La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 32 - 23 ottobre 1923

132 .Ceffere èalla Sicilia Il SEDSO dellagiustizia « Gove111ata da proconsoli tipo Verre, e poi dai patrizi bizantini, e poi ancora dagli emiri arabi e dai vicerè spagnuoli, con. tutta la corte dei ma2":istrati e dej fullzionari minori, la Sicilia ha vi- ;to sempre il potere de11o Stato sotto la forma del soldato strapiero che devasta e rapina, del fiscale o del gabelliere che estorce i tributi, del magistrato che si avvale della sua carica per angariare ed arricchirsi. Da ciò l'odio istintivo contro I'autorità costituita, ma, nello stesso tempo, ciò che sembra Wl paradosso e n~n è, la concezfone astratta dello Stato· lontano che, appun. to perchè lontano, acquista valore quasi mitico , e ideale e da cui si attende quella che è la speranza più viva e indistruttibile di tutti gli O!}- pressi: la giustizia • (r). Ora è appunto questo innato , senso della giustizia» 1 esercitato prevalentemente e per tradizione secolar.e sn tutta l'attivitfl; statale, che segna le direttive della vita politica isolana, alla quale volta a volt.,.'1.fu negato un contenuto veramente politico e cioè nazionale, o fu attribuito :invece gran peso nella vita di questa nostra recente unità. E l'antinomia si risolve pensando appunto a quel che dice il Vitale: che i siciliani, pure addestrati per naturale tendenza alla critica spesso qemolitrice dell'atti,,;tà dello Stato, non sanno e non possono prescindere dalla necessaria concezione ed esisten1.a di uno stato ]onta.no, distributore di giust:izia, taumaturgico, personificato, al quale possono far giungere - contro gli organi .locali - le loro lamentele e k loro imprecazioni. Lo stato pei siciliani, oggi, non può quindi essere che monarchico e rappresentativo. La rappresentanza parlamentare pei siciliani, oggi, non è che rappresentanza di singoli individui, di singoli collegi. Il deputato pei sici~, oggi, è il difensore dei loro interessi privati, delle loro cause contro lngiusti interessi della collettività politicamente organizzata, contlu., l'azione degli enti statali che neUe loro provincie rappresentano e difendono eventuali ingiusti :interessi. E il giudice non può essere che lo Stato cosi come essi lo concepiscono, in difesa del quale _ qt.l.2lldo è giunto il momento - son pronti a scendere ln can1po ed a sacrificarsi. E' per questo c:be i siciliani furono conserva. tori quando ] 'ondata. bolscevica minacciò la com- ~oine nazionale. E' in questo senso che· i siciliani -· con le affini popolazioni del basso meridionale - salvarono l'Italia dalla rirnluzione pseudo-socialista. Ma eiuali sono i limiti 1 quale È: il contenuto della giustizia; che cosa t, qui in Sicilia, la giustizia? Certo se lo si "·a a domandare al primo bifolco che s1incontra per una polverosa via di campagna, non si riuscirà ad averne un'idea qualsiasi. Sarebbe lo stesso che pretenàere di trovare in un sordomuto di nasc:ita la. concezione di un'idea astratta ! 11 nostro bifolco, infatti, quand'anche sappia con mano tremante Yergar la. sua firma, è sordo, è muto sia pure alle più modeste ma:iifesta7ioni della cultura. A che sarebbe sen,;ta, del resto, l'istruzione a lui, bifolco, se egli è convcinto che resterà sempre bifolco e che bifolchi saranno sempre i suoi figli? Per- lui la gi-listizia è un sentimento le cui orig:ini si perdono negli oscu.ri meandri della sua anima semplice, Per lui non i: giusto, ad esempio,. che un qualsiasi altro jndidduo tocchi le cose e le donne che son sue e su cui egli esercita una signoria sia pure non assolnta. Per iui rion è giusto che l'agente delle· iin,. poste o la guardia daziaria gli tolgano il /rutto del sao lavoro, 1asciando1o quasi morir di fame coi suoi figliuoli, mentre poi quegli stessi agenti non lasciano morir di fa.me altri suoi concittadini ... E tutto questo per vantaggi che egli - colpa ncn certo sua - non sente, 110n vede, non ha mai desiderato, non vuole! Per lui non è giusto che un suo simile, cui c.--glinon attribuiS<:c uu va1ore m0rale superi~r~ a1 suo, una scienza superiore alla sua.1 1o dom.1m attraYerso la conquista di una qualsiasi carica pubblica, sia pure quella modestissima di consji[)iere C?JUUH~1e del più pkco1o paesucolo i!-=olano! E allora invoca giustizia dal JJio lontano, dallo Stato. Ma se egli crede che il Dio lontano non possa occuparsi di IUl, o se non può arri,·ar~i .attraverso il suo deputato oppure attran:r'.')(.1 i1 suo padrone >nfl11e11te, paS6a al di sopra delle auW:ità ]oca.li, nc:-nUchep<:r definkdone, e fa da si:. Giustizia som.maria ! Che se poi andiamo a considerare quel che p<><;saesser la gim;tizia nelle classi medie iS'>· lane _ sen7,a. preoccuparci della grossa borghesia di soc-culatod o arricchiti, e ùeJla vecchia e general~nte putrida aristocraz.ia, che i: rudt:re ili feudalismo, per le quali l'istruzione e la cultura sono un lusso non neccs~ario o un passa- (1) S. Vn,1.1,1:. La Sicilia, .ne i( L' \1.ioue 9 de:J bi Q v~osto 1923. é) LA RIVOLUZIONE LTBERALE tempo noioso - allora dovren~o fa.re delle distinzioni. Le classi medie isolane si dividono in due parti nettamente segnate, Una prima parte si dedica agli stud•i, mirando alle carriere ~tatali, e r o-ginnge, in un contingente notevohssuno in conf;onto ùi tutti gli altri cittadini italiani, le più alte cariche dello Stato e l'insegnamento meilio e supedore. Un'altra ~ la pessima - si dedica agli studi per raggiungere comunque un titolo, sia pure di scuola media, che le possa servire di passaporto per le piccole cariche locali e vi si asside, petulante, ricattatrice della grOOsa borghesia e dei signoroni d·al sangue bleu; sfruttatrice ignorante e molesta della gran massa dei bifolchi e degli altri bifolchi che, evasi dai campi, costituiscono la breve classe degli operai e degE artigiani. La concez:ione della giustizia per queste due categorie è naturalmente diversa. Per la prima, la migliore, la sola buona, la Q"lustizia è :intesa romanamente: ars bo·ni et :equti. Questa sua concezione è rigida, non ammette deviazioni. Coloro che vi ~ppartengono sono incapaci di transazioni morali. Sono giudici severi della vita pubblica e finiscono, nauseati, per diventare prima o poi dei solitari,, In_ Sicilia sono considerati dalla gran massa dei crttad.in1 come i ~'1e'Yigafantuomini, perchè non s'impicciano di politica., perchè si fanno i fatti loro: professi.o·ne e fam:iglia., iifjicio e ca.sa! Per 1'altra cateo-oria il concetto di giustizia', che fonùalmente è lo stesso di quello della prinia, quando li tocchi direttamente si sp°:5ta per~ a destra o a ·sinistra in f11uzione degl'interessi particolari dei suoi compone1~ti. E _poicb_è,data l'ignoranza assoluta degli uni - bifolchi e crapuloni _ e l 'assen2..c1.dei gala.ntu.om:ini: n~n rest.a in lizza che questa categoria, le elezioni amnunistr.ative e politiche sono in sua mano: i deputati da eleggere sono sempre quelli che, di schie. na più duttile, possono mercanteggiare e putta: neggiare col governo centrale nell'interesse dei loro elettori! Per questa categoria il rappresen tante po1itico che tutti, iu geuere, considerano _ e l'ho già avvertito - come l'antico pa.tronus, si cambia spesso col compiacimento più evidente del soggetto, il quale del resto conosce le sue origini, nella carogna livida capace_ cli tanti. ad~ttamenti diversi quanti sono i calci che gh posson pervenire sull'indurito groppone. . ~ Ad ogni modo, :il nostro « senso della gmsbzia » _ ma1gr.:ldo i maltrattamenti che gli vengono da questa breve categoria di cittadini. ~r disaYYentura --· è buono ed anche suscettibile di fn1tti politici migliori di qnelli che non dia, se adoperato dal Governo centrale con mano mae: stra . .\Ia disgraziatamente la pessima scelta dei nostri rappresent.c'l.nti politici, i quali, per arr1,. 1.:are, non disdegnano a momento opportuno, le armi della corruzione grossa e spicciola o della c1edizione più condannevole, ha sempre fatto credere ai governi centrali di potere adoperare la rappresentanza siciliana come la parte . C':7:- solidata del loro favore parlamentare. La S1e1ha è stata quindi - sempre - il campo sperimentale cli tutte ìe ingiustiz.ie individuali e colletth·e, col silenzio co1nplice dei suoi stessi deputati. . , ::Ma non occupiamoci ùi stona antica ... Guardiamo piuttosto quali siano, oggi, le direttive de11a vita politica siciliana, segna.te - come ho detto in p1;ncipio - dal nostro a: senso della giustizia». E per Clò fare, cominciamo ad occuparci dei partiti politici. , , , , Ci sono partiti politici 1 orga11izzaz1011.1polttiche in Sicilia? .• , Decisamente 1101 per quante altre affermaz1om contrarie si possano fare e da chicchessia. '\on esiste un partito repubblicano o un partito mazziniano, per il semplice fatto che, mentre nelle altre regioni d'Italia - le più eminenti per lo meno - le tradizioni P?litiche_ s~no _ lo ha dimostrato luminosamente 11 ìVI.azz.1m-· repubblicane, le tradizioni dell'Isola sono seDJ...a dubbio e senza soluzioni di continuità monarchiche. La psicologia degl'isolani 11011può es. sere _ come ho già avvertito - che per la monan·hia costituzionale. );"on c.:siste un partito sociaHsta, perchè, come 1ntuh·a genialm.entc lo stesso 1V"1.3rx, l'~rgalljz_;,...az.ione rossa non potrebbe essere che dt paesi ~t Jar"o sviluppo inc!ustriaie e capitalistico. Sv1lup~JO che, in Sicili:11 e assolutamente <li là <la , c.-11ire... ~on esiste un partito comunista, percbè il comu11ismo rappresenta lo S\.iluppo lo~,ico e razio nalc del socialismo, che qui non esiste. Manca ):t \,~se, non è possibile la soprnclevazione, .'.\on esi!,-t<::un partito popoL1.re, pcrchl: questo partilo th(; vorrebbe e~scrc in part~ papalino, 111 parte ';()c:ialistoide ed l:., nelle s~1c lme:c prog1·ammatichc, una contraddizione eh sè: stesso, trova (JUi un terreno se non ostile ce1 Lo in gra11 ?,irte inc1iffercntc-. Vi aderiscono in pre\·alen;,,..adei Yec- ,·lii nohili, già clericali per tradizione o dcfiniz.ionc:, in quanto impan:ntati, legit~imn:ne:tU: o iflegiltimam.ent<: no11 imf.><JT~a,ogJ{l o 1cn. non imp<>rta, con gros.i;.i esponenti della gcnlfcl11a eccJc....,i:L-;tica .. \la questi vecchi nobili sono popolari ~Jo pc-r ic funzioni, o cerimonie a c:a.rat.tcre religioso, e cioè: non polilico. La lrJrO influenza d<:llorale i·, d'altra parte, sparuta perchi: da questo punto cli dst.~ domina quella parte delle classi medie di cui ho fatto lodi sufficienLl, e che in materia reli;:;io;-,a i: in genc::n:: carnlt<~ri;,,,.zata da 1m inconsapevole scetticismo assai vicino all'amoralità e al dnismo, Del resto il Vaticano era il naturale alleato dei Borboni di non lieta memoria, eccetto cbe per i vecchi nobili ora popolari! Non esiste un partito liberale, perchè questo partilo dovrebbe avere una programmatica ideale e culturale, e in Sicilia., come ho già detto ... 1e persone per bene, i galantuomi-n.i, vivono da sclitari! Non eSistono i partiti democratico, radicale, riformista., e mentre ne sentite parlare da per tutto e, venendo in Sicilia, vedrete intestate a tali partiti molte insegne ... Poicbè i cosidetti programmi dei cosidetti partiti democratico ecc. si prestano a tante dilatazioni che vi trnvan posto tutti i discorsi elettornli dei camaleonti della politica locale, le bandiere di questi partiti sono la veste arlecc-hinesca della maggior parte .dei nostri deputati, A quale partito poi costoro siano sempre appartenuti o appartengano,. si può vedere dagli atti parlamentari, da' cui si desume che i nostri deputati - tranne pochissime e nobili eccezioni - votano in blocco per qualsiasi pugno di uomini assurto al potere, cli_ qualunque colore esso sia ! Non esiste un partito agrario.. anche percb~ le tavole fondamentali di tale organizzazione, recente del resto in Italia, si trasformarono, do-- po la Ma1'cia su Ro·ma, in tante verghe pei nuovissimi fasci littori. Non esiste un partito sindacalista, perchè il sindacalisn10 non può essere - in fon-do - che repubblica.no, socialista., pop0lare O agrario : non può quindi che seguire lo sviluppo e le sorti di questi partiti. Nè è a parlarsi di un sin~aca. lismo pm·O', del quale del resto difficile assru sarebbe trovare una convincente definizione, che, se attec~hisse, in Sicilia. come probabilmente an. che altrove, non potrebbe essere se non a deplorevolissimo carattere pe1:sonalistico ed elettorale. Non esiste finalmente uè un partito, nè un siudacalismo fascista. E a lato, o in contrapposi. zione, non es:ist~ neppure un 1n.ussoliJiisnio. Il fascismo fu :infatti, nelle sue origini, un feno meno di reazione. Ma qui l'azione che lo giustificasse non ciè mai stata. Si è detto che la Sicilia orientale fu per breYe tenipo in mano al socialismo e al comunismo. Si rico:rdano a tal propcsito i fen.01neni di l\1o. cl~ca di Lentini e di qualche al~ro c01nune. Tutto falso, A Modica, a Lentini e in qualche al"tro comune non ci sono state che manifestazioni •comunissime di delinquen1..e comuni, sia pure a1U1D:3-Dta.te di un nome di moda, il socialismo, che serviva anche di salvaguardia e di difesa. Non bisogna dimentica.re e.be si era posi benum .. e bisogna ripetere - anche a costo cli esser vilipesi ancora - che la guer-ra nostra, cmne tutte le guerre della storia 1 fu maestra e propagatrice di delinquenza comune :_ furti, assassini, p,revar:icazioni, abusi d'a.utontà o d'uf. fici ecl altre facezie del genere. Nulla di strano poi cbe la fiumana dei delinquenti .. , d'abitudine e d'occasione s'imoaluda.sse ]à dove i solitari cli clli ho già parlato- fossero anche diventati scau. dalosamente e colpevolmente ignavi : la L'On-ente invase le piazze, salì le scale pretorie, trovò nei nurnic:ipi e nelle amimnistraziofli provinciali ma. teria prima se nén propriamente verginei certamente suscettibile di altre violenze, e violentò! L'epurazione fatta più tardi fu un provvedimento di polizia, cl1e errore cli goYemo consenti prirn.a ad un pugno di ragazzi accesi cl 'entusiasmo riflesso- e poi ad 01·g-aniextra-statali. E il « senso della <Tiustizia » ha fatto giustizia di ~utti. Q.ui occorr~:a. la forza e l'azione dello stato, e ·inve<'e - quando più tardi il fascismo si trasformò in partito - ci fusono inviati, o furono scelti nella solita piccola borghesia pro. cacc-iatrice, nuovi proconsoli tipo scadente in confronto del tipo Verre di classic...'l memoria. E allora? . .\l cli fuori e in assen7,a di partiti ci può essere \·ita politica? Una prova sarebbe data appunto da questa nostra Sicilia, la cui vita politica, interiore', critica, sta tutta quanta al di fuori delle rap-- prescntazioni ufficiali. ~on c't: territorio di questa nostra Yecchia Etll"opa che sia stato conquistato tante volte quanto quello di Sicilia, noli e'~ paese d'Europa in cui sia stato inoculalo cosl copioso e vario sangue straniero come in Sicilia, ma non c't: d~l pari paese cosl difficile a conquistarsi uell1a111ma comr questo antico reame cli Polifcn10. • E' il no~tro « se11so deUa git1slizia » che ci guida e: ci salva da ogni conquist.;1. GAET.\NO X1WARIU c,n.MJ. Il 11nsl1'0 Sa-z.:arra..Crimi dipinge i11.cish.1ame 11ie 'll,1Ul realtà di cu.i biso;r1w tener conto anche se non -z:i troviamo il nostro ideale. Fuori dei reKi,ni diretli, delle democrazie, della lotta politica è ddfficile che i popoli ro11servìno la lo-ro dignità e Jorlifichino i caratteri. .\1a le tradizio-11i siciliane (Più che 11elle altre parli d'Italia) sono altre, il ritmo de//a vita isolana presenta e/e. menti estranei a tali èsigenze. Questa patriarcale armonia non sarà ur.o degli ullirni ostacol-i ad una -vera ·.:ila wnitaria. DEbbO STATUTO In un recente volumetto {Pe1· lo Statuto, Firenze, Vallecchi) G. de Montemayor combatte il progetto di riforma costituzionale proposto da MicheleBianchi perchè, oltre tutto, c'è nel nostro Statuto di che impedire al Parlamento cli fare e disfare i 11/Jinisted, c'è di che impecUrgli cli tener schiaYi i Ministeri, Il Re può nominare Ministri q11elli che gli pare e piace d.'i nominare} sieno o. no parlamentari, e lasciarli in ca.rica finchè gh pare e piace di lasciarceli, anche se ciò non piace al Parlamento. Dunque - conclude il Montemayor ·- se :il Re ha il diritto di scegliere lui i ministri,, senza tener conto dell'ind.icazione,del Parlamento torniamo allo Statuto, al Parlamento sia la, sciata unicamente la funzione che gli è prop.ria cli far le leggi : cosi il parlamentarismo sarà ucciso e l'ltaiia sarà :finalmente salva. Il i\fontemayor cade nello stesso errore, alquanto ingenuo 1 di Michele Bianc~i. i\~iche~e Bianchi crede che a tutto sarebbe rimediato 11 giorno in cui si stabilis3e che il Yoto cli fiducia dato dal Parlamento ai ministri dura per un certo nnmero cli anni. Michele Bianchi non ha pensato una cosa assai semplice: che un conflitto potrebbe sempre sorgere) 1ne11tre dura il periodo della fiducia, tra Parlamento e Gabinet. to. Il Gabinetto 1 in tal caso, come si comporterebbe? Andrebbe via o rimarrebbe? Avrebbe, anche più e.be con la costituzione attuale, il dovere di andarsene, poichè ripeterebbe la s.ua origine del Parlamento più di q~anta. accadesse _fino all'ottobre del 1922. Ma se si ostm.asse a n.ma,. uere, il Parlamento non potrebbe prendersi il gusto di votare tutte le proposte di legge non gradite al Gabinetto e bocciare tutte quelle presentate dal Gabinetto l Nel voltunetto del l\fontemayor c'è una lacuna: l'indagine del quando e del perchè la corona principia a nominare i ministri su indicazione del Parlamento, Probabilmente, se egli avessefatto questa indagine, sarebbe giunto a ben altre conclusioni. lWa per gitu1gere a ben altre conclusioni gli sarebbe bastato anche meno. Mussolini aveva avuto l'incarico di formare il Gabinetto contro l'inclicazione del Parlamento (dunque il Re nou aveva mai perduto il diritto di scegliere i ministri come e dove gli paresse e piacesse di SC€:- ~lierli). Ma qualche giorno dopo, pur non ripe- ~endo la sua origine dal Parlamènto 1 sentì il bisoe-no di chiedere il voto di fidu~ia del Parlamen~o e ha st::ntito il biSOgno dì tornare a chiederlo tre o quattro volte. Eppure il Parlamento non lo aveva non dico obbligato, nemmeno preo-ato di tanta' cortesia. Ora1 se perfino il dittatore ;entl il bisogno ili ottenere la fiducia de1 Parlamento, e di un Parlamento per giunt:'l esautorato, finito, ridotto a zero, bisogna dire che vi fosse una ragione non facilmente distruttibile dal fatto che la Corona nominava di solito i ministri su indicazione del .Parlamt::nto, e non già che questo fatto fosse dovuto, come mostra cli credere il Montemayor, a una violenza e~ercitata dal Parlamento su la Corona, Del resto, non c'è bisogno di scervellarsi tanto per comprendere come fosse ne~l'ordin~ 1~t~~ rale delle cose che la Coronà nonunasse 1 u11n1stri su indicazione del Parlamento. Piglia1no tu1 qualunque consiglio comunale in cui si sia determ.inato un conflitto tra maggioran,:,.,a e 1(;.iu.nta che abbia la fiducia del Consiglio, 1 '.'"\mmini~trazione comunale non potrà funzionare. _-\.J. lora una delle due: o il Governo scioglierà il Con~iglio coniunale o obbligherà la Giunta a diinettersi. Il Governo, in questo caso, direttamente o per mezzo del suo rappresentante sul posto, il prefetto 1a.,vrà la [unzione che la Corona eser. citava nei conflitti tra Parlamento e Gabinetto. Si avevano infatti dei casi in cui il Gabinetto si dimetteva. senza che vi fosse stato un ,~oto del Parlamento. Spesso} in questi casi, la Corona obbligava il Gabinetto a chiedere un voto aUa Camera e ciò per sape.re s.u chi dovesse fai· cadere la nuova scelta. lo <lico, in altri termini, che 1100 il Parlamento obbliaasse la Corona a dare l 'iuca1;co di formare i 1 Gabbinetto a Tizio anzichè a Cajo, 1n.:'l la Corona obbligasse il Parlamento a darle nulindicazionc. Il 1',,fontemayor non ha ,secondo me, approfoudita la lettura di quegli artico~i, che ~ita, per il ritorno allo Statuto, del Jlough1 e del Sonnino: il Bonghi e il Sonmuo 11011 nmpro\'era- \·ano tanto al l")arlamento di far lui i Gabinetti, quanto alla Corona di non farli lei. Avevano torlo anch't.:ssi. Kon a\·cvano pensato che, scegliere i mi11istri senza tener couto o tenendo conto in piccola parte soltanto dell 'intlicaz.ione del Parlamento, significherebbe nic:.nt'a1. Lro che mettersi a fare tutta la politica per I.a Corona, assttmersi l'l responsabilità di tntta la politica sempre s'intende che il Parlamento la. sciasse '-rare. chè •se il Pa;lamento 11011In.sciasse fare, si potrebbe avere 1111 risultalo di questo genere: un Gabinetto conservatore costr(tto a esc:. guire e a far rispettare le leggi cli un l'arlainen. t.o liberale o cli nn l'arlam.ento social-1;formista, ARCA:-.GET,O D[ STASO. O.G,E,B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino P11-:no Com-:-rn - Diretto·rc-responsabife

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