Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

Bi La forma politica del sindacato 27 di un corpus dottrinale affidato ad un soggetto interpretanto (il partito) ritenuto capace a priori di risolvere omogeneamente a se stesso i conflitti ed i problemi che si impongono ai soggetti. La figura del partito ideologico si applica con maggior chiarezza alle formazioni marxiste, cioè a tutte le formazioni politiche che hanno dovuto teorizzare il movimento e quindi proiettare al futuro la propria razionalità. Ma l'uso politico dell'ideologia ha applicazioni più vaste, anche il cristianesimo può essere usato come ideologia. _ Il problema aperto è quello della nascita di un nuovo politico non più ideologico e dunque non più riconducibile esclusivamente o formalmente al partito. Del resto, tutte le categorie del politico sono oggi in discussine: nazione, Stato, democrazia, rappresentanza, delega, potere, tutti i concetti chiave del politico sono· in stato di ridefinizione nella prassi. È in questo cantiere che cerca una definizione che appaiono i soggetti sociali come frammenti che non riescono a pensare alcun nesso tra di loro che non sia pattizio. L'autorevolezza del ~indacato nasce dal fatto che in esso i frammenti cercano di stabilire delle relazioni tra di loro e con altri frammenti in modo tale da preservare la propria autonomia. 11sindacato è così spinto a cercare nuove regole di convivenza, che possono prendere anche la forma di una nuova moralità, fondata non sul ''ciò'' della norma, ma sul "tu" dell'altro soggetto. Si tratta di riconoscere uno spazio originario di· rapporti interumani cui può essere applicato in primo luogo il concetto di società civile. 11sindacato è stato pensato sinora ali' interno di una società civile definita come società economica, oppure come braccio secolare di una ideologia. Esso potrebbe trovare la sua figura come espressione di una concezione più ampia della società civile; quale matrice dell'azione politica. In questo senso il sindacato potrebbe essere interpretato come un movimento per i diritti civili dell'uomo nella sfera del lavoro. L~esigenz~ fondamentale è quella di superare l'antica definizione (da Aristotele ad Hegel).che separa l'econo1nico dal politico ed affida il lavoro allo spazio dell'economia. Si tratta di una concezione idealista/razionalista della società, che comporta una rigorosa definizione di egemonia dell'intellettuale. Il principio base dovrebbe essere il principio della politicità del lavoro e delle strutture in cui si esprime. J diritti sono correlativi ad altri diritti, comportano il riconoscimento della alterita che la struttura del lavoro, il suo carattere ad un tempo obiettivo e strumentale, una alterità non risolvibile nella soggettività del lavoratore, perché appunto determinante la sfera obiettiva in cui questi è, appunto, lavoratore. In questa prospettiva, si ha ìl superamento del diritto della "cosa" (la struttura di lavoro concepita essenzialmente sotto il segno della proprietà) ed il riconoscimento del processo oggettivo che è il rapporto di lavoro, ma visto· a partire dal diritto politico del lavoratore. Cadono così i tipi di gerarchia (a partire da quella del lavoro manuale/intellettuale) che si fondano in ultima analisi sul diritto della cosa . . L~ dimen~ione ~i moralità implicita nella riassunzione del rapporto di lavoro /08\c I · ·o in u.n ambiente dato dei diritti civili dell'uomo, può

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