Ombre Bianche - anno III - n. 5-6 - febbraio 1981

11OLorenzo Picotti personale" che all'esito delle diverse procedure giudiziarie sono risultati infatti 33 nel 1975, 76 nel 1976 e 106 nel 1977: vale a dire dei soggetti per cui la '' depenalizzazione'' era stata predisposta, al fine di garantirne un trattamento non emarginante e diretto esclusivamente al loro ''reinserimento sociale''. Un ultimo dato interessante è ravvisabile nella enorme sproporzione riscontrata fra gli interventi nel mandamento della Pretura di Verona ·e gli interventi negli altri mandamenti della provincia; in questi ultimi il numero delle segnalazioni è stato minimo (due o tre casi!) o addirittura inesistente. Il dato ha riflesso esclusivamente le caratteristiche dell'azione della polizia,"che ha circoscritto i propri interventi in ambiti piuttosto ristretti e definiti, per motivi che non paiono certo legati all'oggettiva presenza di consumatori o di spacciatori nella provincia. 6. L'indagine sulle caratteristiche sociali dei soggetti interessati non ha fatto che confermare cose risapute: fasce di ~tà piuttosto ristrette, con punte massime dai· 18 ai 23 anni; grossa prevalenza dei maschi sulle femmine, riflettente soprattutto 1~caratteristiche dei meccanismi selettivi di istituzionalizzazione piuttosto della realtà del fenomeno; connotazione socio-occupazionale tipica delle fasce proletarie e sottoproletarie, le categorie rappresentate essendo costituite, per la s_tragrande maggioranza, dagli studenti (28%) dai disoccupati (340Jo) dai militari (20%). Ed è altresì da _sottolineare come, rispetto ai procedimenti penali ·veri·epropri, i procedimenti pretorili abbiano interessato fasce di età più basse; ih particolare, la loro introduzione ha fatto scendere il numero dei minori sottoposti a processo ·penale in senso stretto, mentre nei procedimenti relativi ai casi di non punibilità il loro numero è progressivamente cresciuto. Ciò che appare inequivocabile, ad ogni modo, è la evidente omogeneità, sia sotto il profilo socio-economico, sia-sotto quello propriamente soggettivo, delle persone interessate ai procedimenti pretorili con quelle fatte oggetto della repressione penale vera e propria: in pratica, non è possibile una distinzione fra consumatori e spacciatori (o, quanto meno, piccoli spacciatori), se non per la già accennata minore età della media dei soggetti interessati alle procedure depenalizzate. La funzione di queste è dunque consistita in una graduazione, ma anche. in un allargamento dell'intervento istituzionale a più ampi settori di proletariato e,sottoproletariato giovanile, rispetto a cui le necessità del controllo sociale dovevano trovare strumenti nuovi, meno rigidi e conflittuali, della mera repressione penale e carcerana. 7. Ma anche così completato, il quadro dell'applicazione della legge n. 685 del 1975non è di per sè sufficiente a descrivere.la complessa realtà dei meccanismi di criminalizzazione e di controllo istituzionale che ruotano attorno al fenomeno della droga. Infatti, accanto ai dati relativi alle norme "antidroga" in senso stretto, dianzi esaminate, che mostrano l'introduzione .ed il funzionamento di istituti "nuovi", tipici di un sistema di controllo sociale che sperimenta interventi più articolati e funzionali del rigido ed uniforme strumento carcer_ario, resta da esaminare la '.'ci{ra oscur ': cosftpita dall'applicazione delle comuni fattispecie del codice peY ~it . ~r--~-- rattutto su auto) e delle misure di prevenzione (diffi-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==