La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 32 - 23 ottobre 1923

130 L A R I V O L U Z I O N E. L I B E R A L E Yolta d.ei ceti rurali del :Mezzogiorno contro le oligarchie industriali del Settentrione: sembrava che dentro il dstretto circolo sapgu.igno della vecchia Italia fossero, fìnalniente, per proiettarsi le nuoYe correnti mericlio11c.'lli. i\1a si trattò soltanto di IJ!'sprazzi ingaru1evoli, che finirono per aumentare le tenebre. Intanto le agitazioni e i disagi del Settentrione non potevano non avere riflessi anche nel l\1ezzogiorno, nel senso cioè di distrarre da un compito rivoluzionatio i pochi gruppi che si avYiavano ad aYere consistenz..1 e dinamismo proprio G u IDO DORSO. lo Italo naiional~ ~ il lin~rnliimo E' verità elementare - che non si insegna però alla scuola di Carlo Maurras - che nell'Europa Occi<l.entale stato nazionale e stato liberale sono tutt'uno. :.\'elJa storia moderna non è concepibile Jo stato senza dignità di c-itt.adiui, cosi come non si potrebbe pensare la repubblica ateniese affidata alle cure di schiavi e di meteci. La nazione è stata realmente l1espressione più aJta, c:1ùl'umanità eUiop-ea era giunta attraverso un faticoso sviluppo del secolo XVI e XIII, e in • cui durante il secolo XIX ha affermato sè stessa, acquis:tando coscienza del proprio essere e dei propri fini. L'unità spirituale dei popoli europei si realizzava nella lotta, ìa civiltà si affinava nei contrasti. L1umanesimo, la riforn-ia, l'illuminismo avevano preparato la società nazionale e la sua espressione etico-giuridica: lo stato liberale, lo statachiesa di tutte le liberti,, compresa qnella del negarlo, purchè la negazione non si traducesse in violenza attuale, erede del libero esame e del1'eresia, anche se taluno dei suoi più grandi artefici credette di conciliare l'opera spesa per questa realizzazione del pensiero ereticale colla pro. pria. coscienza <i.i buon cattolico. Xou a caso tutta l'attività riformatrice dei principi illuminati, che delle forme di reggimento liberali furono i preparato~ più attivi, si svolse in tenace. contrasto r:olla Chiesa Cattolica. E c'è bisogno di richiamarci ad Alessio di Tocqueville per docu.mentare il sorgere e l'affermarsi di un nuovo spirito religioso nello stesso spirito antireligioso della Rivoluzione fnmcese? Così come lo stato moden10 si veniva sviluppando sulle rovine degli ordinamenti clericali e feudali, la nuo..-a religione illuministica, che ispi. fava il" ... messfanesimo ·delle 1oggieo.,fim, $9oniche, rincuoraYa i principi nella loro opera di riforma ed imìa.mmò in.fine il popolo francese nel suo slancio rivoluzionario, si era affermata sulla rovinosa disfatta delJ.e religioni positive. ~ on comprenderà mai il motivo psicologico pili profondo de1l'iliuminismo, e quindi le sue più profon<le esigenze spirituali, chi trascuri la stanchezza degli spiriti succeduta a quasi due secoli cli lotte cli religione, chi non intenda il disg11.::J-ieo la ribellione degli stes.si animi più religiosi, nel vedere andar confusa la religione ~agli interessi dinastici, e, di venuta essa stessa 1 nteresse mondano, venir patteggiata nei compromessi politici, mescolata ad intrighi cli corte, di gabinetto e di alcova. Pensiamo tutti ·queste noi che uscia.mo da una crisi per molti aspetti analoga e non più l'in. uenuo ottimismo, la led.e in un ordine naturale>, in un teismo nazionale çi. apparran)]o ridicoli, ma ]'altera burbanza, con ·cui i professori di filo. sofia patentati p-,ulano di uno dei più grandi moti di spiriti che abbiano impresso il loro solco nella nostra umanità. Un atteggiamento polemico jnfatti verso Pastrattismo illuministico, le o·ittimc, nei primi decenni del secolo scorso, ap- ;arirebbe a ~utti - fuorchè a un prof~re idea1ista attuale - una curiosità a11acron1sttca. TI sangue ~ le vergogne di cui si erano macchiate le rel!gioni storiche, ingenerarono il volteri.ano dispre-/4zc,di ogni spirito religioso, la suoer.6cia1e i~comprensione della funzione storic-a di que11c stes.se reiigioni, di cui si _combatt_e~a, insieme coi traviametJti e gli erron, lo sp1nt0 che non si era più capact di intendere. Gli eccessi del settarismo, gli intrighi del politicantismo gesuitico furono scontati dal puro spirito religioso. )la dall'insopportabile esigenza religiosa della \'ita collettiva sorsero contro le religioni positl\·e che di ddevan.o, e che per lungo spazio di tempo aveYano spinto gli uomini gli _uni contro ,,Ji altri in lolte sanguin~e, la fedt:. ln un e ordine raz.ionalt:. ~, l'ottimismo fiducioso che riconci]iayano t affratellavano gli uomini in un ideale comunt. ~on •si dimentichi intanto, nella re::a1izzaz.ione <torica dello stato rrwrlc-1"110q,uel momento importantissimo che t; 1'afiermarsi de1. Diritto na-. tw·aJe, ci<X: del nuoYo diritto stonco nel suo diYenire. Xon a caso i motivi etico.giuridici de11'I11uminismo furono chiariti là do\·e prima ~i era affermato lo staio parlamc11tare, in Jnghilterra. }fa è di Kant la semplice definizione del diritto come libertà, e deila libertà come diritto. Dal privilegio ereditario, (lal fedeco1nme'iso ~e1le generazioni passate, si (: giunti alla concez10ne del diritto come « fa-c~ltà che ogn:1ino ha di agii·e libera,mente1 pu,rchè 1ion ,.Jioli L1ugua.le libertà Ji ogni alt1·0 i1. Senza questa concezione elementarissima., no.ta alla matricola di giurisprudenza ed ~ccessibile al ce.r.vello più .rozzo, 11ou si con~pisce lo st:1to liberale. Tanto è vero che per distruggere questo, si ~ cominciato coll'offuscare quella nozione negli intelletti e negli animi. Essa risolve il diritto nel suo aspetto formale, che viene però a costituire la massima obbietti. vità, anzi l'llllica obbiettività possibile del diritto stesso, proprio come nell'Etica del Dovere, da cui essa deriva, ogni contenuto viene ad an. nuUarsi nell'Imperativo categorico che è forma e contenuto insietne. In altre parole v'è perfetta analogia - dico analogia e 11011 rispondenza - tra I.o stato liberale, la cui base etico-giuridica riposa unicamente nell'esigenza delt-'osseqido fonnaie alla legge (il tanto derise, agnosticismo dello stato liberale, contro cui scagliano i loro d.àrcli spuntati tutti i jJm'venus cleila politica e della critica} e l'Etica del Dovere, che non rìcouosce altra eti. cità se non quella formale. Appare perciò una bella contradcfo,ione· qu!'lla di coloro che nel campo etico riconoscono l 'autdnom.ia della coscienza e del dovere e nel campo politico si fanno assertori di una eticità dello stato diversa da quell'tu1a ed altissima. eticità form~le, distrutlc.'l. la quale - e non sop1·a1rvi-vendo alcuna trascendenza. - non si vede in che cosa la nuova eticità possa risolversi se 1101,1nell'arbitrio di chi temporaneamente governa, o nei sofismi dei suoi cappellani laici. Proprio negli anni stessi, in cui il filosofo di KOnigsberi, superava i motivi più profondi d~ll'Illuminis1no, nel ricouoscerue i limiti, e ne 1n. verava, nell' autonomia del dovere, la confusa aspirazione morale; la nazione più _antic_a_d'~ttropa, moveudosi da quella fede 11lum.1111stica, acquista.Va p,iù lucida coscienza di sè combattendo ]a su,a. lotta rivoluzionari~ contro il proprio sovrano, contro le avverse coalizioni ':1-i sovrani, contro 1'ordine vecChi0 e la reazione. « La naf.ion » è contrapposta dapprima alla « roya-z1,té » e non a1le altre naz.ioni, che 3.nzi si invitavano anch'esse ad in.sorgere e ad ~nirsi a1 nemico comune .. Ma per .altre nazioni quegli 01;dina1nenti, ouei sovrani, qnella nazione stessa rappresenta- ,:ano ancora, sia pure per poco, la realtà de:l'ogai qualche cosa eh 'era pur degno cli esser difeso. ~ ~d ecco che la lotta della « nation lumière » si sposta dai priJ1cipi ai popoli che quelli difendono e che difenc.lon con essi le par.ticolan es1venze de]Ja vita n,azionale. Si passava così dal CO· :mo~olitismo del sec~lo XVIII al •nazionà1lsnio del secolo XIX. Intanto era ascesa la nuova classe borghese, ricca di freschezza e di pienezza di vita, le g1o- - vani spa:1le cariche di difficili pro1nesse. Essa aveva ormai sicure premesse per la propria libertà e per la propria lotta: poteva coi _suoi musicisti sciogliere inni sinfonici alla _g10ta e cantare coi suoi poeti la libera,;ione eh Prometeo. Per carità non facciatLo confr011ti - anche solamente artistici - tra quella fresca e ricca umanità, che si esp1·imeva nella vita e nell'.arte - la aelicla sterilità <li questa nostra decadenza.! ;aste:ebbe ad annullare le pretese rivoluzionarie del fascismo _ ed a far sbrgere chiari segni. di nrecoce decrepitezza ne1Ja giovinezza che vien. ~antata in tutti i trivi - la sua co~tatata i~po; tenza all'isoirazione ed al1 'espress10ne arbstica, che Jo div~sifica da tutti i movimenti realmente rivoluzionari e rinnovatori, bolscevismo compreso. 1Ia chindiamo la parentesi estetica. Colla affer~azione del liberalismo la borghesia aveva posto 1e prem.esse necessarie per la sua lotta e per la sua libertà. Che tristezza dover ripetere ancor oggi, a gente spotli-va, di1wm:ica, ecc. ecc., che ness~111aforma di reggimento i:,olitico è più sciolta eh quella liberale, che nessun'altra concilia come ~1uesta 1e massim.e possibilità di sviluppo econo~1co e cn 1turaJe col massimo di lotta; cbe ogni altra, anche se rivestita delle più sedttcenli attrattive della 1uodern.ità -veloce e meccanica (si dice cosi?), anche se spiritualizzata dal dinatn..ismo antise~ dentario ed antis1.wcerale (b mia modestia 1111 costrincre a confessare che qu.~sti peregriui fiori stiHstici venneTo scelti da telegrammi ufficiali; a quando, fra parentesi, un'antologi~ tle1 fiero slil nuovo?), anche se tenuta a battesimo ,la b~llenti giovani, passati per il crogiolo nvolu~10n.ario e i111peciati di, fuLurismo, porta con se e favorisce nei gon~rnanti e nei governati tu1 ger. me di quietismo, uno strano desiderio dj ri posarsi, di dirsi che l'opera è compiuta, e di star Il, socl<lisfotti, a contemplarla! F, qu.,'lnta tristezza, e quanto srrcco di nato a spiegare agli analfabeti politici che quielismo1 as5enza di lotta, tranquilla. soddisfazione nei goYerna11ti e nei go\ern.ati voglion dire, nonostante tt 1tte le dedam.azioui retoriche, politica del piede cli casa, rinuncia, tutto fubt·chè: imperia, lisrrw! Va] meglio ammirare c:omc 1a borghesia europea_ ed una pil'cola, eroica minoranza di quella itaiiana - 1~1st:1.11rasseil solo reggimento che assicuri la libc:rtà, evitando l'anarchia. ca V Chiave di voita di quel sottile e delicatò equilibtio era per 1'appunto la nozione formale, del ùiritto e della Jegge. Con essa e per essa soltanto è assicurato quel tranquillo ricambio delle. aristocrazie - di cui parlò Novello Papafava - mentre ognuna cli queste porta nel governo dello stato il conten4to positivo di una fede. l\1a ciò avviene e può avvenire senza bn1sc·hi salti, senza soluzioni rli continuità perchè esiste iu tutti, coscienti che ne siano o no, il presupposto che p'roprio quella etica 1nera.111ente:foi-111aleq,uel 111eroossequio alla legge ed alle sue forme, ed in più largo senso il rispetto delìa altrui libertà e della altrni di. gnità, siano più alti e più necessari di quei So• stanziali contenuti etici. E ciò non è perfettamente analogo a quanto af. ferma l'etica idealistica : che il vero contenuto, 1'1iniroersalc, di ogni coucreta eticità; è il formale imperativo del dovere, all'infuori dell 'empirico e contingente suo oggetto? Se j s1gnori professori cli filosofia questo dimenticano per giustificare il. .. liberalismo fascista, vuol dire che in questo caso son 1oro che shagliano e 11011 la loro filosofia. Ed ecco come lo stato nazionale-liberale - lo stato.chiesa della libertà, secondo una nota defi. nizione - non pur nelle dottrine dei suoi teorici, ma nella sua co.ncreta realtà superi e contenga tutte le fedi. E ciò fa si che ognuno vi si senta a suo agio, vi apporti il proplio amore e la propria fede - quando anche si illuda di ne. garlo - senza, venire respinto. Oggi si mena vanto anche sui quotidiani che, per la prima volta dacchè è sorta, 1 'Italia non sia più espressione di quegli universali cari allo stupidissimo .secolo scorso, e non ci si accorge, che se ciò i-ealmente è, sì intona il canto funebre alI 'idea cli patria. In Italia poi ii contrasto è più vivo e doloroso che altrove perchè, nonostante la consuetudine rli dittature pe:rsonali, le idealità liberali dei crea.- tori dell'nn.ità nazionale hanno lasciato un'impronta profonda e incancellabile nell 'organfamo politico e giuriilico del paese. Con grande e malc~1ato dolore degli scolari del 1iaurras e del minore Daudet lo stato italiauo porta e porterà sempre in sè la·tabe ereditaria di q'uello stupido secolo XIX, in cui vissero i suoi autoti I e di quelle idee, cui cr·edettero, no11osta.ute le necessarie differenze, Cavour e gli Sp~venta, Garibal_di e 1\1.azzini, che, nella loro semplicità, non a.ntivi. dero le crjtiche dei sapienti nipoti. E tanta è la for1..a,sia pure d'ine1·zia, di .quelle idee e di queg1i istituti, che nepp·ure la cosi.detta « rivoluzione)) osa apertamente combatterli ed .annullarli, ricorre inve<.'e a sottili m.auovre e a compro.messi sapienti, ed è costretta per mante. nersi ad 'accoppiare la pf"atica violazione al fòr1nale ossequio ad essi. E così 1'arbitiio - pessimo· fra tutti i sistemi di governo, com.e quello che maggiormente .risente del personale e del provvisorio - :finisce co1 diventare la pesante condanna che grava e graverà se1npTe Sll chi ha creduto cli poter scavalcare l'opera del Risorii1nento e rinnegarne lo spirito. E Mussolini sente questa condanna: non. per nulla 'Ja vecchia Italia, rappresentata da quattro politicanti imbelli cl~ fronte ad un esetcito di ca. m:icie nei-e, è un po' la sua ombra di Banco. Che •Cosa dovrebbe te1nere egli, assertore della più grancle e nuova Italia, da quella vecchia Italia casalinga e borghese, timida ed inerme? Eppure sente confusamente che _quella Italia modesta, pur con i suoi difetti che nessuno nega, qualche cosa rappresentava, se, pur attraverso cliffi. ~oltà e. te.11ten11a111e11eti.,ra giunta a superare ed a vincere una gue:na imrn.ensa ! • Pe:r quanto di grande egli possa fare, che cosa potra mai ccmpiere che non elica superi, ma uguagli lo sforzo degli anni 1915-18, e cbe fu res? possibile proprio da un quinquennio di svo1g1. mento de111ocratico? Non occorre essere psicologi profondi per in tendere come questa pratica di arbitrio e di personalismi deblia necessari.an1ente •finire col cli. sgnstare g.li spiriti - dai più consapevoli aì pil\ ignari - dalla dta politica del paese, spingen. doli o all'aperta rivolta, o - il che è pericoloso - al disinteresse politico, alla rinunzia. Così ancora una volta la dialettica d'ella storia aV1·à climostrato -- dopo le recenti esperienze della Russia zarista e. della Gen1iania guglie1mina _ cbe nesstu1'opera è più deleteria per lo spirito nazionale che lo sti-aniare intere moltitnclini dalla vita spirit1rnle e politica del proprio paese; rhe l'indifferentismo politico, sul quale soltanto la tirannia di un solo, di pochi o di molti, pttò fare assegnmnento per la propria durata, è la più efficace propedeutica per la distruzione de.Il 'idea e del sentimento di stato, la via più co moda aperta alla soggez,ione straniera. Koi possiamo prevedere con scrupolosa esat. tezza quale avvenire si. preparerebbe al nostro paese il giorno, in cui si applicasse sino alle estreme conseguenze il regime da molti vagheg. giato, sen,_.a che p1·ima o poi una ribellione salutare nou venisse a ristabilire il contatto fra lo stato e,1 il popolo; la dislruz.ionc cli ogni con;:ttc di lr-talità e ~}Crnatllrale conseguenza, <lell idea btess; di ~tat~, nella quotidia1ia pratica di arbitrio; l'anuullamcnto del sentimento naz.ionale per il malcauto infeudamento di esso ad ttna fa1Jonc politica. Prrno Bu RRESI. DELL'UNANIMITÀ INPOLITICA ESTERA , i. t Dai tempi di Machiavelli in poi le persone evolute sanno che i contrasti delle classi e dei partiti sono inevitabili e 11ecessari alla vita di Uillo Stato : ma i secoli non ham10 potuto dar loro una certez;za così sacra da relegare questa verità fra quelle assolutamente ovvie e da rendere intt. tile qualsiasi altra di~ostrazio11e: basti per convincercene ascoltare i discorsi consueti intorno a qualche ru:go:mento di politica estera. La vita di uno Stato è alimentata dalle forze contrastanti delle classi e delle èatego1ie: ed è perciò necessario che ognuna di esse abbia il posto che le spetta: ma al ,di fuori di questa lotta, in una sfera superiore, se ne svolge un 'altra ben più vasta e importa.ute: gli attoti ne sono, non le classi, n1a le naz.ioni: e dinanzi alla maestà della Nazione gli inteTessi particolari non pos-· sono far altro che tacere. Questo il ragiona.mente comu11e: e di qui la concezione di una ·politica estera a cui partecipa la nazio11e unanime : di qui la condanna di reprobo o di traditore per chi guasti in qualche modo quella ar.monica e necessaria unanimità. Eppure quell'unanimità, senza la quale sen;ibra che un capo di governo non possa svolgere un'azione proficua, si rivela in pratica inutile o per;icolosa. Perchè tanta distanza tra le opinioni e i. fatti? Tutti devono volere il bene della Nazione: e se j 1 bene si p0tesse conoscere al trim enti che facendolo, questa verità alquanto lapalissiana ba. sterebbe a guic1are la politica cli un popolo : chi dubita che se esistes.se un bene per una Nazione evidente agli occhi cli tutti i cittadini, questi esiterebbero a unire le loro forze per acquistarl'O? l\ria il monélo, come si sa, è un poco più complicato : donna. Prassede sola era sicu:ra di second'are con la propria npera i voleri del cielo. Al resto dei mortali 1 invece, uon t così facile interpretare la volontà di Dio : non resta dunque loro che scegliere essi stessi il bene. E come è possibile che in una nazione i cittadini si trovino d~un tratto concordi nella scelta della. migliore politica nazionale? Rinasce dunque il dissidio che si era voluto limitare alla politica interna : le classi e i partiti non possono anche in questo campo non far sentire le lOro diverse esigenze. E se non esiste per una nazione un bene· di assoluta evidenza, a cui debba tendere, non esiste neppure un fine pr~stabiliio, quasi assoluto, al di fuori del quale essa non riconosca salvezza. Il fine unico è la grandezza della nazione, e questo fine può essere perseguito con tanto grande varietà di mezzi da rendere possibili le politiche più differenti. !:µfelice quella nazione che è capace di una sola ·politj_c~!_M~a libertà di scelta necessaria all '1101uodi Stato per adéllfarsi al continuo mutare delle cose, il rinnovamento di metodi e di fil]..i,.~he gli è imposto spesso dalle esigenze ferre~ della realtà., come sru·ebbero pos'>ibili se non esistessero nel paese tendenze diverse ed opposte anche per la politica estera? E come potrebbero queste tendenze formarsi se non fosse concessa libertà di critica e se la nazione dovesse sempre segttire unanime 1'azione dei suoi governanti? L'uomo cli Stato non cTea dal nulla: :;i tro':a di fronte a un complesso vivente cli volontà a tenden.ze chiare e ben definite come a sentimentali « :fiJie » che sono pure rudimentali tendenze politiche. Fra queste volontà egli deve scegliere quelle cli cui può giovarsi. )Jè questi cambirunenti di metodi e ài tìnii che la politica impone, sono semplici trasformazioni cli concetti e di sistemi : si tratta di qualche cosa di ben più vivo per uu uomo e per un popolo. Talora un uomo di Stato può rinnovare la sua politi1,:a sostituendo abilmente altre forze a quelle s•t •cui si appoggiava: altre volte invece, po,ch~ un uomo è troppo legato all'opera sua, c-arue della sua carne, ecl è inevitabilmente di capacità più limitata dell'intera sua nazione, è necessaria an. che una sostituzione cli uomini: talvolta ancora è inevitabile una sostitnz.ioue ài classi. Quanto più in una nazione i citt...1.dini llanno cosciem:~ del posto che loro spetta, quanto più le correut: sono clifferenziatc 1 tauto maggiori possibiJità offre :1 chi la goven1a, Lanto più è capace dl rinnovamento-e quindi pFt potente e più graud~ •. - Dunque, dtUante una guerra, i cittadini ';l~- vra.1u10 conti11uare a discutere per renclel"e p1u facile la Yiltoria? _ Ma la guerra è ttno stato e<'cezionale, nè è utile curare i sani come gli ammalati. _ :Kon ,~ pericolosa auche in pace questa li. bertà dj critica intorno ad ~Lrgomenti così deliéati? 11011sono pericolose le divisioni dei partiti su a1·gomenti cli interesse nazionale? - Cosl continuai10 i pavidi: m-a i grandi uomini cli Stato sanno giovarsi anche dell'opposizione e sanno che i partiti 11011 □ ttocciono, sinchè no-n diventano, per dirla col Machiavelli, , sette,. E che i nai-pti non si trasformino in sette, non dipende 1.anto dai governati quanto dai goveroonti. Del resto più che la libertà di critica, è peri- <:o1osa anche in po1ilica estera, 1 'unanimità dei consensi. L'unanimità dà il carattere cli assolu. tez.i'.a a ciò che on sua natura è provvisorio; nna questione p;lit,ca, quando il popolo segue unanime il suo capo, diventa questione morale, peggio questione religiosa. E non è certo l'i. dea1e per un uomo cli Stato l'essere prigioniero dei propri govtruati e pri\T◊' di libertà cli fronte ai capi degli Stati rl\·aH. 1n. f.

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