Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

abitudini influenzano non solo i prnicssori già di ruolo ed anziani, ma - come implicita conseguenza -1 i giornni diplomati e laureati che a loro volte hanno subito l'influenza di un metodo inadcguutO. Noi potremmo U\'Crc solamente unn naturale « [iliazione • di insegnanti qualora la scuola - secondo i nuovi principi - potesse automaticamente andare in atlo c<l a sua voltu potesse. creare quegli uomini necessari n continuarla cd interpretarla. Sarebbe opportuno, per il momento, lare una specie di censimento di quelle energie - oneste, competenti energie - su cy.i poter fare aUidamcnto. Ed ap-plicarc la Carta in conscguenz:1 dei risultati e quindi su basi solide. Inoltre non sarebbe poi del tutto inutile richiamare i professori ad uni:, maggiore severità e nel esigere molto di più dagli allievi. Una inchiesta nelle scuole inedie - nelle scuole magistrali femminili, per esempio - porterebbe alJa dolorosa constatazione dell'abbassamento del livello culturale, abbnssamenlo dovuto, fra l'nltro, ad una maggiore larghezza di giudizio e ad una soprnvvenutn « uma.nità » nei docenti: « umanità » con~guente allo stato di guerni. 11 rilassamento constatabile nella scuola non può essere assolutamente giustificoto da questi anni di ,1v\·enimenti eccezionnli. N. d. lt. SERVIZIO POSTALE Al Jlirt:llor,: di "PJlT1'UliLIR n r:1no l::uncl'ala, nn collahorntore di "Pallugllu u or.I 1111.mcro di sr.llmnbre•oltohr.c, esamina il 11roblcmn dcli' ammisKinnc nlla Semola mcdh1. r.a dlHcutooioue, quando si 11ro1m• un di n1111rnl'oudirc I! chiarire i problemi, non Molo è dnKicfcraln ma snllm:ilaln, cascudo vera. e 1wslam..:insa ful'mn cli coJln. hora:du1rn. liceo pcrchi1 11rendo l'occnNinuc, che l'uut11ee dell'al'lh:nlo cltnto mi 1rnrgc, 1rnr integrare alcune 11111! 08HCI'· vaxloni. l:tie lu critica a cui l'arlicollsla sot1011ono il sistema degli 1uu:Lmi di omissione sia ragiunevolo, l.rac conferma nuche dal falln che quell'es;:uuu, dnlla (:urla della 8cuoln prima, e dall'art. 15 della legge islilnliua della Scuola mollia do110, 1) già slalo abollto. I nuovi esami di ammisxlone, Ì!!falti, snranuo offolltmli tmi programmi della "Scuola del lavoro,,. Nenmia necestoiilit, quindi, di rom1rnrr. l'unllit ol'gauica della clnssu e dh1idern gli alunni, affidali allo aleno maestro, lra coloro che 11011 coullnucranuu gli siudi, e seguiranno perciò Il 11rogramma della Scuola elemenlaro, n colnr~oche si pr.eparauo ad nccedcro alla Scuola media e debbono, perciò, s11g11irenu programmf1 di11e1'soda quello dei compagni. Lozioni privale e coslll111.ione delle s11per-claasi non duvrr.hheru aver ragione di eRislerr.. L' nllmu:ionc di q11n11la parie del nuo110 ordfuamenlo, dm,ondo collegarsi alla lrasformaxiono delle classi ,Ja e 5• elementari "Scuola del laworo,, 11011 ha poIulo a11er luogo finora. EHa, 1rnrù, ormni è 11roSKima e melloroì n1m agli luconvt:- niontf aculamnnlo lnclicaU. I.a Carta della Scuola si è do11uta applicare, per lo molteplici esigenze organlzznttve, In faRI succenivc; ecco perchè, ma ancora per poco, talvolta li veccblo non fa lnhmdere a1111ieno Il valore del nuovo e nascono le impressioni di sconcordanza, che, ad attuar.Ione piena, scompariranno del tutto. Cordialmente GIUSEPPE BOTTAI Siamo ollremoclo grati all'Ecc. Bottai non solo per l'onore fattoci di fermare la sm, atlen=ione sulla noslrt, breve nofo riguardanle uno dei pitì delicati /)unti della riforma scolastica; nur per essersi compiaciuto d'intervenire con la suo <mlorel,ole parola nella nostra modesta discussione, chiarendo in mo,/o ,le/inilivo fo posi:ione ,lei problema trattalo, clic sembrnva minacciasse ,li prolungare all'avvenire i seri incotH"Cnienli dli noi prospelÙ,ii. Il noslro pensiero sulla posi:.ione11 diciamo, tecnica. del problemo, coflity<wa del resto con quello espresso d,, un Direttore didattico della r1ostra cillà (la « /onte compelente » accennata nell' art:"colo j ne{ Convegno dei dirigenli scolastici e docenti tenui.o nello stesso lenw ,, Forlì nella scorsa primavera sotto la preside,i:a del R. Provveditore agli Studi, i cui risultali' riteniamo siano stati portati a conoscen=a del Minislero dell'Educazione Na=iona/e. ELOGIO DELLA BUROCRAZIA ITALIANA -...To:,... ci muove a diFcnclcrla sol- .J..,. tanto 11 senso dell'umana giustizia verso chi profuse energie fisiche e mentali negli studi, prima di continuare le Fatiche della preparazione culturale col lavoro meno intellettuale ma altreltanto sfibrante degli uf[ici. Non ci spingono alln sua apologia i drtuosismi veramente Funamboleschi con cui essa risolve, dato il costo della vita attuale, lu... quadratura problemnticn dei bilnnci familiari. Ma iJ bisogno di riahilitarc un concetto che, assunto csclusi\'omcntc nel suo significato deteriol'c, rischia di cssel'c imputato, senza sua coipa, della paternità ingrota di ccrle defezioni della realtà, determinate do cause che devono essere altrove riccrcùte. Voglinmo smentire il luogo comune che fa <lellc burocrazia il capro espiatorio di tutti gli errori, sino ud =:ittribuirle l11 responsabilità cli ogni arresto e disfunzione dell'aUiYilù nmministrativa e delle illecite manone profittatoric compiute in- \'CCe da aristocratici parassiti e <la plutocrati falsi e scnzn scrupoli. Però, bisogna subito dichinrado, gli estremi della nostra diFesn si allontanano cl::tgli uspctti empirici del problcmu della ri\'alutazione dello tanto bisirattnla burocrazia. .:\on merita infutti alcuna risposta la denìgra7ionc stupida e volgare di chi, circolando in auto lussuose, riniaccin a c1uclla la mancanzn di senso a(- l'a.ristico. di intuito e di capacitù orgunizzati,·a; tutti sanno che questi presunti requisiti congeniti si riducono ad opportunismo, csosit.ù e sprcgiudicntezz.:1. l1 nostro articolo vuole guur<larc le cose da un punto di vista generale, e dimostrnrc il \'alorc giuridico-sociale della burocrazia cd i meriti storici che ess.:1 si C gundagnnti in seno alla vita del lo Stato. L'accenno alle intcnzìoni era necessario perchè non s'intendesse snlt.Hto o piè pari od omesso l'esame delle possibilitù concrete dì sistemare nl più presto, nel quadro delle catcgol'ie pl'Oduttivc, gli impiegati in un rango consono rii regime di vita che essi devono svolgel'c ed alle funzioni che assolvono. Del resto il riconoscimento nltrettnnto pieno che atteso del vàlorc dell'opera della burocrazia e Jn sua effettiva-valutazione morale e finonzinrin sarà fatto conseguente nd una precisa coscienza dcli' importanza del principio burocratico tra quelU che prcsiecleno il reggi 4 mento della cosa pubbilica. Oggi che le necessità belliche allontnnano dal fronte interno una grandissima percentuale di lavoratori, non è ancora possibile - le leggi economiche insegnano - mettere il burocruta nella posizione dc·gna della sua azione rau;vn e silenziosa; per cui il discorso ci sembra molto opportuno. Cos't_• dunque la burocrazia? Se volessimo ascoltare il Minghetli che la chiama « lebbra dell'amministra 4 -.zione »1o il \·erbo del lessicografo « che non sa più se biasimarla 11er la, sua ibrida origine o per il suo significato » dovremmo considerarla a priori ncgativt1mentc ed attribuirle tutti i difetti che comunemente le si ascrivono. La burocrazia signirichcrebbc dominio cieco dell'ufficio come reoltù statica di fronte alle mutevoli e molteplici esigenze dello spirito,., in continua evoluzione; appesantimento dcli' ingranaggio amministrntfro, intralcio alla libera espansione dello Stato moderno, ostacolo alle .sue possibilità di raggiungere i fini individuali e collettivi con varietà ed elasticità di mezzi. Cosi dicendo però non ci si accorge d1 fare considerazione giusta ma estensibile a qualsiasi corpo amministrati\'O, compreso il più antiburocrntico per cccellenzu, allorchè si affievolisca la vo[ontù dei funzionuri 1 si esageri nella divisione del lavoro. Ma prima di procedere alla facile condanna della burocrazia bisogna domnndursi che cosa sia esattamente nel suo signHicato originario. Come è noto, nei secoli XVH e XVHI lo Stnto s'identificava col ~lonarca cd crn oggetto del suo personale dominio. Per un complesso di circostanze storicamente acquisite, prima frn tutte Pcmuncipazione del ceto borghese. lo Stnto diviene entità per sè stante e valida anche se, secondo la concezione dello Stato di diritto, non ha alcuna funzionalilù olhi::: i limiti dell'attuazione delle libcrtù civili. Tuttavia un sensibile progresso è giù compiuto; all' inìzio dei XIX secolo lo Stato non è più sovrano, ma il suo capo ne è orsuno e l'ordinamento giuridico un organismo cilpacc dì funzionare automaticumentc. L'espressione che sancisce questa Htlidit.:\ dcll'.:mtonomia dello Sl-ato è lu burocrazia, che perciò vuol di1·e al - momento della sua nascita, domicilio dell'ufficio inteso <1ualc indipendenza delle sue funzioni du qualsiasi riferimento personnlistico. Allora burocrnzin significava affermazione dell'idea dello Stato, che per i I passato ill\•ece il semplicismo dei cultori della <lottrinn giuridica aveva posto n secondo termine dell'equazione 1\'lonarca-Stato. Si rialh,ccia al princi1>io gerarchico, a <1ucllo della divisione dei poteri e del lavoro, cd allu ncccssitìl di disciplinurc ogni attìwitù e competenza. Se poi la burocra.t:iu cunonc costituzionale attivo dfrcnta nspello deteriore, difetto dell'amministrazione, ciò dj1>cndc eia due i-onioni: dal diffondersi elci principì e de1le forme del governo parlamcntru·e; dulia diffusione ccl art'cnnazionc della dottrina positivistica. Sulla scorta, infolli, delle formule parlamentaristiche, per cui il go\'erno dipende dal pm·tito, e anzichè essere tutore dei diritti e degli interessi del cittadino diviene mancipio di una classe o piuttosto di una funzione, il funzionario sa di esercitare le sue monsioni transitoriamente, per il tempo durante il <1ua1c gli è accordata la riclucia del partito in auge. Da questo convincimento deriva al burocrnte, se alla base clclln piramide, abulia e fiacco svolgimento , dei propri compiti, se all'apjcc, legalo com'è alla maggioranza parlamenh1rc, abuso del suo potet·e. tralasciando H pubblico potere. D'allro canto là dirfusione nel mondo burocratico delle dottrine positivistiche men!, all'nttrìbuzione _degli atteggiamenti deterministici, rinunciatari e quietistici, alla burocrazia <1_uasifossero suoi connotati speciCici. Pet' quel• la strada si giunse a credere che! i do- \'Cri del funzionario non vadano oltre il materiale adempimento cli prestazioni determinate quali l'osservanzil dell'orario d'ufficio, l'ossequio alle norme consuetudinarie impiegatizie e via discorrendo. Sebbene però la concezione positivistica arrechi danno alla burocraziu nel senso anzidetto, dà in compenso al burocrate quel senso di accomodamento e quella costanza nei propositi che, seppure modesti, costituiscono garanzia di cont-inuitit nel lavoro dell'amminist.raz-ionc cui egli ap1>al'tiene. Attri:1,·crso l'opera del tempo, con la 1·assegnazionc con cui si accetto la fatica di oggi uguale ù quella di ieri, subentra nell'animo del burocrate, l'abitudine al lavoro, che arreca indubbi vantaggi allo Stato e opera serenitù all'jmpiegato. E l'utilitù della burocrazia, laboriosa e silente. viene a galla, prima e subito dopo la guerra mondiale, quundo imperversando il comunismo, la serie numeroso degli scioperi ·compromette la ricchezzu pubblica. La burocr.izia, quantunque derisa da certa scapigliala letteratura pseudo• attivisticu che parodia il pO\'Cl'O travet, continua le fatiche dell'mnministrazionc r- ... oka dal fallimento lo Stato. Oggi, dopo che,. per dirlo col Pa• nu11z10, 11 movimento fascista ha saputo F8ndazione Ruffilli ·_Forlì realizrnre la migliore forn1a di statocra• zia e sono state cmanaic delle leggi 1011uamc:ica11sunc attribuzioni degli impiegali pubblici e 1>ri\'alì, <IÒpo che essi hanno rornito prove e riprove della loro capocitù, nessuno pol.r.ì negare al lunzionario di aver osservato il giu1·amcnlo di fedeltà prestato allo Stnto e <.h a"cr guadagnnlo le parole elogiative che il Duce gli indirizz::1\'a un giorno per la sua opera ti( assidua e tenace ». Lo burocrazia ha sofferto le conseguenze della crisi pnrlmncntarc e qucJ4 le dei positl\'ismo, ereditando le cariltl.eristichc mentali che esse nvcnrno apporLt,to in tutti, impiegati o non impiegati. ~la nessuno potrù misconoscere le sue virtù d10,ggi, le benemerenze che ,si è guadagnale durante la guerra pus- ~ata, nonchè la sua funzionaHtil in ogni lorma di governo cd in ispecial modo in quella che, come la fascista, ha l'O\'esciato la proposizione ciel Tocqueville, laccndo ministri cd impiegati servitori dello Stato. Oggi in cui nel cittadino e nel fun• zionario è presente il « sentimento dello Stato•, la mancanw di alncrità o il rul1cntnmcnto nel ritmo la\'orati\'O sono difetti singoli, dipendenti dalla im]>Cl'- lezionc di questa o quello natura umnna e dulia stessa complessità del sistC'ma di nmministrazione degli stati contemporanei. Si rinl'accio spesso all'impiegato di guazzurc nelle Ci.ll'tc e nelle cifre del protocollo. i\la è egli il succube o il responsabile di queste tare della « burocrazia •? J\'ella gucna in corso, mentre si verHicano Je ineviit1bili sperequazioni dl'i salari e dei profitti, l'impiegato sopporta gran parte del peso del rincaro della vita e continua n lo\'Orarc, con l'icrczzn dignitosn e consnpe\'ole, e con Ja coscienza <li sc1Tire fa Patria per i suoi più :'-l_t.i deali. .-\nch'cgli-combattc le sue oscure battaglie. I.o si consideri dunque nel suo vero , nlore: come ebbe a dire il Duce, sin dal gennaio '24, ..: egli è un soldrùo cd un milite che mette tutte le sue energie ul ser"izio della .'\azione». FfUI\CO MOl,'/'ENI Peri littoridailgi iornalis Qua1Ji sicura111c11tPq11es,·l111110llvra11110 luogo i Uttoriu/i dellu C11/lura e dell'Arte. Fru le ultre JJrOve '-·redo che maggiormente itrtereasi a 11oidella MmnJ>ll universiluria, quellt, allraver,o lt, quale vernì prorlamato il Littore ,li giornalitmw. Mi sembrn, li proposito <liquesiti pro- ~•a, che il metodo /ilio a<l ora aperimentuto nelle precedenti e<li:.ioni liUorioli, 11011 sia il piil rispomleute ,,er lourellre colui che in "" certo scuso doa:rebbe rappresentare il miglior f!ÌOrnulista 1u,iveniturio. Premetto rl,e 1111eslt1 now è (iovuta più che a mie ,,erso,wli o!l1Jervu- =ioui, ad os.sen•a:;io11i che l'amico na~·o• glioli mi foceva d11rt111tegli ultimi Ut. toriali, se Lt, memoria 11011 mi inganna. PillttotJto che cm1siderorc le due o tre prove bi 1Je<lelittoriale, prove sulle quali. iufluiscono sempre inclici e co11ti11ge11ti, JJeww rl,e tmrebbe maggiormente OJ)f'Ortu110 cl1e la Commi.csioue giudicatrice eiwmim,ue l'atti"it{ì ed in conseguenza dichiarasse /.,ittore <1uelfasci.,ta universitario il quale abbiu dimos• Irato durante l'anno di avere si:olto un luvoro intelligeute e co,ua,,e"ole, iu tutti i settori del flÌOr11alin110, da q11Pllo politico e ,,o/emico a (/uello lellerurio l'd arri1tico a 1111elloscie11tifico, recando agli. argomenti trattati apporto cosciente di fe,le e di c11ltura. A11ività facilmente riscoutrabi/e sin nei fogli 1111i\ler1itari che in tutta l'altro $lam1,a italiaua. Si /JOtrebbe inoltre, uel contem1,o, clicl1iorare (/11el giornale di Cuf dimostrotosi t>irl iutrunsige11teme11te "dereute CIÌ doveri ed alle necessità del momento, Li.llore ,~er l'anno in corso. ln·questo modo si verrebbe a dnre Cllla atampa universitaria, molto dello <111aleat11wlme11te si botte tudle prime linee dell'intelligenza italiana . e mi b(1sti citare gior,wli e riviste come e//. BARCO,, , RIVOLUZION& ,, , POSIZIONE• • ,wa te31imonian::;a effettiva della at1e11zio11e e dell'amore con cui è superiornumte seguitu ed incitata. WAR

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