il Potere - anno II - n. 1 - gennaio 1971

pag. 2 il POTERE Gennaio 1971 Larappresentanza nell' impresa l'impresa, le rappresentanze previste nei contratti aziendali non consentono conc1us10ni altrettanto univoche Oe rappresentanze designate dai lavoratori sv01gono funzioni di controllo, men– tre quelle esercitate dalle rappresen– tanze designate dalle commiss10ni in– terne sono essenzialmente conciliati– ve); le funzioni infine attribuite alla Ras appaiono di natura esclusivamen– te organizzatoria in quanto volte sol– tanto a consentire la presenza del sin• dacato sul piano dell'impresa. Morire per Danzica? DOPO L'ENTRATA IN VIGORE DELLO ,,STATUTO» Queste considerazioni spiegano a suf– ficienza come il movimento per la pre– senza dei lavoratori nell'impresa, o se si vuole quella della gestione dei loro interessi o diritti sul piano dell'impre– sa, così come si è palesato in questi ultimi anni, non rappresenti assoluta– mente un unico contmuo di cui lo sta~ tuto dei diritti sarebbe il momento fi– nale, o se si vuole il coronamento di tutti gli sforzi indirizzati a tal fine. Sono invece in questione organismi rappresentativi che rivelano caratteri– stiche strutturali del tutto distinte; la autonomia del movimento operaio ci ha dato rappresentanze essenzialmen– te operaie per il controllo del potere imprenditoriale sul posto di lavoro; l'autonomia del movl!nento sindacale ha formato rappresentanze che solo parzialmente derivano dal personale dell'impresa e che sono prevalentemen~ te rivolte alla soluzione di alcuni spe– ciali problemi dell'organizzazione del lavoro quali la retribuzione a cottimo mentre il legislatore infine ha predi– sposto la costituzione di rappresen– tanze del sindacato sul posto di la- DOPO I GRAVI FATII DI POLONIA e ON l'entrata in vigore dello statu- to il potere dei lavoratori sul pia– no dell'impresa si manifesta me~1ante una pluralità di istituzioni che s1 pro– pongono funzioni diver~e. n~ll'arnb1to di modelli altrettanto distmt1. Rilevano anzitutto al livello di alcu– ne grosse concentrazioni 11:dustriali quelle esperienze di autogest10ne del– la lotta sindacale che attorno al 1968 si trovarono ad operare fuori dell'~r~a utilizzata dalla politica delle tradiz10· nali centrali sindacali; in questa coilo– cazione ancora si muovono, ad esem– pio, i comitati di base della Pirelli che da un lato rifiutano l'urulateral!ta del potere direttivo dell'imprenditore in ordine a puntuali problemi relativi alle condizioni di lavoro nella fabbrica, mentre dall'altro si staccano dalla tra– dizionale politica sindacale inventando forme di rappresentanza ai diversi li– velli dell'unità produttiva, a partire dalla squadra per risalire al reparto, alla linea, alla officina per il funzio– namento delle quali l'assemblea resta il momento organizzatorio decisivo. Al momento si può ritenere che il prin– cipale risultato conseguito sia stato quello di avere imposto a sindacati, allora palesemente stanchi, l'occasione di una revisione totale dell'azione sul posto di lavoro. I termini di siffatta risposta sindacale si scoprono nella serie delle centinaia di contratti collet– tivi che a partire da quegli anni si stipularono nei maggiori complessi in– dustriali specie dove lo scontro della base operaia con le politiche sindacali si era rivelato particolarmente acceso. Nasce così un secondo modello di rappresentanza nell'ambito della più recente contrattualistica che presen– ta un quadro particolarmente varie– gato: si ritrovano infatti rappresentan– ze che si costituiscono per designazio– ne del personale, altre che risultano da designazioni delle commissioni in– terne, altre infine possono qualificar– si come rappresentanze autenticamen– te sindacali risultando la designazione dei loro membri direttamente dalla vo– lontà del sindacato. Per quanto concerne la posizione dei membri di dette rappresentanze va ri– levata la pratica repulsa del principio che caratterizzò l'intera esperienza dell'attività autorganizzata, secondo il quale i rappresentanti del personale avrebbero dovuto muoversi su di un piano di assoluta precarietà, restan– do per definizione nel potere dei la– voratori la possibilità di una revoca del loro mandato in qualsiasi momen– to. Infatti soltanto in specifiche cir– costanze, per le rappresentanze desi– gnate direttamente dal personale, è stata prevista la possibilità della loro revoca, possibilità questa che invece viene indirettamente esclusa sia per le rappresentanze designate dalle com– missioni interne, sia per quelle desi– gnate dalle organizzazioni sindacali. Un terzo modello di rappresentanza è infine configurato dallo statuto dei lavoratori che prevede (articolo 19) la costituzione di rappresentanze sinda– cali aziendali nell'ambito di predeter– minate strutture sindacali; esperienza questa peraltro troppo recente per consentire più particolareggiati accer– tamenti. IL POTERE DELL'ASSEMBLEA Sulla base delle osservazioni, risulta in maniera sufficientemente netta co– me sul piano dell'impresa in questi ul– timi armi, accanto all'istituto tipico di rappresentanza del personale costitui– to dalla commissione interna, si sia– no aggiunti nuovi istituti di rappresen– tanza, una parte dei quali appartiene alla sfera dell'organizzazione del per– sonale e, quindi, rilevano essenzial– mente sul piano del movimento ope– raio, mentre altri risalgono direttamen– te all'autonomia collettiva e, pertanto, rilevano sul piano del movimento sin– dacale, mentre altri ancora derivano la loro esistenza ad un esplicito inter– vento legislativo: lo statuto dei diritti dei lavoratori. Trattasi pertanto di U· na esperienza storica che consente fe– conde riflessioni in quanto forse per la prima volta in questo secondo do– poguerra si possono confrontare i ri– sultati che il movimento operaio ha raggiunti sia sul piano dell'autonomia sia su quello della eteronomia distin– guibili questi a secrmda della loro pro– venienza sindacale o legislativa. Le rappresentanze, che per rapidità di definizione definiamo auto-organiz– zate, si coò-tituiscono tendenzialmente al livello della squadra o del reparto, in quanto si è ritenuto che a queste condizioni la collettività del personale possa trovare il suo più significativo momento organizzativo; si attuano co– sì insegnamenti che il movimento o– peraio ha recepiti dal pensiero gram– sciano e che si erano confrontati cri– ticamente, all'epoca di « Ordine nuo- vo », con le politiche allora tradizio– nali della Cgil. Posizioni dissimili caratterizzano sot– to questo profilo le rappresentanze che si sono costituite nell'ambito della più recente contrattazione collettiva, men– tre uno stacco non indifferente po– trebbe rilevarsi con le Ras (rappre– sentanze aziendali sindacali) di deriva– zione legislativa, in quanto è facile pre– vedere che il requisito dell'autonomia, che è stabilito debba caratterizzare l'u– nità produttiva nell'ambito della qua– le si potrà costituire la Ras, sarà mo– tivo di contrastanti interpretazioni da parte degli interessati, cosicché la co– stituzione della rappresentanza con dif– ficoltà potrà ancorarsi al livello di raggruppamenti di lavoratori più ele– mentari. Ma le differenze più perspi– cue si ritrovano soprattutto in ordine ai problemi relativi alla costituzione dei tre diversi tipi di rappresentanza varo. MORIRE per Danzica? Questo era il titolo di un articolo che un famoso collaborazionista francese, Marce] Déat, scnveva nell'agosto del 1939. Per ragio– ni molto diverse da quelle del '39, oggi a Danzica si muore di nuovo. l fatti polacchi hanno po– co in comune con quelli unghere– si del 1956, con quelli cecos10vac– chi del 1969 e persino con quelli tedeschi del 19:d. Essi intatti non propongono problemi d'indipen– denza nazionale e neppure que– stioni di ordine culturale e poli– tico generale. L'« intellighentzia » non vi ha partecipato attivamen– te: gli studenti - forse memori del silenzio operaio dinanzi alle massicce epurazjoni universitarie di Varsavia concomitanti e suc- j i ----r- - -- - -- --·· - cessive ai fatti cecoslovacchi - - ---- ,. 1' 1' -1. 1••\~,_~-.~)..::·~- • ' I I.·, '.ii?" ', r, ,. no: t~i~~ ~s:\norto è morto -..., 1 .,. per il pane: è morto per soprav- - vivere. Ciò costituisce per il po- . ,:j ~ , _,,-. , _ . 1 tere sovietico un problema, per . . - un verso, meno grave di quello I posto, a suo tempo, dai fatti di • ,f \ 1 -l B d d f ~ . ~ 1 u apest e i Praga. In atti a . . _ -.t:" ~ ·.;:,,,. Stettino e da Danzica non sono ,., ...,_ in causa questioni culturali, na– zionali e poli tiche globali: se ci 1 fossero sarebbe stato inevitabile, nella vigenza della dottrina di '· Breznev sulla sovranità limitata, \ l'esplicito intervento politico ed ideologico dell'Urss, custode, ga– rante e, se si vuole, gendarme ciel sistema. Invece la rivolta Baltica non sembra porsi in termini antiso– vietici e nemmeno anticomunisti: ~ essa, più semplicemente, contesta l , ~ 7 • con forza il modo in cui il « par- ,,: • tito operaio polacco » ha gestito 1 , ~' , in concreto gli aspetti economici della cosa pubblica. Perciò tutto \ ' \ sembra solubile con la sostituzio- l , ~ '-'- ne del segretario del partito e di alcuni suoi collaboratori. in questione, il prl!no dei quali riguar– da la loro diversa matrice; infatti nel primo caso l'unico congegno mediante 11quale la rappresentanza si costitui– sce e decade e rappresentato dalla vo– lontà dei lavoratari che si esprime nell'assemblea aila quale la rappresen– tanza per definizione deve ricruamarsi per la giustificazione della propria e– sistenza e delle funz10ni esercitate. Nel secondo caso invece la rappresentan– za trova la sua origine nella tradizio– nale fonte sindacale, cioè nell'accordo delle parti interessate che hanno rea– lizzato a livello dell'impresa; nel ter– zo caso infine il prob1ema è risolto sul piano della legge. Sono così in questione tre diversi modelli di rappresentanza ciascuno dei quali risponde a pectùiari esigenze non sovrapponibili, cosicché risulta teori– camente scorretto qualsiasi tentativo di riassumere in una le altre espe– rienze: in modo particolare pecchereb– be di superficialità il giudizio di chi ritenesse in prospettiva riassorbibili nel modello prefigurato dallo statuto dei diritti le esperienze maturate nel– l'ambito degli altri modelli. Ciò sembra significare che un regime comunista può accettare una critica dal basso alla sua con– creta politica economica senza reagire soltanto in termini di pu– ra repressione. Ma questo può de– terminare il nascere di un preci– so diritto popolare in regime co– munista: quello di protesta con– tro il carovita. GrA' nel '56, il comunismo po- lacco riuscì a ricondurre su un piano rigorosamente economi– co le rivendicazioni e i tumulti po– polari: ciò distinse la crisi di Var– savia dal tragico novembre un– gherese di quell'anno, segnò l'av– vento di Gomulka e la decolletti- l'Unione Sovietica vive in una pro– spettiva imperiale: e ciò consente la richiesta di un supplemento di patriottismo al popolo russo. Probabilmente anche ragioni storiche rendono più urgente il problema del consenso in Polonia che non nell'Unione Sovietica; tuttavia il problema polacco ha anche un significato russo, reso ancor più accentuato dalla vigen– za della dottrina Breznev. Essa, infatti, rende l'Urss immediata– mente corresponsabile della valu– tazione sulla natura socialista o antisocialista di qualunque feno– meno di rilievo che si verifichi nello spazio imperiale sovietico. Il giorno che il governo russo potesse garantire le libertà sin– dacali darebbe una grande prova della propria solidità. Uno storico russo operante in occidente ha previsto per il 1984 la crisi della società sovietica e la sua disgregazione in gruppi na– ziomrli. La concessione delle li– bertà sindacali sarebbe una tale prova di forza da smentire tali profezie, renderebbe più libera la vita sovietica, dimostrerebbe che il governo dell'Unione non teme le tensioni centrifughe della socie– tà cui presiede. PER questa ragione ciò che sta accadendo in Polonia è im– portante. Nell'area socialista, i paesi più simili aH'Urss sono Po– lonia e Jugoslavia. La Jugoslavia è ora fuori dello spazio sovietico: ma è certo che il suo sviluppo pre– senta e presenterà elementi signi– ficativi anche per l'Urss. Esso, pe– rò, si è svolto in troppo larga mi– sura nel quadro politico occiden– tale per poter essere esemP'lare per l'est. La Polonia si trova, in– vece, in condizioni geografico-po– litiche non troppo lontane da quelle dell'Urss. Ciò che accade in Polonia potrebbe dunque esse– re premonitore di quel che potreb– be accadere in Russia. Per questo sarà importante con– siderare l'evoluzione della Polo– nia dopo Danzica. Quali riforme verranno praticate? Quale ruolo sarà concesso ai sindacati? Come sarà controllata la polizia? Quali limiti avrà il diritto di protesta? Questi problemi vanno ben ol– tre l'immediata prospettiva della riorganizzazione economica della Polonia per investire strutture so– ciali e problemi politici comuni a tutti i paesi dell'est, a cominciare dall'Urss. Sergio Romano Nel primo caso e ovvio infatti che la scelta del (o dei) rappresentanti av– venga in base alla elez10ne del perso– nale secondo le modalità decise dal– l'assemblea, mentre nel secondo la rappresentanza può riuscire o meno dalla designazione del personale; più discutibile certamente la probabile de– signazione sindacale dei rappresentan– ti di cui allo statuto dei diritti. In de– finitiva si può ritenere come le sole rappresentanze costituite nell'ambito dell'organizzazione dei lavoratori pos– sono ricollegarsi all'esperienza « con– siliare» del primo dopoguerra; le al– tre, e soprattutto quelle regolate dal– lo statuto si rifanno a modelli del tut– to distinti. Lo statuto invece resta il momento significativo dell'attuazione del com– pito forse più qualificante che la Co– stituzione affida alla repubblica e, quindi, ai suoi governi: quello della rimozione degli ostacoli dì ordine eco– nomico e sociale che, limitando di fat– to la libertà e l'uguaglianza dei citta– dini, impediscono il pieno sviluppo del– la persona umana e l'effettiva parteci– pazione di tutti i lavoratori all'orga– nizzazione politica, economica e socia– le del paese. vizzazione delle campagne. r----------------, Altrettanto distinte sono infine le funzioni che svolgono le rappresentan– ze considerate; mentre le prime si muovono essenzialmente sul piano del controllo dell'esercizio del potere di– rettivo dell'imprenditore, specie in re– lazione alla disciplina del lavoro nel- LE CONQUISTE DEL MOVIMENTO OPERAIO L'adempimento di un tale compito probabil!nente avrebbe tardato e for– se sarebbe addirittura mancato se nel tempo non fosse stato preceduto da una vigorosa presa di coscienza del movimento operaio che si è conqui– stato autonomamente le rappresentan– ze sul piano dell'impresa e del movi– mento sindacale che mediante la con– trattazione collettiva riusci a confer– mare talune di quelle conquiste. Conseguentemente è da ritenere che anche in prospettiva, soltanto nella misura in cui le istituzioni previste dallo statuto potranno utilizzare le spinte autonome provenienti dal mo– vimento operaio e non cederanno a pericolose illusioni egemonizzatrici, lo statuto dei diritti potrà assolvere al suo compito di strumento idoneo a garantire la effettiva partecipazione dei lavoratori all1organizzazione eco– nomica e sociale del paese. Sotto que– sto profilo e a questi fini non può certo escludersi che nel corso dell'ap– plicazione dello statuto si palesi la necessità di un « aggiustamento del ti– ro » e, di conseguenza, l'opportunità di modifiche al testo della legge. Filippo Peschiera Oggi Gomulka è caduto per le stesse ragioni che lo condussero al potere: la necessità di accetta– re parzialmente la denuncia di insuccessi ed errori sostituendo i responsabili della politica concre– ta senza porre in discussione l'i– spirazione, l'ideologia di fondo, i rapporti internazionali del re– gime. Dobbiamo però registrare che, dopo Danzica, sembra essere ac– quisita, in una società di tipo so– cialista orientale, la legittimità della protesta contro la cattiva gestione amministrativa sul pia– no economico. Ciò vale solo per la Polonia o vale anche per l'Urss? Mosca non ba qualificato come controrivolu– zionari gli operai ed i sindacati del Baltico. Ma con ciò non ba implicitamente ammesso che il di– ritto alla protesta contro il caro– vita potrebbe essere anche un di– ritto costituzionale sovietico? Può essere che i sindacati siano desti– nati in futuro a giocare un ruo.Jo migliore e maggiore anche in Urss. Via Carducci 1 A - Tel. 590.757 Lavoratore, Studente, Intellettuale IL DANTE D'ESSAI è il tuo cinema Cicli di registi Incontro con attori Problemi sociali nel mondiale cinema Rassegne di cinematogra– fie nazionali In collaborazione con le associazioni culturali democratiche cittadine La programmazione più qualificata della città Bisogna però tenere conto che '---------------1 bibliotecaginobianco

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