Pattuglia - anno II - n. 2 - dicembre 1942

So/vore JI declino della costa ha la soavità d1 una gota di fanciulla. Sent..i 1a cadenza molle dell'accordo mjnorc, calare e stendersi verso il pcdct.to riposo. Un promontorio impolpato cli prnti e cnmpi di grano, si [igge in mare; un I aro a l'estremità si erge a bere cielo, poi, sazio, si rimira nello specchio di una piccola darsena a ponente. t turchina e \'crde bottiglia, l'ac<1ua che lù s'incristalla e un lieve ansito Ja muove dal profondo e la Ia sospirare. Sulla rada a levante s'affaccia un paesino. C'è un gruppetto di case alla radice del moloj c'è una chiesuola bigia, sulla grop1>u dell'onda prativa, e un campanile, che a sera s'immalinconisce pcrchè in giro c'è tanto senso dj solitudine e d'abbandono. Sul prato, in disccsa1 un cimitero ombrnto da forti cipressi, raccoglie, a vespero,· il festoso pigolare e rissare dei passeri. Case in qua e in Jà, discrete, <1uasi \'Ogliose cli non apparfre, come vod in sordina. E pace sollo il passo del \ClltO. ]I mare da due lat.i dilaga grnndc In sua di.stesa, che a noltc, quasi impaura. li companilc, con le sue balconate, gua1·da sgomento. Allora scendono a sciami le stelle dal ciclo per confortarlo. S. lore11zo di Dailo Giù, che cosa può essere un piccolo paese, se non una chiesa con un campanile, in .cima a un colle, o sulla groppa di un promontorio, che, tra due rade, è sceso in mare? Attorno alla chiesa, atlorno al campanile poi, sono venute, da luoghi e ~ontradc diversi, in tempi più tosti o più tardi, le case degli uomini. E cosi successe anche a San Lorenzo. Dove vi ha un bellissimo campanile <li pietra cl' Istria, solida e bia~c~, ma con riUessi caldi di carne lcmmm1lc. Sorge )ibero eia ogni lato su l'attacco dello sprone che volge a mare; ed ha vicino, Un poco discosta, quasi non osasse a<l- (_lossarglisi, una chiesa vecchiotta e lnrga come una chioccia che abbia sotto l'ali i suoi pulcini. Alcune case, sono convenute al •comarego». C'è una osteria con la vile a pergola sopra la porta; nel vano nero d'una fi~estra a pianoterra è • appes,, una gabbia. ~I canarinoi contro il buio è come un grido di gioia. Quando trilla, l'aria tra le poche case si scuote e chiesa e. campa~ niJe guardano meravigliati. Cespi grandi d'alloro irrompono robusti e lusll'i dalla roccia e s'addossano alle case, al campani.le, a raccogliere ombra, a ri: posare occhi, a profumare Jc bocche d1 chi strappa passondo e mastica una foglia. ~lodcst.a e silenziosa scende tra le case la st1·ada costiera, velala la roccia di rosso tcrriceio 1 e corre viu verso altri sproni cd altre rade, come il tilo bianco rossigno d'una collana che alterni malachiti e lapislazzuli. Jì campanilé la segue con occhi celesti e vogliosi, intanto che ui suo, piedi 1 nello spazio che le 1m11·a degli uomini hanno tolto a l'infinito, le ore moduhmo la luce. Dailo, Una gr~mclc villa settcccntesc<1, con una torre quadrala che le sorge alle spalle e guarda nscendcrc dolce e ampi~ 1a terra rossa e verde, rigata e Cestonata dulie culture. l Benedettini ci hanno messo un con- \ enlo i accanto, ci ha il brolo con l'orto e il frultct.o, e la guardia solenne di RAMIRO MENO: RIVIERA DI BARCOLA B I A G i o M A R I N Ac9_uarelfi d'Istria antichi , cechi cipressi, di ondose ombrelle di pini. La villa guarda a tramontana; a dc4 slra, a sinistra due ali cli fobbricati scendono verso il mare. Chiude il cortile, un basso muretto a onde, e due grandi pilastrj sormontati da una lunetta cli ferro battuto segmrno il varco libero a mu1·e. ~lntti1rn di domenicu estivo. Da lcvunte, cli striscio e <li Fianco, irrompe iJ sole e sbatte sui pilastri solenni e bianchi dello sfondo. Uno stormo di colombi tuba suJ coronamento del pilastro 1>onent.ino. t l'unico suono che eh\ la misura ul silenzio. Pare che dn l'ombra della racdata gunr- _cli e ascolti, come in sogno. Oro dj sole e azzurro marino s'intarsiano a \ icencla, iru.1. sono cosi lievi, che li senti sospesi. AvYolta cli sole, con i capelli di ,rame abbaglianti, la mia figliola mi guarda in silenzio per chiedere il senso umano <li quella pace di cose e di c1uella festa di luci. Ed ecco In sun mano lievissima, come ala dorata, fai' cenno. Viene clallu chiesetta chiusa un rh·olo tenue di musica. Penso a I' intcn allo di un rito. ~In la voce non cessa. ~cH'ah co celeste della mattims, nel letto d'oro del silenzio appena ritmato clul glu glu dei colombi, scorre liquida, carezzevole, Fresca come tior di ciliegio, la parola d'un'anima a Dio. E un discorso insislenlc d'amore. L'onda musicale la senti nel sangue scorrere tepidn come alito di Cnnciulla, tr~sparcnt.e come un'acquamarina dorata. come un'uva o un topazio. ~la è più Jie\"C del sole mattutino e ti pen ade con .suasionc dolce e violenta. Ora ecco. prega; è un'orazione appena sospirala i poi la voce urge e si inalz:i un poco per jjirc 1 e insiste per esser parola amorosa. Si rompe la voce sn singhiozzo e lomento; poi in\ oca, poi chiama, e infine cunta a gola spiegata, come iJ mure n meriggio, quando s'è lc\"alo oltremare il maestrnlc. Ci prendemmo per nurno, e senza fialnre, con i1aninrn che aveva \Crligini entrammo turbati nella chiesa, in punta di piedi. Era deserta; grigia e c~lcinosa, da mettere nel sangue un senso di mise- ~ia e di freddo. ~In sulle nostre anime ruscclla\ a l'on~a divina, la p1H'Oh1 dell'uomo al suo Dio. li mio cuore da nulla, gli dava il volto di c1uelln mattina azzurra e clorata, il \'OILo delle madonne bizantine dai grondi occhi neri pieni di stupefazione. Forse non aveva volto quel Dio - era solo silenzio e barbaglio di sole. 11f1 l'amore dell'uomo lo creava, lo vestiva dj luci, di ori di gemme; lo vestivt, di voci incante\oli, di primavere ansiose e smnniorc e di estati ardenti e pacate. Tutta In possanza (_!ella terra, la glo1·ia del mare e del sole, uscivano nuo\ e dal cuore dell'uomo, non visto, ignoto, sepolto sotto una tonaca nera di frate. E come urgeva <1uclla parola amorosa! Pareva che il ciclo do\'essc aprirsi come un velario, per accogliel'c i I volo di tutta la terra nel cuore di Dio. Struggente era la nostalgia, nuda l'anima ridotta a patimento amoroso, e solo il pianto era \1clo e rifugio. Cc ne andammo, - era Ja soglia del paradiso - perchè nè al bene nè al male si regge senza morire. Notturno "\!ottc di giugno, cosi dolce. che (h1olc dormirla. Fmora i guFi e le civt.~tte hanno cuntato spasimasi d'umore. r Ah! poter salvare, come una na- ' e, che a qucseora apre le vele ullc stelle, e parlc nel buio col vento mistel'ioso della primave1·a, così inquieto, così calda ormai e s[inita di prorumi. Vecchia na\ e, fo so, ma chiglia lustrn d1 cntritme, ma vento nuO\'O ad ogni primavera,· e mnre intatto senza scie e senza strade. · Vecchin nave, le vele un poco am• murtite . .:\h, il borino delle prime oro le asciuga 1 e domani il sole le l'i• scalderi1, si che potranno tendersi, come fossero nuove. ln queste· notti ci sono ma1·inni che non possono stare nelle case. Si levnno rurtfri, vanno a chinmare gli uomini di bordo con un qualche pretesto che giusti!ichi l'improvvisa partcnzn ~ascondono il volto nell'ombra pcrchè nessuno scopra Ja loro inquietudine, alterano la \'OCe per nascondere l'rrnsia. Forfdazione Ruffilli -.Forlì E urguno alle manovre fin che non ha salpato, fin che la tramontanina non s'è appresa alle vele e non lo porta vin tra le risa <Poro dello stecc:aio. Allora il J>ndrone munda la ciurma a dormire e inizia,. il suo fantastico viaggio verso l'{lmorc. D0v'C? Di lii del golfo, di lù del mare, di lù della tenebra carczze\Ole, di h\ della luna, ma anche vicino; Forse, h\ a proru in cima al bompresso, forse 1 nella scia timoniera che di gioia gorgoglia; forse è disteso nelPansa che fanno le vele, ncll'ombn1 più rresca e più O]Hica, o a fiore di bocca che modula un c,:mto, o in fondo del cuore, che è pieno di ansif1 e di fclicitù, come il firmamento pieno cli baleni e sorrisi. T'uttc le costella.doni sono nelln scia i così vola il cuore. Di h\ della notte è certo l'nmorc. I la rorse gli occhi d'r1cqun 1 o cli \ clJuto; non sa s'abbia la bocca fiorita oppur soltanto un boccio; sa solo che è nuovo come In rotta della sun rrn, e, come il \'Cnto che gliela porta. coiuc la notte che il bompresso deplora. ;\o no, lo sa: ha gli occhi bugnati come le capriole; sn come ride: nessuna costellazione ri<l<- come lei. li vecchio cuore del mar:naio impn1z.1 come. il firmamento sotto il soffio fresco e teso delln lramont,rna. ~lette le Hle il cuore, nellu notte di giugno; rande e confrornnclc e fiocchi in, pt'ora; e tngliamare infitto nell'abisso. E c::nnta il \Ccchio mntinnro: sono tutto un clolot·c! Si s, egli a ogni sera col borino, il vecchio cuore. Come le \Ccchic tartane consumata s'è già lu gio, inezza, tra tanto navigare. Oh! mari. Oh! porti. I~ <1unrlclo navigavo, per guardare Jontano, alle nub.i. e ui Fiumi a gli orizzonti, perdevo In coscicnzn; e quando m'ancoravo poi nei porti, J'nninrn. seguiva il \·ento nl largo. Così la , ita è andata, cd ora la rincorro in\'ano dietro ai \"Cnti, che non hanno strn<le, che non hanno mete. Oh! unu crealura umana, i.n queste notti di giugno è dolce porto! IJIAC/0 MARIN . È in vendita nelle migliori edicole i1 primo numero di SPETTAC Mensile dei Cioe Teatri Radio Guf edito da Guf di Forlì ALESSANDRO PAVOLJNI, TEATRO DI PROSA UN (;fELO di FELICE GAUDIOSO STORIA del SOLDATO di C. F. HMIUZ DUE ATTI UNICI di GIANNI TESTORI U N A FA R SA di G. B. ALIONE Articoli di: Ravaglioli, Crassi, Roncl1i, Cosw, Strehler, 8oufo11tc, Cocco, 1 ore/li. Ratto, May, Arislarco, Di Ciammat.• leo, Jlfn::ini.. Frosini, Denti, Birolli. Apollonio, /Jini, Ghiselli, Morando. Da " le (OQ et I' arleauin.. diJean Codeau litografieineditedi GnrdonCroig S<enografiienedite di Bibbiena Un numero L. 3,50

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