Il Processo Valpreda - n. 1 - 23 febbraio 1972

taneamente a far da giudice in un tribunale borghese? Qualche maniaco della cronaca nera, qualche piccolo borg1 hese desideroso di sfogare sull'imputato la sua rabbia di persona perbene. E siccome gli iscritti vo:ontari sono sempre pochissimi, partiti di governo, enti sta.tali, organiZzazioni e associazioni di vario tipo, tutti sicuramente di ispirazione non troppo progressista, segnalano i propri aderenti come candidati. La giuria popolare del proc2sso Valpreda è stata messa insieme con questi criteri. Tre laureati, due maestre e un impiegato di ·banca rappresentano il "popolo" a fianco del giudice Falco. Tra questi c'è una signora, Emilia Bigliani, impiegata all'ENPAS, di 47 anni, ohe ha una storia a dir poco strana. Ha vissuto quasi tutta la sua vita in compagnia ,di una mamma e di tredici gatti. Ha lasciato mamma e gatti per intreGciare una corrispondenza amorosa, conclusa col matrimonio, col famoso "supe:rbigamo" detenuto per aver sposato contemporaneamente cinque donne. Oltre alla sesta, e speriamo definitiva, moglie del pluribigamo nella giuria popolare ci sono anche due democratici: servono per offrire ai benpensanti la garanzia che la sentenza sarà obiettiva. Non tutti i benpensanLi sanno però che per esprimere il verdetto - condanna o assoluzione - basta la maggioranza semplice dei giudici, chi non è d'accordo, chi s'è fatto un'opinione sua personale, non pao fare nulla. - La sentenza che passa naturalmente è quella che vuole il gfodice di professione, q11.ellocon la toga e lo stipendio, c'.1e sa tutti i trucchi per amminist 'are la giustizia secondo il volere di co!oro che lo pagano e che lui rappresenta. Valpreda : sano malato o morto? Nelle vicende della strage uno degli elementi più misteriori è lo stato di salute dei personaggi. Ci sono campioni di lotta che annegano in pochi centimetri d'acqua, testimoni malati di fegato che muoicno di polmonite e testimoni sani che peTdono improvvisamente la memoria e la ragione. Anche la salute del principale imputato ha subìto in tutta la storia strane variazioni. Il bello è che a stabilirlo non sono stati. come tutti penserebbero. dei medici. ma i poliziotti e i magistrati. Fu il vicequestore di Roma. Pro- \·enza. a dichiarare subito dopo l"arresto che il colpe\-ole a vern il mÒrbo di Burger, che è una malattia delle arterie. )!on importa che il direttore sanitario di Regina Coeli. dottor Armaleo. quando Valpreda fu portato dentro l'abbia troYato perfettamente guarito (Valpreda era stato operato due \'Olte). Al vicequestore servh·a un Valpreda zoppicante per rendere credibile che. come risultarn dalla testimonianza del tassista Rolandi. pei: portare la bomba alla Banca facès- - se 23-1 metri in taxi per risparmi:1rne 17 a piedi. Dopo due anni di galera, Valpreda si è riammalato. per l'umidità della cella. Lo stesso dottor_Armaleo. il-9 gennaio 1972, chiede che Valpreda sia portato fo clinica. Ma ormai la malattia non serve più. Ricoverato al Policlinico. dopo le analisi Valpreda viene rispedito in galera. A decidere della sua sa1ute ·questa volta è il presidente della· corte Or23 febbraio 1972 3 lando Falco. Letta la relazione del primario medico. il giudice sente~- zia: "non vi è prova sicura cìrc-a resistenza di malattia che poss~ rientrare nel quadro nosologico de} morbo di Burger ... La clinica era stata trasformat~ in galera. E" stato vuotato l'interò reparto ·•paganti"". una dozzina d: camere, a cui dovevano accudii·e soltanto due infermie.i'Ì. un uor,no é una donna. terrorizzati con miqaccè di licenziamento in tro1{co se ~ves·, sero riferito all'esterno il mìpimo particolare sulla degenza: la c~rle:- la clinica di Valpreda veniva ~rtata via daÌ medico cui Valpredterg. stato affidato, professor Tall ita, il quale era obbligato a prat a1:e • . .. , v. ~ analisi e cure in presenza di a~entJ, e cara.bini eri in borghese: due~nt? di essi pattugliavano il Policl' ico, méntre venti erano addetti alla én:: \·eglianza permanente dell'amrr;a:lalo, che non poteva toccare né f ib9 né bevande che non fossero pre ·eqti vamente assaggiate dai polizioì i di turno. - '·1 Non è èscluso che i medici abpìano avuto fretta di togliersi dai p1ed1 ~n malato-sano così scomodo, n~ ~ì~ more che le alte sfere poliziE;S:fchè decidessero magari anche la t rapia: · che Valpreda, tra sano·e m lato, lo preferissero morto. . BRAVO ROllNDI, HAIFINITOIl-i FARE IL t-ASS-ISTI-. ~ •·. Da sinistra: Valpreda, l'identikit preparato dai carabinieri, Rolandi E' LUi t-.' ANARCHico · , · {f, 'l ~:.a,NO.sco l.l! .J__; ~· j =-.jj _:__....~\-==- ~ ~ f I I ·otecaGin (l [, 1, ... ' )( r JJ P. 16 dicembre '69 - Il tassista Rolandi parte,pei' Roma per riconoscere Valpreda. Non è ancora sceso dall'aereo, i; già il Corriere della Se~ pubblica la notizia dell'avvenuto riconoscimentò • Pomeriggio, questura di Roma. Valpreda, che non dorme da 36 sconvolto, viene messo in mezzo poliziotti tirati a lucido. ) ore ea è a qua'ttro Arriva il tassista. L'avvocato di Valpreda, prima che entri nella stanza, gli chiede se ha g~ visto fotografie dell'uomo che deve riconoscerè. Rolandi risponde: « Ah si, a Milano mi è stata mostrata una fotografia e mi è stato detto che era quello che dovevo riconoscere ». Il riconoscimento. Rolandi entra, indica Valpreda « E' lui ». E subito dopo: « Bè, se non è lui qui non c'è ». Questa frase non viene messa a verbale. La testimonianza del tassista Rolandi è l'unico indizio grave contro Valpreda. « Bravo Rolandi - gli avevano detto alla questura di Milano -, hai finito di fare il tassista ». Infatti su Valpreda era stata messa una taglia di 50 milioni. Ma Rolandi non l'ha neanche vista: è morto il 16 luglio '71. I è ' - ' -

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