Virgilio Gayda - Gli slavi della Venezia Giulia

-23slavi e 14.720 italiani, i quali non s~gnavano alcun aumento nel decennio. Questo movimento di numeri per gli slavi appare troppo violento, per sembrare naturale. Anche in Istria, italiani e slavi occupano due distinte zone parallelç. Gli italiani popolano ininterrottamente tutta la lin~a costiera occidentale - da Muggia, di fronte a Trieste, a Pola - dove ci sono i più importanti centri cittadini ed economici e la maggior densità della popolazione, la vera base del paes~ - e i principali punti della costa orientale sul Quarnero, Laurona, Fianona, Albona. Gli slavi - sloveni a nord, croati a sud - sono tutti raccolti nella campagna interna, sul territorio che culmina nella catena del Vena e del Monte Maggior~, sempre più desolato e spopolato quanto più lontano dalla costa. Ma anche in queste zone interne essi non hanno una massa omogenea, compatta, come quella italiana della costa. Vi sono in esse oasi, ramificazioni italiane, che rappresentano ancora i. maggiori centri di vita paesana dell 'int~rno e, pur stretti dall'assedio dei governi e degli slavi, sono riusciti a serbare fino ad oggi quasi intatta la loro ·individualità nazionale. Sono grandi e piccoli centri : Albona, Antignano, Buie, Dignano, Grisignano, Montona, Pinguente, Pisino, Pedena, Portole, Visignano, Visinade, ecc., sparsi un po' da per tutto, che mantengono un contatto d~ll 'italianità dalla costa all 'interno, perpetuano a torno, nella loro campagna, l'influenza italiana, ,e potranno riprendere, appena fossero vivificate da un maggior aiuto, la loro funzione di assimilazione 0 almeno di organizzazione della massa contadina, che è nel cerchio della loro vita, alla loro im~diata dipendenza economica e sociale. La funzione delle città italiane. - Bisogna tener sempre ben presente il valore nazionale di attrazione, la forza di influenza di questi centri cittadini, che sono, anchp nell'interno del paese, tutti italiani e rappresentano ancora i soli nuclei organizzati e B bhoteca Gino Bianco

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