Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

Sindacato padrone 95 _stico modo di lavorare: si va dai compiti.tipici di una qualsiasi segretària (battere a macchina, fotocopiare, ecc.) a ·compiti decisamente anticonvenzionali rispetto a un .qualsiasi tipo di-lavoro: dalla distribuzione dei panettoni per Natale, all'occuparsi della tapparella- rotta, all'acquisto di saponette e carta igienica per il bagno. Oppure, ad altri livelli, al sostituirsi al funzionario addetto alle vertenze individuali o al telefonare· ai C.d.F. per raccomandare la partecipazione allo sciopero. Alcuni compiti, particolarmente delicati, richiedono inoltre una fedeltà all'organizzazione che può derivare esclusivamente da un rapporto di fede politica e di militanza con il sindacato e spesso con le singole organizzazioni. Per cui anche se le impiegate sono considerate. "unitarie" nella quasi totalità dei casi provengono invece dalle. specifiche organizzazioni ed hanno rapporti "privilegiati" con queste. E su·queso punto esiste un'ipocrisia di fondo ed a farne le spese è proprio l'ap-. parato tecnico: le impiegate che prima del processo unitario lavoravano nelle singole organizzazioni sono concordi nel ritenere che allora stavano meglio. I rapporti infatti erano meno burocratici, c'era più spazio anche per un lavoro di impegno politico (alcune di noi ricordano quando andavano a volantinare davanti alle fabbriche e quando partecipavano, senza nessun problema, alle riunioni della segreteria o delle altre istanze), anche se esistevano depe differenze tra la FIM, la FIOM·o la UILM. Ora, invece, poichè avere l'impiegata dell'organizzazione (anche se formai ... mente unitaria) che fa politica significa avere un quadro in più da giustificare al resto dell'organizzazione, gli spazi per poter lavorare in modo più soddisfacente si sono notevolmente ristretti. C'è da dire inoltre che-la mole di lavoro tecnico è anche notevolmente aull!entata e invece che razionalizzarsi, coff il processo unitario, i problemi tecnici si sono sommati. Inoltre si è dato anche il caso di un aumento· del numero degli operatori a tempo pieno, mentre il numero delle impiegate è rimasto invariato in molte realtà. Insomma, se tutte siamo d'accordo politi-· camente con la FLM, spesso però questo cambio è stato negativo sia da un punto di vista professionale che di partecipazione politica. Il modo in cui viviamo il nostro lavoro è tra di noi senz'altro differenziato, ma possiamo individuare alcuni filoni di comportamento che derivano dalle singole esperienze fatte da ciascuna di noi e dal modo in cui ognuna di noi è stata ''reclutata" all'interno del sindacato. Chi di noi ·vive il rapporto con il sindacato in mo- . do più negativo e conflittuale• proviene generalmente dalla fabbrica. Passare da essere un quadro sindacalmente attivo all'interno dell'azienda a battere a maéchina tutto il giorno senza avere la possibilità, come avveniva prima, di partecipare alle istanze del sindacato, espropriate della possibilità di intervento politico, è veramente duro. Chi invece proviene sempre dal sindacato, ma dalle singole organizzazioni, soffre comunque di quel malessre derivato dall'appiattimento dei rapporti e del ruolo intervenuto con l'unità. In alcuni casi scegliere di lavorare a tempo pieno nel sindacato è.signifiçato anche un sacrificio economico, poichè l'organizzazione al suo interno mantiene siBts .. ' .. t ~ ·w . ative spesso vergognose, applicando contratti creati

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