il Potere - anno I - n. 4 - ottobre 1970

pag. 2 I LELIO BASSO La solitudine di un ideologo LELIO Basso sembra essersi risolto a svolgere attività politica in per– fetta solitudine ; non ha più per sé il supporto di un partito, da quando ha abbandonato il Psiup, né ha cerca– to, sin'ora, l'ancoraggio ad altre forze politiche o sociali organizzate. Egli si esprime in una dimensione puramente ideologica, incurante di un qualche ri– sultato politico a breve termine; trascu– ra il piccolo obiettivo per perseguirne uno di più vasta portata. E' vinto dalla presunzione dell'ideologia che può igno– rare i concreti fatti della contingente fe– nomenologia politica nel tentativo di progettare una nuova realtà politica e sociale. Spesso l'argomentare ideologico assu– me aspetti monologici: l'ideologo è ta– lora, colui che tutto dispone secondo figure geometriche, come in uno spet– tacolo, che, però, rimane senza spet– tatori. Ma di questo l'ideologo non si avvede; anzi il suo aggirarsi con sicu– rezza nel labirinto dell'ideologia, tra in– travature di formule e di concetti, gli dà l'illusione di essere almeno di una spanna più su degli altri; può così per– mettersi di giudicare tutto, mettendosi dal punto di vista ora del testimone, ora del protagonista, ora del chiaroveg– gente. Ed è su queste alture che l'ono– revole Basso ha posto il suo osservato– rio, in questo ultimo scorcio della sua lunga stagione politica. leninismo tardivo Il suo virtuosismo consiste nella ca– pacità di saper schermare, attraverso le attutite forme del linguaggio ragione– vole, una determinazione netta e preci– sa, un pensiero lucido fino all'intolle– ranza. Tuttavia il suo procedere non avviene mai in maniera creativa, né lo potrebbe, perché tanto più forte è nel– l'ideologo la volontà di fare, della real– tà sociale, l'incarnazione del suo pen– siero, tanto più da quella medesima realtà si allontana. Del pensiero di Basso abbiamo trovato tracce in un recente articolo sull'« Espresso» ed .in uno ospi– tato dall'« Astrolabio»; in essi vengo– no trattati argomenti diversi ma, su di essi univoco può essere il giudizio. Cominciamo dal primo. Esso contiene una critica a tutte le espressioni della sinistra italiana, siano esse partiti poli– tici, correnti di partito, gruppi sponta– nei; nessuno si salva dai circostanziati rilievi dell'onorevole Basso. Solo che essi restano al di qua della soluzione DIREZIONEPOLITICA: BRUNO ORSINI FILIPPO PESCHIERA Direttore responsabile: ALBERTO GAGLIARDI INDIRIZZO:Casella Postale 1665 16100 Genova Aut. del Trib. di Genova n. 14/70 del 4/4/1970 Una copia lire 100 Abbonamento annuo lire 1000 li versamento va effettuato usufruen– do del c/c postale n. 4/6585 intestato a «li.potere. Casella Postale 1665 16100 Genova PUBBLICITA' L. 150 al mm/colonna Distributore: Tardito, via S Stefano 32 Genova Tipografia: Grafica BI-ESSE- Genova Telefono 58.18.60 dei problemi che agitano la sinistra, si tratta dunque di critiche anacronistiche, sotto il profilo politico, e contraddito– rie, rispetto allo sviluppo della società italiana. L'accusa di empirismo ai par– titi della sinistra è vecchia di mezzo se– colo; la lanciò Gramsci, giusto cin– quanta anni or sono, dalle pagine del- 1'«Ordine nuovo», ma con ben altra possibilità di incidere, come avvenne, nel vivo della lotta politica. Si era, al– lora, agli esordi, nella concezione della ideologia come un necessario «a-priori» dell'azione politica, per cui era ancora intatta la fede nella sua capacità di es– sere, ad un tempo, guida e previsione storica nella prassi politica. Il Partito comunista nacque proprio da questa fede che oggi ha pressocché perduta: Basso l'ha invece conservata. Dire, infatti, che « un partito rivolu– zionario dovrebbe saper sviluppare al massimo non solo l'iniziativa delle mas– se, ma la cosciente partecipazione e re– sponsabilità di ciascuno », è in sostan– za fare del leninismo allo stato puro nel momento in cui questo risveglio del– le coscienze alla partecipazione avviene nella società, proprio contro il mono– polio della politica instaurato dai par– titi. Né vale sostenere che la via del rinnovamento della società debba pas– sare attraverso la democratizzazione del– le strutture e della vita di partito e dunque in un clima di autocritica; ciò significa disconoscere l'urgenza di una scelta. O il partito lo si vuole ancora governato da una ideologia e allora ci sembra assurdo, poi, scandalizzarsi per il suo monolitismo, oppure si vuole la democrazia e l'autogoverno nella socie– tà e allora non ci si può porre il pro– blema del partito-guida, dell'avanguar– dia cosciente e via di seguito: un obbiet– tivo esclude l'altro, in modo tassativo. Antichi motivi diinlolleranza Noi crediamo che, in realtà, la sto– ria abbia corso così in fretta da aver risolto essa stessa il problema della scelta che, se può sussistere in linea di ipotesi teorica, ha ormai un cammino obbligato. Infatti, oggi, è la società nel suo in– sieme, nella profondità del suo essere a emergere storical]lente come detentri– ce di autentici valori politici. Certamen– te ciò non conduce ad un mutamento dell'impegno politico ma cambia il suo contenuto, ne amplia l'orizzonte. Una volta annullato il gioco discriminante del!' ideologia, non si può più pensa– re che in termini di comunità, di col– lettività e ciò implica un dilatarsi del concetto stesso di politica, che non può limitarsi ad abbracciare solo i problemi concreti di una società ma deve tende– re al rispetto - e semmai al potenzia– mento - degli interessi spirituali che in essa vivono vigorosi. Si richiede alla politica una più profonda intelligenza di questa vita spirituale che non si tro- b1b1otecaginobianco il POTERE va, nella società, allo stato di esigenza ma di effettiva realtà. Lelio Basso si discosta totalmente da questa imposta– zione e resta legato ad antichi motivi di intolleranza. Nel suo secondo articolo egli illustra la sua proposta di abolizione del con– cordato. A sostegno della sua tesi non evoca infatti i fantasmi di un supera– tissimo laicismo, ma si copre dietro le parole recentemente pronunciate dal car– dinale Dell'Acqua e dietro una inter– pretazione, del tutto personale, dei frut– ti del pontificato di papa Giovanni. Ri– cordiamo che Basso votò contro l'arti– colo 7 all'assemblea costituente; ma ri– cordiamo anche che nella seduta del 25 marzo 1947 egli propose un emendamen– to che suonava così: « I rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono rego– lati in iermini concordatari ». Allora l'onorevole Basso accettava il concordato; oggi vuole abolirlo. Non avremmo nulla da ridire se egli addu– cesse argomentazioni giuridiche e se ac– cettasse il principio della discussione bi– laterale. Ma non è cosl; egli presenta una tesi politica in una veste giuridica. Per questo la osteggiamo non solo co– me cattolici, ma anche come osserva– tori dello sviluppo della società nel no– stro paese. Se consideriamo, infatti, la matura– zione del pensiero di Basso dall'emen– damento alla proposta di abolizione non possiamo non sottolineare come questa sia avvenuta in modo diametralmente opposto al crescere nella società di fer– menti di rinnovamento la cui matrice, estranea alla politica, si ritrova nella fede religiosa. Dell'onorevole Basso, intorno al 1958 uscl un libro intitolato « li principe senza scettro»; si allude chiaramente al popolo cui compete il titolo e l'e– sercizio del potere, usurpatogli dalla classe borghese dominante. Ma l'usur– pazione c'è stata anche da parte della sinistra e continuano ad esercitarla an– che tutti coloro che, attraverso i mezzi dell'ideologia, ancorché aggiornata, vo– gliono tenere saldamente in pugno que– sto scettro. Tra essi comprendiamo l'o– norevole Basso. Ma abbiamo fondate speranze che il popolo, novello princi– pe, sappia scrollarsi di dosso tali tristi nocchieri. Oddo Bucci Ottobre 1970 I LA LEGGE FORTUNA - BASLINI I Un divorzio borghesi per • l IL divorzio ha avuto un finale a sor- presa. La Dc ha tirato fuori dal cap– pello l'onorevole Leone, grande esperto in materia matrimoniale, ed ha rifilato, con il consenso dei divorzisti, una serie di emendamenti alla legge Baslini-For– tuna, di cui sono, peraltro, rimasti in– tatti i capisaldi. Grazie al senatore Leo– ne, il divorzio sarà un po' più lungo ma solo per quelli che non hanno i sol– di per andare a farlo all'estero, visto che ormai sarà facile far delibare in Italia le sentenze di divorzio emesse dai tribunali stranieri. Un intervento veramente all'italiana, un miracolo di sapienza e di lucidità politica, quello del senatore a vita. In– fatti egli è apparso quando il fronte laico divorzista si stava squagliando. E, se si squagliava, ne sarebbe venuta la crisi, dato che il fronte laico non po– teva politicamente sopportare una scon– fitta in questa prova: la Dc, che aveva accettato di dividere il problema del governo da quello del divorzio, li ha poi, di fatto, riuniti, su richiesta del fronte laico, a beneficio del divorzio. La Dc, in concreto, sembra aver barat– tato il divorzio con il governo Colombo. In questo clima chi pensa ancora al famoso referendum? Ancora una volta, la politica appar– tiene al potere. E si svolge dietro le quinte. E' un gioco per iniziati. I catto– lici votano Democrazia cristiana perché non si divorzi e poi arriva il senatore Leone a risolvere, nel modo che si è dello, la situazione. Ma il governo Colombo è dunque così importante? Magari tra un mese andrà all'aria e ci ritroveremo davanti alla prospettiva di elezioni anticipate; il divorzio servirà allora ad ottenere i voti delle donne che non vogliono e•– sere ripudiate unilateralmente dal ma– rito e dei buoni cattolici timorati. Il divorzio era una questione di prin– cipio: qualcosa che poteva ridarci una battaglia di idee. Ma i cattolici politici non sembrano più all'altezza di una bat- taglia di pnnc1p1: l'hanno trasformata in un'ennesima occasione di tatticismo politico. PARTITI AlB VIO Certamente la legislazione matrimo– niale richiede importanti revisioni. Ci domandiamo perché mai non fosse pos– sibile risolvere i giudizi di nullità e di annullabilità canonica nelle istanze di primo grado, e cioè nei tribunali regio– nali, invece di spedirle tutte alla Rota. Jl diritto sostanziale canonico è tanto ampio ed umano quanto quello proces– suale è complicato e macchinoso. L'a– ver disatteso l'esigenza di una diversa e più rapida procedura ha costituito grave errore: il matrimonio concorda– tario in Italia poteva sopravvivere se il diritto processuale canonico fosse sta– to tempestivamente ed adeguatamente riformato. Purtroppo la centralizzazione delle procedure ed il conseguente pro– trarsi dei tempi e dei costi dei giudizi ha giustificato le polemiche laiche sul carattere classista dell'annullamento ca– nonico. E' una magra consolazione con– statare che anche il divorzio laico, così come è stato votato, sarà accessibile in. sostanza, solo a determinatz classi so– ciali. Il ruolodellaDc Pubblichiamo questa nota indiriz– zataci da Egidio .Pedrini, membro della direzione nazionale del movi– mento giovanile dc e commissario del movimento giovanile a Genova. L'ATTUALE momento politico è denso di iniziative all' interno dei partiti. Dopo un periodo in cui le energie delle forze politiche sono state mobi– litate dalle battaglie parlamentari (di– vorzio e decretane), ci si avvia ad una fase caratterizzata da una intensa at– tività dei partiti che cercano soluzio– ni ai problemi loro posti dalla conti• nua evoluzione della situazione politi– ca generale. La riforma sanitaria e quella della scuola, della casa, dei trasporti, dell'at– tuazione delle regioni sono sul tappe– to ed ogni componente interna di par– tito tenta di realizzarle nei modi più omogenei alla propria impostazione ideale. Iniziative congressuali, come momen– to costituente e di verifica, sono in corso. « Il Tempo >> annuncia ai suoi lettori, proprio in questi giorni, in un corsivo in grassetto « i congressi na– zionali del Psu e del Msi », con un ab– binamento forse non occasionale per l'oltranzista quotidiano romano. Cosl, non a caso, dopo mesi di relativa sta– si, la polemica interna alla Dc ri– prende esattamente dal punto dove si era attestata: cioè dal problema della maggioranza interna di partito. Recenti avvenimenti, come le ricor– renti crisi di governo ed il continuo rinvio di importanti leggi riformatrici, rendono ancora più scottante una at;. tenta riflessione sulla sua vita interna. Un'analisi del partito di maggioran– za relativa pone in dubbio addirittura che lo si possa definire un partito. Ad esso manca infatti - oggi - una mag– gioranza e conseguentemente una li– nea politica su qualsiasi problema. Co• sicché la politica sulla scuola, sulla sanità, sui rapporti con l'estero, ecce– tera, rischiano di diventare linee per– sonali dei singoli ministri in carica. Lo stesso convegno di Montecatini sulle regioni è stato svuotato del suo si– gnificato dalla mancanza di un preciso indirizzo sull'argomento da parte del– lo Dc e ha corso il rischio di risolversi in una manifestazione trionfalistica ed in un accademico dibattito avulso dal– la realtà. Inoltre l'imminente scadenza presi– denziale già da tempo condiziona tut;. ta la vita politica italiana. Questa voi• ta l'alternativa e lo scontro passano all'interno del partito dello scudo cro– ciato, con conseguente necessità di ar– rivare all'appuntamento con una Dc solidamente assisa su una maggioran– za qualificata per impedire spaccatu• re verticali di incalcolabili conseguen• ze. Sono queste osservazioni che ci spin– gono a chiederci fino a che punto la Dc oggi sia un partito o non piuttosto un aggregato di componenti politiche e di forze personali diverse. Oggi o si sblocca tale situazione o si rischia di non capire quale sia il significato ed il ruolo di questa De– mocrazia cristiana. Non a caso il pre– sente momento politico vede il susse– guirsi di riunioni e convegni delle va– rie correnti interne: da Forze nuove a Forze libere, dalla Base agli amici di Colombo e di Andreotti, da Nuova sinistra ( di cui alcuni prevedono già l'imminente fine) a Iniziativa popolare, da Nuove cronache agli amici di Mo• ro. « Il dilemma per le sinistre dc è tra l'azione di avanguardia e di testi• monianza e la promozione politica di una nuova maggioranza», ed è appun• to in questo secondo senso che oggi si muovono le correnti più avanzate della Democrazia cristiana. Crediamo inoltre che questi conve• gni siano stati proficui, soprattutto al– le sinistre, per eliminare equivoci ed incomprensioni, per ritrovare l'indi– spensabile unità, per contrapporre al– l'unica strategia delle destre, che è quella della conservazione, una stra– tegia di sintesi del blocco più avanza. to, che deve essere il perno della fu– tura maggioranza. Lo scopo di questa nuova maggio• ranza (che per avere un significato deve comprendere sia Base che Forze nuove) deve essere l'obiettivo di crea• re una Democrazia cristiana diversa, omogenea sui tempi, sui modi. e su– gli obiettivi di una lotta politica di reale progresso. Egidio Pedrlnl La vicenda del divorzio ci ha mo– strato quanto profonda sia la crisi dei cattolici italiani, dal vertice alla base: crisi di fantasia, di intransigenza e di coraggio. Essi boccheggia110 di fronte a Loris Fortuna ed a Marco Pannella, che hanno avuto soltanto il semplice coraggio dell'intransigenza. Il conto di tanta debolezza sarà pa– gato dal paese: da quegli uomini e da quelle donne che non hanno mandato al potere tanti senatori e tanti deputati democristiani per avere il dmmo del di– vorzio in cambio delle acrobazie del se– natore Leone. Gabriele Lori

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