Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

Illegalismi e droga 11 I da e fogli o di via) nei confronti dei consumatori e piccoli spacciatori abituali di sostanze stupefacenti, in particolare di eroina. Sotto questo profilo è quasi impossibile avere dei dati esaurienti: peraltro, emerge in modo vistoso sia_dalla cronaca della stampa locale, sia dalle unanimi valutazioni dei rappresentanti della magistratura e delle forze di polizia nonchè degli operatori del settore, che la percentuale di "comportamenti delinquenziali" fra i giovani abitualmente dediti all'uso degli stupefacenti è altissima. Il fatto è del resto risaputo e ampiamente documentato dalle testimonianze dei diretti interessati: come pure risaputo e documentato è il flusso (più o meno tollerato) di droga all'interno stesso delle strutture carcerarie. · Il collegamento di questi dati· è importante da analizzare. Infatti, nella sfera delle condotte tipiche dei soggetti tossicomani, che già non abbiano lecitamente i mezzi economici per procedere all'approvvigionamento delle sostanze stupefa- .centi, rientra necessariamente il procaccia.mento (illecito) del denaro necessario allo scopo, ai prezzi altissimi che il mercato clandestino impone. In tal modo sono poste le condizioni per una ''indiretta'' ma sicura criminalizzazione, attraverso le comuni fattispecie del codice penale poste a tutela della proprietà, di quei soggetti tossicomani che si dichiarava il voler ''depenalizzare'': criminalizzazione che si alimenta, paradossalmente, proprio per l'inefficacia dell'azione repressiva contro l'esistenza del mercato nero degli stupefacenti, e che contemporaneamente "seleziona" negli s_tratiproletari e sottoproletari, gli individui rispetto a cui il fenomeno delle tossicodipendenze viene ad investire il terreno istituzionale e penale. Il mantenimento di una condizione di ''formale'' illegalità del mercato degli stupefacenti, ma di una sua ''sostanziale'' tolleranza ed espansione, vale così ariprodurre le condizioni per la criminalizzazione di questi soggetti e contemporaneamente a garantire sia i superprofitti delle organizzazioni che controllano il traffico della droga, sia i guadag~i della media malavita locale (ricettazione, prostituzione, ecc.) che dal fatturato· dei tossicomani traggono costante e facile alimento. Al di là di questi aspetti che possiamo definire "contingenti", è importante però sottolineare anche il significato st_rutturale e politico di questa produzione di delinquenza, garantita dalla droga e dalla sua attuale disciplina che solo ideologicamente si presenta come "depenalizzazione" dell'intervento istituzionale. Si assiste infatti, in vitro, alla gestione che degli illegalismi nascenti dalle condotte tipiche di strati giovanili e proletari, potenzialmente antagonisti all'ordine sociale ed economico costituito-, il potere riesce a dare, attraverso una loro successiva differenziazione ed utilizzazione come ''delinquenza'': vale a dire come illegalismo canalizzato, etichettato ·e disciplinato che ha una sua specificità e non è più solo rifiuto soggettivo od effetto oggettivo del sistema, ma diviene, di questo, ingrahaggio e strumento. "La delinquenza - per usare le parole di Foucault - con gli agenti occulti che. procura, ma anche con la stretta sorveglianza che autorizza, costituisce un mezzo Bi jj,ntrRJl~ ff i ~-- sulla popolazione: un apparato che permette di con-

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