Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

Il caso FIAT 31 3. Gli anni "duri'' e i loro equilibri Ci sono moltissime pagine scritte sulla Torino - Fiat degli anni '50 e dei primi '60. Parecchie sono belle e convincenti. Troviamo la testimonianza della delusione partigiana, la denuncia di Nuovi Argo1nenti, il saggio di Pugno e Garavini, il libro di Fofi sugli emigrati legato idealmente a quello di Lanzardo su piazza Statuto; c'è l'inchiesta sugli studenti serali, ci sono le ricerche sociologiche sugli operai dell automobile, i resocontiintervento di Quaderni Rossi e molto altro ancora. Ma non abbia1no badato al si- ·stema di consenso, di equilibrio quotidiano, di "compensazione" che sosteneva dal basso. l'impero Fiat. Utilizzo un po' i miei ricordi e molto quelli di amici compagni che hqnno vissuto quegli anni ma che, stranamente, quando ne parlano in pubblico, si adagiano sullo schema ormai noto e tutto "politico". L'infanzia adolescenza di uno qualunque a Torino Lipresenta: familiari dipen- . denti Fiat, compagni delle elementari (se indigeni) destinati alla Fiat, i migliori -con gli "allievi", gli altri attraverso i Salesiani dell' Agnelli, o attraverso i parenti. Vai all'oratorio e senti la presenza Fiat, come pro1nessa e come condanna. All'oratorio arrivano gli immigrati di 22 - 23 anni che non sanno dove andare la domenica e senti che chiedono al vice parroco come si fa a passare dalla GalFer (appalti) alla Fiat, visto che ci lavori dentro ma che prendi meno e stai peggio. Sei dei pochi che. vanno alle "medie" e anche lì il figlio dell'impiegato pensa che entrerà alla Fiat e dintorni. Se invece ti infili con una.1ortuna tremenda in uno dei pochi licei, lì trovi la borghesia non Fiat, i figli di una cultura liberale progressista accomunati con quelli dei professionisti reazionari, accomunati (i padri) da un'ostilità alla Fiat di diverse e contrapposte origini. Intanto a casa ogni sera e anche nelle tristissime do1neniche-pomeriggio nelle bocciofile di lungo-Po o del Valentino Nuovo, padri zii cugini parlano della Fiat. Ma non è puro dominio! Per viverci, per arrangiarsi, per andare avanti, dietro le maglie del sistema formale ci sono mille operazioni: entrare, trovare il posto giusto, trovare il capo tollerante, trasferirsi, passare di qualifica, passare al magazzino senza ri1netterci; passare impiegato, aver il premio o l'aumento personale, aver le cure extra, mandare il figlio a nuotare o a fare canottaggio ... Un sistema di valori, di rapporti, di astuzie, di modi per non lavorare troppo, di assistenza. La gente li costruiva secondo unà gerarchia inf orinale che coincideva largamente con la gerarchia aziendale. Perfino il licenziato-politico dell'OSR repartoconfino te lo raccontava. Ed anche le prime (i veneti e i sardi) poi le seconde leve dell'immigrazione ci entravano, ma già con due padroni:· la Fiat e il "protettore". Questo insieme consociativo cui presiedevano nella 1nentalità popolare acquiescente i "cagnon gross" della Fiat, si avvale di strumenti interni-esterni: la mutua aziendale, il centro sportivo e ricreativo, l'illustrato Fiat, gli anziani Fiat. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==