della Rivoluzione francese in Italia. II. Romanticismo let• terario. III. Prepara zinne romantica del '21. IV. Santaroso .. Parte Quarta: La Rea:.rione. I. Solaro della Margherita. Il. Inconsistenza delle oppo1iiioni. III. Le classi dlrigenti del '48. • Part• Quinta: L' ere,dità dì Cavour. G. B. PARAVIA & C. Editori - Librai - Tipografi TORINO. MILA~O- FIRENZE. ROMA-NAPOLI· A ERMO Biblioteca "Storia e Pensiero,. ULTIMA NOYIT,è. ENRICO FEDERICO AMIEL GIORNALE INTIMO Frammenti scelti e tradoui da Maria Ghiringhelll. Srudio introduuìvo di lari.a Pascal. Prima edizione italiana. -· Un volume L. 15• Il « Gtornale Intimo » ba guadagnato al suo autore 18 fen·ida simpatia di quanti sanno comprendere la tragica tellez:za di un travaglio spiritua1e. Queata prima edizione italiana è preceduta da RII profondo studio iotroduni vo ,Ji Carlo Pascal, tutto inteso a cogliere l't:ssenu filosofica del pensiero e la realtà paicolo&ica di Enrico Federico Amiel. ARCHIVIO BIBLIOGRAFIC Yin XX Settemh1·e, 00 - Torino librianticht,rari,esauritie dioccilslooe Acquisii, per comm111s1one 1 di qual11iaai libro, coa diligente e speciale ricerca per le opere straniere. Bibliografie, di ogni materie e argomenti fatte da studiosi di riconosciuta competenza. Consultazioni, senz.a impegno e senu speaa, per qualunque ricerca libraria. L' « Archivio Bibliografico I) esuu.di.sce o,-ni vo,tro bisoguo, rimediando alle incapacità e ma.nchevolase del vo.1lro libraio. Per o~nj informazione unire il francobollo per la ri1posll. BOLLETTINO I. N. B. - I libri sono garantiti completi e In buoa stat0, quando non è fatta dichiaraEione del contrario. Le opere con rilegatura aono indicate. p_.. tanto non si accettano rifiuti se la comml&1ioae corrisponde alle indie.azioni del Bolle1tino. -li preuo fissato comprende le epek postali per l'interno. La m.aocaoza di qo.alcbe opera richiesta non dì alcun diritto al rifiuto delle rimanenti.. Opere rare o esaurite. BoNCHI R.: Vita di Gesù, illostrata da 86 disegni dei migliori artisti. Roma, Perlno, 1890, in-4°. pagg. 572. {Molte copie fo.rono distrutte) L. ts CANTÙ C.: Storia della letteratura latmCJ. Bnrbèra, 1864, in-16°, pagg. 568-VIII • U CAPPOSJ G. : l l Rinascimento della Civiltà nella Storia di Firenze. Barbèra ed .. 1909, in-16°, pagg. 255-XI, fon bel ritratto dell'A. C1tccuD1-RoccATACLl.lTA C.: Poemi e Son.cui. Edito dalla Socielà Ligure Apuana, 1910, in-8°, pag. 400-Xlll. Eleg.ante ril~gatnra io pergamene ~ tela <'on copertina originale • 2t CORNA P. A.: Storia ed Àrle in S. Maria di Campa~m1 { PiacenJ:aJ. Bergamo, 1st. ltal. d'Art1 Grafiche, 1908, in-8°, pagg. 303, 60 illui;traz:., 2 ripr. (es. for.) • 30 CossA P.: Giuliano l'Apo.slato. Dramma in cinque atti e in versi. Torino, F. Casanova, 18i7, 11. ediz:. ehevir., pagg. 271 <Copertina un po' usata) . . . . 6 DANTl::, con l'esposi:r.ionc di Cri.sro/oru Londino e Alcuandro Yellwello 30pra la !"4 Commedia dell'Inferno, Purgatorio e P•- radiso, curata da F. Samovitù. Venezia, Susa, 1578, in-4", bella rilegatura del 700 con fregi, arma vesc. impresei nei piatti e tagli dorati. Bella edisi.one con riprodu- :r.ione, 1/luslrazton& e quadri delCedi:r.klntt d,,/ 1544 . . . . . . • 875 D'AzECLJO M.: RaccolUJ degli scritti politici con aggiunte. Torino, Tip. Fory e Dalmu• w, 1850, in-8°, pagg. 557, leg. tela . . . • 1.%2 01: GUBEKNATfS A.: Storia comparata de1li usi naUJlizi in Italia f> pre.!SO gli altri popoli indo-eun,~i. Trcves. 1878. in• 16°, pagine 22.t-Ylll (es. int.) • U fEBRAHI S.: Il Mago. Arcane fantasie, aggiunle\·i le rime di ecce1lenti poet.i aU'A. (Cardurci, Guerrini, MarraJi). Con cenni biografici eisplicath•i e note di L. DeMauri. Torino, Libreria Antiquaria, 1906, in-16, 0 pagg. 103, con fregi e riprod. . • 12 Go1R,u.D1 G.: / Mille. Torino, Tip. e lit. Bertollero, 1874, in-16°, pagg. 4S4-XIII, ril. mezze pelle, dicitore oro. Edi1. originale. Esaurita e, rara • . 1t G.u1.A~OA F.: l,a fi/03ofia delle parole. 2& cJ., Iloma, Società Ed. Laziale, 1900, in-16'. pagg. 368-XVI • IO G1u:-.n C.;.: Poesie, con l'aggiunta dei veni alt. nl (;iusti e d'altri autori e con un indict" c-.p. dei vocaboli toscani. Capolago, Tip. Elvetica, 1855, iu-16°, pagg. 510-XXX, rileg. m. p. . . . . . • IQ G1usn G.· Proverbi to.1cani. Ampliata. e ordinata in manoscritti del G. da Gino Capv,on.i. Le Monnier, 1853, in-16°, pagg. 423XII. Rii. m. p. Edi%. originale as.1ai rara. (Es. discretamente ben coru.) . . . . . GuERR.AZZI F. D.: Scritti poPlici. iMilano, Ca· sa Ed. Guigoni, 1862~ in-4°, pa_gg. 840. Bella edizione (ed. dis. con.s.) La Reale Galleria di Torino, illustrata da Roberto D' A.nglio. Torino, Lodano Ba• radonna, editore, 1836. In foglio t1:rande di 4 volumi, rileg. m. p. e tr.ln, c.:on fregi e dicit. oro. Opera di pre~io anche per le belle riproduzioni. (Ben consPrt•. ma quolche foglio ha macc~i" naturali). Spese po- . sta li a parte . • • • • • • • • Lettere di ,Ma1>simoD'A;eilio a suo motclie Lui.~a Ulondel per cura di ·c. Coreano. Milano. ,ReduelJi, E., 1870, in-16°, pagg. 534, bella rilcg. m. p.: dicit. oro . . . . . LE M.l~SON: Veni.se en 1848. et 1849. Paria, ·oc J. Corréard, Ed., in-8°, pagg. 266 . . • 2S • 600 18 • 18 Preglùamo vivamente i lettori di Rivolu•Ì-OM Llberale di dare notizia del nostro « Archivio Bìblio• grafico » agli amatori di libri e agli i;tudiosi. - Con particolare modo compenseremo chi ce ne fondri. l'indiri:no. Indiriuare lettere e va1lia: A. Grosai, preuo Gol,eaì Via XX Settembre, 60 • Torino. PIERO GOBETTI Direttore , .. pon.. hllo. Tipo1rafìa Carlo Aecame -- Torine

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