Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

14Maurizio Carbognin Questa: serie di constatazioni ci inducono a .ritenere strategicamente fondamentale una accentuazione della dimensione locale nell'azione sindacale, in grado di tener conto in modo più preciso di specificità e differenze. Che cosa significa accentuare il peso della dimensione locale nell'azione sindacale? Non è questa ra sede per fornire indicazioni precise di prassi politica: è però forse possibile proporre, se non immediatamente una linea, alcuni suggerimenti di metodo che invitino a -instaurare un dibattito e a discriminare diversamente scelte e priorità. a) È anzitutto necessario attrezzarsi culturalmente e strategicamente all 'aumento del peso del territorio e del governo locale, individuando con esattezza le aree problematiche nuove che si aprono, le conoscenze che necessitano per intervenire, gli interlocutori, la conseguente ridefinizione delle priorità di intervento 9ggi accettate nella prassi sindacale. b) Risulta, poi, indispensabile una attenzione specifica alle caratteristiche della cultura locale, sia nell'elaborazione della '.'linea" che delle proposte organizzative. È fin troppo facile e drammatico fare riferimento agli svariati piani falliti nel- " la fase post-terremoto. Ma, per quel che concerne il sindacato, ad esempio,. sembra destinata al fallimerito una politica di ·controllo del mercato del lavoro e di intervento sulla distribuzione del reddito che non tenga conto del diverso ruolo della famiglia nelle varie situazioni, da un lato nello stabilire le caratteristiche dell'offerta di lavoro, dall'altro nel determinare la struttura delle diseguaglianze nella nostra società. c) Un intervento sindacale efficace e concreto sull'area delle diseguaglianze orizzontali, legate a bisogni generali, può risultare più agevole se misurato su una dimensione locale. Ciò non comporta tanto un mutamento di posto nella gerachia della predicazione sindacale. Significa, invece, ad esempio molto concretamente che un'assemblea sull'attuazione pratica nella regione della riforma sanitaria (cioè un problema che i lavoratori vivono sulla loro pelle) è altrettanto e forse più importante dell'ennesimo dibattito sul nostro beneamato 0,50o/o. d) Dovrebbe far parte dell'abc di ogni sindacalista (anche contrario al localismo) un'attenzione alla specificità della struttura di classe e ai problemi di rappresentanza che essa. pone; che significa ripetere, ancora una volta, che alle ''tre ltalie" non può essere proposto un unico modello di sindacato. E, per quanto riguarda la terza Italia, significa anche fare .un bilancio dell'esperienza di organizzazione e tutela sindacale nell'area della piccola impresa e del decentramento produttivo, ponendosi anche seriamente e una volta per tutte il problema se sia possibile e auspicabile, e in quale modo, una campagna di sindacalizzazione ·di massa e di tutela del lavoro precario (che, naturalmente, non è un problema esclusivo della terza Italia). e) La struttura contrattuale presente nel nostro paese è estremamente (secondo alcuni, troppo) articolata. Il tentativo ufficiale del sindacato è stato di dettare nazionalmente la "linea" che doveva seguire, di anno in anno, la contrattazione articolata, pensando di poterla ridurre ancora una volta ad una moltiplicazione delB . e1 a ole d' dine ecise centralmente. In realtà tutti sappiamo che le cose vanno 1 o eca 1no 1anco

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