Il Processo Valpreda - n. 1 - 23 febbraio 1972

IL PROCESSO Nell'aula del tribunale di Roma il 23 febbraio viene giudicato Pietro Valpreda. I giudici per conto dei padroni sono il presidente Orlando Falco, il suo aiuto Dettori e i sei giurati cosiddetti popolari. Ma i proletari non chiedono al tribunale borghese la verità.- La \'erità già la conoscono: Valpreda è innocente, così come Pinelli è stato buttato dal quarto piano della questura di Milano. E' stato scritto sui muri delle città, gridato nei cortei, dimostrato sulle pagine dei giornali rivoluzionari. • In que to processo i proletari devono giudicare i loro nemici: ci sono tutti, ma non sono sul banco degli- imputati. E' un'occasione straordinaria per conoscerli, capire come agiscono, di che cosa sono capaci. quali armi usano. E per combatterli meglio. Calabresi, Guida, Allegra, Provenza, Amati, Occorsio, Cudillo, Delle Chiaie, Borghese, Ventura, Zicari e tanti altri: sono nomi che bisogna imparare, sono i « dottori » delle questure e· çlei tribunali, gli assassini fascisti, i giornalisti spioni. Sono lo schieramento nemico di una lotta che non si è fermata con la strage del dicembre '69, ma continua oggi molto più dura e sangu111osa. Continua nelle sentenze dei tribunali, nella qìlotidiana sopraffazione poliziesca giustificata con l'alibi della delinquenza, nell'atti- \'ità omicida delle squadre fasciste. E continua nella lotta proletaria. Il processo Valpreda è un momento importante di questa guerra. Questo giornale seguirà il processo per attirare su di esso l'attenzione dei proletari, la loro volontà non di chiedere giustizia ai loro oppressori, ma di cominciare a fare giustizia. Il processo • • 1n piazza MERCOLEDI' 23 FEBBRAIO ALLE 18 A ROMA C'E' UNA MANIFESTAZIONE DI COMPAGNI RIVOLUZIONARI, PROLETARI E STUDENTI. Il vero processo alla strage di stato non si fa nell'aula del tribunale borghese ma nelle piazze. E' il processo allo Stato dei padroni, n. 1 - lire 30 23 f cbbraio 1972 11 alla loro giustizia fondata sulla sopraffazione, al loro potere difeso con la violenza poliziesca e fascista. li ministro degli interni ha vietato le manifestazioni durante il processo. Un volantino fascista non firmato diffuso a Roma chiede al governo Andreotti di mettere ali 'opera la sua polizia contro la « teppa rossa » che vuole impedire il regolcre svolgimento del processo. Il gr.verno Andreotti non ha certo bisogno di consigli. Ma a::1che i compagni non hanno bisogno delle minacce fasciste. I primi a mtnversi a Roma sono stati gli studenti. Lunedì, assemblea aperta al Galilei e poi corteo a un'altra scuola dove si erano radunati i fascisti. Bc.tte ai fascisti e scontri con la pcliz·"· Un compagno è stato arresta.. c. Mc.~.. edì, assemblea e corteo al Marniani.

Al servizio dei cittadini ~ 11 111 processo in cassaforte Queste inferriate non sono quelle di l!_na galera, di un manicomio, ma quelle dell'aula magna del tribunale di Roma do~ viene giudicato Pietro Valpreda. quest'aula ha una storia lunga e complicata. ~embrava addirittura che non si potesse fare il processo perché non si trovava ; un'aula adatta. Sembrava che non fosfe mai abbastanza sicura e protetta Ef costata 25 milioni e due mesi di lavorp. Il risultato è una sala di 20 metri peri 10. protetta da inferriate fuori, ma rivEtstita in fretta di legno in modo tale che risulta straordinariamente esposta agli incendi. Per il pubblico, in fondo, un recinJo di pochi metri, come un serraglio. Così adesso, al sicuro, potranno entrare· si e no 300 persone tra giornalisti, pubblico e poliziotti, per assistere al processo politico più importante del dopoguerra. M a~ Falco, il giudice -giusto al posto giusto Orlando Falco, magistrato integerrimo, un po' conservatore forse ma « tecnicamente » nulla da dire: in breve, obiettivo. Ecco, in poche parole, il ritratto che si fa circolare del giudice di Valpreda. I fatti invece sono- diversi, e fanno di Falco il giudice migliore che il potere potesse scegliere per chiudere l'affare delle bombe. Tanto, Falco per condannare, non ha bisogno di prove: talvolta si accontenta di sapere cosa pensa politicamente l'imputato. Ad Aldo Braibanti, un professore di Fiorenzuola d'Adda, tre anni fa bastò avere delle idee anarchiche e non essere sessualmente « normale » perché Falco lo condannasse a 12 anni per « plagio ». Cos'è questo plagio? E' un reato previsto dal codice penale che consisterebbe nell'impadronirsi di una persona condizionando completamente il suo modo di pensare e anche di agire, togliendogli cioè anche la libertà personale. L'unico caso che si ricordi di una condanna per plagio risale al 1900 e riguardava un mercante di schiavi. Dopo più di sessant'anni invece è bastato un rapporto stretto tra un maestro e due suoi allievi per portare in galera un uomo, imputato di un reato mai commes- t' so perché, a detta di avvocati e giuristi, non può esistere. Ma Falco riuscì bene a crearsi un colpevole inventato, e si fece così tre anni fa il primo anarchico della sua carriera. Oggi è il turno di Valpreda, e il terreno è pronto anche per lui. La congiura « morale» scattò subito dopo la strage di Milano. Il « Corriere d'informazione » scrisse: « La bestia umana, il massacratore si chiama Valpreda, ha 37 anni, non ha combinato niente nella Yita, ha rotto con la famiglia... si è dimenato sulle piste delle balere fuori porta, un ballerino ... Per di più si ammala .... un passo dietro l'altro Valpreda arriva a diventare una bestia. Sciagurata umanità ... così nasce Valpreda, da questo entroterra si arriva al massacro ». Un bel boccone per Falco, il giudice più azzeccato per un colpevole tutto da inventare. E può anche star tranquillo: non gli verranno rivolte molte critiche, qualunque cosa faccia. Ci ha pensato il tribunale dell'Aquila a dissuadere i possibili critici, condannando complessivamente a 26 mesi di carcere tre giornalisti che avevano criticato la precedente sentenza su Braibanti. INVENTALADINAMITE.METTILDAAPARTE La colpevolezza di Valpreda è stara preparata con otto mesi di anticipo sulle bombe del 12 dicembre, in occasione degli attentati alla Fiera e alla Stazione di ~ Iilano. Vengono subito incriminati alcuni giovani anarchici e costretti, con i metodi che il commissario Calabresi conosce così bene. a confessare l'esistenza di un deposito di esplosivi. che poi sarebbe finito nelle mani dell'allora sconosciuto Valpreda. Il perito balistico Teonesto Cerri (lo stesso che il 12 dicembre n farà esplodere la bomba alla Banca Commerciale distruggendo così l'unica traccia chiara per risalire ai colpevoli), stabilisce che gli imputati hanno rubato un grosso quantitativo di esplosi,·o dalla cava di Grone in provincia di Bergamo, ne hanno utilizzato una parte per le bombe del 25 aprile ( che non hanno messo, e infatti sono stati assolti) mentre il resto è stato preso da Valpreda: un malloppone di 280 candelotti dj dinamite, 2-t detonatori e due rotoli di miccia. Durante il processo vien fuori che questo furto non c'è mai stato: lo escludono i tecnici e gli operai della cava. Che ti fa allora il giudice? Dichiara estimo per amnistia il reato, e così non entra nel merito della questione. Passa cioè la palla ai giudici di Vi!lpreda. Cudillo la prende al balzo: a lui non interessa che sia stata dimostrata l'inesistenza del furto, che quindi il famoso deposito non è mai esistito. Prende la penna e nella sentenza di rinvio a giudizio contro Valpreda e compagni ~crive Come diventare giudici pop·olari " ... La legge regola i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo alla amministrazione della giusti.zia". Questo c'è scritto nell'articolo 102 della costituzione italiana. Chi sia questo "popolo" è spiegato nella legge -n. 287 del 10 aprile 1951: per diventare giudici popolari ~elle corti d'Assise ci vuole: 1) cittadinanza italiana e godimento del diritti civi:i; 2) buona condotta morale; 3) titolo di studio non inferiore alla scuola media; 4) età fra i 30 e i 65 anni. Dunque, sono esclusi tutti quelli che non sono arrivati alla terza media. Esclusi tutti quelli che non hanno la fedina penale pulita. E' chiaro a quale classe appartengano gli esclusi, è chiar? che i proletari non hanno possibilità di far parte di questo "po. polo" chiamato ad amministrare la giustizia. Per di più, non tutti gli italiani sopra i trent'anni che hanno studiato fino alla terza media e non sono mai stati in galera, possono diventare giurati, ma solo quelli che si iscrivono volontariamente alla lista che ·poi viene sortego iata. In Italia a sapere questo fatto sono pochi, pochissimi. Che razza di gente può mai essere quella che si sente portata sponJD che gue. ti hanno probabilmente utilizzato quei famosi 280 candelotti più micce e detonatori. Cudillo è cretino, o in mala fede? Dicono che abbia un'intelligenza normale. Co ì deve essere. E' chiaro invece che ha commesso qualche irregolarità, dal punto di vista del codice delle leggi borghesi. i\Ia tanto, ti chi non ne corre. Lui è giudice e al palazzo di giustizia, sulla poltrona di presidente della ..:orte che giudicherà Valpreda, non c'è il suo collega Falco?

taneamente a far da giudice in un tribunale borghese? Qualche maniaco della cronaca nera, qualche piccolo borg1 hese desideroso di sfogare sull'imputato la sua rabbia di persona perbene. E siccome gli iscritti vo:ontari sono sempre pochissimi, partiti di governo, enti sta.tali, organiZzazioni e associazioni di vario tipo, tutti sicuramente di ispirazione non troppo progressista, segnalano i propri aderenti come candidati. La giuria popolare del proc2sso Valpreda è stata messa insieme con questi criteri. Tre laureati, due maestre e un impiegato di ·banca rappresentano il "popolo" a fianco del giudice Falco. Tra questi c'è una signora, Emilia Bigliani, impiegata all'ENPAS, di 47 anni, ohe ha una storia a dir poco strana. Ha vissuto quasi tutta la sua vita in compagnia ,di una mamma e di tredici gatti. Ha lasciato mamma e gatti per intreGciare una corrispondenza amorosa, conclusa col matrimonio, col famoso "supe:rbigamo" detenuto per aver sposato contemporaneamente cinque donne. Oltre alla sesta, e speriamo definitiva, moglie del pluribigamo nella giuria popolare ci sono anche due democratici: servono per offrire ai benpensanti la garanzia che la sentenza sarà obiettiva. Non tutti i benpensanLi sanno però che per esprimere il verdetto - condanna o assoluzione - basta la maggioranza semplice dei giudici, chi non è d'accordo, chi s'è fatto un'opinione sua personale, non pao fare nulla. - La sentenza che passa naturalmente è quella che vuole il gfodice di professione, q11.ellocon la toga e lo stipendio, c'.1e sa tutti i trucchi per amminist 'are la giustizia secondo il volere di co!oro che lo pagano e che lui rappresenta. Valpreda : sano malato o morto? Nelle vicende della strage uno degli elementi più misteriori è lo stato di salute dei personaggi. Ci sono campioni di lotta che annegano in pochi centimetri d'acqua, testimoni malati di fegato che muoicno di polmonite e testimoni sani che peTdono improvvisamente la memoria e la ragione. Anche la salute del principale imputato ha subìto in tutta la storia strane variazioni. Il bello è che a stabilirlo non sono stati. come tutti penserebbero. dei medici. ma i poliziotti e i magistrati. Fu il vicequestore di Roma. Pro- \·enza. a dichiarare subito dopo l"arresto che il colpe\-ole a vern il mÒrbo di Burger, che è una malattia delle arterie. )!on importa che il direttore sanitario di Regina Coeli. dottor Armaleo. quando Valpreda fu portato dentro l'abbia troYato perfettamente guarito (Valpreda era stato operato due \'Olte). Al vicequestore servh·a un Valpreda zoppicante per rendere credibile che. come risultarn dalla testimonianza del tassista Rolandi. pei: portare la bomba alla Banca facès- - se 23-1 metri in taxi per risparmi:1rne 17 a piedi. Dopo due anni di galera, Valpreda si è riammalato. per l'umidità della cella. Lo stesso dottor_Armaleo. il-9 gennaio 1972, chiede che Valpreda sia portato fo clinica. Ma ormai la malattia non serve più. Ricoverato al Policlinico. dopo le analisi Valpreda viene rispedito in galera. A decidere della sua sa1ute ·questa volta è il presidente della· corte Or23 febbraio 1972 3 lando Falco. Letta la relazione del primario medico. il giudice sente~- zia: "non vi è prova sicura cìrc-a resistenza di malattia che poss~ rientrare nel quadro nosologico de} morbo di Burger ... La clinica era stata trasformat~ in galera. E" stato vuotato l'interò reparto ·•paganti"". una dozzina d: camere, a cui dovevano accudii·e soltanto due infermie.i'Ì. un uor,no é una donna. terrorizzati con miqaccè di licenziamento in tro1{co se ~ves·, sero riferito all'esterno il mìpimo particolare sulla degenza: la c~rle:- la clinica di Valpreda veniva ~rtata via daÌ medico cui Valpredterg. stato affidato, professor Tall ita, il quale era obbligato a prat a1:e • . .. , v. ~ analisi e cure in presenza di a~entJ, e cara.bini eri in borghese: due~nt? di essi pattugliavano il Policl' ico, méntre venti erano addetti alla én:: \·eglianza permanente dell'amrr;a:lalo, che non poteva toccare né f ib9 né bevande che non fossero pre ·eqti vamente assaggiate dai polizioì i di turno. - '·1 Non è èscluso che i medici abpìano avuto fretta di togliersi dai p1ed1 ~n malato-sano così scomodo, n~ ~ì~ more che le alte sfere poliziE;S:fchè decidessero magari anche la t rapia: · che Valpreda, tra sano·e m lato, lo preferissero morto. . BRAVO ROllNDI, HAIFINITOIl-i FARE IL t-ASS-ISTI-. ~ •·. Da sinistra: Valpreda, l'identikit preparato dai carabinieri, Rolandi E' LUi t-.' ANARCHico · , · {f, 'l ~:.a,NO.sco l.l! .J__; ~· j =-.jj _:__....~\-==- ~ ~ f I I ·otecaGin (l [, 1, ... ' )( r JJ P. 16 dicembre '69 - Il tassista Rolandi parte,pei' Roma per riconoscere Valpreda. Non è ancora sceso dall'aereo, i; già il Corriere della Se~ pubblica la notizia dell'avvenuto riconoscimentò • Pomeriggio, questura di Roma. Valpreda, che non dorme da 36 sconvolto, viene messo in mezzo poliziotti tirati a lucido. ) ore ea è a qua'ttro Arriva il tassista. L'avvocato di Valpreda, prima che entri nella stanza, gli chiede se ha g~ visto fotografie dell'uomo che deve riconoscerè. Rolandi risponde: « Ah si, a Milano mi è stata mostrata una fotografia e mi è stato detto che era quello che dovevo riconoscere ». Il riconoscimento. Rolandi entra, indica Valpreda « E' lui ». E subito dopo: « Bè, se non è lui qui non c'è ». Questa frase non viene messa a verbale. La testimonianza del tassista Rolandi è l'unico indizio grave contro Valpreda. « Bravo Rolandi - gli avevano detto alla questura di Milano -, hai finito di fare il tassista ». Infatti su Valpreda era stata messa una taglia di 50 milioni. Ma Rolandi non l'ha neanche vista: è morto il 16 luglio '71. I è ' - ' -

4 23 febbraio 1972 Al servizio dei cittadini 1969-1972 la strage continua Dicembre '69. Dopo mesi di lotte operaie durissime i padroni sanno che non basterà mettere una firma sui contratti per fermarle. Non sono più sicuri del loro potere. Il governo è in crisi, c'è il"monocolore DC, come oggi; si parla di eleziO"nianticipate, come oggi. d-.2..__- Il ·12 dicembre è un tentativo · di rijtabilire il potere dei padroni, la loro democrazia: cinque bombe, la responsabilità, l'indignazione pubblica e la repressione poliziesca buttate addosso agli « estremisti », ai proletari in lotta. I colpevoli già bell'e pronti, Valpreda e Pinelli, anarchici. Non gli è andata bene come speravano. Primo, perché non sono riusciti I a fermare le lotte dei proletari e a spazzare via le loro avanguardie. Secondo, perché il castello della verità poliziesca, e cioè delle loro menzogne, è crollato. Uno dei due «colpevoli», Pinelli, non si è lasciato incastrare e per farlo tacere hanno dovuto buttarlo dalla finestra della questura di Milano. Per tenere in piedi l'accusa contro Valpreda, hanno dovuto incriminare i testimoni a favore, mettere in galera, in manicomio, e far morire in fretta di morte naturale o di incidenti una quantità di testimoni scomodi. Oggi i giornali che il 12 dicembre scatenarono la caccia all'estremista, i giornali come il \ « Corriere della Sera >' -:h:! col!aboravano direttamen .e ~on la questura, oggi vengor!o a dire che questo processo è solo un -:;a~__, giudiziario, un po' più grosso di altri ma al di fuori della politica. Si tratta soltanto, dicono, di stabilire se Valpreda e gli altri imputati, un gruppo di poveri diavoli senza patria e senza famiglia - così li descrive la pubblica accusa - abbiano organizzato due anni fa una strage da professionisti, non si sa per conto di chi né perché. Ammettono anche che in mezzo c'erano dei fascisti, la spia Mario Merlino e altri. Ci stanno bene, convalidano la teoria degli opposti estremismi, tanto ci hanno pensato polizia e magistratura a chiudere accuratamente tutte le strade dell'indagine che portavano ai colpevoli e ai loro mandanti ( secondo il giudice Occorsio il nazista Ventura, arresLai-o noi da aìtri giudici per i> tt:- •·' t1, terroristica, è un « ga1antuomo calunniato » ! ) . Nella strage i fascisti sono srnti ideatori, esecutori, spie, lati- , tanti sempre al momento giusto. E' stata la loro prova generale. Da allora sono stati potenziati, ben armati e ben pagati. Oggi continuano la strage alla luce del sole, ogni giorno, davanti alle scuole e alle fabbriche, nell~ sedi dei gruppi rivoluzionari. Colpiscono per uccidere. Solo nelle prime settimane di quest'anno hanno fatto 15 attentati, ferito decine di rr,ilitanti, di cui alcuni graveme:rte, ucciso e bruciato un com_;,1agno. , E' perché i paàroni non hanno risolto la loro crisi, non hanno riconquistato il loro dominio sui proletari, che la violenza criminale della strage di stato è diventata di necessità, un fatto quotidiano: per fermare i proletari, e per decimare le loro avanguardie. E il processo sulla strage, ogg~ lo vorrebbero « apolitico », hanno paura che esca da quell'aula di tribunale, cercheranno di impedirlo con ogni mezzo. Non ci riusciranno. Troppa fretta, brigadiere Pagnozzi Il 12 dicembre 1969, tra le 16,30 e le 17,30, un'organizzazione criminale formata dai gruppi fascisti (Ordine Nuovo, Fronte Nazionale) con la copertura e la collaborazione della polizia, dei carabinieri, della magistratura, del s3rvizio segreto italiano, di quello greco e americano, e con la bPrediz~o:--~ della presidenza della repubblica, fa, esplodere 5 tombe in 5 po<::tidiversi di Milano e Roma: 16 morti, 106 feriti. Passa· appena qualche ora e il noLziotto Calabresi e il giudice Amati ?;ià dichiarano di conoscer_e i colpevoli. Per meglio dire, lt avevano scelti, a loro insaputa, 2·meno otto mesi prima. Il colpevole principale, già scelto, si chiama Pietro Valpreda, an"'rc~ic_o. E' imputato di strage, ..,"-"-ociaz1oneper delinquere, det-:-nzione di esplosivo. Anche la ·--,na, naturalmente, è già decisa -': viene comunicata sei ore do: D? l'arresto per bocca del briga- -'l~erePagnozzi, che l'accompagna a Roma. A Valpreda sorpreso e sconvolto che gli chiede cosa lo aspetta. il brigadiere senza esitazione risponde: « l'ergastolo ». Il brigadiere Pagnozzi è stato troppo sicuro di sé, dei suoi capi e dei suoi padroni. S_upplemento a • Mo' che il tempo s'avvi, cina » - Iscrizione al Tribunale di Roma n. 14334 del 29 gennaio 1972. Direttore responsabile: Adele Cambria Tipolito DAPCO - Via Dandolo, 8 - Roma 40.000 COPIE VALPREDA Processo al processo di Marco Fi ni e Andrea Barberi. La vittima desi gnata, verità predisposte, parzialità, contraddizioni, ambiguità Un dram matico atto d'accusa diventa la mi gliore carta per la difesa. Lire 1.200. daFettrinell successo in tutte le librerie

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