Pattuglia - anno III - n. 2 - 1 marzo 1944

2 pattuglia Signori, !irtendlamocl bene, una volta '.per sempre, Qui bbogna u•ol, re dall'equivoco. Non siete fascisti, E chi vi costr.inge 11.d esserlo? ·No.i rispettiamo le Idee personali, (Quelle secomlo c~clenzn, non quelle secondo lstln• to). Siete Hlofascistl? Ciò è sufficien• , te, Siete antifascisti? E' bestlnl'e, · delittuoso, demenliale; o 1ngenuo. E' forse da uomi.ni odiare la giu • stiz1a, la solldarletà, la collabOra, done, 11 pre,stlgio spirituale: o conlondere questo. col pre,;tigio del censo, la solidarietà coll'ef!olsmo, la glustitia col tornaconto? E non è forse da delinquenti, da incosc.i'en:ti, la~ciare che mnoin l'a madre comune, o credere ,r; salvar• la \1ccldendola dopo a.veri• 1nfama,, ta? Quanto agli Ingenui, LA STO· nIA è qui· prouta a dimostrar loro, se non basta la cronaca tremenda e umiliante, che i nemici veri sono quelll (I ricchi) 'che il Tri• partilto (I poveri) combatte, Che più, o •Ignori? Ma voi accusate i rascl~ti di aver fatto entrare l'Italia in guerra. Ebbene: se siete avari, i capitai• che accarezzate sono Il ad accuur... ,vi di basso ·calcolo. Se siete nulla,:. tenenti, ·crediamo che almeno una ,volta la coscienza vi avrà ,accus8.H dJ paura 'fts·ica. s11 ·venti che l'istinto 'di conserva1,ione (della miseria) l'avrà oseurata e oppressa, · Negatelo, se potete I O diteci, &e oomunisti, cOme mai ci tenete a e~~ere tanto 'ru~si, da non tlnumllare agli estremi e di· venia.e, fasclsti1,1,0ndovl, degli lta• llaol, la prOIP.aganda più pericolosa perchè_ inavvertita, più efnca· ce ancora che non lo sbrailare affannato di radio Londra. E quando gli angloamericani, favoriti dal tradimento, hanno ,posto il piede sul suolo della Patria, troppi di noi hanno visto in loro anzichè- gli aggressori spietati, gli amici a torto combattuti dal Fascismo, gli eroi delle gesta di Hollywood, gli insuperabili maestri 'della musica sincopata, Nè la ~cuoia è stata immune dall'esotismo e dall'arrivismo : mentre i libri di testo ;i. gurgitavano di brani di auto· ri stranieri ; mentre sempre nuovi volumi si stampavano di autori spesso scadenti col compiacente favore delle varie aµposite commissioni, le opeTradire è tradire, Monire è mo• rìre. (cl,) _, re dei nosroi migliori educatori (come, per citare un unico luminoso esempio, i II Doven EDUCARE Circa un secolo fa il Mazzi colse <il coLpo di S1ato del 2 j luglio si deve alla ignoranza dei principii e dei fini sociali della rivoluzione. Ma qu~sto aspetto del problema, già adni scriveva : « La questione ditato da Luciano Bernardi :n vitale che s'agita nel nostro un articolo del primo numero secolo è una questione d'edu- di questo. giornale, non è che caz1one », un lato del più vasto proble- . Si è data al nostro popolo ma del!' educazione, de'lla forlavoratore la possibilità di ele- mazione della coscienza del · varsi, gli è stato ridato l'ora- popol'o. rio di lavoro, gli si è dato un Si insegni sopratutto ai giosalario adeguato alle esigenze , vani ad amare la Patria;. /Ji_ della vita, lo si è tutelato con- cerchi di scuoterli dall'indiff~- tro infortuni e malattie, con- renza ver-so i suoi destini; si tro la sua stessa imprevidenza faccia loro comprendere come con le assicurazioni obbligato-. Essa non sia il mezzo, il corie; gli si è dato insomma un modo strumento per i fini per- ' benessere sconosciuto ai lavo- sorlali, ma il fine più alto delratori di lutti i teml])i; ma non le attività degli individui : si lo si è ·saputo abbastanza edu• insegni 'loro a dare, non solo care. T,roppo si è· parlato di a ricevere; si parli loro di sadirittii e troppo poco di doveri. crificio e non solo di diritti. Pure il dovere è alla base Nelle scuole gli insegnanti e dell'a dottrina fascista, nelle case i genitori curino l' ~- Al tornaconto pe.-sonale è ducazione del fanciullo più anteposto l'interesse colletti- ancora che l'istruzione, la divo; al di sopra di tutto e di rittura morale più ancora che tutti, pure essendo rispettala e le facdltà intellettuali : si insivalorizzata •l'in1iiativa indiv'i- sta nell'esigere onestà in ogni duale, si eleva lo Stato, la Pa- rapporto della vita, chè già tria fine dei fini per le attività troppi sono stati i malefici efdegli ,individui e dei gruppi fetti cagionati dal dilagare delche in essa vivono. la furberià e dell'arrivismo. Ma se questa è la concezio- Che dire poi dei tristi effetti ne, ipoco o male la si è inse- della esagerata diffusione in gnata al nost'lo popolo che, Italia del film straniero, specie dimentico delle trisbi condizio- americano: della mania della ni del' passato, ha accettato iI musica negroide, che più o benessere nuovo come un di- meno ha preso noi tutti ; dei ritto da sempre e pacificamen- libri dai titoli strani, di autori te riconosciutogli, senza con- dai nomi esotici, dalle vivaci siderare o addi~ittura senza copertine, che hanno invaso le conoscere affatto la Jaticosa vetrine dei nostri librai, che evoluzione del lavoro nei se- troviamo fra le mani delle percoli, la vittoria strappata a suo sone più disparate per età e favore dal Fascismo al capita- condizione, che hanno infiltralismo imperante. to dov,unque il loro vel'eno? Per amare è necessario an- Questo mondo fatuo, amozitutto conoscere. E forse una raie sempre, immorale ~esso, non piccola parte de\l 'indiffe- ha ben disposto ,gli italiani, del!( uomo », fonte , completa e perfetta per Ia formazione del carattea-e e per l' elevazione delle coscienze) restavano trascurate e pressochè dimenticate. Tutto ciò sia di esperienza per l'avvenire : nè si dica che è trqppo tardi per ricomincia- , re. Chè il 25 luglio, anzichè segnare una fine, hà segnato un principio di rinascita e di purificazione, assolutamente necessarie per migliorare i;!i 'uomini e per rinnovare le is~ituzioni. Adria Olr■nl presenfe 1 Arturo Cnpanni, rc.i,q;t'ntr drll11 Frtlntn:ionc Fuci1'ta Repubhliran11 1li Forlì è ii;tato vigli1u~('amrnte au111oin11ro. An<"ora un Martir<'rhc 1'Ì è 11,-t~iunto nllA sd1irra eroica dei tanti C,11l11ti, nnrnr11 un ltnlinno v.-r1uncnrr ilr,1(110 di cpu•iilo nome aM111uinnlo d11 vol,t:11ri ddinqucnti u~oldnti dall'Mo nnj?IO••· mcricano, prrrli~ colprvolr di a,•er 11,•uM e di ftvere nncora rcdc nella Palrin r di aver valoroiiamente combattuto P"' La 11eric dei delitti (ratrif'irli e-on• tinna: Jtli uomini mi~liori t'Adono .sortn il piombo di quc11li !!licui che n111u·n!IIÌ ncll'ombr11 aggrcdi11rono r urei dono C'On una frroci" e nn ,angut' fred,lo l"hr 11ft del bc11ti"lc più cb,: dell'umano. E .!lonn quc11ti .!IÌcari, .oiono i loro mftndftnli ,'!li uomini t'hc ,•o~liono chi111mftr.oii '' fH\- trioti,. e che prctt'ndono Ji c:tm1lurrr nnft lotta in nomr- tli no itlcalc I Qu1111l11 mi11cri11. rd in11icmc (Jllflnta rri1111rn.n ! Gli nomini in huonll fr-,1«=, i 11011 fa,ici!lti, ~li flnti(Mt'Ì11ti, ~li ,1omi11i u: nt',iti e co.111cicn7.Ìo!l,Ji tindichino 'l'lt'"'t1 atti e qur11ti ,lclitti e !lf' tlopo r111r111to ,(!indizio !lono cli11110:rtti Il !IC'hirr11r11fr1ni l" fila dcJ!li urt"Ìiaori di Arturo C'n1urnni, di Italo Spi,:?hi. ,li H('!I"~"• di Fllrt•liini e di tanti ,. tanti nitri m11rtiri d,e O,!lni giorno marchiano 11l 11anJ,!11rn, clln nol'ltra e nelle altrr Provincie d'llalill, il gift tro1•po mArlori11to territorio 1IC"lla nostra Patrift, Allor11 ,.,,ol dire rhf' in Italia ittdiani dc,llnÌ di qucdo nome non c!W!ltono pi1ì. o nr C'.!IÌ!ltOnotroppo pochi. Arturo Capanni! Tu pn noi non !lei morto. Sri ,·ivo pii\ tli primll prrc:hè il tuo ,-irortlo rinu,rrà drrnn nri no!ltri cuori: o~ni nnovo nuntirc rftvvivll la noiatrn fcclt" r- la injl:i~AnlÌ!lrr. Noi non ri svviliamo e tanto meno ci impanriftlno: ,111trin.i;t:in.mo i cll"nti nello !lpn~imo tiri dolore e ~iuri111110 di ·vemli('arti e di lottue, lottAre, lot111rr per l'onor" ,. la libertft drll" PRtri11. nel norc Tuo, nC"lnome ,li tu1ti i C,11l111i pronti ad offrire 111no!llrft vit" prr ri- !lc11t1aic d11I b11rntro in rui r r11cl11111 l'Italia, qne.oit11 ltsliA rhr, 11onO!'l1111lr tutto, abhinmo il torlo di 11m11rr 111ino All'u111'pcr117,ionr. F _r':~za q addirittkU.a d;~l~.s:om-F r~za che se ne avvedessero, 0 fl{il~~Ul<fffll> uc O r~rso il nemico: ha costituito "M,,: l'arco di trionfo della giustizia sociale

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