La Nuova Europa - anno II - n.45 - 11 novembre 1945

-- 11 novom. 19-15------------------- l,A N uo VA EUROPA ---------------11 -- LA CULTURA ITALIANA ALL'ESTERO cultura (La JYuo-vaEuropa: Guido De1 lingua. Bisogna d:irc un'altra facciata Rugglero, 24 giugno 19-la e Paolo To· alla nostra opera. E per dare nwgb'iO– scht, 7 ottobre 1945) è un fatto reale re gram:la in questo sl possono anche e in s·volgimcnto: c'è e ci sarà un in chfamare stranieri J>er la diffusione tonarsi a ce11t temJ e modi comunl in della nostra cultura, mettere spesso tutto Il mondo, e un .::tnimostesso, per stranleti o ttalo-stranlert nei comitati dir cosi, mondiale. Qui va portata una e negli stessi uffici .. GU addetti cultu· professione di ltalia11ità aperta. non di r:tli all'estero, la « Dante Alighieri », naz.lonalismo, non di xenofilia, e che l'I.RC.E., l'Università itallana per su·a• non è una Posizione media di pru· nleri (Ji Pentgìa (che !n ventlc111que denz.l, ma di attività somma e critica, ;mni di vita ha m"l.tto <1uasidodicimila ma con studio, delle proprie cose. co· studenti di tutte le part) del mondo) minclando e tornando s1>csso ad esse. debbono oltre che esplieare la loro o- L 'AVVE~TO della federuione ame– ricana e della federazione sovie– tica nella politica del mondo e 11 Joro · incontrarsi e innestarsi nella situazione europea, non significa sol· 1anto allargamento mondiale dell'orlz• 2ontc politico ed cconom1co, non sol· tanto superamento della preminenza europea, ma anche H presentarsi di un carattere culturale, anzi di un atleg· giamento nei r:J:uardi dcll;1 cultura dl· Yerso da quello europeo. L'Ew·opa sen, te il Yalorc, la Russia e l'America scn· . tono 11 mondo. L'Europa che ha tanto inslst!t.o nel per!eziontmento del con· cctto e della realizzazione della « ca– rit~s », e poi dell'arte, della fùosofla. dell'etica, della scienza, da cui vengo– no fuori la Chiesa cattolica. la Divi11a Cmn:media. la Crltica della ragion pu· 1·a, ,ha considerato l'esp:.mslone come cosa non p1incipalc, l'ordine generale del mondo come non sua missione fon• damcntale, quanto inn~cc Quella di rag– giungere con sfor.ti incessnnu tonne quaHtatlvamentc sempre più pure, una <'hiltà tesa ai valori. « potenze del fa· 1·e e catc-,;orie del conoscere», direbbe i.I Croce. con l'animo di riu·ornre fo propria personalità accresciuta per .::icquisto non solo di universalità hl senso oriz· zontale. di conoscenza, n1a in senso verticale, di approfondimento. Voglio dke che noi possiamo Introdurre la conoscenza della migUOl·e cultura di altri paesi solo inserendola in un atti– vo processo di fornrnzdone della nostra, e possiamo esportare la cultura Italiana sol() se ne producl.:>.mo di nuo..-n, at· tuate. moùcrna. Altrimenti cl riùucia· mo ad esportare maioliche e tessuti francescani, e faremo libri e confcren· ze, sulla grandissima tradizlone i.ta · liana, semza anima, e perciò enfatiche. sbiadite, senza quella e11tica viva che può ben com.inc!are nel nostro paese stesso. suJ u·onco da) quale anrenne la prod02lone. L'Internazionale de-Ha Del modi prat.d.cl di diffusi.one deU:1 pera pai1icolare, metter capo alla co– nostrn culwi·a passata e presente al· slltuzlonc dl società culwralì 'italo-stra l'estero vedo che si riprende a parla· niere in un ogni nazione, Jn ogni città. re In più parti. Il fascismo, a pane lo Noi a Perugia abbiamo, ad esempi.o spirito, aveva effettivamente fatto ,Jual· indirizzi di quasi dodicimila pcr~one che cosn. soprattutto figuardo ali.:>. coor- dl tutto u mondo, che conoscono l'it~· dlnazione de,g/J srorzi. Erratissimo era nano. Percpè. tra l'altro, non m:.nclare il modo della «propaganda•• che as• ad e55c un opuscolo con l'esposlz!one somlglla,·a alla teoria dcll'« im~ro», della vera ltalla nella pollticc1 clande– qunnclo si sa bene che 1 popolJ che stina. nell',ldeolog!a sociale, nel pensie– h.:>.nnoc~struito imperi se ne ·soi:io for- ro filosonco e 1-ettcmrlo e opcro.;,ità mata la consapevolezza e la teoria ver artistica di quest'ultimo \'Cntcnnlo. ma· so l'ultimo della costruzione; come è lamente conostlut:.t all'estero? :~e Ji~t1~~~~c~i~n~h;ri;~n1i~~il~~~ J .'\LDO CAl'lTl:\" I L'America e la Russia, federazioni In stato di ampliamento e anche per que– sto tendcn-zialmellle mondiali, portano un diverso senso dell'universale, che per l'Europa è di dfritto ed cssenzial· mente formate, 1,>Cr loro .di C::itto. cd anche !Ju!ndì di contenuto. Qui è an· ci.le la loro lnferlorità. il carattere di· vulgatl\'O, amministrativo, deua loro prassi politlco-soc1ale; anche la preva· lenza di una molt.ltudine di clasae, bor– ghese o proletaria, mentre ln Europa Ja produzione è sentita come più che di una classe (chi pensa mai alla cl:tS' se ,11 Dante, Michelangelo, Dcethoven. Leor>ardi, J<ant?). Perciò resrn il fatto indiscutibile che ..,\meric.t e Russia hanno da attingere d:'llrEuro1>a. Avranno poi un c6mpito mondiale <li diffusione tra le mo!Utu· d)ni; qui non è Il caso dJ esaminarlo; ta re:.11tà è che esse avvtauo al cosmo– politismo. In questo giuoco di rapport,i 110n è difficile collocare l'Italia, pci– cbè essa J·apprcsenta per eccellenza nucsto sforzo .::tivalore, e Quasi sacrl· ficio. se si può dire deU'ltalta che, co– me l'India per la religione, essa per crcnre J;1 chiesa e l'arte ha ritardato la cost.n1zlonc del suo Stato. E restar fedeli alla cultura Italiana slgntnca ,.>rincipalmente questo: non.sentlrsi co· st.rclll a seguire le affenn:.1zionl, le tco· rie, gli stati d'animo, cli Dante, l\Jachia· velli, Galilei. Leopardi. ?.lanzotii, ma imparar da loro la fedeltà alla forma spirituale, ai valori, alla ricerca dìsin· ,crcssata, alla conclusione pura. Quc· sto ~ anche il passo deliri civiltà ita· )iana su quetl.:>.latina; e lo Stato di· .-enta la Chiesc1. Lh,Jo ).lachlavelll, Ci· cerone Q·oce. Ennio Dante, Giulio Ce-– d3re. San Francesco e ).faz~lni, cioè mags;-torc purezza e assoh1tczza e fe– deltà aù un valore <lismteressato. non pratico. -'.Affermato questo carattere dellc1 ci– ·.-iJ.tà Italiana nel suo megli.o. di comu· nicare cioè il senso del valore. puro oalla prasSi e dalla òinilgazion~ ~ evi· demc che il mondo ha sempre' molto da 1mpnrure dalla cultura italiana. Pns· sando al cosmopolitismo la civiltà non vuò • propter vl~m \ti.\'endl perdere causa 11, e per il mondo perdere il cie– lo, Il valore, e per li contenuto la for– ma. La cultura lta!lana sentita cosi, è arricchimento decisivo per 1a formazio– ne di ogni uomo. La stessa America che ha tnn{a fiducia in sè stessa e che si è costltuit.a una specie di senso u· mano-romano per suo conto. non dal nostri libri, hn proprio bisogno, per svolgersi. di decisive esperienze di « va– lor puro»; e l'ltalla può fornirne. Citi sostiene che noi dobbla"mo mol· to 1mpar.::tre dalle culture degli altri :popo!i (« L'Italia ha più da ricevere che cl.::tdare»: La l)()Ce ,·epubbl-tcana, 1-1 ottobre 1~45) è nel vero solo per ll fatto che moltissimo noi dobbiamo leg– gere, e apprendere; ma non come un • più ricevere che dare». se dalla par– te nosu-a ci ricordiamo di poter pre– sentare kt quallt:'.1 che ho detto. Scio– g1i:1mopure nel cosmopolitismo la bo– rin del dotti e delle nazioni, liberiamo ,la cultura nazionale dalla pedanteria; resta un valore educath-o immenso nel J)Oter presentare Incarnate quasi le !orme pure della caritll della poesia òell'arte figurativa. del c'anto, della 1XY )itiea, della scienza,- della soclalltà. E blsogria che già noi stessi sentiamo la no.su -a cultura prospettivata Interior– mente cosl; disfacendoci della retorica ~~~ ~~~~~~n~~~I \,~~h1!~:ÌI ~'. Dante», Per ricongiungerci al profondo del· le culture straniere non c'ò bisogno di staccarci clalla 11ostra obliandola; scam· bi si possono e si debbano !are, ma Notizie da/L'Anstria C o::u.E ln Gemunla, cosi in Austria, il condominio delle Potenze occu· pant! non dà ancora buona prova. Secondo fonti austriache. le t11.1ppe russe di occupazione ammonterebbero a un mmonc; calco!J più prudenti di fonte inglese riducono il numero a 500.000 soldati. Le u·uppe britanniche e americane sono mo{to più esigue. Sl calcola che c'è un sold.i.to o nCuglato straniero per ogni quattro austriaci. in alcune parli del paese, e S})C(ial– mente nella zona nissa della • bassa Austria II v'è un soldato straniero per ogni aust,riaco. Questa enorme armata è alloggiata nei.le case private; e le re· <1uis1zioni di ogpi genere procedono su vc1stiSStma scala. Il risultato è che le riserve d1 viveri sono estremamente basse. specialmente nel!.:>.zona 1,1ssa. Le ~utorità lnteralleatc m·evano pro· settato del tagli di boMhl per li riscal· damento della popolaz!one nell'inve~ no; ma I russi si sono opposti. E' un danno grave per il momento, che però sarà compensato dal vantaggio di pre· servare Il patrimonio boschivo del pac· se, Se si pensa allo scempio (purtrop· po è lc1parOla esatta!) che le truppe In– glesi stanno facendo del boschi 1taU.:>.nl, specialmente In Calabrio. - non oon· tentandosi di tagliare per loro uso gli alberi. m.1 sirappandoll con tutte le ra· dici - H divieto dei rus.9'..può apparire una Jrusura benefica. • ... La divisione dell'..\.1.1strfa in diverse zone d1 occupar.:one rende molto diffi· ciii gli approvvigionamenti, in p.1rtico-– colar modo delle città, che sono s1>csso private del loro naturale hlnterlmu/.. li fatto che le zone agricole J>iù !ertJli sono in mani dr.:verse da quelle delle meno-fertili. impedisce ogni tr:isporto di viveri dalle une nlle alu·e. e renclc necessarie le import.:>.~lon!dall'csteJ•nu . che però sono rese molto ardue d.ille conèt.zjoni della v'iabUl là e del u·,r spor1i. A tutto ciò si aggiunge la scarsezza della nmno <l"opera. ~lnnca nel pac3c un'intera ::cnerazlone maschile. Vien· na oggi consta di qu:isi due terzi di donne e di un ter-✓.o di-uomini. in par· te di età superiore aJ 50 anni. La man· canza cl'ind1v!dui validi, dat 1S ai ;;o. fa sl che n!cuni quartiert della cltt.-1 sinno oggi ln condizioni identiche a <111clle cli un -'-:orno doPO la liberazione. V'è infine da osservare che trc1 le trup· pc di nazionalità diversa stanziate nel territorio i rapporti sono alquc1nto tesi. Gli alti comandi, obbedendo a Istru– zioni del loro governi, si dimostrano cordiali e corretti ne! r.::tpporti reclpr◊" ci; ma le truppe. che olJbed!scono a tmpulsl più Immediati e spomanei. non frate.rnizzano. anzi si guardano \n cagnesco. Non.è un buon auspicio per il meeting dell'Oriente e dell'Occidente. Naziona/iz:;a:;ione . SGUARDI sul MONDO I durante la f;l1erra ha avocato allo stato i soprrnn"OfitU dipendenti dail'accre" scluto tramco. Dal W-ll al 1944. più di 176 mHiol\l dì sterline sono stati cosl incamerati; m('ntre gli azionlsl/1 banno contmuato a percepire un divìdendQ fisso. egual-e a quello medio dell'antc· guerra. Jn cc1sodi possibile stot !zzaz.lo – ne, <1uesu divldendl :potrebbero facil· mente essere consolidati In titoli sta· tali. l\la si fa osse-rvc1rcche un provve– dimento del genere sarebbe Inefficace. se non colplsse contemporaneameme anche l'i-nclustrin dei tr:isportl per ••la ordinarJa. Qui pure la politica di guer– ra ha operto la \1:a alla staUzia~one: alla dipendcn~ del Minlstero della Guerra è sorta Infatti un'organizzazlo· ne dlÙ'a~'POrtJ motorizzati. che possie– de 34.000 ,•t?lco11 e che potrebbe essere il nucleo di una grande a:e::\enda statale. Da queste o,perazloni 1 laburisti non si attendono ~raneli profitti economici., m.:>. principalmente un.:>. razionalizza.zio• ne dei seni.zi del trasporti, 111 vista del· l'esccuiionc di un plano;:cnerale di ri· costrm~Jone. . Nella Germania occupata Delle quélttro Gc11nanle che si stan· no formando sotto l'anuni.nlstrazione i1~~l"~~;;:i::t~rricr::1rJ:1~~l~.t~l~Clj~ Germania-britannica. Amburgo e Han· nover. le due c.ittà princip.:>.11 dl quc.st. :l zona, sono in piena ripresa. Bench6 Amburgo sia stma duramente co!p:ta d;li bombardament.i, essa ospita g1à u:1 mii-i-0nedi abitanti, dei quali solo SOùO risultano d~soccu11ati. Il traffico vi è Intenso. e i! movimento della popola· zione civile supera cli gran lunga quel· lo delle truppe di occupazione. Gli tw glcsl si comi:,,ncciono d1 osservare che, mentre Berlino ha l'aspetto di una città·fantnsm.i. Amburgo è una città convalescente dopo una seria malat~.i:. O. per usare un altro parc1gone di orrh· ne analogo, mentre i Russi J>raticano una chlrurgia senza anestetici sul cor– po dell.i. Germania. ;::!'inglesi stanno sollevando le forJ.c della paziente, pr•· ma cli de<"1dercse un'operazione è ne– cessaria. , su! 1 ard~~1~a~l~f1ah~~;t~~~.e~i~~~ verso sofferenze ind:cibill. e sposta· menti di Intere popoi.::tziom. Cd esvro· pria~ionl In massa, st va compiendo La nazionalizzazione della « Ve<:chla Lina trasformazione sociale profonù.:>.. Signora», cl~. della Banca d'Jnghllter· che col tempo darà i suoi frutti. Nella ra non incontra finora gradi ostacoli zona b(itannica la maggiore e più ra– e proteste. Poichè gli azionisti saranno plda efficienza della ·ripresa è ottenuta integralmente rimborsati con rendite util-izzando 1·orJ;anlzzazione nazista. statali e i dJrlgcnti non saranno rlmos· preesistente; <1uincKla Germania che si, essi si tengono tranQOilli., l\-loltl glor• risorge è ancora la vecchia Germania. nali an2': si chiedono se valeva 1:.1 pena Sembr..1, come notano gl'inclcsi le co– ann.:.re un.i cosl grossa macchina per me J)OSSJamodel resto sperimentare ottener quella che sembra • una parti· più Umltatamcnte anche da noi) che la di giro•- Ma gli effetti reali della la de·n.:>.zifica,;,i.one l'efficienza amm1• sulla \ia del.la soclaHzzazione. La ,\;f:P britannica invece rischia d1 dwemarc un fine a se stessra e di assicurare la sopra\•yivenY.a alla v~chia struttw·;1 dell'economia germanica. Quale <leUe due politiche è J~ill co– struttiva? E' proprio Il caso di dire: :1i posteri l'ardua sentenY.a. Noi occidentali, col nostro senso della pcrson::inta uma· na. con la nostra preoccupazione ùc:1a 1,. 1 1usdzia e con la nostra pietà verso 1a sofferenza. siamo propensi al metodo mglese; I russi invece per esperienza propria sanno che un rinnov:imento profondo non può venire che ùa uno sconvolgimento totale del vecchio as· setto della società. Un.:>. \'fa cl-i me-un tr.t questi estremi non è stata ancora trovata. Le vie ciel cielo Tra l'Inghilterra e l'America avv~n- ne durante la guerra un:i specie di d''"" vlsione del lavoro nella cosu·uz!one tic• gli .:> .croplanl.PO :ché I i:randi a1:rel ,1a trasporto poternno rac,lmentc tJ•uS\'O– lare da un continente all':<t!tro mentre I c:i.ooia dovevano essere portati c1llc basi di opernzioni pe1• me-..tzodi nuvi. una m•.dentc 1·agione di economia sug– ge,rl ropportunità che l'Amc-ric:i con· centrasse• suoi sforzi nella costruzione dei prim\ e l'Jnghi\tcrra in queHa dcgii altri. 01·a. nel riadc1ttamcnto dc-ll'a,·1:i.• ., zlone di guerra alle funzioni della pcicc. questa divisione del lavoro costitt11<;cl! per gli inglesr un grave hamUct1p nel– l'attreu.amento di grandi Hnee interna· zlon:.1Hper li trasporto <11 passcggGJ·i e 1f. mertl. Gl'lnglesi oggi lamentnno che il loro potenziale aereo commercinln è assai scarso In confronto di quc·Jlo Uet loro competitori. Essi sono rrnsc1t1 a creare una knea ce1e1·is.~lma di comun:• c;12ione con l'Australia; ma per i gran· di bisogni del loro Impero molto J~– ccntrato. <1uesta prima realizzazione :"_! insufficiente, e mancano i mezzi per creare una vasta rete che allacci tra loro le zone Plù eecent1ichc. .A questa sostanziale difficoltà se ne aggiungono due altre d1 carattere più temporaneo. L'unc1 è tinta dalla sorda r~va/Jtà tra l'or~nlu.azione militare e Quella o:vile, pc""!.· cui lc1prima - ben· chè le esigenze più ur!,cnll della guer· ra siano cessate - non vuol tleclders1 a smobilitare e a cedere all'altra I mi· gliort aeroporti e i. mlgllorl c1ppari.?<•chi, <·hesono tuttora in suo poesesso. L'ln– C('rta situazione infornaz,onale e la pos· slbWtà di un p:ù effic:ice. rapido e con· centrato controllo aareo cielle zon(' ne– vralgiche. danno un.i. ragione pl:iusl· b:lc al l"itardo nella smObilltazhmc tle!lc forze aeree. in confronto <l quèlle te1 .. rt:Stl'i e na\'all. . Un'altra dimcoltà è di car~ttcre ps;– cologico. L' .4.ir Leagu.e dell'Impero hri· tannico lamenta una generale ;1rmt1a del pubbJ:co 1>ertutto ciò che conce:·nc raviazione. Pare che la gente non vo– gU.1saperne di aeroplani. li ricordo re-– centc di tutte le sofTcrenze che cs<d hanno un·ecato alle J)Opolmr.ionlcivili è la causa principale òi. questa (llsalfw 2:'lone e cii questa apatin. Oppos10 è 1n~ \·ccc il e.i.so dell'America, che m·endo inflitta e non subita razione degli c1ercl, è J,\. ena d'entusiasmo per essi e se ne ottende nel periodo della pace mlrncoli non meno grandi di quelli operati In suerra. "IL PONTE,, nazionalizzazione sono a lunga scaden· nistratlva siano In ragione Inversa l'u· za; per ora non si è fatto che ap1>ron· na dall'altra. G!'inglesi cercano di con· tare uno strumento. che solo plù t.trdl fortarsl della bontà della loro politica. sarà messo ln uso. Infatti la banca di dicendo che la presente fase di oecupa· n fascicolo n. s contiene: stato dovrà se1-..·ire per distribuire Il zione corrisponde a ciò che nella nvo- G. Salvemlnl, 0Qn1e et.1:gocre la Coslf• credito secondo un certo piano; sar<l Juzionc russ.i è stato la NEP: cioè una 1uc1ltet; V. E_Alfieri, La l.egge cmtb'o il perciò il valore di questo plano che eia· misura pro,·vlsoria per dare un im· fascismo; A. C. Jemolo. t:i:.f e Il Comu• rù la m!sura dell'opcraziono oggi com· pulso lni~iale alla v.i.ta economica, i;;lo· 1ws,no, v. Oranca, L'crc<J.itd idt·<11'c dd 1:-iuta. • vandosi di qualunque forza disponi bi· • Concili~Wrtt • .- G. Delcdda, Le1;tcrc -a Intanto 1 l.iburlstl eomlneiano a mcl- le. Ma la N"EP fu Usata da Lepin .cof Pirro Bessi; C. l.inatl, .Voi.ere/le; A. l..,evi. ter gli occhi sulle ferro\·le. Anche <1ut:· preciso intento di dare all'economia e 1: Uniltì • dct Sa.!.t-em.ini 0 (191 H920J• ste sono cii proprietà P'livata; ma una russa la possih:Jità ùi respil'are e d1 \". Gu:. IJ.ellot arti o induy,(r~er. (Fltx-nz!!, legge <.lit•mc,rgcnza, entrata in vigort.•1prcpm·.irs. cosl ..ilio slancio sut.-cessi\·o Le Monn:er).

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