Nuova Repubblica - anno I - n. 8 - 20 aprile 1953

6 NUOVA REPUBBLICA INCHIESTE E DOCIJHEIWTI NEL MEZZOGIORNO non spendere OCCORREANCHEEDUCARE basta I programmi di investimenti pubblici nel Sud hanno ormai superato la fase iniziale e sono in pieno svolgimento. La sola Cassa del Mezzogiorno alla fine dello scorso dicembre ave– va speso circa 90 miliardi di lire, aveva appaltato per più di 208 miliardi di lire, aveva occupato operai per quasi 20 milioni di giornate lavorative. A questi inve– stimenti si aggiungono quelli del Ministero dei Lavori Pubblici del Piano Fanfani, delle Ferrovie, del– la riforma agraria, dei programmi ERP e similari per cifre cospicue. tive (come la improduttività fisica di certe terre) che giustifichino que– sto atteggiamento. A questa mancanza di coscien– za della proprietà da parte dei con– tadini fa riscontro l'assenza com– pleta di ogni intervento da parte degli enti di riforma. I compren– sori di riforma sono divisi in aziende a capo delle quali, a di– retto contatto con i contadini, sta il capo-azienda che generalmente è un soprastante senza nessuna pre– parazione sociale, civica o coope– rativistica e a volte di scarsa pre– parazione tecnica. Le istruzioni e le direttive vengono impartite con sussiego, dall'alto e si tende a con- solidare un rapporto paternalisti– co che è fatale per la formazio– ne di una coscienza civica e demo– cratica. Queste considerazioni sono va- 1 ide non solo per questi strati so– ciali ma anche, salvo le dovute ec– cezioni, per gli elementi borghesi che forniscono i quadri dirigenti ed amministrativi della comunità. Anzi, mentre il proletariato con– tadino ha tendenzialmente sete di migliorarsi ed è ingenuamente portato ad avere fiducia nei chie– rici di cui abbia riconosciuto la buona fede, il ceto piccolo bor– ghese è il più difficilmente recupe– rabile. La coscienza democratica pur– troppo scarsamente presente in molti italiani, sembra sia pressoché assente in queste terre dove la de– mocrazia non è intesa come patri– monio geloso di ciascuno di noi, ma come un dono che dovrebbe ve– nire elargito dall'alto in forma di sussidi o favori. Si inveisce per esempio contro la democrazia cri– stiana perché si è vittime del suo giuoco di favoritismi, ma non si ricorda che si è responsabili della forza della democrazia cristiana per la quale si è votato. La frattura fra Stato e paese, notevole in tut– ta l'Italia, assume qui proporzio– ni più gravi. Altra considerazione ancora più grave per la fonte da cui proviene è d1e i tecnici della Ca~sa del Mez– zogiorno e della Riforma Fondia– ria sono concordi nel lamentare la completa sordità delle sfere gover– native ogni volta che si tocchi questo argomento, non si sa se per l'ottusa incomprensione di un partito che è già avviato verso la sua decadenza o· per un calcolo ingenuo quanto tristo, per cui si pensa d1e sia pericoloso promuo– vere iniziative d1e possano dimi– nuire l'autorità del parroco fra le « pacifiche popolazioni » del Mez– zogiorno. Le iniziative dell'Azione Cattolica o della Pontificia Com- m1ss1one di Assistenza, la quale qualche mese fa ha ottenuto dal governo l'incarico di provvedere alla mensa per tutti gli operai della Cassa del Mezzogiorno - circa 70.000 al giorno - si moltipli– cano con larghezza di mezzi; l'or– ganizzazione comunista sindacale e di propaganda opera ad un ritmo che è meno appariscente solo per– ché quel partito non ha accesso al pubblico erario, ma si comprende come queste forze tendano soltan– to a legare l'individuo a un partito totalitario, più che ad aumentarne la libertà, liberandolo dall'igno– ranza. 1, l'educazione pre-politica quel– la su cui è necessario insistere, co– mune a tutti i cittadini, impartita semplicemente, con purezza di in– tenti, che dia agli individui la possibilità di compiere la loro scel– ta politica con cognizione di causa. Con l'ostinata indifferenza del governo verso questo problema che, a detta degli stessi tecnici respon– sabili del buon investimento del pubblico denaro, condiziona urgen– temente il successo dell'intero in– tervento governativo nel sud, si rischia di arricchire il « cimitero di opere pubbliche» come fu defini– to il Mezzogiorno, di qualche nuo– vo e costoso mausoleo. GIULIOVITALI Della importanza di questi in– terventi si ha l'impressione visitan– do il Mezzogiorno. Chi abbia vi– sitato quelle terre tre o quattro anni fa non può fare a nieno di notare un diffuso miglioramento del tenore di vita che è per ora, solamente, diretta conseguenza del– le spese che vi si stanno facendo. Perché questo miglioramento si consolidi e diventi permanente bi– sognerà che gli investimenti fatti e da fare si dimostrino capaci di produrre nuova ricchezza. SPECCi-110 DELLA STAN\PA Nel campo educativo però non ~i è ancora fatto nulla per affianca– re ciò che si sta facendo nel cam– po degli investimenti pubblici e ciò minaccia di svuotare le opere che si vanno costruendo ed i pro– grammi che si vanno immaginan– do, di ogni contenuto, giacché ope– re e programmi sono rivolti ad un materiale umano sociaùnente e ci– vica.mente diverso da quello che è in realtà. Tutti i tecnici responsabili so– no concordi nel riconoscere che i loro sforzi saranno vani se non si provvederà al più presto ad un programma educativo su larga scala e ciò è tanto più significati– vo e grave in quanto quella cate– goria di persone è per abito pro– fessionale portata a diminuire il va– lore delle iniziative e dei pro– grammi che non abbiano la pos– sibilità di materiarsi fisicamente. Si riconosce, ad esempio, negli ambienti della riforma fondiaria in Puglia, in Lucania, in Calabria che siamo arrivati ad un punto, ormai, in cui sono maggiori le difficoltà che si incontrano con gli uomini che nel superamento dei problemi tecnici e costruttivi. I contadini che hanno avuto le terre, si dice, non si sono resi con– to del concetto di proprietà. Abi– tuati ad un livello sub-umano di vita, hanno trasferito l'abito men– tale del salariato avventizio alla loro nuova condizione. Non consi– derano sé stessi quali piccoli im– prenditori, .preparati ad affrontare i rischi e le responsabilità della loro impresa, ma quali fortunati vincitori di una lotteria per cui lo Stato si è assunto l'onere del loro mantenimento; e ciò avviene anche quando non vi siano ragioni obbiet- 4tm1Hlonl ■lgnlOeatl1>e Su Il l'opolo clcll'lt C'Orr., in un a1ti– culo di fondo di Igino Cio, dani, abbiamo Ictio le seguenti affcnnazioni: « Il regime d,./ po,·lito 1miro, ol 1,ari di og11i ditta– Ju,·o e di ogni dispotismo... 1101t ho o/te,·• 11alive: o si sbara::a della Chiesa Catto– lica o è co,ir/a,rnoto. Questo lo han,10 ra– J,ilo l11lli i dittolo,i e du/1oti ,ùo"'li a J1rrut·erore la propria di.s/10l ia: da Nuo11e a Enrico VIII, da Napoleone a Hitler. I quali lutti lio,i cercato di sbora::arsi della Chitsa Cotto/ira o con le persecu:ioni o ro,i le colunnitr... Perché lo Chiesa Cat– tolica vuol dire l'ir1dipe11d1mza dello sf,i– rilo... La Chiesa Callolica ;, la 11ltima serva della libertd dello spi,ito ». Ora, è cliiaro che non si pretende, da un'elencazione del genere di quella del Giordani, che essa sia completa; d'altra 1,a,1c però ci sembra significativo che in essa non si sia fatto alcun ceuno né a Mussolini, né a Franco, né a Salazar, né a Peron, tutti dittat<!ri alla stessa s1n-.gua degli altri indicati, ma contro i quali non risulta che la Chiesa Cattolica abbia mai condotto una reale, costante e ferma- lotta. .Ma la verità è che la Chiesa si è sempre difosa dagli attacchi dei dittatori, quando questi ne hanno auunto l'iniziati\'3, cd in tali casi es.sa necessariamente si è trovata a costituire, di fatto, un Jlresidio di li– bertà; ma non ha mai essa stessa attac– cato i diuatori quando questi si sono preoccupati di riservare alla Chiesa, nella loro organizzazione dello Stato, un posto di privilegio. Ciò non va dimenticato dai cittadini italiani alla vigil.ia delle nuove ele– zioni. Obbletelwltà e lndlpenden"" Per dar modo ai lettori di formarsi un giudizio dei sistemi di alcuna parte della stampa italfana che ama definirsi • indipen– dente ', vogliamo qui di seguito riportare alcuni giudizi pubblicati in questi ultimi tempi da La Nazione. Prendiamo, ad esem– pio, quella del 6 corr.; in essa, neUa nota romana di Enrico Mattci si legge che e< la decisione del Capo dello Stato di sciogliere il Senato offre alle opposizio,ii la possi• bilitd di dimostrare con i falli la verità delle loro tesi sulla nuova l1gge dellorale dello Camera. Se fosse v,ro che il nuouo 1iste,na può trasformart una minoran:a in rnaegioronza, la co,ilroprova sarebbe of– ferta dai risultati dell, ele:ioni senatoriali, nelle quali la coali:ione di c1n.tro non do• vrebbt ragriungere qutlla mo1gioran:a che, in crozi, dd meeeanismo truccato, sarebbe in condizione di eo,1.1e1uire a Monteri– torio ». Dove evidenteme1He si dimentica (o si finge di dimenticare) che il problema non è mai 5lalo quello di , edere se la nuova legge elettorale attribuisce la maggioranza assoluta ad un grnppo di pal'titi ,clic 11011 !"hanno 011cnuta 1 bensì di vedere 1ie es.-..'\ può assegnare ad uno solo cli questi par– tili, mc1·cé il p1emio prevhto, una mag– gioram·a assoluta in Parlamento mentre esso 110n Jlha ottenuta nel Paese. Ed è proprio ;1 <1u1•s10 aspetto del problcm.a clic la stam– pa governativa 11011 ha mai alluso, 11cro,•\•i moti,·i. li gio1110succe~~i,o, lo sic~ Mattci, do– po ave.- dato notizia delle dimissioni di Pan·i dal partito repubblicano, aggiungeva che « si ignora,io le ir1len:ioni di r1ueslo amletico a irrequieto /1ersonaggio di cui si dà t:ome probabile l'aduio,re all'ollea1t:a democralica. dell'On. Corbino, dalo che vi Jia be,ie ot:collo ». Ora, a µarte il fatto che non ci sem– bra potersi attribuire a Pani la qualifica cli « amletico », resta pur ~empre eia no– lare: 1) la contraddizione del disco1so del ~fauci che « ignora» ma tuttavia dà come • p1obabilc » un certo aneggiamento di Parri; 2) che il predetto atteggiamento dato come probabile non coi rispondeva affatto alla rcahà, ben noia a tutti quanti, tant'è che lo stesso giorno La Slampa dava la vera notizia della decisione di P.arri di pa1tcci1>are alle elezioni unitamente al ~fo– vimento di Autonomia Socialista. Ragion per cui o il hfattci era male informato, oppure il suo scopo era quello di anlici– J>a-read arte delle false notizie per ten– tare di screditare Parri e farlo apparire ai lettori veramente un personaggio amle– tico, prima orientato verso Corbino e poi in altro senso. Nell'un caso e nell'altro è certo che il Mattei non ha mostrato di es– sere un buon giornalista ed un impar- ziale infonnatorc. · Infine, su La Nazior11: <lell'l I co1·r., in un arlicolo di Silvano Tosi relativo alla proget1a1a riforma del Se;1ato 1 abbiamo lcuo che « 1111 ramo del Parlamento con 237 Je• nalori 110n /mÒ alhndere a fongo la sua riforma; le stesse necessitò politiche del go– t-·erno post-elettorale indurra,ino a favo– rire i partiti minori nella inevitabile di– stribuzione della forte aliquota dei seggi non elettivi. Non è soltanto una esplicita promessa del Presidente del Con.siglio, que– sta~ ma una necessità impellente per il /rm:ionamento di 11,i • parlamento che non può avere ... slrullure polilicho troppo di– verse n,i suoi due rami. ». Qui veramente ogni limite ci sembra superato. Per qualsiasi democratico è in– fauj cosa aberrante soltanto il pensiero che una maggioranza parlamentare eleua dal paese possa aUargarsi immettendo nel parlamento un largo stuolo di persone ad t'5S3 fedeli e che Corse altro merjto non ~vral)nQ se !lOll qut!la loro fedeli;\ a-I go- vcrno. ]u liii caso del genere, infatti, ncs• suno cci to potrebbe venire a dirci, come hanno fotto J)er la legge clcllorale àclla Camc,a, che in fondo essa è stata rimes.\..'1 al giudizio del coq>o elettorale. Ora, che una lalc ipotesi sia ptospcllata da Dc Ca– spc, i non stupi!tCc: una volta che tm go– ,·crno è avviato ))cr una cci la strada le lappe ciel suo cammino souo s~snatc. Ne11- pul'c stupisce che J"jpotcsi sia accettata da SiJva110Tosi che !kipJ>iamonon cc1to amau– lc delle fo1mc della democrazia i,a1lamen– tare. Ma ci sembra- veramente t I oppo che !"ipotesi sia accettata anche da un gioi• nalc clic si dice indipendente e democratico. Polldea e■tera Su La Giusti:ia del 2 001 r. 1 abbiamo letto il seguente trafiletto: i Il sen. Muzago,a, sul « Corrierr: della Sera io, a proposito dtdla pote11:o di.flrullivo roggiunta dalle armi atomiche scrh·e: 1 Però anche ~uc– sta 8ucrra, cosidella fredda, che noi vivia– mo, è estrcmamenlc )lericolosa perclié non ci garwnti.sèe dai gcs1i di follia da una parte e dall'ahra, che possono anzi veri– ficarsi in una atmosfera perennemente sur• riscaldata. La pace non riguarda soltanto la Russia o gli Stati Uniti, ma tutti i Pae– si c 1 perlanto, anche il nostro che, nei riguardi di ciò che la puc\ compromettere non può es.sere in seconda linea a nes– suno '. Eceo 1m lema rhiaro e meritevole di usere sl"i1"f,poto, spacic ad ammoni– mento di quei colombo/ili /autori di paci affidale all'arbitrio di d11e dei cinqru grari– di. Lo />ate è ;,,divisibile 11 interessa i mc– di ed i piccoli quanto i cosidetti grandi». Perfetlamente d'accordo, tanto che noi stessi volc\'3mo ri1>ortarc il passo prcclct10 ciel Corriere della Sera, con un commen– to simile a quello de La Giustizia. Non ci ,·isulta però che quest'ultima si sia egual– mente preoccupata di pr·cndcrc posizione quando De Gaspcri, non molto tempo ad– diett'O, si è rifiutato di commentare gli av– venimenti <li Corea- gius1ificandosi col dire che « la politica italiirna non è diretla– mente investita dall'esame di questi proble• mi ». Ed è con questa politica « a senso unico » che non siamo appunto d'accordo. Tra i varii commenti alla nuova politica estera sovietica, particolare attenzione ci pare meriti quello espresso dall'autorevole Walter Lippmann. columni.st del Ntw York Herald Tribune, il quale ha scritto: « se la trasformazione che si sto ef/tJttuando 11ella polilit:a mo,idiale dibba essere per 11oi accettabile o mtno, dipenderà da noi stessi: dall'avere noi idee chiare • costruttive sul 'come' l'Europo potrà. vivere se gli tser– citi di oceupa:ione saran110 ritirati. Non bisogna. ar.·,r, illusioni su questo. Se il toverno sovietico ri fa uri'olferto seria di evae11.0:io,,e della Oertat<Utiano1t t•i i ,ir:s- stma i•ia /1u la ,,ualc Jwl,emmo ,ifiuta,r il 1ugo:into. Noi dovremo ncgo:iare e i,i ma– ,iiera itilellig,mla; J1uriò ci saranno nr– assaric idee chiare sulla nalura del sistema ,:urot,eo nei r1uole l'Armala Sovietica da una /mrlc, a gli eserciti inglese e amcrico,w dall'altra si fro,ileggiano al centro del ro,t– tine,ile. /./Europa 11ella.qua/a la Germonia rion fosse più fro:io,1ala e orcuf,ala a diur- 11issrStato somn110 rd armalo, sarebbe 1111<1 Eurof,a mollo diversa dalla rosidalta « Pir– coln Euro/,a » della quale si d parlalo si– ,w,a nella /wlitica di ' u11ità' euro/,ea. Sa• rebbe 11,i'Europa molto più gra11de. Srb– be,ie usa noti sarebbe immediatamente r,na E11rot,a federala... non sar,bbe più 11ef}– /111re un'Europa 11ellamante divisa dalla Cortina di ferro. Avrebbe la possibilitd di costituire 11,i 'sistema ' europeo. Se q11e– slo i il corso delle rose da venire, nort vi è questio,u; più grande per la diploma– zia occidentale di quella di chiarire le re– lo:io"i fra In /1icrola Euroi,a, che stiamo ora roslrua,1do, tJ la più gra11de Europa che verrà fuori se la evacuazione della Cn• mo11ia è proposta, nego=iata e tradotta in rf/ello. PerchJ il pia110 Marsltall, il NATO, il J1Ìa,io Srhuman, la comunità europeo di difesa sono t111te cose basale sulla spar1i– zio11e e divisione della Cenuania e dtd– l'Europa. Se le condizioni fondamentali sulle quali q111sti progalli si basano v,11- go,10 alterate, a11che i progelli debbono essere modificati io. Soprattutto un tale giudizio dovrebbe es– sere meditato dal governo italiano, il quale invece fino ad Ol'a nessuna prova ha sapulo dare di essere capace, di fronte ai nuovi avvenimenti, di valutarne la portata e le possibili con;cguenzc. Come il solito, esso aspetta che gli altri decidano, e lo pren– dano quindi a rimorchio. ••. Il. LIBRI H RllllSTE Notiziario Bibliografico Mensile. Sot– to ili auspit:i. dei Servi=i Speltacolo Informazioni e Propristà lnlellettuale della Preside,,za del Consiglio dei Mi• nistri. t la più completa e aggiornala Ri– vista bibliogra.fica italiana. Si pubblica ogni mese e contiene un sunto breve e obiettivo di tutte le riviste culturali e dj tutti i più importanti studi politici pubblicati in Italia, nonché: un Indice Bibliografico completo di tutti i libri che si stampano ogni mese, redatto in base alle e copie d'obbligo » consegna• te per Legge alla Presidenza del Con– siglio. Dlrwone: Casella Postale 247 - Ro- 1. ma. Abbonamento annuo: L. 1.500.

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