Concetto Pettinato - Russia, Balcani e Italia

- 22 - piere, abbracciante in un solo amplesso di trepido amore e polacchi e bulgari e ruti!ni e serbi e croati e sloveni e slovacchi e czechi. Se non dipend95se che da loro, vedremmo presto i materni gendarmi di Nicola II fa,e la ronda da Posen a Praga, all'Adriatico, all'Egeo, al Bosforo, tenere balie dei buoni fratçllini ! L'erroredella polltlca europea. L'Europa, innegabilmente, si è adoprata in ogni modò a legittimare tale programma. Da secoli essa non fa se non dar mano al maciullamento degli slavi, quasi apposta per tagliarli in aJtr9ttanti bocconi che la Russia possa inghiottire senza sforzo. In Polonia, in Turchia, in Austria, se un'opinione l'Occidente ebbe sin qui in materia di slavismo fu il timore ch9 quella povera gente non fosse abbastanza divisa, abbastanza opprçssa, abbastanza barbara. Dapprima la voleva divisa per disprezzo, affinchè gli servisse di moneta nel saldo dei propri conti immediati. In seguito la volle oppressa per eccesso di stima, perchè in ogni suo mçmbro vedeva il ceffo barbuto e zazzeruto di un russo. Come preparare meglio di così ali 'Impero i pret95ti necessarii per intervenire nelle questioni riguardanti gli slavi, per erigersi a loro tutore? L'influenza della Russia nei. Balcani è opera dell'Europa. Invece di tagliare i canapi che trattenevano le scialuppe alla nave ammiraglia, se ne tesero sempre di nuovi, suscitando in quast'ultima quasi un diritto di salvarle dal naufragio, ricoverandole dentro la propria corazza. Si tramutò in un'opera santa di redenzione quello che da parte di Pietrogrado doveva rimanere un programma imperialista fantastico ed assurdo .. Sopratutto assurdo, poichè 9Sso risponderebbe, qualora fosse sincero, a un concetto nettamente involutivo de, destini d~lla razza : che l'ideale comune abbia a riB;blioteca Gino E31dnco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==