Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

U M B R 01' A PO L LO N I O Notpae.r P.A. ijua.rantotti GamDini T );DUHUIA~IEXTE fo ti; prosn <Parte» nuta della parola. Tutte cose <1ueste che 1I ha costituito un'esperienza indimen- s,·clano l'esistenza di una larghissima ticabilc della nos~ra storia letteraria. sensibilità. Un gioco assai complesso c1 movimento artistico contemporaneo dunque di accenni ed esplorazioni psicss11 occupa oramai un posto, con tulle cologichc tradiscono tutte le cose di le grnd1.lzioni dei suoi pretesti e del- Gambini e persino quel romanzo La le sue occasioni, non certo trascurabile rosa rossa, O\'C lu tragedia sopita, sene tale da provt,rc, per la scrict.'1 del- za abbandòno_ e la vicen~a resa con Jcg1' impegno e (a rortuna dj taluni ri- gerezza poetica, tranquilla, potrebbero sultnti, la giustezza dell'opposizione n far pensare ad una storia molto semccrtc forme lcUcruric lottocenteschc a 1>1lcee comune. In ciò, vice\'crsa, risjcdc focife dilettantismo. Orn, mi pare inne- 1' 111edito di Gambini. In simile assurgere µ:abile che I.a prosa .d.'artc,. cui non ne- cl~. [at~i ~ vi!c cornu,ni ~• sign_ificnti non ghcrc1~1mo il . bcnchc10 d1 U~'Cr Fat~o p~~ .cl cp1sod10 bens1 d av,·en1!"1cnto; e, r1cons1dcrare il valore dello stile, abbrn f>IU ancora, nel rendere cccez1onalc per nrnto come conseguenza In disgrega- rirlesso persino l'episodio medesimo. z1onc delln formu narrati\'n quale può Dai racconti dc I nostri simili a L<t racm arsi dauli esemplari classici. Ed rosa ross<, a Le lrincee, edite or è poco è a ( 1uesta ~n\·inzione, dopo :wer ne• clult' Ein,audi di T~n·ino, Gaml?in_i h:.~ mo: colto in sè ]a lezione del «capitolo•· strato d 1.wcr raggaunto quel l1m1tc m cui che mu0\'C gran parte, e certamente In cc;mcrcta una. formu che è già in sè comm1gliorc, della nostra narrativa con- pmt~ ~ •per il quale hi prosa pu~ collotcmporunca. Si \'Crifica cioè un rasso- cars1 1n modo adeguato e non più spedamcnto della struttura sintàttic~, c. runcntale entro una durata. C'è qui una nei contempo, una più ampia distensione picnczzn ed una lcgatul'n, già l'~v\'crt~bili di piani e rapporti. così da recare in sè. det resto ne La rosa rossa, Jn cui In nell'op~ra, e una pagin~ e un seguito sor\'eglia_ta misu_ra <l~II? ~om~ssure pi_ù da pagmc e una sottopugurn. ln sostanza non lase11:1traccia. Cosi I amlncnte, cvisi tende ad una più aperta dichiarazione clenhssimo, non risulta uno sfondo, ma elci tait; ad una più largn risonanzn un altro personaggio, una 1,ui:te in• da ciuesti per l'incontro sta~ilitovi co~ tegrante ma indispensabìlc della. viccn: nitra II1tti. In conclusione s1 p<msa s1 da. Av,·entura, gioco, turbamentJ, ogm alln prosn, ma non si disdegna __ I~ c~sa, senza ritm_i decorativi o_ t~9rici, composizione, ossia In rcsponsabilH_H riceve In sua gausta p~rcntor1e~~1, nel di un linµ:uaggio assolutamente preci- tempo stesso che questi caratteri sve· • sato nel tcslo. Pur laddove il rac- Inno i1 cl~min~o c~1c l'autore ba ~lei suo conto mostra il tentnti\'O <li un totale mo~do. D1 q~• p~1, _nella. concore~rn delle assorbimento cli cinti rèali, lirici e fon- cc1_u~n:1lcnzc, 11 _f1or1rc d1 una ,•1\•fi ph~- lastici _ tcntntivo che mi pare costi• slic1tù che ader1scc e cresce con Jo sv1Juppo deJ racconto. Natura dunque squisitamente narrativa quella del Gambini se cosi felicemente, [in dalle sue mosse inizi~1li1 potè s\·elarc una corr,osità in• solita, resistente tanto ~•gli allettamenti def i>ittorcsco quanto alle suggestioni dcll'unalismo lirico. Un senso tragico e sotterraneo sta diffuso nclln complessità del tessuto psicologico. Le ligure sono un po' tutte\ invase dal scn• tirucnto di qualcosa d'oscuro che le seguo e le ~omina e cui reagiscono come possono. F: dentro questo vivere cupo, sospettoso. si agitano passioni inesprcs- )',C, a sè medesimi mal chiarite e, quincli, tanto più importanti. J:: tutto ciò ha una disposizione rnpprcscntntiva: ogni alto non è casunle, saltuario, di sussl• elio nel una fugace osservazione poeti• cu, bensì trova la sua ragione insostituibile proprio pcrchò riesce definitorio cli quei fcrm4H'ltO che segretamente vi,,e nel personaggio·. S'aggiungn, ora, a questa riduzione etrcttìvn, la coscienza distintiva della materia, il modo di partitura delta <.-omposizione, la dosatura dei Loni, sempre signiricnnti, cd ceco che s'avrti In figura che può stabilire, per semplificazione, la personalità cli GHmbini. ,Non più che <1ucsto vole\'O dire; soltanto cioè, attraverso una serie di affermazioni, rivolgere un invito alla Jet• tura di Gambini e togliere il sospetto che possn trattarsi di un « cuso • o. peggio, di una curva speri.meni.dc e quindi faeìlmcntc cancellabile. Non vorrei insomma che, di l'rontc nel uno scrittore così riservato <'1uale egli è, qual• cuno potesse lascial'si sfuggire In pre• c1sa naiuri:1 delle sue narrazionJ o, addirittura, non scorgesse in lui l'importanza di una soluzione nuova, rintracciata in una prccs.islcntc maturità, che è come dire in una effettiva \'OCazione. UMBRO APOllONIO tuisca uno dc~ fotti più singolari cd interessanti della moderna narrativa ita• liana - esso si distende nella conve• nicnza cli unn forma adeguata. Il per• sonaggio mantiene, nei casi migliori, la sua m1tonomia, e In vicenda la sua leggerezza ed ariosih\. Il processo attuato dalla contemporaneità si cletcr• mina in una dipendenza specifica dalle ragioni della propria. storia e si risol,e nel documento d1 una forma equivalente e quindi inedita, nella con- ,·crgenza ideale cioè dei dati fantastici cd estetici. Il ritmo del linguaggio si esercita su mo\'imcnti che secondano con puntuale proprietà quelli del sentimento, cosi dn coneilinre le esigenze del temDANTE GUAROAMAGNA IL RICORDO ,,. peramento· e della cultura. P OSTO fra tre ordini letterari di prosa: pnssato. presente e tri:- sccndente, Ginni Stuparich, mentre il presente gli offre più vivo e facile l'utteggii.uncnto narrntivo cui il suo mo• dus sembra volerlo conformare, e men• tre il trr1scendcnte gli apre 1,iù "icina e affascinante la via della trasfigurnzionc, si im·cste ciel primo, il più mistico, se pure, ma non per lui, il più pericoloso. Non per lui: ,,Itri ne avranno fatto un passalo con\'enzionalc stabilito di fronte al lettore per con• dune la finzione nrtistica alla vcrosimi• glianza \'ile, ,,i sarà chi ne av1·à tratto le rilu Cino n se stesso nelln autobiogra.Cin più sterile, Stupnrich lo ha precisato mantenendolo assente e metnrisico in un intcnzionulc atteggiamento eh fronte al contenuto dì esso: il ricordo. Misllranclo col mell·o di Bontempelli '35: • il fenomeno per cui taluno gode eh un'opera d'arte non è un fallo d'intelligcnzn mn di sensitività». Qu_ando sarù possibile fare In storia della narrativa contemporanea io credo Fermamente che uno elci primi posti don{1 essere assegnato n P. A. Quarantotti Gmnbini. Infatli rara sapicnz.1 e S!)Onlancitù fonno di lui un narratore d1 templ'U cccezio~ulc. ~on c'è modo d1 poter discernere in lui Un progresso, di conll'apvorrc cioè un'opern gio\'nnitc, appena indicativa, nd un'opera matura e formata. Ogni suo lavoro è l'esaurimento di un'esperienza spirituale, il dato in cui diversi piani dello spirito prendono vita mediante una regi• strazione complesM1 elci motivi sul personaggio ed i suoi incontri. La voce passa dall'autore al pcrson::tggio e c1uesU ha. una prcsenzu ussidua 1 apparentemente distaccata da quello. cosi provrio da oltrepassare il genere narrati\'O per consegnarsi tutta alla narrazione. Nej suoi ra<'conti il personaggio agisce con assoluta autonomia. perchè l'autore renJiz. zn, con felicissima crFicncia, la possibilità di rimanere clistnccMo da esso e, nel contempo, di essere dentro alln vita che esso vive. Di quJ quel dire tutto per azioni, quell'esprimere stati d'animo at• tl·averso semplici notazioni cli lllO\'imeuto, <tuello sti:,bilirc coincidenze di rnp- det ricordo si trova d'innanzi grigia 1>0rti tra personaggio, ambiente. azione, materia ccl ha in se stesso lo cond1 :u11u1 Ed è alla nostra sensitivitù poten• ziata clult1intclligcnw che si rivolge l'ilutorc (Il « Hltorncranno·• più che mai con evidenza nelP« Isola». Chiunque, leggendo Stupurich, risponda con l'in• telligenza al suo appello di apostolo che rorfor2.ano non soltanto l'evidenza ma anche Ja interioritù delle figure. L'analisi psicologkn si riduce perciò in una 11rmonia tultu raccolta nei suoi termini narrnti\'i più propri: ripro,·a <1ucsta cli quella tendenza allo stile cui in antecedenza si è accennato. Ed è unicamente nello stile che si riconosce la , alidit:.'i cli un autore: in quella scorre, olcua del dire, in c1uell'asscn·w di II1tiea, in qùel dare fin dalle prime nghe l'amb:entc nc'.lc sue caratteristiche essenziali per lo S\'iluppo clcll;:1 vicenda, in quella delicatezza con cui si risolvono situazioni tragiche, in quel tessuto finissimo e segreto di rispon• denzc tr.:1 luoghi intimi così da presentare tutta una geografia di risentimenti psicologici fissati nella prC'cisionc mialla sua critica. f: necessario sentire, benchè ,·i sin un distacco tale dn impedire che• i sensk e per foro la persona• lettore, aecolgano con avidità come loro storia e loro ,·ita • quel passato rìcor• dato • ciel nostro. ln questi tcrmJlli egli ha contratto un impegno che dobbiamo credere non debba a\'crc mai dubitato cli soddisforc, ,e a fondo;) è in lui una ligia coerenza ad esso impegno conlrat.to con il genere professato anche là dove, sullo sfondo di un paesaggio nuo\'o, di un aria riscoperta, si ,·01·rebbe poter li·ovare una fuga dall'iperuranio costl'uito Fondazione Ruffilli - Forn nel tempo cli ieri o un 1noli\'O CO· munquc pili vicino a noi e n lui,, coerenza che unzi, in quei ,Tlomcnti cli apparente fuga che sono invece di scio• glimcnto narrati,,o, è sottolineah e precisata nei suoi estremi essenziali. E in lui il ricordo si manti~nc come corpo dell'opera integro e inintaccabile cli Fronte ali:\ 1>nrola. Situflzione appunto frequente in tutti gli scritti del nostro è l'ergersi di tllHI entità vast.a e traboccante come il ricordo di rronte all'ent.itù lìmit~1ta della parola. La f>arola incide e plasma nella vicenda, il ~·icordo ammortizza i suoni e sFuma i colori, rimane onnipresente al di là di t.utti 1 guizzi dell.:1 mntcrilt creando il clima particolare ciel suo lirismo. Si viene n determinare poi un movimento alternato in cui sembrano 0 riaffiorare a tratti valori e sensazioni insolitamente freschi e vicini. Quando l'indirizzo da.to dulia formula sembra irrigidire l'afflato J>octico sul modulo del tempo, giungono a noi Jc nole dell'cstempcruneo se pur velate di nnlica nostalgia, Fenomeno mite intonato sull'epica dcll'o\'- v10 e del consueto. D'altra parte lu su11 indipendenza dalla parola isola il ricordo· dietro alla cortina delle immagini com(' un'unitù aJ)pcna allusi"a a noi, così chè le immagini alla loro \•olta si astraggono togliendo alla e"ocuzione ogni immediatezza. Con cssn anche ogni ussimila• bilità è ostncoJata; la ,·occ non' si presta a dir nulla di noi, si estrinseca con 13 inviolabilil-à fatale delle cose cui non è l)Ossibile por mano: delle cose accadute. A un opc1·a come « Hitornernnno • che fin dulie prime pagine s'impegna per la sua mole cd è costretta, almeno nel lavoro preparativo della prima parte, a sacrificarvi alcunchè dell'imo spi• rito, pone adeguato co1Tetti,·o il lieve grafito cieli'« Isola i. dove si offre all'osse1·,,atorc anche disallcnto l'elemento suriccennalo. Difficile documentarlo nei punti più distesi; si rivela più netto dove i particolari pili violenti potreb• bcro avere il sopra,,"cnto e nasce la lotu, tra voce che narrn e pensiero che raccoglie cln una sorgente lontana, lontana, discosta pcrfin dalla memoria. « .•• un'nltra internn visione chiusa e fredda, quasi spett1·ale.... un liscio freddo metallico gabinetto di radiol~- go, un pallido torso nudo dentro In gabbia, una faccia sconv,oltn e pur tranquilla sopra lo schermo. Improvvisa• mente buio; il ronzio e le scintiile violette clclJa dinamo i soltanto lo schermo illuminato e sinistro». Qui le immag·ini vive di per sè e ben vicine si aI!ollano parallele e ap·punto per ciò cnusa l'u.nn all'altra eh una nl'cana smaterializzazione; il dramma che diventa, tra gli accorgimenti dell'arte, un quàSi spettacolo. E la reallit stessa più cruda « ... il ronzio e le scintille violette.. collabora con la finzione per creare l'irrenltà! ... E colori e suon• come sulla neve ... ». Parlando cli c1uclla fantasia che - vogliano trovurne in Stuparich? i\on ne troveremo - è occultata in funzione di tutto ciò che si proclama come ricordato, senza appello, senza .aver a\'ut.o bisogno con ciò di riparare una lacuna o di giustHicarc una manchevolezza, ma solo per cleFinizione di modo, leggiamo sul • Tesoretto •, a proposito eh e,; Hitorncranno • ma diremmo che \'i sono implicitnmente assom.mati «guerra ciel '15» e quasi tutti j suoi racconti, dO\'C Giansiro Ferrata dice che lo Stupnrich scri\'C « in una dignito• sissima maniera, limpida e pieno cli onesti\ ma non rivela segni di fnntasiO.. La realtà commemorativa si consuma in un corpo inutilc 1 gran corpo senzu moto benchè irttimamcntc commosso ,., Tutto questo in seguito aÌJ' impressione ciel « bel candore di Stuparich i.. Se c'è di lui nlcunchè che si comunichi a ;noi è Jo stupot·c ammi• rati\'o pc'r le :vecchie e sbiadite fotografie che egli ci mostra, il moto cnmaleontino delle quali lievita ed erompe nell'evidenza sotto la morte apparente. Ed il personaggio di ogni suo scritto, il fratello, le ombre stese sul taccuino ciel volontario, ombre delle cose, delle situazioni, coloro che « Ritorne• ranno», il figliolo e il padre chiusi come in un mallo bigemino dal tormen• to, ogni personaggio profilato sulla luce d1 un ciclo bigio <li solitudine, ha alle spalle il mito delle vite vissute talora buono, t-alora ...tumultuoso e quasi, nella tacita protesta di una fede es-pres• sn generosamente, quct·ulamente polc• mico, .e davanti a sè ha una nebbia che si frappone Cra la sua figui-a e il binomio autore.lettore. Lo scioglimento che sottolinea e precisa, come è detto qu1 soprn, è il momento <li messa a luoco in cui si rivela il moto. Ammirando ci fermiamo di fronte ad esso indecisi se inconvenzionalirlo con una facile critica o dargli il 1asciapassare cieli'« arcano ». Ci decideremo per quest'ultima alternativa ed a,Temo I.a soddisfazione di sentirsi spiegare il canto che indovinammo nelle ln:iUute d'introduzione. « L'isola», ultime righe: « ... sul piroscafo il pudre volle restare in CO· pcrta per salutare la sua isola; poi scese nella cabina ... ». li prodigio dell'ovvio e del consueto. « ... [u (1ucllo il pt•imo momento cbe egli ebbe precisa e semplice la"" Co· scienza cli che cosa perde\'a perdendo suo padre •. t il momento in cui ricordiamo con lui quel giorno. DANTE GUARDAMAGNA 17

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