La Nuova Europa - anno II - n.51 - 23 dicembre 1945

I . I f ----'-~---------------- LA N U O l'A EU I< O l'A·----------~----23dlcemb.194; -- LETTERATUR-A FRANCESE c. L.-·PHI-LlP'PE I rare la rircbczza .di tanta fantasia. di dnrzza, quando avrebbe incomincia• tante voglie, di tanta gioia e goderne to a hn·ç,rarc. Ma per un'inspiegabile con un ardore addirittura rplco, incon- indecisione, non rluscl ad andare oltre 1c-nibile.Però un povero non conosce il primo capitolo don parla della fan: i delicati congegni del benessere E ciu\lezza di Picrre; ed anche ciucsto Croquionole nella ricchezza disfr"ena ca1Jito10-rifccc per ben tre volte rap– tutto ciò che essa porta cli violento e presentando 11 personaggio ora come dl cattivo. Perciò finisce c_ol perder~<.? sè un bambino miserabl!c e triste che se ~ e gli altri. E' qui appunto il senso del ne sta tutto il giorno a ·piangere ab- A . 1.'RENTAClNQUE anni dalla mor· clébris dc la fète et chcrchcnL darlo8 Ics libro che è tutto in questa amara le- bandonilto in "una stanza; ora come te - avvenuta, nel 1910 - Cbar- eoins quclques débrls qu·on tcur aur., zionc: i povel'i, gli uomini, non hanno un 11lgazzoche impara presto a cono. lc:;-Louis Phili11pe è ancora un lalssé »; chi davanti alla vita è e com- !'abitudine di, essere fellci; 10 vogliano, scere la ,1ta seguendo la mamma nel• nome da scoprtrc. Se non dalla critica, mt le mauva1s capltainc aui chcrch<. 10 tentino, c'è sempre un. destino che I(' lunghe peregrinazioni in cerca df _abneno cla quei molti lettori cui egli encorc ses raisons », chi « ne sail se· ii ributta indietro. ch'è nelle cose stcs- chC 'mangia.re ; ora infine come un es: sempre nutrl l'ambizione di rivolgersi. servir du bonhetJ·r ». se; la \·Ha non perdona. E tuttavia non sere nrdente •o gioioso cui .tuttayla ta Perchè Philippe non è ::iffatto lo scrlt- Nasce su codesto fondo li suo SO• c'C in codesta fatn.lità nuna di conven- v:!ta rnosu-erà presto 11 volto osu, torc s<1uistto,riservato, un poco am- cialismo, più come coscienza d'mrn z1onalc o di schematko, i>e1-chè lo sc1lt le. Tre <ltvel'si Blancard, dunque- ?:a. t:,iguo che ne fecero gli amici della fondamentale cqndlzlone di bisogno e tore si cala nel suo giro. con un -imp(.'.· di qu:i.Je di essi ·avrebbe continuato a · NouveUe Rcvue Pmncaisc. -La sua d'offesa, che come istanza d'un;) Hbe- gno continuo. Cosicchè quando il rac- raccontarC la vita? Ed è da credere opera respira ~u di un piano .d'intcrcs- razione. E forse non snrcbbe difficile conto si chiude. dopo aver accumulato che proprio nel dubbio di dcctdersU si assai µiii larghi e profondi. ,Non è trovare in esso tracce d'una mentalità nel suo coqo un'inrìnitì1 di motivi c Philippe prercrl rlnimciarc addirlttu- :~~l~t~h;11~~i!'~\e~f{~/15~alàd~ialf~"r~: ~~~l~!~~! 0 /°i;~~~; -~n a~u;~}af1~0 ~~~i 1 1 n;('% 11 !id~Lc:o"~~;}(l~~~~~i;~I~o;:fa~~ ~i ~~s~~~~it~ò;o 0 1i1!!~ufc 1~i1&::i't~1~/ cili com.piacen7.e di scrittura c'è nel ni'tario dl Jaurès. Ma non è questo c1rwverochC l'autore non ha fatto che lui e le pii'1 limpidamente commosse, suoi romanzi un fondo schietto e vJ! che cl interessa. Assai più importa no. seguire i propri personaggi sulla stra- sicchè maggiore ~ il rammarico per goroso. nutrito soprattutto di vc1ità; tare come· si trotti in Philippe d'una da preparata dal loro ·stesso destino, l'opera non compiuta. Che d'a'tra par– quella ,·crilà « soltanto umano» di cui pcrsua[iione non tanto acquisita attra- senza ubbidirt' a nessun calcolo, a te, .poi, avrebbe do,·uto rappresentare parl.H"a Girandoux tempo fa, per _cul Ycrso un trav:1glio di idce, quanto per nessuna finzione. D,wnro. sino alla un fotto import.ante anche nella storia Philipp<\ maigrado la sua morte tm- un' ('SI)e'rienza plù intima, di vlln fin~. Philiµpe b stato il toro amico più •del suo monclo morale. Col Pierrc n.rntura - a soli 3,j anni - resta tra Egli era soctalista - racconta il s110 intimo, che ha condiviso tutte le loro JJlanchard egli infatti pcnSJv;t di dar gli scrittori della sua generazione - amico .Marcel_Ray - come "i negri felicità e i loro do!ori i loro rimorsi finalmente una risposta alla assillan– i.la gencm.zionc di Gidc di Pég.uy dl c_sont·crépus: le socialisme était J>our \(' loro catttvcrle e !(' loro debolezze. te clom.:mcla eh~ tutta la slla opera fin Claudcl - una l\iPllc figur-c pjù rie- lui le ~entlmcnt d'une dlfréFcnce. Il ~ ciui aYcva sempre· sottinleso. Jn che chc.- E ammettiamo pure. quanto può était fils de ccux qui font les sabots ~:;. modo può l'uomo liberarsi dalla sua esserci di polemico e paradossale nel des mitres, ou Ics ménages des rlchcs. · · condizione. di pavertù c di sofferenza? tent.'.1tlrn di far cli lui « le scul dcs {>eri- ì\la!""tc. _il avait. été moins bien soisne, Gli anni cbc··vanno dalla pubblica• Dico: una,rlsposta non astrntta ma ~i·· vains français qui, né du pcuple Iycécn, 11 avalt été moins bicn élcvé zione di Croquignolc alla sua morte ,·ente ne} concreto destino d'un perso- / n'cùt pas trahi le peuple en écrivant». quc les cnfants dcs ricl1es. A vingt - dal lUOG al 1900 - sono nell'arte di nagglo. _Ed appunto ta vita di _n•an- · Tuttavia cl sembra vero Questo: che in ans. _il avatt sonha-i"'té de s'échappcr dr Phitippc anni di c1isl. Co'hfessava a chard ci avrebbe detto che gll uominr, una traclizionc Jettcrarfa cosi tenace- sa classe: if n':i.vait' P~s pu et c'nsuitc Gide: • Des romans? Non, ce n'cst pns non nell'amore o nella ·ribellione o nel, :ncntC' nttacrnta a un modèllo di·cul- ìl_n'avait plus voullu. ~ • ·. cela quc je vcux /aire. On arrange la pietà o nei'sensi trm·ano il proprio ttr.-n e n certe regole di finezza e .<ti toujours un peu l'intrigue et le-reste risc~1tto, ma nel lavoro. Una parola ,civiltà dove si direbbe che i sentimcn- ... en ,•uc du llvre a 3 fr. 50. Jc ne vcu:\ certo non m10,·a in PhilioD<!. Ma s'crn ~~l~.~3~;le1~a~?n~ 1 cl!!;~~i-~~ 1 ~~~•s:tr;t~~ Voux, tcndrc, bo~: ~ l'immagine cor ~~~! J~gt~~gd~···1:~~b[~~1l~l11~ 1 ~&tt ~~ 1 1~~~cs~~~~t~i~ !~\ 11 ~af1~r~~ft}r~n~~;~~- convcnzionale, Philippc ci offre l'esem, rcnte di Phi!ippe. Ma è facile sentirn<" ro... qu01? - Vous verrcz! Jc saura1 ,nel Pietre D1a11c1iard essa sarclil>(' di– pio di uno ~eriltorç la'cul preoccupa~ tutta l'insufficienza. Lo notava anche blcn inventcr mitre ehose•.• •· Volevn ventata l'esistenza stessa di un uomo. zionc costante fu di esprim('re un sen- Gidc avvert('ndo le' manchevolezze di i!trc: QU~_lcosa che m<:gliosoddisfncessL Un oroposito. come sl yecle. in cui non timcnto _della vita iJ più po.sslbilcurna., un -.J"itratto tenuto esclush•amcntc su .il suo b1s.ognodl vernà. Ch'era del re- c'cnlrn,·a soitanto la letteratura. B!:1h– no. e cioè-il più naturale, il più aperto cl'!"tl, toni; « sa pltié, sa tenctrcssc,, le~ sto un'istanza stata sempre viva in rh;,r<l P.r.t nel\ ocrhl <lei suo atJtore jl piii imm1.'<liato. Tutta la sua opera_ ·Qualltés exqulscs de son coeur » Ed lui. seòbe11e ora se Ja·ponesse in mo- ri•scmnio di una morale dura e- gene, · dni urhn·i racconti cli Quatre histoire.ç aggiungeva: «Cc· n'est pas ,n·cc · cc!a do addirittura perentorio. quanto più rosa." Insomma una lcitonc di um~nr• de P<m,,rc amo 11r, a Buùu dè Mont• seul qu'il rnt devenu l'admirablc écri- nei romanzi aveva esperimentalo la tà Era del rcsfo 11 modo còmc PhiliP• panwssc, Pèrc Perclrix, Ma rie Dona- vain qu'il p0t étre. Un grand écrirnin d)ffìcol,tà di poter dare <ffsè un'imrnii• pe· conccph·ct la funzione dello scritto– die11, Croquirmole. ed al !rnmmenti del satJsf-att à plus· d'une exlgence rl g_mepiena e co.mpatla. In questo mo- re. Ecco P<'fchè pensando all'opera da C/l.arlc.<::. lJlullchard _ testimonia <l'un ponci à plus d'un doute, nourrit' dc:; do Philippe sottollneava quel .che for- fare cgit ·amava usare pnrole moito cammino in tal senso tenacemente per- appétis ·mvers. On Pollvaft eXaminel se è l'~nsurfl.cienza più palese della sua grosse. ali y a - scrìvc,·a ad un ornf– seguito. Sotto la inuslc.t ora sorda ora Ph.~n tous sens; à chac:un dcs amis des narratn·a: quel premere che talvolta co - une chosc terrlblC: uour moi: sa: jntencrita dcl-le pagine è evidente il llectetJrs, H parassait très un; mais au· s'avverte d'un di· più 'di sentimenti e ,•oir si <'elle histoirc se tcrmin<'ra par proposito di parlare al cuore prima cun ne voya1t Jc ml!me:. It porte en d'inten~oni dentro i limiti che· la fin- 1a Yie et ·si cnfln jc ète\·iendrai l'hom, cht> alla fantasia del lettori. Non cl LII dc quo! désortenter et surprcndre 1,ionc del racconto con le sue ncccssità mc olle• i~ YOt1<1rals e1r"- ·ou !ti sono cose gratuite nel suo discorso, .:'t• st. ,ì dire dc quol durer ». ' obbiet~ive di costruzione e di Iogic.t comnic toi1jours j'en sortir.ii .t\'C'C un non c•~·giuoco: c'è la presenza d'un _Ma questo «qualcosa» cli~cui parla impone allo sC'rittore. Pertanto si trat. 'lvrc. N' ft.rr, f!U'tm homme de Iettr~~. uomo e i dolori le spcranzc_,le illuslo- G1dc non è che la ricchezza nnrnna (li ·t:1va 9ra cli superare quei ·vtncolt, rl• j'en al soup(•!». ni di un uòmo che. negli altrl, conres• Philippc, la SlHI capacità di •mmnlnrc_, trm·ando in una, materia meno obbli· · • sa la propria ,·it:.1e la vita di tutt(' Jc .illa•vita sino in fondo ric-onosce>ncìo In .gala tina maggforc libertà d'im·e>nzjo- CrC"atur<'umane per trovarvi una ri- ~~~ys:~;ì~~~!b~~l: ~o~~ig~J~si\\n~~ ~~ie~~ftii~~~csu;l~J~~~~(t Pl 1 \1r;g2us~ fl;;~1· 0 <~~ 1 b~i;~~o~~~l ~~~l'I~.e~~~j_ ~ t le, la pietà come. la violenza, con un:. proponeva di racconl!lre la Yila del pa. Per qu('sto 1.Jisog1~0 profondo di usclrc r.~~r~ecc;p~~~f 0 e clj ~~~g 1 ~fio ~~~!!~r\~~~p~ drc. dall'i~fanzla .-ig\l .-inni della gio. Cfr. J.,, P.J1i.:1pp('; • Bubu dc ~lontpnr1 nasse t • (Ed. Rosa e Dal~. i\ffa:10 HH!i}. td. id.: e Croquignole » • (Ed. I .. -. Nuo: ,·:i Blblioteca, '.\lil:1110 l~l:i). · dnlla propria storia particolare per rl, sentirsi fratello di chi• soffre e di chi \'0 1 gersi agli uomini -con parole scm- fa soffrire. . '=,,.,.,.,,,.;,,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,,,.,..,,,,., r:,i~~:~:N-~~ 1 ~~~ ~·~~· d~~~fi\~lnne\ ov'è ·se~ 1 ~a~~lis~fo f~,~~~1 ~;~i~;:?ù'tna~~lt~~ Bttbtt de .Mòntpcmmssc ubbidiscC' :meo– ra ad una certu polemica di sentimen• li e di sìt~mzioni. Quale più Jarg,1 tra• Si coillprl'.'tH.lcmcg!lo PhiHJ>Pcauan• ma, ~nvc~e. in Croquio1wle, <Juanta do cl si dfà all'.:iml:ticntedel suo lavo- maggiore naturalezza di movimenti. Si ro, Certo di quegli :urnl, tra il lOOOe pensi alla rigorosa necessità nHrnvC?'• u HII0, non è faci:c darc un',immaginc so cui si arrivn al suicidio dl Angela ci ..rapicjamentc riassunti.va .• E il p('riod0 cli Croquignole: è chiaro che lo stesso in cm. maturano Je prune pro,·e di autore ne subisrc l'inesorabile C'.0J1Clt1- que1J1 che rf>stano tutt'ot" eh scr,Jt• sionc. . ~!i c~~~e1~1~;~~~~ ~r.it ~~" 1 ai~~llaa '3~~: ·c~~uf:,i~1cdet\~ ;.!~~r:S~i:;t~~~~n~~\!:i <let a Proust E' ,·ero che c1 s 1 muo • 1 a n:.11tà lrrimOO!abilmcnte lnnOC<."ntr ve anco1·a sul!a strada ai>crt., dtlllc ' ~enso di Dostojcvschi), apcrta e · vnric esperienze dC!lnaturalismo e dalj feribile, carica di viollmze ùi sogni di · la ,J.c:foion{' ùi B;JUdclaifle.ma e-on una mise'rìe di rinun<;ic: un mondo di C'rca• passione nuova e il bisogno di uno ture « umiliat.e ed offese» i cui <J.c$tl11i SC'avopili profondo 'nel mondo del sen- maturano con .una logica crudele e _thncnti. Se .ne vedranno i frutti più tagliente, e dovè non c'è altr.i legge tardi. Jntanto è un 1avor10·tutlo tnte• che ()ttella ·della sofferenza ·e del Javo– rlor('· dl ricerche e dl assaggi. E ~cp. ro: « la Ioi, qui veut que l'on gagnc pure, u, parte c1ua1chcecce7.ionc Phi.- son pain à la sucur de son front» C'è ~jpp~ .ippunto, oggi pensiamo alla pro- anrhe la gioia, è vero, quella dei Sensi duz!onc ·dJ quegli anni - i romanzi. e A,uella del cuore. c'è l'amore. c'è- la di Emilc Guiltaimin. dl l\1argucritc bellezza dèllrt natura, cl sono le donllc, Adoux. di PJcrrc Hamp. dC'i Taraucl e fa folla dei bo11leVards e le cose dl ;,~:;~~~! ~ ~; ~lc~~~a~~; r1~~~~~~:1~J ~~~so~~n~obuèon!pfc1;!1tz~,t/u<\~~i<i~~a:m~ 'la vitalitlt delle istanze che ne erano <1ffettuosoamico. E gli uomini- pensa. al fonclo .. « Il ~faut rccrécr des person ·no di poterne godere. Invece è' un'il· nagcs qu·on a vus - dichiarava Phi· lu~ìon(': la gioia non è per gli uomini ~fiJpc .. -· Il !aut les se9tir, se rcndrc --:-Per i poveri; pur quando arri \f.l es– compte _dc leurs ralsons d'agir ... Un sa, dietro 11sorriso, è cattiva e colpl- ::~~~~1;\ I~l~!~;f ~~ire d~o~~r.~i~~~a~\ ~~e~~~:l~à c:r1~c7j~;o -;1ii~~it~1~ 1 1°~ n~ doil surtout l'aimer, ou bìen encorc le so struggente, · trepido, qualcosa cli . _,,,.... haYr. cq qui revic-nt .:iu m~mc·ll. estremo, come un &1por(' o troppo m,~•;os~~•~~fo ~1~fl~f~af~~~~o<~~~~t~: ~~~~~a 0 ;{-orfo1g~ 0 \~• t~~·ct~~1~ 8 0 1 ~~~1i~~ mente autobiografico e umano. Il che l!n po' più ccler(' o un· po' più lento · d dice in quale senso potremmo chia- del normale, tra stupori e slanci. te– mare «sociale• l'nrtc di Ph1lippc. La nerezze e pietà, desideri e rivolte. E' quale se muove eia una polemica con• questa la realtà comune- in cui tutti i t~o un.t certa società. ne assume tutta personaggi di Pliìll'ppe si muovono: la ,·~a l termini in una verità universale- loro vita ha un solo senso anche se che tocc.t non trmto le e>lasslma 'la corre su strade diverse, Ecco Croqui- . C?nc.117.i?ne. stessa dell'uomo. « Pov& unole; acl un certo momento è ricco, n. - scrI\'C Philir>pc - lna povero egli pens..1 d'essere ormai fuori dal non è solUlnto clii non mangla: pave- suo mondo. ed invece non vi è stato ro , è ognuno chc soffre ch'è amare; mai cosl dentro. Anche coi flllattrini ch'e offeso ch'è malato; poveri sono resta sempre un povero al JXl~i degli «_cc_ux <iui ~ont laids ~t-ceux qut sont ,1ltri. Non si capirebbe altrim('nti -H hm_ulcs. qu1 se m·omè!"cnt parm,i leE ~uo destino. Solo un povero 1>uòenti- VINCENZO CENTO L A morLc Ila spezwfo J"atU\·[w di Vincenzo Cento proprio sul pun- ~ to in cui cominciava a rlpren– clcrsl con nuovo slancio e COnpiù am– pie prospettive, do1>ola lunga parcii– tcsi della tirannide fascistri, nell;.1qua• le egli, come tanti altri. fu costretto al silenzio. Uomo di eccezionale coercm:.1 e consistenza interiore, scrittore hm· t!cio, arguto e vigoroso, educatore di ·grande etncacia, tdeatOre ed atfuatm~ di nuo,•c· istituzioni educative e cli nuovi metodi pedagogici, Vincenzo Cento. l.)cnchè sia noto per le sue mo– nografie-che· gli valsero il premto dei Lin~el e quello internazionale tiella pd.– cc e per a!ll'i lavar.i di Eilosofin morale e reltgiosa, tradotti anche in francese, è una personaHtà ancora da scoprire nel vasti riflessi d('lla sua attività spi• rituale ..Infatti la parte migliore di que– sta è consegnata in manoscritti· ined!· u. che dest.:rno stupore sin pe>rla mole Ingente, sia per la profondità specute– tivii.;e d'altra parte tutta la sua ·atti• vità di docente, di OOucatore, di agt. tatore di coscienze è depositata come seme fecondo nel solco stesso deJla spl– ritualità umana, qua.le si è venuto trac– ciando nella moderna socletà italiana nella quale egli asl. E' stata una gr.m– dc iattura non solo per la coltura lta· liana mo per la sptrltualltà umana che <.1.t1esto sfngolare illÙminatorc. ( e ta– le egli si era riconosciuto sull'esempio ·dei grandi eroi morali dell'umanità clic egli prediligeva)· si sia spento prJ• ma di poter riordinare per la stampa tutta la vasta mole cli manoscritti nel quali aveva concepito l'ampio dlsegho cli una restaurazione ab imls 119n ctella scienza, come fece Bacone, ma del Creatore stesso deHfl scienza, eia~ rtell'uomo. lo che gli ~ro vlelno qu::111 · c1·cgti,a i\lilano, dirigeva !"Accademia libera di cultura ed ar.te ; che prcsto diventò un jstltuto fiorente cd <1µpf-cz. zatissimo, potetti a piit riprese- settare ·Jo sgu::irdoncllè numerose cartelle, cnw cglt V('niva preparando con assidua profonda meditazione e con una stm.– lorclith·a capacità 11ssccintlrn e penc– trath·a dello splrit& umano, e ·giunsi a formarmi un"idca <klla porlat;-i unlv,c.r. sale del problemi che·lo tormentav;,m, e del flocciolo ccntralc della sua·conct:• zione clelJa,,·ita spirituale, d~1 cui si all, mcnrn\·anò e si ~olori\'tmo f suoi pe11, sl~ri di scritlore e di 1n.1estro.Egli avr.. ,•a cstrntto dal suo ovw:; majus - l,d ,·c.-:tai,razianc clell'uomu - un J~n-oro minore sulla riforma dell'educ~ione dell'uomo che voleva pubblicare alcu• ni anni fa e che face,,a 1cggerc ai suol amici intimi per a,·ernc suggcrimcntt e consigli per eventuali ritocchi. ~c– ·nonchè anche questo lavoro gJi si ·rit– lungò sotto la penna: ·e quando si ·era sul punto di completarne la·stampa llt una serie di' pubblicazio"ri1destinate ad illuminare e fiancheggiare · l'attività dèll'Accaclemia, questa fu. dcYastat.a dai bombardamenti aerei e il suo DI– rettore fu costretto a lasciare imano. Io mi auguro che i figli, nei quali il padr~ aveva riversato la fiamma. ~r dente del suo pensiero. e l'lnfaticaliUe consorte, che fu collaboratrice amon., sa ed inteJllgente della sua opara edu• eathm, ·trovino presto il modo di far conoscere il grande Cento postumo e dl appagare cosl anche un voto deU·e stinto, il quale, forse presngo tieila sua· precoce fine e anche delle difficolt.ì che avrebbe incontrate rattuaztonc del suo disegno editoriale,· ml dlss~ un giorno che le sue opere pili impar'tanti sarebbero state pubblicate- dopo la sua morte. . Non è facile dnrc una anttcipnzlonc sommaria della visione che ebbe della vita. Vincebzn Cento, tanto profondo~ vasto e 1>0lledrlco, \! Il suo 1xmslero. Posso solo fissare le coordinate che lo hanno determinato, ossia gli assi di ri- · ferimento· intorno al quali li suo pen– siero tll'endevn forma e consistenza, e ·'

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