Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

60 F. Bozzini e A. Castegnaro Se noi non possediamo il senso della nostra morte, ci scappa pure il significato della nostra vita. Il fascismo ad esempio, è stato forte perché, a della gente imbonita fin da piccola, è riuscito a proporre un motivo per cui morire: la patria, la bandiera, le balle del duce. Di conseguenza era fortissimo il controllo sulle vite da parte del regime. Come classe operaia - mi pare - non abbiamo una cosa, un senso per cui morire. Ognuno se lo cerca individualmente. Non certo come classe, e tanto me- . . no come organ1zzaz1one. Anche perché il sindacato organizza soltanto il pezzo produttivo della vita. La morte ha generalmente l'accortezza di collocarsi in un momento improduttivo d~ll'esistenza; quando si è in pensione. Quindi al sindacato non interessa. Questo discorso non finisce forse per dar ragione a chi prima faceva allusione ad alcuni valori della società contadina, nella quale bene o male uno aveva dei riferimenti che andavano dalla nascita alla morte. Uno usciva gradualmente dalla fase produttiva. Aveva sempre e comunque della gente che lo seguiva e lo capiva. lo ho presente molta gente che va in pensione oggi. 1-1 uori dalla fabbrica diventano larve. Il sindacato stesso nei confronti dei pensionati vediamo bene che cosa fa. Vediamo con che pensioni da fame devono campare persone che han lavorato trenta o quarant'anni in fabbrica. È chiaro che tutta questa gamma di problemi è affrontabile solo con un'organizzazione adeguata. Se i vecchi fanno sciopero, fanno solo ridere. Così, in una fase della tua vita in cui sei debole fisiologicamente, sei anche male organizzato e non conti nulla. Ti resta solo da sopravvivere. Ogni gioia scompare dalla vita. O.B.: -Supponiamo che tu trovi nel lavoro la tua realizzazione. Nel lavoro inteso non solo come mansione, professionalità, ma come ambiente di relazioni interpersonali nel quale investi la pienezza della tua un1anità. Se poi dai a questo modo di esistenza anche un completamento sindacale e politico, se cioè assumi anche ideologicamente come punto di forza la tua condizione operaia, nel momento della pensione sei fregata totalmente. Rispetto al tuo collega vicino che viene in fabbrica senza convinzione, perché a casa ha il campo, l'orto, la bottega, la vigna, rispetto a questo personaggio tu ti senti più pulito. Quando andrete in pensione, lui continuerà ad avere l'orto, il campo o la vigna. Tu che ti sei investito tutto nella condizione operaia e che in questa hai cercato e magari sei riuscito ad avere un completamento umano, quando andrai in pensione sarai totalmente fregato, senza altri ponti e senza legami. Quando cessa la tua attività produttiva, ad esempio, non ha più senso la tua attività sindacale. Credo che questo sia un esempio, con pochi paragoni, di quanto il sindacato viva ideologicamente all'ombra del sistema capitalistico. Dal giorno in cui il padrone lo mette in pensione, non ha più senso che un essere umano stia assieme ai suoi amici nel direttivo in cui magari è da trent'anni che milita e discute. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==