Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

86 Federico Bozzini proposito sarebbe servito a poco: molto più utile era iar presente che dall'entrata in scena del contadiname non avevano nulla da guadagnare né autorità civile né clero. È questo concetto che infatti ricorda il prefetto alla curia quando le-comunica d'aver vietato le pr,ocessioni in città: "Al fine di evitare nuovi disturbi, nei quali non si avvantaggia punto né l'interesse della Chiesa, né quello dello Stato.'.; (36)". A stretto giro di posta il delegato vescovile comunica a tutti i parroci le disposizioni del prefetto e "la proibizione di qualunque Processione, eccéttuate quelle che si volessero fare all'interno delle Chiese, ed eccettuato s'intende l'accompagnamento del Viatico agli infermi, e dei defunti". Perché le sue parole acquistino il peso voluto; ricorda che i singoli parroci sono personalmente responsabili delle violazioni che avvenissero nella loro parrocchia (37).· 1l disposto prefettizio appoggiato dalla Curia viene sostanzialmente rispettato 111città (38). Finora l'azione si era svolta dentro le mura dove la borghesia, per quanto esi- ·gua e minoritaria, possedeva però grossi strumenti d1 éontrollo, d'espressione e di'repressione. Era la città che l'esercito, la polizia, la burocrazia e la classe politica del nuovo stato avevano velocemente occupato ·edalla-città progressivamente e lentamente tentavano di guadagnare e conquistare alla propria egemonia politica e al proprio controllo militare la campagna. Questo processo di graduale annessione del contado viene bruscamente interrotto da1 fatti del Corpus Domini che fanno precipitare e condensare attorno a poli ideologici precisi tutta una serie di tensioni, di attriti e di resistenze che si erano ma111festate nei primi mesi del nuovo regime unitario. Il generico ribellismo, l'intolleranza astratta verso il nuo- _voassetto politico che erano sporadicamente apparsi come elementi in sospensione fluida nella società contadina, precipitano sotto l!i1npulso.dei fatti del Corpus Domini in uno strano composto politico-religioso. Abbiamo già rilevato come questo pericolo sia immediatamente avvertito dalle autorità. Fin dal 22 giugnò il prefetto, scrivendo-~! n1inistero dell'Interno, osserva: "Nelle campagne i fatti di Verona hanno avuto, o potrebbero avere un'eco di reazione. La campagna è piuttosto bigotta: i.I Vescovo ha comunicato al clero un po' delle sue abitudini di politica turbolenta ed attiva'· (39). Solo pochi giorni dopo il prefetto ha- la triste conterma della giustezza delle proprie apprensioni politiche. Ne_lla·sua relazione periodica al ministero osserva infatti che le condizioni morali della città e provincia'' hanno ricevuta una perturbazione grave pei disordini all'occasione del Corpus Domini avvenuti in città. Com'era da attendersi i disordini, i quali al di fuori nelle campagne furono~·un po' per naturale forza di immaginazione, un po' per artifizio di clericalism0 ~sa- ,gerati, alterati ( ... )". - Guardie di P .S., carabinieri ed i vari 'corpi di Guardia Nazionale stanno esercitando un controllo quanto più stretto e rigoroso sulle campagne. Ma a differenza che -per la città, nei borghi ·e nei villaggi sparsi, proprio per difficoltà logistiche, . una repressione immediata ed efficace è impossibile. Perciò ''quà e là s'ode il griB . o i abba sp i Si oori, ·abbasso i Protestanti: e si fanno m~nacce di violenza alle I 'lli>"'r.JJ.:~ I })f)~ ~ isolate in abito cittadinesco" (40).

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