La Nuova Europa - anno II - n.28 - 15 luglio 1945

LANUO~EUROPA SETTIMANALE DI POLITICA E LETTERATURA i '.ANNO II - NUMERO 23 IN QUESTO NUMERO: LUIGI SALVATORE.LU : IL PARTI. TO. DELLA Dt;t.1OC1'AZlA p. 1 MARIO VINCIGUERRA: CONSULTA p. 2 ••• LA SETTIMANA , •. , p. 2 GUIDO DE RUCCIERO: LA R I. VOLUZIONE J!/:;lllDlONALE p. 3 .VITTORIO MAltRAMA: L'ASPETTO NUOVO ·DEL COMMERCIO IN1'ERNAZ10NALE •• p. 3 LIN CHIEH SHENG: E' LA CINA UNA GRANDE 'PO7'ENZA t p. 4 MARIO PRAZ: SUL •DEMONICO> p. 5 ARNALDO BOCELLI: LETTURE p. S GUIDO PIOVENE: ART E . . • p. 6 ♦ ROMA - 15 LUGLIO 1945 ♦ FRANCESCO JOVINE: TE A T R O p. 6 FOLCO MARTINAZZOLI: PAR E N. TELA DEL ROMANZO MO· DERNO • . . • .• p. 7 PIE'l'RO PAOLO TROMPEO: RICONO- SCERCI , •• ,.,. •• p.7 BARBARA ALLASON: E R N S T J UN. GER, POETA DEL NAZIO· NALISMO RIVOLUZIONA. R/0 , • , , , , , , . , , p, 8 Il CARLO SFORZA: RICORDI CON UNA &tORALE: DUE REGI– NE, DUE EPOCHE . .. p. 9 LUIGI SALVATOHELLI: UMBERTO COSMO ••• , • • • p. 9 ALDO CAPITINI: PER LA STO· RIA DEL. LIBERAL·SOC/A. L/SMO ••... p.10 WILLIAM CARR: L 'ISTRUZIONE PUBBLICA NEGLI STA1'1 UNITI . .••.•• , • . p. Il riuscire in un as90rbimento del ceti medio• e l)\CColo-borghesi da parte del proletariato, o anche In un loro ac– codamento. Occorre che questi ceu prendano coscien1.a della loro funzio– ne sociale specifica, che è ·quella tee• nico-proctultiva risotveme la loro· na, turale tendenza verso un intellettuali• smo .infecondo o un angusto spirito di categoria tn attività sociale organica Questa presa di coscienza e questa !unzione non Potrà essere rea&zzata da tali ceti se non nel quadro polltti• co di un grande partito di dèmocrazia . Questo partilo, nelle condizioni soo:.a• li odierne deU'llalia, è altresì ..,_uello che, non da solo, ma in allenza o con– vergenza con i partili classistico-pro• letarl, può adempiere alle funzioni di quel partito del 1avoro di cui sl va da varle parti in traccia tra noi. L'ide;.i di far sorgere, oggi, un partito del !il· voro sul puro ternmo proletano, e cioè da una fusione SOOialc:omunist.a, è ge– nerooa, ma errata. Un simile partlto riuscirel.>be qualcosa di radicalmente diverso dal partito laburista rngles~ (a cul si gudrda da una parte di coloro ========================== che vai;:htggiano questa costruzione), date le evn..iizioni sociali così chlferen– IL PART1·ro DELLA DEMOCRAZIA ti dell'ltali.a rispetto all'ultra-industt\La• Hzzata lnghHt.el'ra. Un si1Il\le partito ael lavoro non farebbe che precipitare la formazlone dei due b!occh;. contrap– posti d1 destra e slniStra. Invece, il grande partllto aemocratioo da noi au- ~~~~ ~~ne Pf;/;;1~~~e~~~t:~e~u:v~g~ be pregiudiziali contro il patto di al• leanza socialcomunista, di cui sarebbe in grado perfeltamcnte o;. comprende– re e rispettare le t)resenti ragioni, pur conservando indipendenza di giuct-1zio e di c:vndotta rispetto alla sue esptica• zioni particolari. I quattro parUU prinoipati. dél C.L.N. accettano come un presupposto il metodo democratico, e come una 1-ealizzazlone necessaria per i loro. stes· 8i scopi di partito l'elaiJ.ora.:ione, attra• verso la Costituente, di uno stato de– mocratico italiano. Non sarebbe raglo– n~vole sotuUzzare sui carattere intimo di questa accettazione, movendo tn• chiesta sulla sua sincerità e su even• t.uaH secondi fini. La J>Ol<itica non è fl. }osofia nè religione: basta •.nçI caso no– stro, che 9. possa avere fiducia ragio• nevole che 1 quattro partiti., nella pre– sente situazione poliuca e nei suol im• mediati svilùppri., tengano [ede a quel presupposto e a quel programma de– mocrat·ico: basta, diciamo, questa fidu– cia, per accettare senza reticenze il Joro concorso nell'opera di costruzione del nuovo stato democratico italiano. La <.lifflCOltà è utl'altra. E' SUl'r10ien– te, p~r questa costruzione necessa1·1a e prossima (anzi, ln una certa misura, ••già in corso) la collaboruzione dei quat• -1.•troparbiti, nel termini in cl.D.l'abbta, mo indicata? Ripetiamo che ciascuno di essi accetta U metodo e il program– ma democratico non semplicemente per sé, come scopo a se stesso, .ma tn quan– to serve all'attuazione dei suoi fini specifici'. Qucstll fini, come già dicem– mo. sono; per i ltlJerali, la preserva~lO· ne òi un largo margìne di Ubertà indi– \1\duale (Il più largo possil>ile) d\ fron– te allo stato, particolarmente sul ter• rcno sociale-economico e - strettamcn• te connessa con questa - una larga 01:>eraconservatrk-c della presente so– cietà italiana; per i democratici. crislla· ni, la tutela e l'incremento degli inte– ressi rc!igiosi.cattol'tci e delle poSSibi– lità di impregnare colla maggior lar– ghezza la futura società italiana dii spi– rito cristiano.cattolico; per i due par– tit,i proletari, la preservazione e lo svi· Juppo degl~ interessi class.stici del pro– Jetariato. Dicendo che Ja collaborazione dei quattro partiti alla costruzione de· mocratica italiana va accettata senza esitazione, abbiamo implicitamente e· scluso una opposizione pregiudi;aiale a questi fini spl..>Cifici nel quadro della de– mocrazia italiana. Ma i,imane sempre un vuoto: manca f'tno adesso, nella no• stra rassegna, una· forza JX)liticache at,. bla oome scopo ~reCipuo e diretto - e non come sempJICe presupposto o qua• dro d'aZ\.one- la costruzione de!Ja nuo– va democrazia. Senza cii. e~ lo stato democratico italiano, anzichè frutto or• ianico di una pianta politica propria, riuscirebbe una semplice c:ombinazione o innesto di forze politiche particolari, _ein una certa misura il r'isuttato ne– gativo de~la loro neutra!\zza:.,ione, Nol pensiamo che. anche cosl, lo stato de• mocratico italiano sorgerel>be perchè la u«essità delle cose (e ìnnanU tutto di quei quatu·o partiti) Pimpone; ma ri• .sulterebbe un compromesso precario analogo alla repubbllca di Weimar tn Germania dopo _l'altra guerra, e dest:i.• Uilt.o forse a un fallimento analogo. Accanto alla ,democrazta liberale [(piuttosto, liberale-conservatrice), alla democr~a. crtstJ.ana, al!a democrama proletaria, occorre all'Italia d'ogg( la democrazia pura e semplice, interclas– sista o superclasststa, ed estraconfes• sionale. E' questa un'esigenza ideale, astratta? No davvero, pcrchè un'anali• si JX)liC.co-socia1e dell'Italia d'oggi con- ~~~1~1~{~ft~av~~~~- i~~L~~o ~~:r:-u~ 1~: Ci sono oggi aulla $Cena politica Ua• tità di gente - non solo individui lSO· liana tre pan.iOL che vcng:ono diretta• Iati. ma ceti soc.-iali- che nonJriea- mente toccat.i dal!o schema di un gran– trano in nessuno dei parò.ti fin qui e• de· partito democratico qmtle noi !'ab• saminatl: e ciò non &-alonel senso che biamo rapidamente dehneato. Essi SO· non sono Iscritti ad essit ma che non no il partito d~mocrat<:codel lavoro, il sono disposti a inquadrarsi nelle ca- partito ct·azione, il parlito repubblica– tcgorie polibico-sociali da essi partil~ no italiano. Non clolJb,.1.11110 addeutrarci rappresentate. Possono essere anzi sono, Q.Ui nell'esame parU<:olare della posi.– lil>er~li. ma non accettano la concezio• ;,::ione in cui ciascuno di essi sl t.rova ne speciale del liberaHsmo del partito ris1>etto alla formaZli .onepoliti.ca da llOl liberale; possono es.sere credenti. anche rcit~:~t~~ ~ ~~t~u~f~~e deo;;ri~~~~~ cattolici. ortooossi, ma non acceunno ti allearsi. fondersi O anche scomparire ~~nf~~~~.al~:.:!~ ~~~0~ 1 ~~~ 1 fo~~jét 1 ~;i~ n~l!a realizza&one di questa formazio- persuasi. della necessità di una larga, ne stessa. NO. abbiamv impostato qui innovatrice poM,ica soOtale (Socialisti, una esigenza politici\ e non rnndato u11 nel gellS,J ampio,. tendenziale deila pa- programma specifico per un'organlzza· rola), ma non socialisti del classismo zione ca partito. DelilJcratamente anzi. marxiStico rappresentato dai aue par- d~ a~i~~~r;:~tga~~~:i~tgr;i~e~Wc~~~ biti oroletan.. Individui in questa posi- che esso sia còmpito di questo giorna– •done e disposizione politica se ne tro- le, e perchè 111 ogoi. caso tale argomen– vano dappertutto, e anzi. entro gli to appartel'rcl>bc solo a un secondo sll:SSi ranghi dei quattro partkU, 'in <:Ui tempo. Quello che occorre innanzi LUt· J'u1,o o J'a1u·odi toro è entrato. in man- to è pcrsuactcr.9<della necessità di ~uel– canza di meglio, e si trova a diSag·10. la esigenza I>Olilicae della i>OSSibtliW. Come c~ti soo,ali, dol.JiJ,amo pensare di una sua realizzazioni;!. alla pl.cc .-oìae media borghesia e {al• Una sola cosa JX>SSiamodire: che meno virtualmente) ai gruppi più qua• nessuno dei tre partillt, nella sua impo– lif1caU del prolctanato, con netta pre• stazione e conslstenza odierna, realiz, valenza tuttavia delle due ptime cate• za la nostra esigenza, anche se il par– sorie sociali. tito rt·azione è quello ad essa più V'l· Non solo questi ind1vìdui e questi. clno (o meno lontano). Per tale rea• c.-etì- <:hepossiamo dunque chiamare Kzzazione occorre innanzi tutto l'a[. gcnen,c;m1ente e semplicemente demo- flusso l'educazione e Ja disc,,phna del cratic1 - ci sono in ltaila, ma costitui• e senza partito> tendenzialmente demo– scono la maggioranza. almeno relativa, c:ratioi che sono (ripetiamolo) la « mas• (lella n;.iz1one.Accanto ai tre e parutt s.-1 » più vera e maggiore. di masse» essi oono Potenzialmente il Piuttosto, un'av\•ertenza finale, che partitO di masse più vero e maggiiore, veramente potrebl.Je sembrare super. ma di masse non <:oagutate, non J>O·flua doJ>Oquanto abbiamo-discorso, ma liticamente mature e organizzate. Nel che tuttavia faremo, memo1i sempre del processo (necessariamente rapido) del• detto dì Talleyrand: « Si cela va sans la loro entrata sulla scena t>Olillca,del- dire, il ira encore mieux en le di.Sant•· la loro organl.zzaZiione 1>0litica,sta es• Se noi abbiamo ch~amato il partito da sem:Làlmente il segreto del prossimo nOi. postulato « partito della democra• avvenire per Ja democrazia ita11ana. zia i,, !o abbiamo fatto non per dargli della riuscita o meno del costituendo un titolo uff.i.clale. e tanto meno J>Cr stato democratico ital-iano. Ove questo attribuirgli un monopolio della causa processo non si realiz;,. al ph':1presto, dP-mocraUca.Affermando la sua neces• almeno nella sua rase preliminare, que- S.L;'ì., nol non disconosciamo, anzi riaf• sti individui e quesllÌ. ceti de\•ieranno fermiamo la necessità della collabora• in gran parte verso il conservatorismo zione sul piano democratico degli a!Ui politico o la democrazia c.-onfesstonale, partiti. La coslruzione del nuovo stato in 1nisura minore verso i partiti mar• democratico italiano non PUÒ essere, x-isti, apportando a questi. ultimi un assolutiimente, opera di un solo par~• torbido e Inconcludente tntellettuali• to. sia pure questo il « partito della smo o anche un meschino spirito cli democrazia,, ma di una coalizione di categoria. Al tempo stesso vetTà meno partiti e d:i ! or.te po!il!iche. Quello che ai nuovo stato italiano quella larga e occorre per tale coalizione, è una spi• spe<.•,ficabase democratica di cui esso na dorsale, una forza di coesione. un e– abbiSogna per rlUSClire vivo e vitaJe. Jemento di equilibrio, di. organizzazione Si parla tanto (è diveq.tuto un luogo ussociaUva, di sinteSi Polit!CO•naz1ona• comune) della necessità che la media le. Con questo, non solo non sarà esclu– e piccola borghesia, sviata dal fasci-. so, nè reso sup~rnuo U concorso delle smo, 9. allei alle forze proletatie: e si altre forze poìillche, ~a (nella preser• dice giusto. Ma occorre non equivoca, vaàof!e dell'indlviduahtà dl oiaecuna) re sul carattere di questa alleanza, se sarà U1quad-rato efficacemente, e val<>' essa deve ri.u~re organica e poliQca• riz1.ato in pieno. · mente eificlcnte. L'alloanza non può LUIGI MLVA'l'ORELLI ' 8Pa11t:t10Na IN ABBON. POSTAI.a UNA COPIA LIRE 10. GLI ITALIANI DELL' ISTRIA S PERIAJ,10 che mow. abbiano letto l'articolo che su. dJ essi - ciol . sulla loro condizione attuale - ' ha pubblicato Carlo Antont nel Rlsor4 giimento liberate dell'B. Auguriamo in. particolare che l'abbia' letto U nostro ministro de(JU esteri. Antont espone, con luclditd. non tur,a bata dalla contenuta emozione, come la cosiddetta linea Aloroan, concord1J.– ta fra oli alleati e 7'ito, abbia rappreJ sentato un abbandono del vunto dt v,, sta OillSUlmente sostenuto dai nostro governo, e accettato (a quei che parl ve) daoli alleatt medeSìmj, secondo etti, a termini di annistrzio e di otustb zia tnternazionale, gli JttOOSlavtnon~ tevnno occupare e amministrare fin. d'ora un terrltorlo da I.aro rivendicato. ma a.ppartenente tuttora allo stato fta, liano. Essi non potevano garantire coJ là l'tm:porzJale ammh1lstrazlone necesi saria. La delimitazione ~ stata fatta se, condo il criterio delle opportunità di rifornimento delle truppe alleate p!uti tostochi per osservanza d.et patU e seJ condo esigenze dt equft<l. Essa. ha ab– bqndonat'! aplt ;ugoslavf. una quanttt4' di_ centri ttal1antssimt come CapodfstritJ, Ptrano. Paren-zo, Rovigno, Alborur, Lu.si sino. Fiume (ne nominiamo qut so{o al.cime). E mentre - questo t 1m puw to già rilevato da Nuova Europa - 11. per la zona di Trieste e Gori'zta oli alle.at -i. hanno concesso agli jugoslavi di mantenere una loro commissione dl osservatori, essi non si sono riservat4 nessuna forma di controllo sul territo– rio asseonato agU jugoslavi.. Non han, no prel-eso la reclr,rocitd.. Hanno a'm,::i messo dt esser controllati. essi, del./4 <'Ui equità nessuno dubUava, e non hanno chiesto di controllare•· L'am1 miriistrazione ;ugoslava opera un c«n.J giament.o quasi radicale della ftS1.on01 mia di qtiei territori. da cIU gli ttaliant trasmtarano a decine di migliaia. Le a11torità jIf(Joslave hanno proceduto a(.. fa mahilitazione dielle classi dal 1896 af 1027, per scopt fcrclle a comprendèJ re. contro ogni norma di diritto interJ nazionale. E il nostro governo non ht1 protestato: a.Imeno, non se n'i saputo nu.lfa. in ltaliq. Eppure ylf aUeati, cM haano ilnposto e accettato la nostrfl capitola.ztone mcondizionata. hanno robblioo di. tutelare coloro che, capltt>l lando, si sono messi interamente nelle loro mani. lnslst .. ian!o anch.e noi verch~ fl go, verno italiano agisca con quei mezzi di c-iU !Nspo,ie; e innanzi tutto, parli all' opl1Iione pubblica lntenwzlonale, che ~ sempre mia grande voten-za, soi ,>rattutlo nei puesi anglosassonf. An. che se solo la- parola ci rimanga a dii fesa dei nostri_ dlrittl, essa deve essere adoperata, con voce non orOssa, ma netta: senza iattanza, ma anche senza · Um:iditd. ANTIFASCISMO E DEMOCRAZIA A /.,Do Garosci esamt11a (Azione, Z luglio) il caso del pastore Ni.e: moclfer che, liberato dopo sette anni da u.n ccun1>0di concentramento hitleriano, ha dichtarato di·avere avver; sato Hitler per motivi religfost, non po• litici, e ha aI!ennato di no,i essere <J.fJ fatto un democratico. Garosci ne trae lo spunto a una osservazione di gran. de f.mportanzcr. « Hitler e M·ussolint 11011 sono stati abbattuti solo da forze p1,ra.mente popolari e democratiche, 'tll(J da una coalizione di fo1"Zevarie, in cui non sono pochi oli elem.ent1 reli~ oiosi, conservatori, totnlitarl e impel rlali.stici... Il moto fclsclsta, e sovrat. tutto hitJerlano, sono stati cosl profow damente sovversitJi da concitare con– tro di loro non solo i loro diretti av: versari, ma gli uomini di divùse fedt che credessero semplicemente in qual– che cosa di più alto che nella razzt1 e niella forza». E ne conclude: « Si tratJ ta ora di riuscire a riportare sul ter. reno comune della democrazia queste fedi diverse, Il complto non t facu~. ~ tremenda-mente complesso anzi... si tratta di nulla meno che di far prev<P lere. n.ell"interno della coalizione antt. fascista oli elementi dell.a moderna e I.ibera democrazia ». l!.. una conclusione da meditare se~ rlamente; perch~ in essa è contenuto mw (lei nodi oopttaU della presente sUuaztone eu:ropu in genere, e ftalirlJ.. na i.n si,eci~ I- -.

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