La Nuova Europa - anno II - n.28 - 15 luglio 1945

--10 ----------------- L:A NUOVA EUROPA-------------- 15 lugl'o H45 -- PER LA STORIA tenga una certa arUcolar.one net mo– do economico (ampie soci...1ìlzzazlonl, ccopcral\ve, proprle,U) lndlviùualc là dove li lavor.1!O:'e co!ncide col pro– prietario), aù una soluz.1one che stata· 1:zzl tutto, t>Olch~ quc:-ita poUt?bhe tèJJ• dcrl! µ:ù òtftìcllt! quella dcstlnaz:one di libertà che deve c.ss ~re il co:lllnuo ri– ferimento della socialità. Ma qui ,·a conrermnto qucMo attcggl.1mcnto di solidarietà con le « m:isse » che sal– gono .ittra,•erso la tivo!uzlone sociale. li m:ltcrlalismo stesso non è li seino di un'ansia rc:nllsttcn e dinamtc:i, con– tro la st:n!cltà del varì conservatori· sml? Ma ridurre li nostro ::itte[4'.gl!tmen– to n part:to totalitario, qunsl che esso es.'lurisca wuo In sè, è erroneo: si deve piuttosto parlare di ar !cntamr.mo di cosctem.a, dl aggiunta alla socl.:illz. zazlone, Il nuovo non sta tn un nuo– vo partlto, ma In un orientamento del– ta coscienza che Include tn ~ anche coloro che lavorano. JnJr con nitra ment.ilhà. nt!lla stessa dlrc;i:lone. Il da· re alla trasformo;i:ione SOélal~ una de• stlnn1.tone di liberto eftett1,·a. non at– tenua l"appasstonomi:-nto per questa tr.tsformazlono socllle. snuno f:itu.iziont economiche ma!ag:e1 voli; e Il vovcro, 1! m.i!ato, at;n;,wo aiuti per 1,-:iustlzia(l>al ogmmo i,uù agi giuni;cre tli proprw l'otfouo, Il t,:-ic:o al lebbroso). La social!;,:zazlone e la ptan.~cazione nel n:ondo t..-conom'.co uovano H contrap~o :-:cl dt..'<.-Clli.!"a• mento e nc!ia libc:tà che v:cnc 1,1sc:a, rn al; rnìzioti\"a nel compo ruor:1\c. La sotml1:t.zaz1om.? tper es.) dei tcotrl può ~1<:coru►acnars\ bcnl!-:s~mo con !a lihe– r:1 tnlzlatlva artistica ctt c1asc:u11 tc.i:ro accentrato per !a base c<.·tmomica, tJç!• cer.trato e variato per nr?!zmt1va cu!tu; nile. Cosi ,n un 01"'.z?.onte p!ù largo. U cvntra:,to tra America e H.ussla, ehe prcl:icntano i temi d~ila rlrnlm:ion~ m~t e d1r:u1 » e quello dellu l'ivolu1.1on.: COI• lcttivlsflca, potrà pr:ma o Poi supe– nrsi e dar luoso a quen·1wlver~iifismo uinmlnistrativo dcs11a.1to a di:.u,buire I ~nl del mondo j)er tutti. ila queste furnic di org~ntzzuz:one 1uondt<.11e tro-, vano Il loro contrappeso e cmTc·1tivo interno nell'unl\-·e1·sallsrno morale e re, I·~1'•i-<.o, che, entro qucl!'amm:.mstr11;f.!o. 11~. torna ad affernu:re H vti!orc rfcl!a Ul>crt:. crc.iti-lce e dell'ainorc. :\I "ltN? l~ H,c1alltà viene ad !a4undrare le nv•'. 1 1tudlni che salg,mo tu::·mterno de– ,;!; cn~U e nei contlnc-uti: Cino. India, _a,.r!lbl, ecc.). la dest1nu1.!or:~ libcr:,1e s•.:nl! a rinno\•are I nuclei dirlgt•nli ie 1dc1? centr.ilt; ,·lsto che !I dupt!ce f[ttto a~H1é':e è: sallr(i dcli,: mo:11tudlni :a!l:t clv":ta crlsl cte!I~ ldt..>e •~ nuc:!el d'.rl' J::•!tll ~ trad:1.lnnoH . li ll~r.ilc curow•o, legato nel &:..-ro!-: possati ul llb':!rismo, <llnntn cosl, attra,·crso il so~:iali11mo, ma \.·lncendo sempre te, chlus11rn tol:J· litaria 11 lll:>c>ratorenel nuovo m1; vèr• sall!l.m:,: .tute~t:co liberale è so:t.,nto il hl~r:itorc e non !t C'Or.serrn.1orc. DEL LIBERAL - SO CI A LI S ft1O PubbllcMamlJ voienttert o'!-' est o scritto dt Capitini che carattenzza un movimc1tto d'idee e dl propaganda po• litica conftulto sosta11zla1me11tem:l Par– tito d'azione, ma non senza mantenere anche ogoi, sul piano tdeoloatco, una sua pcrsorialttd. I L nostro llbera1soctaltsmo m:1cque, come (lrg:mizzazione pollttca dt grur;pl in tutta Italia, nel 1937.Fu allora che lo diffusi uno scritto, che poi ru :;tampaLo In Amerlcn nel prtmo dei Quadernl it:Jltani da Zevl e Garo• set, nel gennaio 1942. I primi lncontrl avvenivano tra Calogero, Morra, Bob– bto, Apponi, Haggh!antl, B!nul, me cd altrt. Con l viaggi stabtll\ l collega• menll con Porri, La Malfa, Flore, Co– digno!a, Enr1ques A:;nolettl, Comandi• nl., G'.uriolo, Cabrlell, Delle Piane, 8;'.ls: sani, Omodeo, Guaita. l\luscett.1 e moltt altri in molte etti:.,. Negli anni succcs• slvi fu diffuso uno scritto che Caloge– ro stese e a cui noi apportammo li nostro contributo. Nel periodo bado– g~ano. pur comunicando agli amici hl un convegno fiorentino dell'agosto 1913 le ragioni per cui non lnteudevo ai,;.~o· cl;;\rml ul Purtito d'.1;\lonc, riconfermai 11 mto r,cnslero fondamentale 11..::llo scrillo che segue.• La tensione della socialità liberdle Durante la pressione del l'Cgime f•• Scii,;ta no!, lta!lant della mtnoranzd, cl siumo domandati: 1) La llbertà del vecchio liberali· sn~o della propnetà privata non runa– ne, in n,olta Ptlflte del «uo effettivo escrcl1.to , un prl:vile~o di chl. si trova tn condizioni economiche migliori? 2) L't1ltu:trst della 80Ciatlv.az1one propugn.ata dalle vft~e correnti socia· ltstlche e comuntsUche non rtschlu di prendere un carattere totalltar:lo, ditta• tarlale-, lll!~rale? I due probl<=ml concorrono ln un orlentn:mcnto untco se si approrond~scc H ,•alore del li~rall:s:mo e del soclalt· smo e cioè; l) lntcn,tcndo la libertà In ecnso dinnmlco. come quella cht: deve rlSOI• vere \•la vb t problemi che incontro; Il) Col!ocundo 11 socl:11\smo sulla lin1•a (lolle oltre llbenu:lonl affcrmtitE! (la!lu storta (ltberalismo. UUeraztonc da!r::u;ISOIU!lsmo; fedcrath~smo internn· ziono1tc: lll,crazlone d1:111·1,a1pcri:allsmo; &0eialle1110: liberazione del capitati• amo,. Perciò 11comp1to che n&"t1memmo ru di uronn10,•cre la cost~tu?.lone dl una tcor·ia dt Hberalsocialtsmo, e, pratica· nu::ntc, lo avv!c!namcnto det lil>er.ill ~t ~~~~c~n?,:t 1 ~~r::t 1 L~,r a~;t~~;~~- smo>. perchò, lncontrandOJil e apren· doi,:i 1,:11 uni Agll altri, scopris.,ern l'est– gt•ni!l comune, po\cmlcnmcntc nel rl· go;u,:Ji dt.!I fascismo. costruttlwm1cnte nel domani che doveva venire soprat• tutto, nell'occidente europeo·ame:-lcnno d,ee non era avvcnutn: la rivoluzione co;:e1tlvt.st1ca. Parlammo di assimilare n(ri, sollaltlo la rlvoluT.tone rnncc.se , co~ si era proposto Il liberalismo e fa dcmocr ,11.ta , ma nnche la r\voluzlo– ne collctllv!.sttca. <lancio :1n1.1 a questa una tesl.i, un'anima conforme alle no· !:>tn~ eS!senzc. Si doveva. ripetere. mol– to più In grnnde e in un orizzonte In· tcrconllncntale, quanto li Ma?.zini e n rornanticlsmo avevnno .sostenuto cd ef– fettuato rispetto alla rivoluzione dcl– t'Stl: fare qualche cosa di analogo e ùi aupcrlorc. Noli era questo e non è affatto mo– tlerausn10, e quasi neutralizzazione re– (-ipt<'C~ dei due tenninl. llbe-rtà o;! SO· ctrr!.ismo; ma due rivoluzioni !nvece dl unR. massimo socl:all8md e massimo H· bcrJlismo; e perciò non la riluttam~ ma anzi l'orgoglio di dlrsl 80C':.tllstl e liberali. con tUtt.'.l la suggestione mora– )~ che qucstt due termini portano. E' da iru1.~terc su questo c.::m.1tteredel mo– ,•lmento. dt essere non un partito cd nn progrmn1na esclu.ivo, ma un atteg– .g1,1mento dcll'an!mo. un :1.prirb"i, In una dirc~ionc, unn certezza e una speranza sempre rlnnovanttst. ~e ore ~, punto tn cut .!t1~mo,vo– g 13mo pnmderc coscienza d1 questo élll"!l!1iamento che, am:tchè dilcgu:Jre, ::.: fa J>iù energico e p-:ù diffuso. J>08· swmo cleJlnc.a':"?o cosi: il l<>cUtlismo h 1,rr noi Il punto di partenza e non dl flfrh•o. Liberi cktHa mcntnlltà caplta– li.~t:ca e borghese, sentl:.mo la sollda· ri'!t!I M>Cittlis:ttca con chi l.1vor:J come una r~~dtà·b<.1se della nostra vita. Scn. ti:lmo it lavoratore dalla U06tra parlc, come soggetto e non come oggetto, co– me persona e non come cosa t! merce: e sentendoc\ cosl tutti effettivamente ~i\~t!io~~ntr~~c1~~e a::~~t;:~r~ ~t vere questa coralità dl produz1one CO' me una realtà, è ben dtvcrso dall'.ic• cettnrc per benevolenza e generosità il soclallsmo, e ben diverso da uno stu· pido « andare verso il pop0lo •· E' sen• tirsi papolo, ed essere pronti ad ogni attuazione dl questa realtà. ad ogn1 rifiuto e lotta contro la memn!ità Pli dronale. La socialità è là nostra vera pattia, cioè la compresl!nza economica e morale di tutll. e non più la clttà e la nazione assolutl7,zata, vecchio ccct• tro dl rlfcrlmento dei valori nella et· vtltà greco-europea. Ma se Il socla!lsmo è 11 punto di partenza, li punto di arrivo qual'è? Per alcuni U soclaUsmo è punto di arrivo, tn quan\o essi s1 propangono di collo– care tutti nell'economia soclallz?.ata, e considerare quesrn come un tutto, co• m~ un assoluto che ha pot~rt t111mi· tatl. In cu1 le ~rsun~ con Il toro In• urr.o, le loro es!gcnzc e varietà d! svi· 111m>0. e I problemi della loro cle;-;tlna– ztcne oltre il peccato, t1 dolol'e, la mor– te. debbano \·("n!re spietatamente e matematicamente compressi. Questo totalitarismo, cascrma.pJ"lglonc-conven– to, annienta \n sè Il se11so delle per. sone e della persona e non può pro– durre dal suo seno altro che l'anar- Fondato \n questo modo ti rnpporto t.ra socialità e Y.Uertà, si ha una di• rcttiva per r:lsolv•?re innumerevoli pro– blemi che la vita odlerna presenta. Contenere la soctullzzazione nel campo economico produce una migliore dl· strlbuzlonc d~ beni, un 1imcdlo n squi– llbrt e disastri economici e sfrutta• mentl, un'el\mtnnztonc della cusoccupa, zlone, un insieme dl garanzie alrtndl– vlduo. st che non per bcneficteuzo. roa per giustizia siano rtsparmlotc ad o- .-\1,DO C• .\l'l'lTH ~~~~i.izl~~! ~ fa~~\~/~~ l~o,~c;;~~\ ,,,=========-================= nlsmo, ostl!l all'aSSOlutlzza1.lone della Politica. consapevoli per la nostra rl• cerca fllosofica e rnora!e che l~mposta– zlone più moderna. più soddisfacente che possa darsi non è quella di negare la peroonn nel Tutto, ma dl rar pun– tare li Tutto alla persona, vc<llamo In ogni totallt.:irlsmo qualche cosa di e• stertore. * Il punto di arrivo de11a rcalU so· ctaY.stlca è dunque la persona, il suo sviluppo, la sua creatività, l'amor-e che culmtna nel tu che volgi.1mo amando le persone dall'Intimo. Tutte le (orme dt attuazione econo– mica e politica della soclalltà non sono flnc :i :re stesse. ma hanno per fine lnesauribtle le persone W.ngole che stanno entro ln socialità. li socialismo è 1mnto conll.nuo di pacten7.n per acj crescere Il libero svlluppo. U v.::lore, la slola delle persone, anche la gioia, perchè chi non di\ anche In ,;'.ola non è perfetto. L.'l socialità deve sent1re tn eterno nnteressc che I'tncllvi<luo vlvn, SI svolga; e Innamorarsi di questa de– sttnnz\one di vedersi rivolta a favorire la vita, Io .sviluppo. la libertà dcJle persone. Questa è l'apertura Interna della socialità. Invece della chlusura totalHarla che, se prescinde da quel fine. si nppesantlsce, svuotendOS1 d1 vi– ta e di umanità. E uno dL•gli aspetti di questo rutto t che gli lmplegntl (e u governo stesso) non sentono di es· sercl più per Il pubblico, mn per s~ sleS&!. Se Ja realtà sociale vive conu– nuamente questa sua destinazione tn. terna, essa Of)Craper tutto ctb che ac• cresce la so.stanza g1urldicn, Politlc.i e morale delle per!One; e quel vccchl cosi clettl « tllrittl • dell'uomo, tnnto accusati dl avere un rHer'..mcnto nto ml.3r!co, egoistico, ut!l!tarlo. Meorgono dall'Interno stesso della socialità. come ideali ti\ eS!ra. E l'altro oggetto di pote. m{ca, 11 fant060 «intimo•• occasi.one spesso al re1lglosl tra(llzionnlistl per dtCendere e l.lsclar su"61stere le vec– chie strutture ecclesiastiche, J)OHttcne e socloll. r";sorge ben vh·o ccme la aor– gente da cui ha luogo lo s,•iluppo, rtsl)l.raztonc, In libertà. l.t creRzlone llet valort. l'amore. Se (fAcenllo un esem– pio) un totalltarl!51'0o potrebbe conb1• llerare S. Francesco che non uccide uomtnl, cotne un trn~tore, c1uesto non avviene In un.o socialità che sent~ la prop11t1. lnfin!ta destlnazlone alle per– aone. Se questo è il punto di ar1ivo. 1; punto di partcn:i:a (soctulisnto) noh deve tra<.trlo. DE .VITI DE MARCO e partnmentari dell'E.:uropc, occlC:entnle, cu/Hro l'Imperialismo tedcsc-o :1; lll1frl, sta del plU autorei-oll e t,muci, snn– pre Intento a comtJoriere « oy,u fornrn dl prJ11Ueglo ver orrlvrrre alJ' er11wlc trattamento P.connmico, tJibutar/o e wr litico, dl tutti I dtladini », Ul"t't'TSO f!, « tutle le forme dr3e11eratlve cle/le li• D AT ... L'ombra , dal slte11zlo che tn- bertd {ndJv;d1wtl e ,lei !listemn ro;,vre– de9namente ne avi:olsero Il nome 1entativo ». qua11lo devoto otln tllfc,11a e ca rfs~:r;~os~l~~ 0 z:PJ~'~o~~o 1 }'t~~,g~~ / : 1 rf:,~;~~t~ 1 r Z :"fi° g:, 11 t,,tr 1:1~ 1 !~.~: 0:: ::,~ 0 d~ 0 t~! ;'i!~son:lt~~,~~ 0 i_..: [%"JZ:~: j ;!i~~~l l ~,:,~s:~~~·~~R: l~a vf/:i 0 ~~~~iic~ gemi: Anteguerra e dopoguerra nel jt U!1Ua,rada ogni 1t111l?fka scrul!I dtl r,<1.<.· penRlero di Antonio De Viti Ot.l Mar JJatorecente e lontano. e <ttTluto H no– co A. Morano. edilore. Nei libro che I stro pae:,e verso ,w drstino m:no 0!1<'1'• rievoca la Jig11'i-a e l'o11era llelf11omo in- 1 ru. Aiuto t-·ari(fo a c-fò, o:tre yr, scri!!i ~;:::s~a cirl~~~~~~ftar:d~~~cf/,:;gu~io et:! J{i':onn:l r!~~itr':' 11 :,~~!1~:.:• 1 ~;;:.,:;:utr, tanto e tantl glovtJ e potrei ancor gio- strntl da Umberto Zonottl IJhmco ( A. vare del .mo m'1olstero,· omaggio schlet De Viti De Marco: Un tren1enr.io dl to, alleno da ampllficazlorU apologeti• l•>tte polltlc:he (Jj!).l-1922). C<1Uc:ione che, che lo .!comparso disdegnerebbe, meridionale edUrice, R1 >r.ia ) con una alla verità, cloi alrillibatezza morale, mlra~lle prcfa.rlo,1f' dcll'ttultJrc tt!('tf!"sl. ulln pw.rcz.za del !et1time11to patrio, ul- m-0 dalla quale al,b.'amo qu! Ropro rl· la dirittura politica, alle iullde doti dl vrodotto qualche frase. si mosrrn 11!4e– s<.:le11zlatodel l)e Viti. sta sflloae det•Wa11a d1e <l<ì Il sct1st> Rivivono co11 nelle pagine den1amen. immediato de!llJ sua vtvn a!W:e,1za ai te docuuumtule e tuttauia di lctt1,ra ca.si odlern;_ 1correvote gli 011>etti rileuantt della All"esposizione delle dottrine rr-ono– .:ma operosltit civile e della sua dottri• miche e fina11zinrli nel c•,i in .. 1C!Jll1m1e,i· na invano tentate oscurare dc/l soproo to ,lnlla cattedra d~tl'Alc11co ,·01,ia>to H (li1mto dispotismo. Del qua.le dis-pott ne Vitf rtfulse tra l primi, e drl!e 8'nlO e di tutto Il moto elle lo venne (Juall sono efficacemente chi,1r:tl , p1m– preparar1rlo dopo l'altra guena convtc: ti ori(linali e i 1,tì, rltaii, 1>ret•t!flt' la 11c ,·Uegyere 11t questf.l Ubro l'tmaUsl 1/cormi:zlone del pe:nslr,.o rl()fltico. Que. acuta che ti De Viti fece, eoll l'a1tl(fa. sta mostra comi: 1>er t11W i mas,o:imi .!cista infleHilJUe che ricusi) poi ll {liU• problemi !JOCinU detro9yt si trodM> rumento e pu.se m con.scouen.zct Ili cut I nelle anaus; dei t·levocatr> le lince df tedra; co11viene rileggere <1uell'rmclisl I 1m sicuro o,·;e11tome11to ltre elle 11nr, per dlsti11ouere - e ce n'è ancora p1tr- fonte df vivo S'lpere. Dall,r;: quc11tirml troppo bisoqno - l'antifascismo scntt ,li 7>1/ì altn 1)01ftlcn, tome quelle: ntti· dal uon 11erio, f modi di un'lnda(line I ne11ti alla forma e ai voleri di.:Jlo sta– U.!O alla 111cdft6:io11e, &erena dei vert to, quella del dec·c11trame1ito ·polltlc.n e scientifici dalle 1i.egaz.ionimhntUfc:amen· ammin1,drotivo, quella delle libertit p9. te « totaUtarie •· Ecco u-n lapidario anl• litiche ed economiche, alle q"eRl.io1tl di mor1ime11toche non fu a.tcottaio a SU6 più stretto assut1l0 itatltmo, come quel· tempu e che merita anche. ooui rijfes. le della burocrazia, ciel MeUflfJfOn!O, sio11e. « Il fascismo 110,t i un problema (le/le riforme tributarle. e doum1ali. di J)Olizia e di pubblica s!c:u.rezza. Il dell'emir1razione; dn!ln conce.:io11e di f11scismo è u1l fenomeno storico. No,i· larolle provvi<1erize .<mciaìi lìlte$e az. chè co11te11ersl entro i con/ìnl delle miolforamento ,li tutti i uti bi.!oano,d cause specifiche M cui 1iacq11e,tentle e non qid al vantaggio esclulllvo deulf ad at.Im·uarst a t·utte le forme di &O· operai consocfctti <lr.Ue fobbricJìe. ai prutfazioni, hi IJU(WUI oynl gruppo so- ,,roblem,t di_ tnrnsfzione dolfo Qlftrra pru!]atto tende a farsi qit1stlzia da :st. t11la f)QCe, l'inscu11ame11tp sempre lrtct– Q11esto .!lato d'a11hno venerale del do del Maestro, b rich,amato i-n q11e– « fnrsl oiusti.zis. ,ta si• è l'alimento sto volumetto net J}lllesi 1iessl co,t l• dello spfri!9 fascista: crea u,, ambiente co11tit1oenze.dei prcse!'te. che vede nn, socittle tll co,uen!O e à'irnftazione· in coro tncom,nute q11as1 tulle. le riforme cui non j>uò non 1vli1ip1)6r.!i il germ~ da lui a,,seritl!. e ragionate. « Vita! nu· dctln vi<1lenza •· Le forme patolooiclle trlmento • d~ esperfen~c be?e. it!l~se, del par1,1111e11tarlsmo e dell.'azlone uo- di co(l11lzloni solide, d1 fatttvJ d,vr.!!Cl' vernatii.:a Ml prluio dopoouerra non menti a»vrcslatn o qucmtt voallono ,,._ ebbero mai tn I fnscl!U un dfaono- tender• lt1lti e dottrf11e per averne 11or, Chi è persuaeo di quetit~ • soclaH- stfcatore dritto s 1otttte paTI al •De ma alta con&/riua::ione deUe urgenti tà nuova» e sente, perciò, come re.il - Viti. Nè di1nmina più octtt• e pene- necenltd 11az,onall. tà la soctaltt!t del vivere e del pro- tra11te della &un, fatta sppc11a11el1919, durre, può prendere poi In esame t sveli> I germi di ft1.t11ri cori/fitti i11s/ti modi. le is11tu1.lonl. I regolamenti, le t1eolt ordhwmrmtt deil(l vacc, quello r:voluzlonl. che tendono a concrem-c lo per cac111r,fodi « 11n demanfo tcrrito– dett:1 soclalllà. Questa soclalltà è aper- rlale nffidt1to alla Socie.ttl delle 11azfo. ta a questa opera, sia del socialisti che nl e formato per di,.itto dj conquista, del comunisti; e In ogni t>Arola. In co11tro il virito •· ogr.l atto dl entrambi volto a costt"li.• Seguace ferirle di quel pnrtito radi– re la realtà ~lale. vt..-de una confer I cale. di· c!tl puQ reputarsi ercrle, con m:i di quella socinllti1 11cntH.l come bcnr/!zio d'hwcrltario, i'a<licrrto porlfto punto lii pr1rten1..1.A qUC:fltO Jlropo.ulto d'fl::/om:; fermo a.<.;1,.rtare II del li ostro si 1mù OHSt•rv:>re h~ 11rmarep1,?rcrlbi• lnt<"n·o,to . .st11ta hrc-1:rtc::.:11 ,. t,•11t,·n.· I.e una soluzione aociatlsttc.i, che m:m-l ,1.amt'1lli, {l.(."C'all!IJ aJ 1,mcsi dc1nfJi:ratid ,. r. OONCU6lONAR/Jt ESCUJtllPA ...... , l'•tt L.& l'U.HLICJTA• 8 E Il V I.Z I T >; C N I O I otw.,~lY.Z.,~IONto: 1°1.;'IHU.WITJl• ltOw..,- '1111,YU.totlD Veoet0. N - Tctldono <1:t• T73 -

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