Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

S J co~~;'eun c~en:~!c::~·\s!~~:1;:,:~~~11~~ e chitu·mnentc- spirHuale. Non intende h, irntur:i, e pcl'ciò il v,,lorc, del rcnùmeno espansionistico chi si abitui a con:--iderarlo scp;-irntmnente tla ogni manifosta;,.ione di civiltù. Per coloro che \!Onsider,rno l'espansione come un fotto •propriamenle pratico che pllÒ esserci o non (•sserci senza alcun danno di chi ne manchi, abbiamo da un lato la ci\·iltù in lutti i suoi elementi che siamo soliti <listinguere artisticamente, s<'il·ntificamentc, filosoficamente etc., e dnll'altro, coml' cosa n sè, il fatto dell'espandersi di un po1>olo, come puro fallo di conquisu, o di suprcmnzia politic,1. l,na simile scissione reca già in sè chiarnmentc la vi,lutuzione e cui si giunge: poichè la civilh'l sarù tutto o almeno ciò che più interessa a l'c- ' spun1:1ionc, swccnla da essa, rimurn\, c-os~) ._,ffotlu secondariu e di cui -può forsi benissimo a meno, tutt'al più la si polru con5iderarc utile come una condizione fu\•ore,ole allo s, iluppo della propria civillù, abbassandolo in tal mo· do a mL'l'0 fattore preparatorio e m1- :,ìliario. Si _può css.,:re quindi ci.,.'ilì, 1:1cnza pc1·ciù do\'er espandersi; e si finisce col respingere, unu \ olla entrati in tale ordine di idee, ogni tcndcn1.a nll'cspansionc l'Omc un fotto non lacL·ntc µarte dcli' essen1,ialitlt della vitn. SPECIALISTI AL LA.VORO INTORNO A UN NOSTRO CA.CCIA \la un simile giudi,do potrebbe -i;olo :-.ussistcrc o, e si frantumasse la realtù in una serie inFinila di punti e di momenti s<:nza pili reluzionc tra loro; O\C si ponesse tra indi\'iduo e ,jndi- \iduo, tra coscicnzn e coscienza, una bm ricra insormontabile che foccssc l'uno inc~istcntc per l'altro; e si rompes~e perciò, dcfiniti\'amcntc, lu coesione dl'ilo spuzio e In continuitù del tempo. In un simile stato di cose il fonomt'no l'Spnnsionistico non avl'ebbc ragione nè possibilitù. d'esistere, 1>oi• chè non si espande chi vi\'C in sè e 1,cr sC. Vel'o è che l'espansione prc- ~upponc lu rcluzione e il contatto, prc- ~upponc l'l'sistcnza d'um) realtà che si pone come nitro da chi la consideri,. Ora l.H1stn pensar veramente per uecorgcrsi d1e una rclnziont', chc- non siu al tL•mpo stesso espansione, non esiste; e non volendo noi prescindere dalla pruna, non dobbiumo nè l)O!:isiamo ,·oler itl!onta1rnrci dnlln seconda. L'unico modo d'csislcrc, piaccia o non piaccia, è la rchu.ionc (per cui solo è possi• bile l'uniti\); nè alcuno mai si potr:.', rim:hiudcre in un io impenetrabile senza che, per poter parlare a se stcssv e per potersi .1scolturc, si sdoppi in una relazione continua. E quesli1 rcl{I· z1onc, qu,1le che sia la fonm1 che rivc1:1tn, è e non può non essere sempre csp::msionc, cioè. in 11ltim{1 analisi, estensione della pa'opria coscicn:r.a a ogni cosa. Lu realtù, dunque, è giù un processo di espansione o, meglio, lm11 w,- rictù inrir1ita di essa. ,.'\on importa se l'éspansionc si \·crifichi culturalmente o politìcamcntc. in modo cruento o pucifico; l'csscnziulc è che si \'erifichij e prcfel'frc unu forma nll'altra d'uno stesso fenomenv significherebbe spezzarne radicalmente la natura e perciò, laccndo di esso due cose distinte, tornare all'assurdo e all'impcnsubilità di prima. Vi,•erc è espundcrsi e il gr~do del primo termine coincide con '-1uello del secondo e perciò si accresce o sminuisce con esso. Cn popolo che ccssn <li espandersi cessa nel tempo stc~so d1 esistere, mentre un popolo che si espande potenzia e intensifica la propria \'il.I. Tutte le m.1nitestazioni storiche delle ci\'ilti1, perciò, sono fcno· meni di espansione e, del resto, ammessi comunemente come tali. Si \'h e 1n quanto si afferma un'idea e, affernrnncloln con assoluto carattere cli un.ivcrsulitù, I~ si proclnmn cll'st1nata a esser accoll;,1 do tutti. Ora cos'è questo se non ullurg:wc In propri.1 coscienza, imporre la propria volontù, port.11·c dov111u1uc il proprio pcnsil'l'O, in 'lualsinsi modo ciò si faccia? I~ espansione il propagarsi d'una religione e l'affermarsi d'una dottrina tilosoficn, il prc- ,,alcrc d'una corrente <l'ariç e il clivul• garsi d'una i1wc111;ionc scicntific:1; tutte attivilù, cioè, che si collegano nll'csigcnzu neccssarìa <li far accettare da tutti ciò che eia noi :,i 1>cnsa. Se contro simili manifestazioni, che non solo sono permesse. ma sono reputate utili è necessarie, nessuno mai si C lc\ato, non \'Cdo pcrchè ci si dovrebbe levare contro il concetto dcli' cspan• sione mutcri.1lc di un popolo. La lotta che questo con:lucc non è lotta meno impurtnnlc e \·itnlc di quella di due Filosofie, poniamo, o di due rcli~ion.ii e se non è delitto, mn merito, il dar torto a una dottrina in nome d'una dotlrinu migliore e il dimostrare c1·ralo un rogionamcnlo me:lìanlc un altro, non può esser certo diversa lu naturi:1 di chi si impone con le armi contro unni meno forti delle proprie. li , ~,!ore delle dottrine. come delle armi, si rivela proprio (e solo) in (JUCSh; lolta; e non si credu che il migliore 'possa soccombere, poichè il migliore esiste come tale solo in quanto è relllmenle migliore dell'avversario, cioè dimostra concretamente Ja propria supc.riorilù. L'cspnnsione, insomma, è, come abbiamo <letto, un fenomeno spirituale dall.:i cui persistenza o cnducilù può misurarsi il valore. :\on si pensi che alcuno possa espandersi veramente e durevolmente senza averne la cupacitù. Si espande solo chi è degno di farlo. Si tratta di un I fenomeno che, poichè abbraccia tutti gli altri e i,i identifica con essi, impegno le I orze , itnli e gli altri vnlori dello spirito, costituendo un giudizio <'guai-. mente giusto per tutti. :\'on esistono lorze puramente materiuU, qu:.rn<lo (!U'<!- ste forze ,•incono. poichè non si pcrclc in nome dl!llo spirito, nè si vince <:on· tro di esso. li popolo che si espande, che con la forza delle idee o con la potcnzu delle armi si i'mponc ogli altri e li l'l..'ggc, opera in tal modo per• chè sente in sè la forza vera e cosciente di adempiere a una missione non ini• (1u.1; perchC si sente insomma nuturalmcntc portato n prC\ :dere, cioè ad nfl'crmare i 1:1uoi caratteri che sono migliori di <1uelli d'ogni altro. L'espansione è in primo luogo coscienza della lunzione storica che ~i nwl attuare. Come !aie es!rn non sorge e non può sorgere in qunnto tenda u schiacciare gli altri brutalmente cd egoisticamente; ma si presenta con caratteri precisi di nccessilù e di universalitù, per cui non si può nC si de\C agire altrimenti. Perciò il fenomeno espansionistico è processo di uni\'crsalizzazionc, che non nnnulla nrn comprende, superandoli, tutF,ondazione Ruffilli - Forlì t1 gli altri \•alori. L'espansione che negosse la loro esistenw non sarebbe più espansione, cioè rclfn:ione. Essa è tale in <1m1nto riconosce gli alt1·i valori~ ma li riconosce, cs1>andendosi in cs~i, cioè ricreandoli e rinnovandoli come suoi. Chi si cspan:lc non lotta solo in nome proprio, ma anche in nome di coloro contro cui lotta. così come chi cer<'n di convincere gli altri col ragio• namento 11011lo fo per un 1m1•0 e astrallo lllnOl'C di sè. Bisogna riconoscere dunque che l'espun:-.ionc politica dei popoli non "'' contro i nnzionalismi, nrn li rinsukh1 in una visione uni\'crsalc e sociale in cui il popolo migliore (e perciò anche militr1rmcnte più forte) si la portatore, aurtherso il suo, :lcf pensiero <h:?:Jli ahri. l.'cspnnsionc (1uindi tende all'impero, che non significn l'oppressione dei \'Mori nuzionali, ma l'univcrsalitù d'una ci\'iltù migliore attraverso la qunJe di\·enia solo possìbile \'i\'crc. Chin1 it~: co:..i ia outan! dd fonomc·10 c1;p~rn-- sionistico, esso ci si presenln non più come divi:igazione, ma come essenzialitù; non come temporaneità, ma come pc• 1•ennità. Bisogna continuare ininterrot• tmncnte ad espnndcrsi, pena i1 dccaditmento e In morte. I.:: però non vi sono i,ll'espansionc nè limiti nè vrogrammi, raggiunti e uh,imuti i quali nulla più rimanga d:1 Fare. 1 limiti e i progrmnmi hanno sempre un valore attuale, per cui non cessano di modiricarsi e di riprodursi. Questo bisogna tl\;ere ben chiaro in mente al101·chè si parla dì ., aspirazioni naturali » e cli « spazio vitale :io, I.e aspirazioni sono naturali solo c1unn• do le si senlono tali e possono scem.:irc o accrescersi, a seconda del dccodci-e o det progredire d'una civillù. .\'on esiste uno spazfo vitafc che sia rissato in antil-ipo e dcstiJrnt.o a rimanere immutato; ma lo spazio C vitale solo in rapvorto alln vita ;,, quel momento e sarebbe assurdo che, cambiando (JUC• stn con le sue esìgcnzc, dovci,se in- ,ece restare intatto il soddisfacimcnlo di ciò che non è più. Uisognn perciò cunsidcrarc- l'espan• sionc, se in atto, come in[initn e jnarrcstabilc; e le nuo\'C esigenze come sempre scaturenti dulie nntidlc. :.\ulla ,i\'c e si pcr1>etua che non purtccipi nlla nostra storia e :Il nostro divenire; e e l'espansione è la nostra vita stessa e come tale destinala (I sorgere 'e n rinnQHll'si. Tutto insomma l'Juisc.:: nel• l'uomo e pa1·tçcipn dei suoi momenti e in· ognuno di essi è tige\'ole cogliccc tulio l'uomo, non più nell'arte o nella 1·cligionc, che nella sloria delle armi e ncll' cspunsione politic(1. Abituiamoci a considerare l'espansione come la nostro stessa uni\'ersalità, nl di lù dallu quale non rimangono mondi ignorati e valori misC'onosciuti, mu entro cui tutto \"i,c e s' identiricA ncll'unilù dello spirito. '\cl farsi \'ario e molteplice dcll'c1:11mnsion(', civiltà e potenza, coscienzn e \Olontù sono termini diversi di una realtà sola. ENZO GIUDICI RICORDI ff AFRICA AGIIEILA. Mezzogiorno .. L'autocolonna so.stn sulla spiunata del campo d'avìazìonc ai piedi del fortino. J1 deserto regna dominatore in questo che si può dire uno elci ])Unti più clcsolall di tutta In Sirtica. Immaginate due dune di sabbio poste fra il mare e lo sterminato piuno sabbioso del deserto. Su una di queste dune il fortino (un quaclrilutero di trenta Jnetri cli lato e quattro torrette {1gli ::mgoli). Sull'a!- tra il... villaggio arabo (tre catapcccluc cli lamicrn, tavole di legno1 fongo e stracc:i) e una b:n·acca che viene con dolce cul'cmismo ehimn11ta « il caffè arabo :io, dove due aràbi, padrone e garzone, il cui lato più igenico è la suola elci srtnclali, mescono un inrcrnalc intruglio nc-rastro in sci tazzine che ser\'ono per migliaia cli clienti. Fra le <lue dUJlC e il mare ci .-;ono i quattro pozzi per l'acquu ... potabile. Chiunque si rtv\ricina a El Agheiln troveri1 con mn• tematica certezza qualcuno che lo informerà che i due pozzi a dcstru (cioè \'Crso Agcdabia) hanno ~equa :.almastra. Questo ammonimento gli sanì ri• petulo tulle le ,,olte che a~ulrù ver~o Aghcila finch(• non sur;ì egli stesso m gnido di avvertire gli nitri. A sud delle dune c'è il campo d'aviazione e il parco pcl' le autocolonne. t, ccrtament.c si trovano raramcntC' al mondo siu un campo d'aviazione che un parco più smism.·ati, datu che i Joro confini credo sian(I verso i Tibcsti o verso il Cago Cia:..I. Per completare In descrizione aggiungerò d1c il terreno è <lisscminato eh un numero in\'crosimile di pl'oietti d'nrti1dicrir1 inesplosi; che Aghcib è la localitù forse più battuta dnl ghibli di tutta la S}rtica c. che il pili \'lcino rappresentante del regno vcge• tale si trova a 180 chjlomctri a est o a duecentoventi chilomell'i a Q\ est (Agcclabia o Sirte). Quel giorno un caldo tl'cmendo e un sole scollante rallegr1w11no il pit1.'a<Hso terrcslre che vi ho descritto. L\on un'orpbra non un alito <li \'Cnto. Un'uria immobile gr.:i,·m•o sulla piana sconrinatu com.::: 1;,n·atmusfcra di gas incandcse<'nle giù pronto per l'esame spcttrosc~pico. Un vchwio giallastro separa\'a gli occhi dagli oggetti circostanti. l rumori , c-nirnno amplific~1ti dalla rarcFazione dcll'ntmosfcra come se fossero gettati atlrnvcrso un enorme megafono. Guurdando lontano, sul piano, si vcdc"nno enormi distese d'acqua che non esisle- \'ano, che non sarebbero potute esistere in quei l1,Joghi e che erano assur• eh.unente anncronislichc fra tutta quella sabbiu inruocatn. La sosta dovcvu prolungarsi fino al mattino seguente. Per riposare gli occhi, che giù ci davnno delle dolorose tra[itturc sorrocnti com'erano da quella profusione di luce, entrammo nel cnffè arabo nel cui interno regml\'a una temperatura da far impnl\iclire il più presuntuoso torno elettrico. Il padrone. lasciò negligentemente li, sun posizione prediletta; era seduto sui talloni come un vecchio rachiro e si scaldava, non ridete, le muni d:wanli al fuoco su cui go1·goglinn:1 un lurido recipiente dal quulc spillò poi il currc bollente che gli ave\llll10 richiesto. Chi non è .stato in paesi caldi può meravigliarsi che noi non ci precipitassimo a bere acquu fresca, mn gli basti sapere che non uvc\'amo alèun~l intenzione di prenderci ,,uniche sincope e, se nndrù mai in luoghi simili, segua il nostro esempio. Xon mi dilungherò a raccontare come passammo l' infernule 'l)Omcrigf:'iO. Dirò solo che tutto ru compensato dalla nollc che Fece entrare nelle nostre ,enc una rrescurn da farci rinascere e cj riempi gli occhi tli miriudi di stelle e d1 sogni beati. L'arabo conta il suo ~uno1~ e 1o i1woca con dolci nomi; il più dolce è: «Leila». Leilu \'UOI dire « :'\ottc stellata "'; e chi non lrn cono- .sciutu quella notte del deserto dopo il tormento di un giorno simile rimane !nclirfon:ntc u una così alta protesta. d'amore. Il mattino <li poi, mentre il soJe r1d oriente si preparava a concedere il bis del suo capolavoro"' del giorno innanzi, un,1 colonna di automezzi fuggiva sulh, Balbia come se volesse soltrarci al pcrìcolo di ui;ia torrefazione. l,VCIA/\'0 IWSSI 3

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