Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

* p E~it~ 11 ~l\\~~·c~1;c Pd:t~~~~:Id 1z ug~~i senso \'i\ o di un'istanza comune, fraternamente 3vvc1•tita nelle sue conclusioni anche se- condotta nel processo logico « E <l'ahra 1,arlc Chiesa ita)jana non I " · .1· • da diversi ,rngoli visuali, ci siamo so(- ,•uol dìrc Chicsu soggetta allo Stato az1on1 u1Slmle, una cattolica, ad csclufcrmati pensosamente sullo scritto di italiano, mn soltanto che, Ùbbandonale sionc quasi sempre ciel Fascismo, unn Antonio Murzotto, « La terza Roma», certe i>osizioni J>olcmichc che alle volle dcf tutto agnostica, in materia religiosa che Archifrtwe ha pubblicato il 30 set- possono anche essere comode, la Chiesa qualche volta purtroppo anche in tembre. Da alc:une esatte premesse sto- si riconosce nella tradizione, nella ci- materia ·politica. Il che è do,·uto, penriche si giunge infine n una afferma- viltù, nella vita italiana •. siamo, al fotto che si sono confusi da zione èoruggiosu, bella appunto f1nche Clie si avverta nella nuova gioventù Una parte i cattivi ministri della Chiesa ·1 · h con la Chiesa stessa, dall'altra i caUivj per I suo corngg10, e e torna ad onore un'esigenza religiosa di prim'ordine, è politici del Fascismo con il l'nscismo di chi l~a sottoscritta: fatto indiscutibile; e nemmeno è diffi- stesso .. E allora, per quanto soi>rat- « Il com1>romcsso che nulla .salvava cile trovare le ragioni di questa rea- tutto riguarda la composizione dell'indelll:1 • libern Chiesa in libero Stato• zione, ricercundo nel lungo e doloroso timo conflitto che nasce nel giovane pote, u servire a un Cavour per ntrFaz- ~lato di incertezza religiosa e morale dn <iucste diverse constatazioni. non zonare nlla meglio un'Italia «privata», 111 cui caddero molte generazioni dalla ci sembra che 8 questo punto si inneper uso e co11sumo degli Italiani d'al- Rivoluzione francese in qua. st1 nel discorso il problema della capaloru, capaci soltanto <ll aspettare « lu- Anche su Pattuglia abbiamo prece- eità direttiva, da alcuni es;1ttamentc mi» dalle « grandi capjtali europee,.: dentemente discorso di que st0 i Jimitan- chiamato anche, dopo l'avvento del Famn un'Jtalin che intende imporre la sua cloci a portare sul tappeto, nella mo- scismo, della moralitù politica? funzione universale al mondo, deve cli- nicrn più chiaro possibile, In situazione Vediamo: noi non conoscinmo come minnr(' in sè il compromesso, e raggiun.. ~!vi~ou~~1i!"!:1i·~!~r!!i.o~~le q~f 0!~a mva;n~~; venga considerato tale problema. che r:~i~o!::,,Sintcsi: Stato Cattolico e Chiesa a creare. Particolarmente pt'CSsante ru si potrebbe nominare anche di <1uadri, to: 1,: non d inalberiamo davanti alle allol'a per noi esprimere In convi.n- dnlla Chiesa - ma pensiamo che pure l'\lettiamoci noi di fronie a qualcuno) cli quei giovani, educati nell'ambiente 1>arrocchiale, fo maggior parte dei <1uali Jamentu.vamo perduta per la causa della lli"oluzione, che per 11oi è compresa in qucll~1 dclln Pntria. Osser\'eremo sem1>rc caratteri sobri), tenaci, orientati verso un dcFinito concetto delle nccessitù clclln vitn e dcì doveri ,·erso h1 societù, precisumcnte morali nella condotta più intima; tutte doti che potrebbero formare il Foml.1mento più solido dellu morule che noi auspichiamo, e che purtroppo rimangono al servizio cli un generico spirito conservatore cli pol"crose ideologie. Sono le doti tut• lavin che solo può dare unn sana educazione religiosa. doti necessarie per innestare le esigenze della vita spirituale in quelle della vita pratica, che ne verrà nobilitata e perfezionata; e questo ci mnnifcstu come le dfrctti"c da una parie e dal1'{1ltra debbano essere orìcntate reciprocamente in funzione complementare ed integrntrice. Sicchè, alla dimostrazione storica della necessità che si giunga alla realizzazione del princi1>"io enunciato ~dn ~larzotto, si aggiunge una dimostrazione individuale cd intima, che forse sentiamo come più s<1uisitamcntc nostra. I lcmpi corrono; il µens.icro si C\'olvc; l'uomo vuol rientrare nella sua vera essenzll. Sarà una conquista di noi, lluliani cl'unu Jtalia ricostruita, <1uella d'aver ricomposto in una su1>crjore unitù i termini di un troppo continuato contrasto? l >arole. Stato cattolico non vuol ·'ire zioo~ che tra religione e politica non per essa debba esistere, a prezzo in 8 u trovuuno; quale premessa morule pjù caso contrario della sua stessa conlato teocratico. e Stato in cui i· preti vi rosse idenlmente alcun attrito, che uu tinuitù -; nè probabilmente avremmo dettan legge; vuol dire che uno Stato buon catttolico potesse essJ!rC buon poli- sia la possibilitil che lf, mentalità per italiano per essere vC'ramcnte ltulia- tico e vicc,·crsu. Aggiungevamo, se ben studiarlo; ma riguardo allo stesso prono non può · essere che Cattolico, è ricoi·diamo, che i due ruttori vcninmo a blema com'e si è posto nei µrimi vcnc1ucstionc di tradizione. llieonosccre cioè incontrarsi sul terreno dclJu morale. t'anni del Fascismo 1>er il llegime, abuUiciulmente che In nostra politica in- Mn purtroppo la realtà, ora, è ben biamo riconosci\1to unanimemente per In terna ed estera è ispirata ai principi altrn. La realtà è che, t"ra noi giovanj, soluzione di esso una buse morale. della religione italiana, cioè Cattolica. pochi lrnnno sim:ermnente in se stessi E c1ui, caro i\larzotto, finalmente ci ri11 che non vuol dire rare una politica e a se stessi dimostrato come dai due troviamo; c1ual<' premessa morale più rcligiost'., ma vuol dire \'Cramentc Care clementi deri"i una superiore armonia. puntuale c~I esatta dei principi cnttouna politic!t totalituria. La maggior parte si è divisa in due lici possiamo noi desiderare? ZOJJ. ~---------------------------------/ pnOPH 10 così: ieri il sentinftmlo nuzionole era posto come un dog!n~, csclusi,o, ~eloso, assorbente; divcmn,, secondo I cusj, motivo di intransigenza o bandiera di rivolto.; oggi, ..nel tumulto della guerra mondiale, tu senti che, non contro, ma uccanto ud esso una sensazione nuova si va precisando e scende ad operare su un· concreto terreno: la coscienza di appartenere anche a un gruppo più vasto, legaio <ln molteplici rili di interessj di storia di id~c: alla mitica Europn. Ancora accenni, barlumi; ma è sempre un primo germoglio che nasce. CO~lClll/lf f llllOlPl f Intendiamoci: dal punto dl vista .ideale ed astratto l'idea europea non è una novità e tanto meno una ~coperta. In realtà l'azione sociale dcll'indi"iduo, sul piano ideale, si concreta neccssa- _riamente, e per gradi, in svirali sempre più larghe. Fra i due poli estremi dell'individuo da un lato e dell'umanjlà dall'altro esistono tappe intermedie che lo spirito umano attra\'ersa nel suo cammino verso una più ampia aspirazione, tappe che sono, di ,·olta in volta, la famiglia, la città, la nazione ed c,•entuolmentc la supcrnazione. Distinzioni c1uestc che opcra110 anche nel campo pratico della volontà, e non solo, dei puro intelletto, come momenti della sensibilità indi"iduale e si accendono specie quando si presenta la necessità o l'occasione di reagire u un aUcg"giumento antitetico o ad un ambiente di\'erso e soprattutto ostile. Fuori della propria casa l'uomo si sente più legato alla famiglfa; fuori dellu propria città difende con calore il suo campanile anche se, quando vive ali.a sua ombra, ne sente tutta l'angustia i fuori del proprio popolo vive !ierarncnte la suu nazìonalità; di fronte nd esseri di altra razza, specie se di di\'erso colore, sente talvolta drammaticamente il dissidiOi di fronte alla materia bruta cgh si sente semplicemente •uomo•, av,,crte soltanto la sua nalura primordiale, la sua orgogliosa umanilù, Oru, da tempo, un europeo in ·America o in Asia. prima di scendere u più precise ilistinzioni, si sentiva 1>rjma di tutto «europeo•, senza escludere con <1ucsto le sue altre qualiU, ma anzi comprendendo in quella vasta espressione Ja nazione, la regione, la città o la borgata. La coesistenza concentrica cl.i queste diverse sfere di sensibilitt\ non solo è possibile ma necessaria. Unu compiuta coscienza sociale si forma nell'individuo solo con l'armonica compenetrazione di quelle sfore. Dante è, nello stesso tempo. fiorentino, gbibclJino e uomo dell'universo. Leopardi in un apparente dissidio col borgo nativo, trova in quel contrasto la ragione per ascendere all'universale. Goethe, te<lE"- sco, s'incbrin della luce d'Italia e si proclama cittadino del mondo. ~fa l'esistenza e coesistenza di quelle sfere spirituali, l'insorgere dell'uno o dell'altro sentimento nell'individuo in delerminat.e condizioni, è cosa prorondamentc dh·crsa dalPassunzione di tali atteggiumenti come concetli operanti sul conc1·èlo terreno politico. Sono ancora sensazioni sporadiche, reazioni indi\'iduali i 1_1onsono tutte e sempre, per usare una vecchia' espressione, « idee rorzc», dit·ettrici di un'azione comune, energie continue e immanenti nella vita politica. Ogni civiHù1 ogni epoca, ogni ordinamento ha alimentato e potenzia.to l'uno o l'altro di questi sentimenti naturnli ai Fini di una più concreta azione collettiva. 11.oma ci dà l'esempio della prima grande comunità mediterranea, poggiata saldamenlc sull'idea di Stato, che prescinde da ogni Forma di naziònalismo ma sente profondamente l'appartenenza ideale alla civilas per eccellenza. Il Cristianesimo, s1>ecie alle ol'igini, pose cpme fulcro della sua azione politica il concetto di umanità in aderenza alle sue premesse religiose. Nell'alto medioevo si vide operare un sentimento sociale sempre più limitato e legato alla bo1·gata, alla torre, alla pieve, mentre le idee unitarie del papato e del1'lmpero si scontravano in una lotta logorante prima fra loro, e poi con le nuo\'e forze fermentntc dalla Riforma e dei nazionalismi nascenti. Lungo. e faticoso travaglio durato pe1· secoli prima che l'Europa riuscisse a precisarsi in gruppi nazìonnli e che traboccò soltanlo col grido di rivolta della Rivoluzione frirnecsc. Tutto l'ottocento sarà l'epoca dei nazionalismi. L'idea nazionale diviene l'unico e predominante programma di azione collettiva. Sarà essa anche l'ultimo termine dcll'c,·oluzione storica? Prima di accennare ad una soluzione probabile, vediamo: da che dipende la diver·sa fortuna dell'uno o dell'altro metodo d'azione? Perchè una data epoca sceglie e sfru.Lta un" determinato sentimento sociale per raggiungere i 1>roprì t.ini? Le ragioni profonde sono naturnlmcnte inafforrabil.i, sono di quelle che riposano sulle ginoechja <li Giove. ì\la si può ossenare intanto che l'uso dell'uno o dell'altro sistema coincide con lu dirfusione e la preminenza. nelle masse dell'uno o l'altro sentimento. Pensate all'Italia d'oggi. Il senso più intimo è <1uello nazionale. E la sostanza viva del nostro sentire. E l'eredità immediata dei nostri pndri. E: il senso prorondo che, nel bìsogno, fa FdndazioneRuffilli• - Forlì sorridere il combattente in rnccia alla morte. Sotto <l1 esso strntiFicano avunzi del pussato. li rcgionali~mo ad esempio, residuo dell'etù dei comuni e delle signorie, rimane ancora come innocuo frammento del passato, che non ha più azione politica diretta; ma consCl'\'ll, cd è qui ancora la sua ragion d'es• sere, un motivo cli emulazione nclPambito della superiot·e coscienza nazionale e come tale va ancora sfruttato. Quando -il regionalismo ru superato dal senso della nazione, quando la coscienzn nazionale riusci a dilfondcrsi nelle -masse? Nel medioevo l'idea imperiale unitaria e qucJla papale erano semplicemente idee; potevano muo,·ere Ile, Imperatori e Papi come pezzi di una fastosa scacchiera, ma le masse vi,·cvano estranee nel più minuto atomismo, legnte come ostriche al campanile, ulla borgata, al tienile. Il Hisorgi.mento, iniziato come tutti i rinnovamenti da minoranze sparute ed idealistiche, da principio fu forza cli pochi. Ci vollero per noi oltre cinquanta anni di unitù; ci vollc1·0 soprattutto quauro anni di dura guerra che riuni nelle trincee del Carso e dct Trentino, gomito a gomito, nel rischio. uomini di tutta Italia; ci volle la tenace volontà (jcl Fascismo, perchè quel sentimento divenisse, come è ora, difluso e naturale e profondo ul 1>unto di fa1• meravigliare come ..i..l. passato l'abbia potuto in certi momenti ignorare. Ora, la seconda guerra europea ci ha messi di (ronte a una realtà nuova. L'Europa, per la prima volta nella sua storia è, \-·olcnte o nolente, tutta riunita e, <1uel che più ,·aie, aggredita da masse anticuropcc: lu B.ussin intimamente asiatica; l'Inghilterra, che solo gcografìcamente 11pparticne tall'Europa pcrchè storicamente ha gravitato altrove su tutti i mari; PAmcricn, la figlia sconoscente che avanza pretese in ,•itn sull'eredità materna senza pensare che la vecchia Europa nel combattimento e nei sant,rue ha ritrovato un'altra giovìnczza e va di,·cntando pjù com1rntta cd unita contro i nemici di fuori. Sembra di pote·· salutare [i1rnlmcnte la nnscitu di u , :....:nso ,·cramcntc europeo che non ha nullo a che fare con i tentativi precedenti perchè- nasce dal1' intimo delle coscienze delle nazioni. La Socielù ginevrina era soltanto una farsa, che, sotto una ralso soprastruttura unitaria, tnascherava il più spiccato frammentarismo egoistico. Le prctes<' di tutte le internazionali comuniste tcndevano e t.c'ndono a un li\'ellamcnto che la sorridere_, quando non indigna, nella nostru Europa. L'Europa, come si è deito, è fott.u di differenze. di antitesi, di inlima dialettica: sono le ragioni dclln sua supel'ioritù. Cnncellarc quelle dirfercnze significherebbe cancellare l'Europa: renderla simile a una steppa asiatica o a una prateriu americana. L'Europa, se trovcrì1 la sua unitù, la tro\'erà solo per un processo intimo che si avvnle delle dirFcrcnze e potenzia: non assopisce, i singoli nazionalismi. Solo così essu manterrà la continuità dello sua storia. Ogni popolo. come ogni individuo, soprattutto in Europa, è nato per battere una strada che solo a lui C dato percorrere. ln una Europn unita le dìCfercnzc storiche, nazionali, non si debbono smarrire; debbono diventm·e ragione cli emulazione e di nobile gara per la quale ogni popolo sara per quel che vale e pott•ù spiegare In propria opera in un campo più fertile e ,·:,sto. Solo cosi la coscienza europea potrà scendere ad operare in tutto un continente con un'azionC' concreta, continua, feconda. Là lancetta progredisce verso un'altra ora sul <1uadrnntc silenzioso della sloria. AiVGElO DE MATTIA . .. ft nostro collaboratore espone in questo articolu quella che è una necessaria ed imprescindibile esigen=a del nostro conlimmle, per l'instaurazione reale e non solo progrumml1lica e/i un ordine nuovo ue/la r.,ecchia Europa: la collabora=ionc Ira i popolì. Tale collubora- ::.ione è et1iclen/eme11te in allo nel campo mi/itc,re e in quello economico; m(I ci preme chiarire come essa debba andare molto pitì in là cli quanto 11011 sia eiettato, o qualche volt.a imposto, dalle contingenze clella guerre,, E si ,,orrebbe che i germi di tale collabora::ione, i quali non possono pro"enire se non ,la un fermento ideale, fossero diffusi fin cl'ora pitì copiosamente. Il camer,,ta De M"llill e/ice giustamente che risiede nei gioocmi, soprattullo, la prassi e la responsabilitci cli tale ritinovamente continenlale; è chiaro a que* sto proposito clw i gio1•ani ciel/e varie Na:ioni cl' Europa sono accomunati cfo un desiderio profondo ,li conoscersi, di studiarsi et fondo, nella loro umcmità e nei loro Problemi indivicluali e co/- l~ttivi, molto pid a /omio cli qmmto /mora non lo abbi<mo permesso le di- "ersé mcmì/es/a:ioni 11/ficiali organi=- =ale allo scopo. Lei collabora:ione del resto imporla massima lellllà e sincerità cfo parte ,li tutti; ed è sempre e coslantenwnle su questi due /allori che rogliamo in ogni caso insistere. (l\'. d. Il.)

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