Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

IOR ZZONT Moli ~ella Scuola NO:'.'\' è, c1ucllo che segue, un preciso csmnc diagnostico delle mnnche,olezzc, dei difetti, delle storture che da nnni accompagnano ancora 1a vita s<:olastica di ogni ordine e grado e che potremmo chiamare col come generico dì « mali del In Scuola »: non può essere integrale e preciso il nosti·o esame, in primo luogo pèrchè non abbiamo la pretesa di [.u·lo, in secondo, perchè 11ur volendolo, non avremmo la padronanzu di tutti gli clementi di ordine statistico e orgnnizzntivo che sarebbero necessari ad unu seria base di analisi introspettiva. Ci acconlcntcrcmo dunque di scgmilnrc lutto (_1uclloche l'osscnazionc diretta delle co-.c della Scuola ha potuto procurare, a noi estranei ma non disinteressati, moti, i di mrnotazioni e di consiclern:doni Su quei « mali :. o circostnnze anormali che disturbano il re~olarc tunz.ionamento di qucsln Fondamentale ist.itu1.ionc della vita nazionule. Si sa che rino nll\l\ \'ento del Regime lascista, la Scuola italianu denu.n1iavt1 dcficien1.c e unomalie che so,1O perniciose od un sano organismo statale, e che el'ano reliquati genuini dei vari ordinamenti e istruzioni pe1· tuntc dcdnc d'anni ammannite alla Scuola secondo le concc-zioni demoliberali, jnquinandola moralmente e politicamenlc, tanto da renderla ngnostit.:a e c1unsi avulsa dalla ,1ita spirituale della Xuzione. Tale nnacronismo è riuscito n sopravvh ero qu,, e lù nell'ordine universitario fino a 1>0chi anni or sono per comprensibili raiiioni. li Fascismo. ri,cndicando allo Stato il <l'fritto e il dovere cli educare nel fisico, nell'intcllcllo e nel carattere le nuo,c generazioni che debbono continuare nei Sl'Coli futuri la ~azione italiana, h.:, p1~oceduto. ~in. dni primi ~nni del suo regime a r1ordmnrc dalle fondamenta l'organismo infetto delln SluOla, ridonando ad essa, con la ri rormu delle istituzioni e degli organi diretti"i, una <lignitù nuzionale ed un'anima cosciente degli ulti destini della Patrh1. .-\ suggellurc e completare tale forvorc di rinnovamento etico-spirituale ,enne, .auspicata da tanti nobili spiriti, la Conciliazione, e col ritorno del Crocefisso nelle rmlc scolastiche laicizzate, l'insegnamento nobilitò h1 sua alta missione educatrice poggiando sulle basi eternamente \'Cl'C dell'amor patrio e dei l)rint'ÌJ)l morali del Cristianesimo. La serie delle rirormc degli ru.lat• lamenti si è conclusa con la promulgazione della « Cartu della Sc:uol:1 » i di pari passo è ~noccduto il la\oro di risa1rnmento esteriore della Scuola, con la crcnzione di migliaia di nuove scuole di ogni ordine e grado, sì da assicurare c<>mode possibilitù d'istruzione i,~ tulle le zone del Paese, con la costruzione di nuo\'e sedi moderne, con il miglioramento igienico-edilizio di quelle esistenti. E questo lato pratico del risanamento scolastico sarebbe ormfli opera compiuto in Jtnliu, se a dislogliel'C l'alacre impegno, per problemi di dirL•sa ben più urgenti e grnvi, non si fossero uccaniti contro il Fascismo i nemici. .\ella Scuola sono però rimasti aJC'uni: moli che con il loro peso imnrnnentc ne ritarda,trno il progrcssi,o processo di miglioramento, il quale sarù tuttavia raggiunto in pi<'-nOquando alla ,olontù costrutiiva ciel Ministro Bollai saranno aUiuneati tutti i mezzi indispens,1bili ulln grandiosa costruzione. Questi mali, che sono di natura morale e materiale, possono riguardarsi sotto 1 \re o.spetti della discil)lino., dell'insclZnnmcnto e dei docenti. L'aspetto disciplinare interessa i rapporti tnl gli allievi e la Scuola, In Scuola e gPinsegnnnti, gl'insegnnnti e Je fomiglic, in un nesso_ interdipendente Lrn <1ucsti diversi fattori: a fondamento di tali r:1pporti v'è l'educazione, quella ricevuta dai giovanetti in seno alle proprie famiglie e quclln impartit;.1 h·n i b,rnchi della scuoio. li senso elci rispetto, la scrictù nello studio, la rcsponsabilit.:i ck·i do,e6 delle lamiglie e degli inscgnnnti, sono determinati dal grndo di educazione. Trcppi nlunni vanno a scuola scn.t.u unn precisa cognizione dei loro doveri: le loro famiglie hanno una soln preoccupazione: avviarli a scuola, anche se manikstamcnte refrnttari .ilio studio, a•1chc se, superati i minimi studi obbligatori, essi dimostrano di preferire ai libri ,:tli arnesi, anch'cs6i nobilissimi, ciel la\'oro. li problema si presenta molto scrio per il sesso kmminile. Ln scuola italiana è ormai frcc1ucnt:1ht in preponderanza dalle donne e non s'intra,•,·('(le nessuna possibilità nvYcnirc cli poter suturare çom enicntcmcntc l'ortcrta pletorica di ragt,zzc diplomnlc e laureate, scnz;;1 ,oler tener conto del \'alorc effelti\'O, dal punto di ,ista culturale e prorcssionalc, di tanti certiFicati cli studio. f\i nostri giorni 1a media culturale dc~li allievi dei due sessi nelle scuole dell'ordine medio - quello che più conta nella formazione culturale dei giovani - non può dirsi ccccssivnmentc çonfortantc: si sentano in proposito quello che ne dicono le commissioni dei \':lri · concorsi a posti govcrnnUvi o parastatali cd i dirjgcnti delle grandi imprese economiche, industriali e commerciali. La scrictù negli studi è non poco compromessa, oltre che dalla mancanza della "olonttl, dalla funesta congerie di mani1csH1zioni patologiche della malintesa "' modernità •. Le esigenze di tempo e cli intelletto richieste dalla oi; toletta moderna•, dalla lcUcrntura legger~, impcn cn,nntc, dei giornalucoli novellistici ancora vi\'enti, dal cinema morboso, dalla musichetta, <lall'esngcrnto sportivismo, eccetcrn 1 non possono non influire a lungo andare sul rilassmncnto dei c__ostumi, l'aftic,•olimcnto del senso di decoro, dei legami familiari, della proprin dignitù. Per ,1uesto innaturale rivolgimento dei scntimcnt.i e delle , irtù della nostra razzu, procuratoci dall'allctlantc modernismo bestiale venutoci dal ;'\;uovo mondo sovvertitore dei val01; spirituali della civiltà europea e romana, non c'è da mera, igliursi se in una nostra scuol..t una fonciull.1 cosi « modernizzata :. gridi un esnspcruto oi; IJasta ! » all'insegnante che nel silcniio al'corto della scolaresca spiega iJ pensiero cristiano cli 1\lazzini, o se in altra scuola un professore non si pc.l'ila di rivolgere frasi cd epiteti poco castigati :1 gio\lncit..i e fa_nciulle. I.1 inscgnnmenlo che si manifesta nei programmi eia svolgere, nelle quantitù delle discipline da impartire, nell'adozione dei testi, nei metodi didattici seguiti, abbisogna di essere regolato e sistcmuto in via definita. Per talune scuole, i programmi sono vasti e vcsanti, non sempre adeguati alle pos• sibilità di apprendimento degli allievi delle varie etù che si susseguono nelle Fondazione Ruffilli - Forlì E D u o ch1ssi e nei corsi. ~folta materia andrebbe sh·ondata e ridotta all'csscnzialc, non mollo lontano da quelle lince essenziali che costituiscono l'unico possibile bagaglio culturale che rimane nei cervelli più allenati e coltivati alla chiusura dell'anno scolastico o al compi• mento del corso di studi fatti. Pure un riordinamento s'impone nella distribuzione delle vnric materie attribuile ai rispeltiyi corsi: si sa che nelle scuole !lcll'ordinc classico le discipline complcmw1tari scientiCichc cd economiche sono più che trascurate; mentre U\'\'iene l'opposto per le discipline letterarie nelle scuole dell'ordine scientifico. Se questi studi complcmcnturi sono, come fermamente riteniamo, indispensabili alla formazione di un'ndcguata coltura generale, sarà allora consiglinbile ridurre la materia al minimo di COAnizioni esatte e ben coordinale, come si è detto più sopra. La scelta elci testi scolastici, dù luog·o, ogni unno, nd una fontasmngorica compnrsu di nuo- \'i autori, a seconda dell:1 pemrnnenza o meno dei medesimi proCcssori e inscgnnnti nella scuola. Pur con le temperanze imposte dai dirigenti, i libri nuovi cd i nuo, 1i insegnanti comporti:ino un disagevole sbandamento nell'indirizzo degli studi e nella lineare esposizione delle discipline: sempre una cl·rt.a èonfusionc di idee nej gio\'ani nei primi giorni\ di lezione, e un notc"olc llggrrwio di spese ai bilanci familiari. Chi non ha sentito le lamentele elci padre di ft1miglia che avendo più figli .Scaglionati nelle ,·arie classi dello stesso corso di studi deve ogni anno so• stcnere ingenti spese per fornire di libri nuovi tulti i suoi [iglioli? J:: pcrchè il testo usato dal fratello maggiore non può essere studiato dal fratello minore? Ci sono, è \'ero, gli interessi cielle case editrici, degli autori e dello stesso progresso scient.ifico. ma è 'Pure indis!)Cnsubilc contemperarli con le necessità di una sana didattica, aUiclata alla continuitù del metodo d'insegnamento che si assicura con la presenza dèl medesimo docente e con In guida dello stesso testo. Quando l'uno e l'altro sono cambiuti, si crea un palese disorientamento che \'a a scapito dello studio. Siamo così pcn·cnuti a toccare l'ul• timo argomcnt.o di questa sommaria djsmnina: i docenti. Ln situazione numerica e qualitativa degli insegnanti nelle nostre scuole non è davvero brillante. Cii organici del personale ordinnrio sono ridotti a cifre esigu.e. e i rari concorsi per numero di posti tenuti all'osso non riescono certo H colmare i ,·uoti che annualmente si registrano pe1· vie naturali: ogni capo d'istituto de,e «rimediare~ (è la parob) con personale che non sempre è fornito del necessario titolo accademico o ciò possedendo, non <lò alcuna garanzia dì ax_cre le qualità indispensabile per esplicare con profitto il mundnto ricevuto, che è, bisogna dirlo, ben superiore al la\"Ol'O dj ordine m:nministrati,o o contabile di quulunquc nitra proFessionc. Con la creazione della Scuola .Medio 'ù problema degli insegnanti si è fallo cruciale: in tante scuole i gionrnissim, allie"i si son do,uti arficlnrc per lo più n giovani laurcntc o studentesse e .studenti universitari che non hanno nessuna pratica d'insegnamento, nè sappiamo cosa siano in grado di poter insegnare. Si è voluto risol\'cre una situazione scolastica adottando allo ro- \'escia i rimedi possibili: scuola nuova e inscgn:rnti ,·cechi, nnzi, senza inseA T V gmmti. Bisognavo forse cominciare col formare quest'ultimi, rinsanguando i ruoli con clementi di sicuro aUìdamcnto e di seria preparazione sc:icnti[ica e culturale. Le <lifricoltà degli anni turbinosi che l'ltalia attraversa in questo periodo di ri, 1olRiment.o mondiale, non hanno consentito un graduale e metodico s,olgimcnto di concorsi (noi non crediamo aJ1a efficacia selettiva dei più idonei clementi per l'insegnamento con i normali concorsi) onde sistemare fornimente gli organici previsti per l'ingente numero di scuole; ma la situazione preoccupante in èui si tr,1scinu da troppi nnni questo grn,·e problema esige almeno una urgente soluzione che torse non è arfalto di t·ipicgo, e sarebbe co• munquc soddisfacente al coso: immeth,re nei ruoli ordinari, ad ali<1uote graduali e con rigoroso processo di scelta, le migli:1in di persone che da più anni svolgono nelle noslrc scuole una sc1·ia, leconda, appassionata opera d'insegnamento sotto forma di p1·ov, isoriaii, incarichi e supplenze. Chi in possesso di regolare titolo accademico e di diploma di abilitazione, da 3, 4, 5 o pilÌ anni ha dimostl'ato, pc1· tcstimonianzu dei e.api d'istituto, cli sapere adempiere con la do\"ut.u pl'cparazionc sci'cntifica e il possesso di spifcatc qur1lità pedagogiche e didattiche la delicata e nobile mjssione ,le.I docente, potrebbe ben merilai·c il diritto di appartenere alla famiglia dcgl'insegnanti statali almeno qunnto già ne gode quell'insegnante di ruolo che avendo superato comunque l'unicn pro,·a di concol'SO ha poi rivelato scarsa capacitù .pratica allorchè si è trov,1to sulla cattedl'a se.ostica. Del resto qualcosa in questo scn• so il ~linistro Bottai non ha giù concesso agli insegnanti degli istituti scolastici religiosi? E quale maggiore garanzia per Io Stato nella scelta dei più capaci può trovarsi di quella consacrato nei rapporti informativi annuali redatti dai dirigenti delle Scuole regie? Tutti ne guadagnerebbero da un simile rivolmdonario pro\'\'edimento e in primo piano la coltura nazionale e il prestigio della Scuoio fascista. :UA/110 CUl'INI IL cnmt!ratn Cupini csuminn con acutezza quelle che sono attualmente le deficienze cficHi"e della nostra scuola. D'altra parte è onesto affermare che quasi tutte (IUC!:itedichiarate deficienze sono state passate al vaglio dalla attuale Carta della scuola che .si pre[igge, in un dato nume1·O cli anni, di pot·- t.nre In nostra scuola n ,,ucllc mete ncccssal'ie per la sua vitale fu111.ionl!. Circa poi la pletora delle rag:1zzo diplomate e laureate, U bene insistere sulla eccessiva benignità degli insegnanti, benignità che nessun moti"o, neppure sentimentalmente umano, giustifica, be• nignitù nodva per varie ragioni. C1·cdiamo che il punto su cui è necess11rio soUcrmarsi con maggiore attenzione è proprio quello dclln classe insegnante. Dobbiamo constatnrc che finora l'esatta esecuzione dei nuovi concetti ai <1uali si uniforma la riforma scolastica C rimastu lettera morta in massima parte per la mancanza di un corpo di docenti capaci di interpretare e di attunre con fede ed intelligenza In Carta della scuola. fiochi: non sarà J)Ossibile uvcre a disposizione questa massa d'insegnanti atti ad applicare il « sistema •· la riforma, mngnifica in se• dc teorica ccl ideale, non potrà trovare riscontro in sede pratica. Pensare che il « sistema » porti come conseguenza un •nnturule» agg-iornomento della classe insegnante è piuttosto ingenuo e dimostra come si sia un J)O' troppo lontani dalln realtà. ~Iolti anni di e1-rotc 5

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