Nuova Repubblica - anno I - n. 8 - 20 aprile 1953

"- colore. Ma in realtà, colla legge elettorale che si è fabbricata creare nel q 1 ostro Paese, senza dittature e senza paternalismi, aver calcolato che, coll'allearsi alla Democrazia Cristiana, an- su misura e più con lo scioglimento del Senato, con cui essa senza scomuniche e senza trucchi elettorali, una società più ch'essi rischiavano di essere coinvolti come complici nel discre- ha beffato la ingenua fiducia dei partiti satelliti, ha scoperto i giusta e più libera. dito popolare che la circonda. Il vero pericolo della situazione è . suoi veri intenti. Essa mira soltanto ad assicurarsi. nei due che queste masse di elettori disgustati, che non vogliono optare r~mi del nuovo Parlamento quella fittizia maggioranza esclu- PROGRAMMA DI LAVORO per la Democrazia Cristiana, né intendono votare per i pa~iti s1va, ch'essa ben sa di non aver più nel Paese: e se il giuoco di estrema sj.nistra, si riversino per protesta sulle formaz10- le riuscirà, essa avrà in mano la leva per scardinare la Costi• Una trasformazione sociale, qual è quella promessa dalla ni di estrema destra. Anche . a questi elettori delusi ed in- tuzione e per trasformare la Repubblica democratica in un Costituzione, non si compie in un anno né in cinque: occorre- certi « Unità Popolare» offre l'unica· alternativa democratica, autoritarismo confessionale, nel quale, anche se i partiti satel- ranno decenni di duro lavoro per attuare una riforma dell'aro- che non sia inquinata da compromissioni: e crede così di con- liti destati dal sonno non vorranno essere suoi complici, o le ministrazione ispirata ad una effettiva semplificazione dei ser- tri'buir veramente, con questo appello, a lasciare aperta alta basteranno le sole sue forze o le sarà facile trovare a destra vizi e a un valido controllo popolare; per assicurar la giustizia democrazia una via di salvezza. le forze a cui l'Azione Cattolica rivolge teneri sguardi, e che fiscale ; per sottrarre al monopolio lo sfruttamento di beni e di da parte loro non attendono che un cenno per diventare il energie che devono esser di tutti ; per estirpare con una politica braccio secolare della finanza reazionaria e del confessiona- organica di investimenti la disoccupazione; per trasformare l'Ita- Jismo intoHerante. lia in una democrazia moderna che possa tenere il suo posto in LO SCHIERAMENTO SOCIALCOMUNISTA Di fronte a questo sedicente blocco di centro, il contrap– posto schieramento socialcomunista non può offrire al Paese una soluzione pacificatrice, né nella politica internazionale né in quella interna. Se ogni conformismo porta necessariamen– te al totalitarismo, anche il conformismo di sinistra, che ha pre– so come suo ideale un ordinamento straniero in contrasto coi principi fondamentali della nostra democrazia, non può non suscitare, finché rimarrà fedele a quel modello, Io spettro del totalitarismo, del quale il popolo italiano, da qualunque parte si affacci, ha orrore. Grave è la responsabilità di tutti coloro (e specialmente del Partito Socialista ItaJiano) che colle loro complicità tatalitarie hanno lavorato ad accreditar questo spettro, fornendo ali' Azione Cattolica; colle loro acquiescenze ,e col loro conformismo verbale ai metodi di terrore che oggi i nuovi dirigenti russi dicono di voler ripudiare, i miglio_ri argo– menti per preparare coi fatti la reazione. MINACCIE E DOVERI DELL'ORA In questa situazione di estremo pericolo. « Unità Popola– re » chiama a raccolta, in un momento decisivo, tutti coloro a cui sta a cuore la libertà e la democrazia, oggi di nuovo mi– nacciate da vicino. Il popolo italiano non intende accettare né egemonia clericale, né dittatura comunista : vuol mettersi tràn– quillamente al lavoro per trasformare il nostro Paese, che in molte regioni è ancora soggetto ad un regime feudale, in una una Europa federata, strumen.to di pace e di rinnovamento so– ciale. Ma per attuare questo programma, sono condizioni preli– minari il ritorno nella lotta politica ai metodi democratici del rispetto di tutte le opinioni, e la restaurazione nella pubblica am– ministrazione della correttezza e dell'onestà. La vita politica, in questi ultimi anni, è diventata una iungla: i due blocchi contrapposti si fronteggiano, più che con ragioni, con epiteti ingiuriosi e dispregiativi ; chi osa pro– porre qualche obiezione al conformismo dei dirigenti è bollato, di qua o di là, come un traditore o come un venduto, come un eretico o come un deviazionista. La democrazia deve tornare ad essere libertà e ugual dignità di tutte le opinioni e di tutte le fedi : ogni tentativo di limitare la libertà di culto o di pensiero, è un ritorno all'intolleranza e alla guerra di religione. RISANAMENTO MORALE Ma insieme, perché la democrazia possa cominciare a fon– darsi su una base di costume, è indispensabile il risanamento morale della vita pubblica. Il nepotismo e la corruzione che diventarono metodi di governo durante il ventennio fascista, dilagano òggi peggio di allora, inquinando tutti i rami della pubblica amministrazione, dove una massa di funzionari fon– damentalmente onesti e laboriosi è offesa ogni giorno dalle asce– se dei favoriti, per i quali la posizione politica diventa titolo di promozione prevalente sul merito. Quella confusione tra pub– blici uffici e speculazione privata che fu tollerata dal fascismo è . VERSO L' AVVENIRE Se la coalizione che fa capo alla Democrazia Cristiana vincesse, se il meccanismo corruttore del premio di maggio– ranza funzionasse, il Parlamento che uscirà da queste elezioni non sarebbe un Parlamento di uguali, capaci di discutere e di inte-ndersi su un piano di parità democratica: sarebbe un Par– lamento ·tagliato in due campi nemici, in cui il diverso valore politico e morale degli eletti con due diverse unità di misura elettorale, diventerebbe ostacolo ad ogni intesa ed ogni colla– borazione. I beneficati dal premio sarebbero inevitabilmente diminuiti nell'opinione pubblica, e considerati da una parte del popolo come usurpatori : in siffatta composizione eterogenea del Parlamento, sarebbe latente la guerra civile. Anche in vista di ciò « Unità Popolare » è convinta che chi lotta per spezzare nelle mani degli inventori lo strumento elettorale costruito per alterare la parità democratica dei partiti, lotta per ristabilire la pace tra i partiti, e quindi in difesa della democrazia. Questi sono i motivi per i quali « Unità. Popolare» affron– ta con proprie liste la prossima battaglia elettorale che consi- dera s~lo come primo traguardo per una più lunga competi– zione civile: RISTABILIRE NELLA VITA POLITI– CA ONESTÀ E RISPETTO, BASE DI OGNI CONVIVENZA DEMOCRATICA; ADOPRARSI PERCHÈ DALLE NUOVE ELEZIONI ESCA UN PARLAMENTO CAPACE DI FUNZIONALITÀ DEMOCRATICA; DIFENDERE E RAFFORZA– RE LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA; RI– PRENDERE, COLL'ARMA DELLA LIBERTÀ, LA LOTTA PER LA GiUSTIZIA SOCIALE. ' . Roma, IB Aprile 1953 IL COMITATO ELETTORALE CENTRALE

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