Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

26 Gianni Baget-Bozzo Forse il problema per il sindacato è di mantenere nel suo interno la convivenza delle due società. Il sindacato non può risolvere i nodi strutturali del nostro sisten1a sociale, può semplicemente· organizzare la loro espressione, anche se questa espressione è un confronto. Del resto, contrasti intrasindacali non sono nuovi. E l'esperienza dei sindacati autonomi, espressione e rappresentanza di lavoratori largamente tutelati o dal diritto o dalla qualità stessa della loro prestazione, ha messo in luce le differenti situazioni presenti nell'·area sindacale. Il problema posto da Ombre Bianche ha il peso che nasce dalla variegata struttura del lavoro come oggi esiste nel nostro paese,, e dall'estendersi al tempo stesso della forma classica della organizzazione del lavoro subordinando, il sindacato e i suoi strumenti di lotta, a realtà sociali, a bisogni diversi da cui era prima respinto o sconosciuto. Ciò è dovuto alla crisi delle professioni ed allo spregiudicato utilizzo che del mezzo sidnacale compreso lo sciopero hanno fatto zone alto borghesi come i dirigenti amministrati vi dello Stato: e ciò in conseguenza della relativa imparzialità ed "innocenza" che la teoria e la pratica della sinistra, anche di scuola marxista, hanno tribuito allo Stato: un peccato questo che non può essere più considerato specificamente socialcristiano e "solidaristico" od "interclassista". Ma ciò ha avuto anche un riscontro diverso, perchè il sindacato è stato l'unica forma disponibile per i settori emarginati o svalutati nelle loro possibilità, come ricorda Ombre Bianche. Dopo la FIAT, vi è ancora più il rischio di questa destrutturazione del sindacato in ruoli corporativi e di una seconda emarginazione (questa volta ad opera del sindacato) degli emarginati. Questa tendenza ha una grave conseguenzà poliuca, perchè suppone la sparizione del sindacato come forza politica, e la sua riduzione appunto a sindacato, a mera controparte in rappresentanza della forza lavoro di fronte al padronato, alle strutture proprietarie. Mi domançlo da tempo se il sindacato possa abbandonare questa sua definizione di mera controparte del padronato e non debba includerla invece nel ruolo di organizzazione globale della forza lavoro innanzi al padroBato, non solo negli aspetti salariali o di tutela economica dei lavoratori. Se insomma la.figura del sindacato, pur rimanendo materialmente sul terreno dell'economico, possa definirsi invece come movimento dei diritti umani e civili delle persone lavoratrici: e se non sia questa impostazione della figura del sindacato omogenea alla concezione cristiana della esistenza dell'uomo nella società. Si tratterebbe di rompere il dilemma tra la figura ormai inesistente di una classe operaia schierata leninisticamente sul politico o la figura di un sindacato che è la parte operaia della corporazione industriale (concezione questa che potremmo chiamare paleocattolica). Il sindacato ha assunto in Italia, a partire dal 1~69, un ruolo politico sempre più significativo ed ampio. Questo .ruolo è il risultato italiano di una crisi più vasta che investe la cultura e la politica occidentale, ed in cui prende fine il ruolo dell'ideologia come sapere totale, e quindi la figura del partito ideologico. Bih · ·: · · · · e temente, la fine dell'esigenza delle motivazioni e delle gTus i ·c io r amenti sociali: ma indica l'impossibilità dell'esistenza

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