I ' ' Anno H0 Numero 3 Lire 25 SETTIMANALE DI ORIENTAMENT;J POLITICO Remo 3 febbrai.o .1952 01slr.ne• Messoggerie ho I ione• Milano Vlo P lomazzo, 52 Diretlore: GIORGIO ZARDI • Direzione, R~doz: ed Amministraz,: Romo, Viol;ì::lel Corso 101 Tele!. 6&1Zl9 • Monoscrllti, disegni e fotogrofie onche se non pubblicati non si resllru,scono • Reg. Tribuno/e di Romo N. 2392 del 12 novembre 1951. Conto Corren1e POSI O I e N. 1 11760 Abbono menti - Annuo l. 100) - Semestrole t. 550 - • Trlmeslrole L. X() • Eslero: 11 doppio - Pubbllci!i:S: roritfo l. 50 per mli li metri di ollezzo lorghezze uno colonne Ani-Grof - Romo • Yio Sirte, 33 - Telefono 884-83'.) Spedizione In abbonamento pastoie Gruppo U OUICl~IR~ZIIH~I ./; MARIANO RUMOR J' dibCOt'r.iO imi problemi. ~ugli allcggiumcnli J _ politi~_i dei c·~1ttolid italiani vil.!n -~cno pili j d11aro. niu :,,pcdito t'. i-.oprallutlo. oiu· approprio1to i,(' HVrcmo la J'rand1czza cH far1o in lt:rmini di generazioni polilit·lu.-. dtu·a cui un monologo pcdugogico, come fin qui hanno i pili dc1raltra gcncrnzionc. Pcrcl1è il problema dellè due generazioni poLiticbe esiste: e non sì risolve mcttctldo a te• 1 ere quella che ascende, t.·ol passal'C del 'tcm1nH·r,· lo :ii è fono fin qui in lcrmini tli • po, (·on la facile arcusn dcll'incspèricnza rhc topo~rufiu politic:1 tradizional,· t·on una claf..• - per la forza delle cor,c - si ridurrebbe al --ifin,zionc tanto ~up<'rfirialc <1Uanto inesatta. monopolio <lclla direttiva polifi<·a da partr di "\on che atteg:g::i;1mc111i:-fumati e• di mcdiazio- una i-,ol.t p:cncrazionc. SENZAVIA D'USCITA I * .. Lei loUa finale sarà • tra comunisti ed ex comunisti". Con questa frase Ignazio Silone volLe dare iL senso detta pro fbnda. frattura che esiste trà iL P.C.I. e coloro che l'hanno abbandonato. Proprio per il travaglio che tale diserzione impone. Perché uscire da un partito comunista non è faciLe. Lei reazione può portare ei tutte le posizioni; dal fascismo al troskismo. L'uscita di Cucchi e Magnani dal P.C. suscitò molto clamore nella stampa non ne· non ci ~iano e• uon svol~nno nna loro funZiont·. Mu il nostro problema non t· qui: cd t· oue~11, ricerca <runa qnalifit·azion,• topogrnfiC'a dei pi\1 i;iinifin11ivi altè!iC~iamcnli nel r.Q· :!ltro partito t·hc hu drviato • dietro ~,Ile iU· 1wrririali dn!-bifinnioni d(•lla puhhlin.t opinio• 11,· ancl1t· noi 11t.·I <·omprl•ndernl' l°intintR. ,,era nalun.1. Hu parlati> cli gc11t.:razio11i politi1•hè: ,·h,· ,·~dude ogni das~ifit·nzion,· pc·r ctit e nt.· implit·a una ocr roncezioni e per metodi. Proprio in que~lc1 1·011,i,('nzn c1i più !!("Ht.·rnzioni politi1·l1t· in un p1:1rtito d1iamato acl c1tlnarc pri• ma lt.· nropric i:-.pirnzioni fondamentali ehc non ,ul r-lahornrle !-illl oggi il travaglio di fondo: (' lungo i 11u1rgini di C(\lèstc f!C11crazio11i politiche pas~a l.1 linl'a clh,aimin,111tt· dei vari allefqr;iamenti da cui nn~(·C In diulctti(':1 del no- --tro monrlo politi(·o. E' utile alla DemocraziH Cristiaml. è utile alla presenza politica del mondo cattolico nel paese - alla continuità e nttualitù del• la loro presenzu - rhe lo nuova generazione prenda t.:oscienza di sè e della sua responsabilità. t·hc non sia distintH con una pedagogia, ormai riconosciuta inettu anche per le scuole elementari. soltanto ad apprender .. ~ dall'altra cd •• nrcstarc ad es a un ~crvizio strumentale. ' comunista: in rea!tà essa non era iL fatto, pitì sign;jicativo _del genere. Diremo anzi, che confrontata aU'uscita di Vittorini, queUa dei due onorevoli- emiliani, non aveva alcun elemento di vaLidità. Pcn:hè cmcl1c In gcnèl'HZionc nuova lrn 1.na inia esperienza vulicla che. se non può pretendere di possedere la maturitù clelraltra. non può essere nè respinta nè sospc1tntu di faciloneria e cli ingcnuitù: f' la esperienza di r1ue· sto nostro tempo. così profondamente mutalo e diverso. da quella di lrcnta anni fa: IH cspe- ~ '\(' dc\'e l'>lupirc l'hc (1uesto diecon,o tleUt• ;.r1•ncrnzioni politi,·hc :o.i fac-c-ia pf'r il 111ondo democratico cristiano t.' canolico in µ:1·11crc: 111 ,.ff ... uo il tl1'oblema non e~iste od lrn romuncrut· lineamt:nl.i. meno inlCn'~bmlli ..J?Cr altri :•I· h. -.:--7Jrncm1 o rnggruppamenu polll1r1. 1rng1• diti ,u uoeizioui ~rhema1idw ,. prl•p:iucliziuli. ...,i J)Qlll' o,oprio frn i 1·alloli1·i politi1·i per quella anl'rlurn vcr~o l'ordine naturale delle ,;OSC' ,. quindi dc!l'unrnno t·hc i~ proprja del nostrQ -i,1,•m,1 «· (lt~l1u 11O-;lra do·trina 1·a11oli1·u. 1cmpo. che passa. gli uomini meno esperii e Cosa ne pensa l'uomo della strada dei mutamenti politici? Difficilmente ricnza vcr:;o la quale si muove hl storia e da ("ui - poco a poco - arrivano sul filo del I meno attenti. riuscirà a saperne qualcosa: in Italia è costume antico che la politica si (cOQ'iuu• a pag:iou l \· coloam1) faccia ai~vertiCÌ, UMANO Il Consiglio dei Ministri ha approvato un preveutirn o,·e le spese militari hanno Ja loro contropartita 111 un programma di iuvesti menti civili r-, 1i abbia :,1•2:ui10 ,n·cnt.uucnlt: l?li avvcni- "-...,, m,~nti ,·li«-· r,;i :.ono svolti nella D.C. in Il Bilancio prevezì.tivv è un vero e pr~- qu1•-..ti ultimi m, ... 1. u n.ir1irt.' dalla erisi del prio programma di govern::>. Un programliq:dio ..«·or'-o fino ,dl,· l"i'fTntissimt.• <·lezioni ma non astratto e generico fatto di aspidl'I clireuh o ciel l!rupno parl.imcnt.irl'- a, ver- razioni e di promesse, ma un pr::,gra1nf1• fn(·ilmc111e •·on1e c1ucsto prot'C'Ss~ interr~o di ma basato sulla nuda concretezza •delle 1·hindfi1·azionc i:.i sia vcnulo an·elcrando. Ca- cifre. Tante sono le entrate: CJSÌ andran1lu1i ,·erti diufrnmmi t.' <·hiariri ('erti nq) 1jorti no distribuite: questo è il rUsavanz:>. di forza. nella n·ah,i viva ,le-I partito il diaJ,,. Il disavanzo effettivo previsto dal C::m- ~o ;wquistu e cu·quibleri1 ~t.·111prepiù l:1 siglio dei Ministri per l'anno 1952-5:l è li111:>idez:ta di un di~<·ori-o pro?riamcnft• po• !i drt'a 369 miliardi. di circa 59 iniliarliti,·o nel q11Hle appariranno ..,,,mpr(' pili cstrn- di -superiore a que11o dello scorso anno. 11.._·,· ,·erte vo('i a rui il (·!amore della propagan- • Il mito del governo fino a due anni <la hcne orchestrata non ha:!>lcrà a fare ·uqui-1 fa era il pareggio de} Bilancio. Per 4.ue- :-tarl• risponclrnza in 1111 mondo politic·o in n,i sto obiettivo si formò nell'opinione pub1._•-.:.ro runano un no~10 so~1,mzialnw111t~ nrnr- blka un secondo mito: quell:::> ctella « lieinal,·. nea Pella ». quello cioè del benessere delh'.-.b(Hlo il dii:ieon,o ,ero sono in sos1t111zè1rluc: la nazione legato al pareggio fra entrate \Ja le~ g.cnernzioni politiclw. quelle ,·he in- eri uscite. E fu seguita una politica di I:" ..j ancorano a duC' ,liverse ,·-.perienzc. a due <lh ni;e età. Hanno i loro <':-il remi di qua f' di li'1 dclree;pericnza fui-:dsta: una. portata a riprodnrre il niù h.•stuaJmcntc pobsihilt· !cmi d1c t·reclono int1·~ralmc111e vali,li. unu :1 proporne di nuovi. rd ad interpretare quelli del passato 111 modo nuovo. '\on ,·onta rcria. dic·cvo. ,·onta J.o ,u-.n.i~....in.... ...... ~ .... _.._,"'-;.,_;.l,.o._ u..;,,•.u...-l:.~-...o,___.,,_J"..o.J tro -.rhema: tra gli clementi psicologiri <·ontano :ie mai il 1ernperamcnto. l"inclinazionc, 1a fiducia. clementi chr pO'ìi(OllO essere eomuni a uomini di diver~a etù " di di\ ena capcrien- 'l.:t. ~pprauuuo quando al fondo f'i "'ono per tuuj <'erte l'Onvinzioni romuni. 1·crll' preoccupaz:ioni rhc li rendono solidali. cd i· il largo pr,•r.;upposto c·he rende possibile la conviven7,a ,. "-dranunatizz.;1 il dialo;rn. 11 <libcono fra le generazioni po}i1i,·lic in- •·oruim·ia §oòulterreno più propriamrnLc polili('O, Ri~uardano IPmi cli merito e <li metodo: 1ra i quali i più notevoli quelli er;~<·nziali rinvio di tutte le spese. anche quelle a carattere produttivistico e di natura slretlamente sociale - che contrastassero con il ferreo proposito della lesina. Dov'è la 'lineaPella'? L'on. La Pira si levò in quel tempo -:i arresa d!!ITa « POl,Jere, genie » « A che serve un bilancio in pareggio. se non è in pareggio la vita? ». Le 'esigenze inderogabili del riarmo fecero diventare inattuale la rigida riaffermazione della linea Pella. Ed oggi siamo di nuovo molto lontani da quel pareggio che nel 1949 sembrava già a portata di mano. Tuttavia non per questo gli osservatori economici s9no portati a drammatizzare sulla situazione economica italiana. Sintomo forse che anche prima che le esigenze del riarmo si imponessero per spese non sempre produttive. qualche cosa di più si sarebbe potuto fare senza mettere a repentaglio - così come si minacciava - la sorte del pae5e. .:ma.~o sul quale si modelli ii bilancio contabile». I! bilando preventivJ approvatJ daì governo mostra cli propendere in realtà più verso il secondo che non verso il primo tipo di amministrazione. Vi sono le e3igenze delle spese militari imposteci clalla situazione internazionale e dalla 2ol!aborazione europea (250 miliardi). Nonostante ciò, anzi appunto per controbilanciare la improduttività delle spese del riarmo, il governo ha lanciato un vasto programma addizionale cli investimenti civili diretto a c::>mbatt~re la disoccupazione e ad incrementare la produzione in ;ettari dell'economia. La stampa e l'opinione pubblica in generale, tranne naturalmente quella della opposizione socialcomunista - che ha posto unicamente in rilievo le spese per il riarmo - hanno approvato con soddisfazione il piano di erogazione degli stanziamenti. lroeazioned !!listanziamenli Il Presidente det .Consiglio nel corso di una conierenza-stampa ha illustrato il programma degli invesumenti. che non si presenta però come un piano generale coordinato fra i vari ministeri, ma piuttosto come una somma di vari piani elaborati da ciascun dicastero. Con il vantaggio cli non abbisognare di nuovi organi burocratici e di nuove strutture· per la sua attuazione, ma con l'evidente svan• taggio che non presenta quei requisiti cli organicità e di unità di impostazione e di direzione che sarebbero necessari perchè gli investimenti sortisserc il migliore dei risultati. Non possiamo qui scendere nella indagine_ particolareggiata - come sarebbe pu, utile -- dei singoli programmi industriali. E' però da rilevare come l'incremento produttivo e quindi l'efficacia rlegli investimenti è stato variamente intesD da ministero a ministero. riguardano la •·onrczionc dello Stato demo• ,·rati('O: la -.ua funzione. la ~ua autorità in ntpporto ron i 1·iuadini: ì partiti t' le organiz7.azioni profesi,ionali. i loro ,·ompiti,r,· la loro JJO..,izionc nei riguardi dello Stato { dei c-ittarlini: il metodo demo,-rati,·o. i .,noi limiti ,. 11 • ~111• l1naliti1. !',11 ognuno di questi temi t' !'IU altri il di- -cor.1-O va fatto partitamente e pacatamente an111·lw •w lnn,::o e eomJ)lesso. \Ila potremo rlirc fin d"ora in sintcbi • hc ~i tratta di due cli,crf.e inlcrpretazioni ~uffragio un iversale. Sul 1° numer0 di "Iniziativa Democratica » !'on. La Pira. riaffermando le sue n?te posizioni. indicò due tipi di amministrazione della cosa pubblica: « il primo tipo, quello pigro e negativo. poggia come si dice sul bilancio. Tanto entra tanto esce. E se vi sono disoccupati? È se vi sono persone senza casa? Allora che si fa?». Il secondo tipo di amministra~ione parte anch'esso dal bilancio. ma esso è fatto « definendo anzitutto le spese che devono essere fatte a tutti i costi e proporzionando poi ad esse le entrate. Bilancio Così mentre il Ministero del Lavoro insiste ancora per cantieri di lavoro e corsi di. qualificazine. che come l'esperienza dimostra sono più dei rimedi cli urgenza che delle forme redrlitizie cli spesa del pubblico denaro, d'altra parte vediamo nel Ministero dell'Agricoltura che cosa sia un esempio di investimenti produt~ivistici, attraverso un vero e proprio piano Fanfani dell'agricoltura. Basta pensare come in questo settore lo st~nziamento annuo di 25 miliardi per prestiti e mutui. al 75o/, delle spese occorIl discorso va fallo: ma nessuna delle due :!,..n,•razioni deve pretendere ('he esso Ri ri• renti per costruzioni rurali, per opere cli irrigazioni, per acQuisto di macchinari. porterà in 5 anni ad un giro cli investimenti di 480 miliardi cioè opere irrigue su quasi un milione di ettari, dalle 80 au., 100 mila macchine agricole. alla costruzione di circa 300 mila vani di edifici rurali. Certo che, se gli investimenti fossero stati fatti ovunque con questi criteri e se sopratutto la visione fosse stata più unitaria e più organica. forse maggiori risultati potevano ottenersi a favore della disoccupazione e della nostra economia. Criticheal sistemadi contribuzione Le critiche più vivaci all'indirizzo del Governo sono partite però dai settori produttivi e sindacali del Paese a proposito della « contribuzione straordinaria e transitoria », posta a carico di tutti gli imprenditori (con esclusii>ne del settore agricolo e professionale) e « commissionato al volume delle retribuzioni corrisposte da ciascuna azienda » nel periodo I0 Marzo 1952, 31 Dicembre 1953. In particolare gli industriali respingono l'aggravio che deriva loro per un ulteriore aumento dei costi cli produzione. Anche negli ambienti sindacali. sia della CGlL come della CISL, vengono fatte notare le gravi ripercussioni che il sistema degli introiti potrebbe avere sul reddito reale dei lavoratori. E' facile concepire infatti che i datori di lavoro riporte ranno sui prezzi l'aumento dei loro costi. dal momento rhe la tassa in questione si presenterà nelle loro contabilità come un aumento nelle ~etribuzioni. Si teme sopratutto che questa nuova tassa tolga la possibilità di ulteriori richieste di aumenti salariali e vada a colpire in maniera prevalente le industrie con maggiore mano d'opera, che non sono s':mpre_ quelle che hanno i maggiori m_argim d1 profitto con la conseguenza cli un aumento di prezzi o di un ulteriore indebolimento delle industrie. Basti pensare alle industrie elettriche che pur avendo un maggior margine di profitto, ne uscirebbero meno coipite rispetto alle metalmeccaniche. Non si può negare che le obiezioni specie quelle dei sindacalisti, non abbia~ no un loro contenuto ed una loro validità sul terreno tecnico. G. G. La giustificazione addotta, basata da motivi nazionalizzanti, può avere una cc rta presa proselitistica presso la base comunista, perché ricalca motivi sentimenteili diffusi anche nei ceti popolari, ma non presenta certo aperture valide per il comunismo. Ed anche la sua capacità di proselitismo è presto controbilancfot<i, ·in un paese in cui il P.C. non eibbi<l conquistato il potere, dalla vera essenza del comunismo volg<ire fatta di disagio economico e di opposizione di malcontento alle formule governative nazionali. E' cioè molto differente dall'eresia titoistrt, in ru-i~ l'P1em.ento 'l'l.a.z:ional.tz f,!; identifica con l<i classe operaia della propria nazione al potere . In definitiva questi motivi in Cucchi e M a.gna.ni non superano il vCll-ore di una crisi piccolo-bQrghese e non giustificano la speranza che in essi posero gli ambienti politici non comtmisti, * * ::. Elementi nuovi si sono creati in seguito, quando, prima Silone, poi Alfonso Gatto, e infine, come sembra far credere _.. Risorgimento Socialista." del 22 dicembre 1951, lo stesso Vittorini presero contatti con iL M.L.I .. veniitosi a creare da.Lia scissione. La posizione di questi ultimi è ben diversa. Essi nel comimismo denuncia-· no !a soffocante chiusura ideologica del marxismo, incapace di progressi, in quanto riduce la cultura a propagand<t e !'in-· teLLettueile a .funzionario deL partito. Essi colgono !a relLl.e- decadenza del com1tnismo e lo stesso dignitoso silenzio che ha accompagnato la Loro decia sione, sta a significare la volontà di ripensare un sostanziale superamento del comunismo come fenomeno storico. Il mondo occidentale, del quale l<i libertà intellettuale garantisce lo svolgimento necessario al superamento della crisi che colpisce il mondo capitalista e comunista, non h<i sufficientemente apprezzato questo fenomeno più profondei. H<i pertanto preferito inquadrare nei suoi schemi propaga.ndistìci d.i trincea, questi fatti, riducendoli nel valore di una conversione Koestleriana o d,i una evasione Kravscenkiana. Noi vogliamo valutare invece nel suo più profondo significato culturale e riso- !uto1·e la rottura dì SiÌone, di Gatto e di Vittori.ni. Ma non possiamo nasconderci i grandi pericoli che la posizione di " Risorgimento Socialista " nasconde per chi vogli<t risolvere culturalmente e ideologicamente il problema della cla.sse operaia, catttirata nel P.C. I principali pericoli sono due: influenzantesi L'un l'altro: !'ìmpoliticamento e iL terzaforzismo. Non é infatti possibile risolvere il problenui della classe operaia presumendo di assumere posizioni strettamente politiche, dei collocarsi, con mentalità di topografia parlamentare tra D.C. e P.C. Ci si infetterebbe immediatamente del microbo che ha distrutto i partiti socfrtlisti europei, oscillanti fra massimalismo cripto-comunismo e riformismo o addì~ rittura nazionaUsmo. Non ci si può porre infatti fra i due mondi senza posizioni ideologiche interamente rinnovate, che sotterrino per sempre gli schemi storici del socialismo, Benigno Zaccagnlnl (coa1i11ua • p•g. 2 I· <'oloana)
P~ .._2~___________ ..::._::::_:.:,_ __ __ _____ ~IN~I~Z~IA~T~IV~A~D~EM~OC~~R~A~T~IC~A~ _______________________ F_e_bb_r_a_io_rn_ 52 µuntando direttamente su di un superamento sostanziate della crisi. E per far questo occorre rinunciare alle posizioni strettamente politiche ed operare una prima grande scelta per i! montlo, che offre maggiori possibilità di sui,eramento. n socialismo d'Italia, di F'rancia e di Germania insegnino. ·••·.editoribli ~ . , t • -- t ti (lo denominazione, corrispondendo o delle Yoghissime e sconosciute caratteristiche, è liberamente offidoto al gusto indiYiduole) sono soltanto delle indiYidualitò stoccate, dei caporali cioè senz:o alcun soldato, l'alleanza con essi si risolverebbe in una dannosissima operazione politico. Stringendo un tale solo dal chiuso delle aule prottutto rispetto della pergiudiziarie olle aperte pale- ;ona umana. miche politiche. A questa scopo potro eff 11 coso Egidi ho sollevato cocemente contribuire lo Maun vela su certi aspetti dello v,to omm1n1strotivo 1toliono, 0;1e ancoro non è penetrato alcuno influenzo dello nuovo democrazia. n secondo pericolo è i! terzaforzisrno. Esso è in realtà una pseudo posizione senza via d'uscita e con i limiti inderogabili di tutte !e posizioni che non possono minimamente influenzare la situazione esistente. Può rappresentare una posizione personate di comodo, ma tanto vate ritirarsi a vita privata. Irrigidimenti del Quai d'Orsay Lo politico inglese, che ho voluto fare dello Libia uno Stato indipendente, comincio o dare , suoi frutti nello vicino Tunisia dove I gruppi nazionalisti sono entrati in francese) per colmare lo spinto nazionalista che spesso è salo uno forma d1 rivolto sociale indirizzato per non adeguati sentieri. Meraviglio il fotto che la stesso Quai d'Orsay abbia uno visione così intelligente e previdente per le questioni europee: dovrebbe comprendere che è finito l'epoca dei sezionolismi e dello politico o compartimenti stagno che discrimina o seconda delle zone. vincolo si andrebbe incontro scrive: << Si parla molto - al pericolo di accogliere e di troppo di uno sini st ra riportare allo ribalto della mo11:archica con cui potrebbe vita politica italiana (e quel allearsi la D. C. e che non che è peggio legittimandola) si s~ bene chi sia e dove tutto il trasformismo locale sia ». del Mez-.z:ogiorno facendo posIl problema dei metodi dello polizia giudiziario non è d1 questo dopoguerra e nemmeno dello stesso fascismo. Esso risale od un cos!.1me che purtroppo si è radicato nel nostro sistemo, come r1gistratura. Se esso rruscirò o far volere non solo ,n astratto, mo nello vita 91udiz1or10 di ogni giorno, lo suo autonomia dal potere esecutivo, colpendo il reato ovunque s, manifesti, secondo le legga dello Stato. Per questo non può non sorprendere l'o.d.g. con ,I quole lo Magistratura chiede una inchiesto sugli orgoni della polizia. ••• La posizione e~ può denunciare !a agitazione, sull'esempio di presenza di questi pericoli e forse un quelli degli altri paesi orobi, v!,zio irriducibile nell.a polìtica de! M.L.I. reclamando uno non troppo è data da un articolo di Aldo CuccM su precisato indipendenza. Gli " Risorgimento Socialista " de! 5 gen- stessi esponenti del Nea-Denaio 1952. stur, che aggi si appoggiano Cucchi polemizza con De Gasperi che su quel Bei osteggiato fino afferma essere I.a comunità difensiva eu- a poco tempo addietro, inropea un baluardo di pace e un fattore fotti dichiarano essere ,mcU progresso. Da vecchio democratico De possibile lo separazione dalla Gasperi infatti comprende che la comu- Francia cui la Tunisia è lenltà è l'unico baluardo efficiente ai fa- gota da notevoli interessi poscinni di Francia, di Germania e d'lta- litici ed economici. No, 1tal1on1, che nello Tunisia siamo direttamente interessati e per il forte numero dei nostri compatrioti ivi residenti e per gli interessi economici della nostro industrio nei riguardi dei fosfati tunisini, dovremo battere per primi questo strada ed improntare in termini europeistici tutti i problemi del Mediterraneo. 11 rilievo del « chi sio » sore nel nome di uno furba e del « dove sia » formulato operai:ione tattico tutto la dal SalvotoreUi o noi pare merce politica di un vecchio quanto mai fondato perchè e conosciuto conttobbando, se l'apparentamento coi mo- senza ottenere in cambio olnorchici nef Meridione è det- cun appoggio sostanziale. toto appunto doll'esigenxo di La D. C. quindi stabilisco costruire uno diga contro le bene chi siano e dove siano forse soc:ialcomuniste, le far- questi monarchici di sinistro s:e di questa sinistro monor- offinchè poi, nello tose esechico dovranno essere toli do cutiva, non ci si abbia 0 troportare al fronte democratico vare gomito a gomito con un apporto di voti caratteri.i:- i vecchi e mai scomparsi prei:oto do una certo quolitò stigiotori dello vita politica e do uno certa quanti tò. sveglio d, uno vecchio COf" sezione feudale dell'I tolio La Mog,stroturo deve superare al complesso di infe rioritò e ,I tentoti-Jo d, ,,_ In uno Stato democratico durla O strumento di porte moderno - specialmente se compiuto dal fascismo. pre-unitorro. esso si ispiro o dei principi di ordine cristiano - lo difeso dello dignità e dello libertà dello persona va assunto coraggiosamente, indipendentemente dalle speculoEsso possiede già ogg, nell'aula giudiziario - in cu4 è sovrano - 1 mezzi per incriminare I colpevoli. L'augurio di tutti 2 che li usi con d suo sog910 equilibrio moderatore. lfa, che indubbiamente rappresenterebbe- Basterebbe, pertanto, che ro una maggiore possibilità di guerra. il Quai d'Orsay obbondanasE Cucchi polemizza con gli argomenti se I suoi irrigidimenti conja.scistici presi a prestito da Togliatti e servaton per una politica rffi1rao: difesa della sovranità nazionale maggiormente democratico (in n.eutralitd equidistanti dai blocchi, riso- Tunisia non esiste tuttora un !~ione del problema sociale in termini vero Parlamento, 1 Ministri nazionali (!). Cerca di differenziarsi da sono responsabili salo nei riTogliatti accusandolo di preoccuparsi so- guardi del Bei, fino o poco lo dell'esercito tedesco per posizione filo- tempo addietro lo stesso Conal>Vietica, fingendo di ignorare che l'eser- siglio dei Ministri ero presiedto tedesco è !a minima delle preoccu- duto dal Residente generale ,azioni sovietiche e che la sua posizione, ,rtu.dicata con questo metro, è, in via di J14radosso, motto più filo-sovietica. ... F. G. Monarchici di sinistra Nell'articolo di fondo opporso su • Lo Stampa » del 15 gennaio L11igi SalYotorelli !:"-opinione pubblica del Paese e in ispecie quello del Mes:i:ogiorno, rimane certamente perplesso nel domandarsi chi siano questi monarchici indipendenti e dove es1i siano. Sono cioè delle effettiYe forxe politiche con uno loro particolare incidenza nell'elettorato meridionale o sono salomente delle individualità senso alcuna orgoni.z:.z:oz:ionc e rappresentanti hrtt'cl più delle mere situai:ioni locali? Se infatti questi monorcltic..i di sinistro o indipe11dennoi:ionale. Questi consumati prestigiatori potrebbero essere invero pericolosi e questo voJto, avendone l'occasione, far scomparire agli occhi attoniti dei soliti spettatori provinciali non già il rituale coniglio mo sibbene lo democro.zio italiano. u. p. z1oni sate. di certe porti interesSi invocano da più port, le leggi speciali. Il porre lo polizia giudiziario olle dirette dipendenze dello Mogistra, turo sottraendolo al potere esecutiva potrebbe forse essere un rimedio, mo di per ,è solo non risolutivo. 11 problema non è quella Il "caso,, Egldl L'opinione pubblico SI di leggi nuove, mo del nè spetto di quelle esistenti, nello spinto del nuo,o state democratico, che significo .,o. commosso di fronte al caso Eg1d1. Ed ,I problema è pasNEL GRUPPO PARLAMENTARED. C. L'outorrtà omm1nistrot1vo do porte sua avrò alloro tutto l'interesse o vigilare con il maggior senso d1 responsabilità perchè non siano commessi abusi. 11 coso Egid1 sollevo quindi, più che un problema politico in senso stretto, un problema di coordinamento e di efficienza dei vari poten dello <;toto. g. I· Cosa vuote Cucchi: I.a tutela degli in,- teressi nazionali e non vuote che "i no8tri soldati dovessero essere costretti a combattere in terra altrui, per interessi atranieri, sotto comando straniero". E già qualche tempo che gli avvenimenti interni di casa D. C. forniscono ai corrispondenti romani dei quotidiani ed ai ricercatori di pettegolezzi politici nutriti spunti di cronaca. Il sorgere di numerosi fogli, espressione delle opinioni che liberamente 'si dibattono all'interno del partilo di maggioranza, l'uscita di opuscoli o di interi volumi programmatici ha polarizzato la attenzione degli osservatori politici. LEELEZIONIDELDIRETTIV Questa posizione è di marcio terzaforJiÌemo: ne è !a riprova, il linguaggio na2'ionaleggiante, poichè l'unico pseudo terzaforzismo possibile, oggi, è quello dei fucisti. Tra non le due generazioni i deputati hanno esitato : hanno scelto la nuo 11a Ma per chi voglia rimanere su posizioni tlemocratiche, il terzaforzismo su un piano strettamente politico si pone a! di fuori delle rea!td in una posizione di aspi1"azioni puramente velleitarie che finiscooto con il condurre ad una sterile polemica di corrorione nei confronti di tutti. Come appunto sta facendo " Risorgimen,- to Socialista". aenlgno Zac.c.agnlnl E' stato così che la stampa quotidiana ha seguito quest'anno con particolare interesse il normate rinnovo delJe cariche del direttivo del gruppo democristiano della Camera dei Deputati. Siamo ormai quasi al termine della legislatura, ma il gruppo democristiano delJa Camera non ha perduto per questo la sua vivacità. Le ultime elezioni amministrative hanno !atto comprendere ai deputati politicamente più coscienti e più sensibili la gravità del momento: il pericolo di uno slittamento dei ceti medi su posizioni antidemocratiche di estrema destra o di estrema sinistra. il disagio della stessa base del parti?o e dL un settore dell'opinione pubblica, la ne, essità di una a zioUNA PUBBLICAZIONE DELLA G. I. A. C. La patria dei fascisti e Secondo i fascisti, ta Patria si muove per virtù di guerre e di cortei e di fanfare. Non si tratta di un ·popolo portatore di determinati valori morati, somali, economici, e culturali. Ma di una massa che non accetta ragionamenti, che ,wn è suscettibile di educazione, che « fa fli affari suoi », che « tira a campd », llhe « non .i impiccia di problemi geneNli •· Massa senza colori nè sapori•· E' uno degli aspetti esteriori Questo del ,ioncetto di Patria fascista, concetto aapramente criticato nella « Ponte • per i Seniores, edita dalla Gioventù Italiana di Azione Cattolica, per dare degli orientamenti sociali ai dirigenti periferici per la loro attivitd nell'anno sociale 51-52. Riteniamo opportuno addentrarci ad eMminare questa interessante pubblicazione perché tocca con ainceritd e con un t10tevole spirito critico un problema che eggi, specialmente alta periferia viene ,nolto dibattuto e molto discusso. La pubbticazione è divisa in tre parti e mentre te due ultime sono dedicate ai problemi de! lavoro e della disoccupazioJte, sostanziati per poter veramente costruire su solide basi una comunità nazionale, !a prima è dedicata alla critica della Patria come concepita sia dai faacisti che dai comunisti. La critica de! concetto di Patria cofl't.Lnista è !a solita e ferrea dissertaziosi criticano Qui, afferma !'autore, !e rea- vra di allettamento e di captazione delle lizzazioni de! fascismo, ma si deve porre forze cattoliche che sta facendo il neoin adeguata luce !a sua concezione anti- fascismo». cristiana. i L'atteggiamento d.<' cattolici di fronte « Basta dare uno sguardo agli scritti, al neofascismo (mcnt,,!itò, partito, starnagli articoli ed ai discorsi degli epigoni pa, manifestazioni e 1<omini) va studiato de! fascismo, per trovare in tutti, da!!e e determinato con r€J;Jonsabi!ità ». prime alle ultime parole un cosi cinico « Sappiamo bene che esistono cattolici disprezzo degli uomini, una così decisa che neppure lontanamente sospettano che e calcolata mancanza di amore verso i! i! I O comandamento ed il 5' siano la conprossimo, un tale rigurgito istintivo di danna della concezione patriottica fasciodio, una tale vo!uttd per !a distruzione sta. Sappiamo pure che esistono cattolici, dei beni altrui piuttosto che per un più in buona fede, c'ie p.>tsano che i! fascirazionate sfruttamento dei propri, da far smo e il neofascismo possano andare di gelare i! cuore ad un uomo che abbia te- accordo con la religione. Appunto per sta su! collo e cuore nel petto». questo intendiamo m, --,_,inare e dire che « Che dei cristiani, afferma con tristez- la concezione patriottica fascistn calpesta za l'autore, abbiano potuto e credano di i comandamenti di Dio, che i! fascismo, potere ancora accettare questa concezio- come teoria e come pratica va ritenuto ne patriottic1t antiumana e anticristiana antiumano e anticrist .1.11-0 ». si stenta a comprenderlo•- E la pubblicazione O:c.la GIAC cosi con,- • Non siamo di fronte a due concezio- elude: « Chi è cristiano. e nella conceni politiche, ma a due teologie morati; zione fascista della I atria vede !a coni! fascismo ha divinizzato !a Patria che cezione anticTi<t111n11 por eccellenzn, In ha adottato per legge del bene e del ma- concezione det!'odio e dclia vendetta, quelle il dominio del Paese. Non solo !a mo- la che nega in manina assoluta che gli rale cristiana viene uccisa, ma la mora- uomini siano fratelli senza distinzione di le naturale, persino la morate di Aristo- sangue e di !inau.a non può meravigliartele viene uccisa •· si che non ancora da tutti i pulpiti catVenendo ad esaminare La situazione at- to!ici si siano levate voci ammonitrici tua le l'autore dice: « Oggi queste conside- per i giovani che, allegramente e incon,- razioni sono attualissime perché fin trop-- sciamente riabbracciano questa conceziopo palese, anche se subdola, è !a mano- ne. Voci che dicano c:m chiarezza ai giolte di tutta !a concezione marxista al !u,. me degli insegnamenti cristiani; e su 1 questo punto i dubbi negli ambienti cattolici non esistono assolutamente. d-IUJJ.h<-i ahh.o.namt.nli vani che potranno a.icl,e continuare ad andare a Messa e far da padrini a nozze ed a battesimi, ma non per questo saranno negatori meno accaniti di Cristo ». E' ta critica at concetto di Patria fa1cista che assume valore e consistenza f)erchè questo punto ancora appassiona determinati, per quanto !imitati, strati I.elle forze cattoliche. La pubblicazione della GIAC, dopo aoer delineato ali aspetti esteriori de! concetto di Patria fascista, denuncia l'an,- tiumanesimo insito in questa concezione ed afferma « Per ogni cristiano il primo comandamento è e lo sono i! Signore Dio Tuo, non avrai altro Dio fuori che me • mentre per t fascisti , !a Patria è il bene supremo, ed essa ha sempre ragione e ad essa it cittadino deve cieca adesiol!e di pensiero e di azione e di essa bi1ogna ,empre desiderare la vittoria,. Non Annuale Semestrale L. 1000 500 Trimestrale Inviate /'importo /'abbonamento al postale 1-11760. 300 delC. e Quando era al potere il F'ascismo ed ogni disCtLBsione ed apprezzamento in merito erano non solo vietati, ma anche pericolosi, abbiamo appreso nelle Associazioni delta GIAC l'erroneità delta con,- ceziorn? fascista e la necessitd di ripudiarla e di combatterla. Leggendo questa pubblicazione e ripensando a! passato non possiamo non rallegrare, perché I.a GIAC, continuando 11.e!ta sua alta missione educatrice, ponE in guardia fermamente e decisamente di fronte ai vecchi e~rori e ai vecchi pericoli, errori che possono portare ad u io stato dt involuzione tale da calpest-.ire e sopprimere i valori sostanziaU del cri~ti,inesimo sone sul Governo più concreta e più efficiente che valga a rafforzare la democrazia nelle coscienze dei cittadini e nelle istituzioni della Stato. Obiettivo principale le elezioni del '53. in vista delle quali è sentita la esigenza di creare fra i cattolici una coscienza democratica ed una -rorza pJtttlca cne s1 7TrCeTTTT17:Vrgtli il partito rendendolo valido strumento per cna azione popolare di r,mquiste alla base La crisi di Governo a luglio. che non riusci a raccogliere tutte le esigenze e le speranze di un mutamento di rotta che aveva sollevate, e si richiuse rosi come ,i era aperta con sostanzialmente un nulla di fatto. non poteva non determinare un punto di in~ontro fra tutte que:Je energie giovani e sane alJ'interno del Parlamento. che non erano distratte da meschini calcoli elettoralistici o da aspira1.ioni più o meno :epresse. E l'incontro avvenne Ira tutti gli uominé di buona volontà, e si incrocio con una eguale ansia ed una egu;i!e aspettativa che proveniva dalJa base del partito. « Prepariamoci al ':>3» - lettera aperta di un gruppo di base - lanciata da alcuni amici bolognesi. con alJe sue fondamenta alcune premesse programmatiche, fu il punto cli partenza di una azione più va,ta f1a gli amici di partito che culminò con l'uscila di « Iniziativa Democratica». Quando alJ'inizlo clelJ'aulunno •si dovette procedere, all'interno del gruppo dei deputati, alla elezione di due rappresentanti nd Consiglio Nazionale del partito, risultarono inaspettatamente eletti dal- ;a maggioranza due deputali che non erano i candidati né della Dir<'zi::me del partito. nè del c:isidcletto gruppo vespista. Erano candidati che all'infuori di ogni tendenza e di ogni corrente, esprimevano quelJe esigenze di rinnovamento e di azione che si andavano facendo strada all'interno del gruppo. La stampa allora si occupò e sottolineò il fatt.(L Dopo quel precedente era intuibile come qualcosa di nuovo fosse avvenuto fra i deputati democristiani. Si spiega quindi l'interesse della stampa per le elezioni dell'organo direttivo del gruppo che dovevano dare il segno definitivo dell'orientamento dei deputati. 1 giornali,ti si sono preoccupati d1 definire la destra dei vespisti, un centro di « Politica Popolare» ed una sinistra di • Iniziativa Democratica» all'interno Jello s'esso gruppo parlamentare D. C.. con una terminologia che in realtà non corrispondeva alJa situazione reale. Se quelia iista che i giornalisti avevano volutJ definire di « Iniziativa Democratica 1, La avuto 11 rappresentanti su 19 nel direttivo del gruppo e cioè la maggioranza a;,oluta, si può dire con questo che ha v:nlo una « sinistra • o un , rentro-sinist:·n »? Pensiamo che dire questo sarebbe certa-nentc inesatto. Ait'interno del gruppo parlamentare non si è combattuta una battaglia fra sinist1 a e destra e forse nemmeno una battaglia nel suo vero senso politico. Solo che H gruppo dei deputati o.e. hn Inteso farsi rappresentare a grande maggioran,a da (!uellc nuove energie che pongono con la maggiore fermezza e con il maggior senso di responsabilità i prob'.emi di un rinnovamento in senso po-- polare delJa vita delJo Stato. Se la battaglia e•.:, stata essa è stata tra due generazioni. Tra la generazione vecchia e 1a nuova 1 gruppo parlamentare non ha esitalo: ha scelto per la nuova. Ora, eli amici che hanno assunto la grave responsabilità di dirigere il grup- ')0 pa1 lamentare di maggioranza della 1 :::amera, si trovano di fronte al loro dif- 'ìcile compito. C'è un luogo dove ceri, celi, com,ncieno e fer ch1esso, per il loro esolismo {epurezione non è perole noslra Il. E se ,I pedrone si svegliesse? Ca'.T'p1e~si prob!emi possono e devo.-.e , ·ere ri3olti con la loro opera. A loro chiediam-:> che contribuiscan• a 1:oa maggiore funzionalità del Parlamento, t:na maggiore snelJezza dei lavori. u- .1a scelta di priorità fra le legqi che dev:ino essere per prime portate in discus1ione. Da loro ci auguriamo possa essere ristabilito un maggiore senso di dignità e di autonomia del gruppo ~ del Par- !amento di fronte al Governo, pure nei limiti delJa necessaria e doverosa collaborazione. Attraverso loro speriamo ili possa attuare uno scambio di esperie11ze e di volontà tra la base del partite e del Parlamento. NeJJa loro fatica vorremmo sentissero la piena solidarietà del nostro toglie e di tutti i democratici cristiani. *
F_e_b_b~rru_·_o_1_95 _2_ _ ______ ____________ IN~I~Z~IA~TIV~'...'.A~D~EM=OC~,:::RA:::TI.::C:::A::_ _____________________ ___ Pag.2_ RICERCA DELL'IDEALE UNITARIO * L'on. Consiglio, nell'esprimere l'aperto dissenso per il recente atteggiamento filomissino del PMI. ha posto come principale fra i motivi nella sua lettera di dimissioni, la grave responsabilità che si assumono i monarchici nei confronti dei giovani, assecondando la politica del Movimento Sociale Italiano tutta basata sulla retorica di una falsa interpretazione del 25 luglio e dell'8 settembre. Anche i monarchici - dissidenti o no - parlano quindi dei giovani e dicono di volersi occupare di loro. * Ma che cosa possono ofTrire ai giovani? Al mito dei giovani imperante sotto il fascismo, la democrazia ha sostituito la retorica dei giovani. Per i partiti antidemocratici di estrema destra i giovani rappresentano quello che per i partiti di estrema sinistra sono i lavoratori: una grande forza allo stato potenziale e mancante ancora di una propria direzione. che appare facile sfruttare. indirizzandola secondo il proprio tornaconto. In una società ordinata un problema dei giovani non esiste. Essi entrano in crisi non solo economica, ma anche e sopratutto spirituale, 11uando la società non è in grado di dare ciò che essi chiedono. In tal modo il cosi detto problema della gioventù si risolve e si allarga in una capacità della società a rispondere a certe esigenze dei giovani, e l'esistenza insanabile di esso è uno dei sintomi più sicuri della crisi di valori culturali e spirituali in cui si dibatte una società. Qual'è, in fondo, l'esigenza dei giovaai? Quella dei giovani è naturalmente l'età di trapasso dalla fanciullezza alla pie- .. a maturità. E' l'età nella quale si deve cradualmente formare la personRlità morale e spirituale del giovane. F.' quindi l'età nella quale deve farsi sentire l'infl\Ji!Oza formativa e pedagogica. Se la società non è in grado di soddisfare questa esigenza formativa significa che è ly,_...._;.,; • .,.-!; ,..,....,....... ~----3. s.... ~t"!' •~ anche i giovani. La nostra società non sa e non può insegnare ai giovani perché manca sle.,sa di un ideale unitario, rli un principio e di una serie di principi universalmente e spontaneamente accettati che creino un sistema di vita. Di una vera cultura che sia legata con la vita. * La democrazia non ha ancora trovato il motivo positivo per la costruzione dello Stato. Essa è rimasta un puro metodo e non ha trovato la sua cultura unitaria. Certo, per il suo regime il compito è senza dubbio più arduo che :10n per il regime totalitario perché la sua cultura si deve affermare ed imporre e creare l'unità non sulla base di una ideologia imposta ed astratta ma su una base di una accettazione spontanea. Ma una volta creata una cultura, cioè un ideale unitario esso trova i giovani subito pronti a raccoglierla. Perché nel progresso della società i =iovani hanno appunto la funzione di essere il punto di innesto, di trasmissio11e e cli attuazione dei nuovi ideali. La cultura di oggi assorbita dai giovani si traduce nella società di domani. E' questfJ il senso non demagogico, ma reale dell'avvenire in mano ai giovani. --- rJ (fOCJLV ti JC41.JU -crrrc~i---urrc:rltra espressione di Benedetto Croce che suscitò fra gh stessi giovani tanta avveri,ione quando disse che il compito dei ~ovani era quello di attendere di diventare maturi. Certo, il problema dei giovani sta tutto nel sapere attendere. maturandosi. Ma quando la società non ordinata secondo i suoi fini non riesce 3d educare i ciovani. e non rispetta e non potenzia la loro autonomia spirituale è logico che essi non vogliano prestarsi ad un inutile tirocinio nella vita senza una funzione loro propria. senza un ideale. senza una ,neta. esseri precocemente invecchiati e scettici. soggetti ad una demagogia cli •assa lega e ad essere sfruttati. * S,, questo è il problema dei giovani. •011 si vede come l'On. Consiglio con un ,aovimento, che aspira senza ~!cuna esigenza di rinnovamento ad una pura relitaurazione di un istituto monarchico e al mantenimento della presente società con uno spirito strettamente conservatore pensi di polere in realtà contribuire aa offrire qualche cosa ai giovani. Glovennl Galloni GIOVANI DEI PARTITI N on può dirsi che il Raggruppamento. Gioventù Studenti e Lavoratori del M.S.I. abbia la minima originalità di impostazione nei rispetti degli anziani. Non fa che ripetere i termini assai generici della propaganda neo-fascista: patria, onore, corporativismo, noismo e simili, senza dare ad essi il minimo approfondimento culturale. I giovani impegnati politicamente militano nel M. S. I., nel P. C. I. e nella D. C. Solo i giovani democratico cristiani posseggono una vitale originalità, condizionata dalla appartenenza ad un partito di governo Parlano cli « crisi della democrazia materialista » ma quando devono proporre delle tesi nuove non riescono che a ripetere i vecchi slogans. Così Silvio Vitale, uno dei leaclers del movimento. in un articolo comparso sul n. 52 di • Asso di Bastoni » indica come unica soluz.ione di questi problemi d'ordine anche pratico il crescere della « Corrente Nazionale che capace di vedere nt di là di sistemi e dei metodi, te grandi idee de!!a Nazione e del Lavoro de!!a religiosità e della morale attivistica, è l'unica ad avere tma essenza eticn ». Chiaro esempio dell'incongruenza e della retoricità di questa forza politica. Tuttavia essa ottiene un discreto successo fra le gene,·az.ioni educate nel ventennio, fra quanti han militato nella formazione della così detta R.S.l. e. quel che è più grave, anche fra alcuni studenti medi. La spiegazione di questo ultimo fenomeno non può che cercarsi nelJa struttura della nostra società la quale spesso spinge i giovani ad essere contro l'ordine costituito senza rendersi esattamente conto di come vada superato: nella cultura antistorica c·1e dà la scuola; nell'educazione borghese delle famiglie: nell'influenza di una certa stampa che perpetua i pregiudizi di generazione: nella limitata efficienza del regime democratico; nell'esistenza di un estremismo comunista che spesso fa ritener necessario un'estremismo opposto per essere controbilanciato ... Tutti motivi. come si vede. che e3ulano dalla efficacia della linea politica del Raggruppamento Giovanile Studenti e Lavoratori, il quale è esso stesso frutto di tale realtà e nulla può fare, nonostante la verbosità rivoluzionaria e lo sbandieramento di programmi rinnovatori, per un suo superamento: prigionieri della realtà da cui sono prodotti. i giovani del M.S.I. non riusciranno a superare la loro posizione sostanzialmente reazionaria se non prenderanno coscienza della concretezza necessaria nelle postaz.ioni politiche perché veramente ci si muo-.~ per la via del meglio. Maggior agganciamento alla realtà si riscontra nella F.G.C.I., ricostituita da circa tre anni, dopo il fallimento del fronte della gioventù, nell'applicazione che essa fa delle direttive del Partito agli ambienti giovanili. Questi sono bimbi che applaudono alla consegna dif)erre a1 contadini. A questi bambini la de'Tlocrazia è apparsa c.on un volto concreto, con un ideale festoso in una bella domenica di dicembre. Ma a tutti gli altri? I problemi concreti della gioventù, disoccupazione, servizio militare, tasse universitarie, ecc. sono al centro della sua politica agitatoria e vengono abilmente sfruttati per la penetrazione nelle mani dei giovanissimi (la F.G.C.I. milita i suoi iscritti dal quattordicesimo anno). Inoltre questa politica agitatoria viene sostenuta da iniziative appariscenti: sarà, infatti, un parlamentare ad accompagnare una delegaz.ione di giovani senza lavoro dal Prefetto, un consigliere comunale comunista a proporre in Municipio la costruzione del campo da gioco richiesto dalla società aderente all'U.I.S.P. (Unione Italiana Sport Popolare. controllata e diretta dal P.C.I.) e così via. Non importa che tali iniziative debbano ~ssere efficaci, che possono risolvere in tutto. od in parte il problema (cfr. Enrico Berlinguer « La unità della gioventù nel fronte del lavoro e della pace», pag. 35). basta che smuovano l'opinione pubblica. La diffusione capillare e l'attivismo costituiscono due punti essenziali della sua azione. E' naturale che questa demagogia faccia presa. particolarmente, quando ha degli agganci con delle situazioni reali, sui giovani operai e contadini che non hanno modo, in fabbrica o nei campi, di ascoltare nessun'altra campana. Tuttavia anche la F.G.C.I. ha i suoi limiti: quelli organizzativi possono venir facilmente controllati da una lettura della stampa per i quadri in cui l'autocri: tica (per essere più esatti, la critica che il centro muove alla periferia) occupa abbastanza spazio: quelli politici sono gli stessi del P.C.I.: la natura dittatoriale, l'asservimento ad una potenza straniera, la demogagia delle sue posizioni. il carattere antireligioso ecc. N ei Gruppi Giovanili della D. C. prevale un indirizzo del tutto diverso da quelli esaminati: mentre il R. G. S. L. e la F. G. C. I. non fanno che ripetere i temi poli lici dei rispettivi partiti, i giovani democristiani ritengono non incompatibile con l'unità del partito l'individuazione di generazioni che, in base alle diverse esperienze, apportano qualcosa di diverso e di nuovo al comune patrimonio. E così i Gruppi Giovanili - come appare dalle tesi annunciate nella loro rivista - « Per L'Azione» - si ritengono la terza generazione della D.C. - la generaz.ione nata dalla Resistenza, vale a dire dal secondo Risorgimento e dal primo moto veramente popolare della storia d'Italia. Il suo compito, pertanto, è quello di superare il dualismo masse popolari-Stato ereditato dal primo Risorgimento e di fondare, perciò, lo Stato moderno anticapitalista popolare democratico. IL DOPOGUERRA HA NEGATO UN MONDO NUOVO AI GIOVANI \on è vero t:hc la presente situazione anti• I Di (atto il compito della giovane genera• democratica della gioventù sia stata causata zione fallì. Esoa ebbe due colpi mortali: il dal fasci!'mo. La c·omocla &oluzione di chi- de- primo fu il rivelarsi, in ,egoito agli eventi po• scrive questa generazione· imbevuta di educa• litici internazionali e nazionali. del comunizione fascista e quindi incapace di compren• smo f'Ome forza antidemocratica, fuor delle dere la demorrazio è falsa. E" quindi inade· nebbie e delle speranze di tipo rooseveltiano: guata ogni politica che voglia affidare a re- il secondo fu il rivelarsi di un abhieso eaigime democratico il rompilo di un istitu10 di stcnte fra le gioYoni ~enerezioni e qnelle rhe rieducazione politire. {'hc le avevano pret·ednte. Questa generazione fu sirn·eramentc antifu• sciata, salvo crrezioni. perfino l'adesione tlei giovani che optarono alla Repubblica di Salò. i quali credettero ad un fascismo iOcialc e nuovo che era la negazione del conformjlffllO, aelJJmborghestmento. della corruzione. del 1erarchismo. del v("ntennio. oHia del l'ero fa&riemo. Nel 1945 l"instaura,iooe del regime aotifa• sciita creò una minoranza di isolati. gli ex aderenli alla Repubblica di Salò, offesi e •offerenti, ma facilmente- riaSBorhibile. Balvo aituazioni particolarmente pieto&e di corattece familiare e penonaJe. cloYUte a1tli errori inevitabili della guerra c.·ivile. GaranziA di quc&lo riaeeorbimento era la t'i• t·o~rinnione dell'unità cli tutta la generazione allorno a delle t·hiart e preciBe mete di rinnoTamento della sodeti1 italiana. Che queeto f~ssc ,1ero. lo dimostrò il fatto rhc questo riaesorbimento a-rvenne. in parte ad oper• di due partiti ehe più degli altri ,i presenLaTano con un programma. una ideo• logia. ed un entusiaemo riTino•atori: il PCI e la OC. Il nucleo untrale degli isolati che non fu• rono riassorbiti per ,H eTiluppi della 1itnazione. o che non sarebhero 8lati in neftsnn c-aeo riassorbiti rimou come base di partenza. per le eventuali involuzioni o per l'eTen· tuale hllimenlo delJ'ahima 1enerazione. Qoe- !'i!O ay·-yenne nel 1948. ma fino allort( rimaae,-o udl"ombra. Quando il partito comunistu ai ri•elò con il suo vero volto, egli aveva già catturato •n clii;rrcto settore della gio•ane generazione •n· tHasciMa e detnoC'ratica. 'loi abbiamo vissuto t pouiamo oaunere il eambiamento che avvenne in quei gioTani: da giovani aperti. comprenEivi, e entusiasti del lavoro comune divennero dei piccoli faziosi, rhe accomunavano al fascismo tolti coloro che noo la pensnono come loro. La politica cli unione della gioventù (ricordiamo il Fronte della Gioventù) divenne ben presto uno olr\l• mento di ipot·rita politica di proecliti,mo ai fini de] uuovo indirizzo com11oista ( •ecchio per la •erità ma nuo•o alle eeperieme aio••· nili). Questo periodo critico a•rebbe potato e.Me· re supcruto ee non facilmente, per lo meno reHremente, se non si fo&u resa e-ridente a.na rrattorn fra le giovani e le Tecchic generazioni. ~ella vita politica italiana coesistono tre generazioni: quello <:he ~iunee a maturità primo del foscismo e che ro mee.. in disparte dal fascismo; quello che, edocata parte in pe· riodo foscista. parte del fasciamo, o &olo dal Fascismo. gionee a metorazione sotto il lasci• smo; la terza, infine. sulla quale il faeciomo potè inridere eolo dorante l'infanzia e "be iniziò la sue matnra2ione dopo il faaciBmo. U. primo generazione. dopo il •entennio riprese il potere, come se nulla fosae accad•· to, ignorando il formidabile erogiuolo di eaer· Ile ohe boUiu ...,Jlla .,.,.. ~- !,;a ad eumpio per tutti quello che avvenne 1>er la instaurazione della Repubblica. La primo generazione affrontò quel problema come un fatto amminiBtrativo (chi non ricorda l'•pologo dei due cappelli che si pote• vano scegliere indifferentemente. mentre l'importante era la testa) mentre per i giovani, ancora uniti 8U quel problema, anche se già la politica comunista aveva creato nelle zone di contrasto, la ballaglia repubblicana significaya la prima ,·osa nuova. del mondo nuovo 1a creare. Sarebbe etato necessario che la seconda gè· aerazione aYesse mediato fra le abitudini della prima e le esigenze della terza. Ma proprio lì il Tentennio aveva più duramente (·olpito. Gli uomini dai trcnla a quarantacinque anni non esistevano: anche se nella clandestinità a•evaoo studiato e si erano preparati. ooo aveTano alcona •oce in capitolo, perehè erano pochi, ancora non qualificati, ~onosciuti nei temperamenti e nelle idee, senza sufficiente tirocinio. Praticamente avevano la &tessa anzianità politica della terza ~enerazionc e l'unica quolificazion1> possibile. per lo lotta partigia• na, ave•• l-unzionato per entrambe e poteva nascondere molte sorprese. In Yerità, una ~enerazione bruciata. La differenza che esiste neceti&ariamentc fra padri e tigli nel noBtro caso di<renta on abisso. ( :io-.ani democraùci furono lasçiati soli 1 eomb■ttere « per iJ mondo nuo•o •· Le loro idealità furono chia1nate impazien· za, turbolenza, •i parlò a lungo di foga gio•a· nile che doTeva eesere temprata dall'esperienza ( quale. se il fascismo era passato per tut• ti, nati e no?). Il loro entusiaamo fu utilizzato atliYieticamente. Qo;uido questi fatti dettero i loro frulli del· torali. ti 1j, accorse che la gioventù era in peri .. l.. T •· pro/e,sori ·• oomlociarono a parLa proposizione della terza generazione apparirebbe superba ed astratta se, accanto all'individuazione del proprio compito. i GG.GG., che di quella generaz.ione sono l'espressione politica non avessero coscienza dei loro stessi limiti culturali e politici. Da questo deriva l'impostazione affermativa che rappresenta il risultato principale di cinque anni di attività: solo creando i quadri preparati, che abbiano coscienza storica della realtà in cui si trovano ad operare e chiarezza di ideali, la terza generazione può assolvere il suo compito. Tale coscienza storica, per altro, porta alla conclusione che il « sistema » non può venir superato con un salto rivoluzionario: il rapporto di forze esistente della società italiana, l'arretratezza della nostra struttura sociale, i limiti internazionali ad ogni mutamento della situazione, fanno sì che qualsiasi tentativo di rottura con il «sistema», senza prima aver creato le premesse per un superamento, costituirebbe un vano sforzo massimalista. Se i GG.GG. non sono riusciti sino ad oggi ad assumere quella .funz.ione di guida politica della gioventù italiana che essi vogliono raggiungere, ciò non è tanto per difetto di impostazione politica, _$1U~to per i limiti che derivano loro dall'essei· la D. C. un partito di Governo sul quale essi non possono far valere le loro esigenze per una penetrazione nel mondo giovanile, per una mancanza di stampa specializzata alla quale i GG.GG. non possono sopperire con i loro limitatissimi mezzi e « last but not least », la sostanziale mancanza di una politica giovanile del partito che conduce da un lato a periodiche crisi di sfiducia nei riguardi dei GG.GG. e dall'altro ad incapacità sostanziale di impostare nei termini politici generali i problemi più assillanti del mondo giovanile. A I di fuori di queste organizzaz.ioni di partito, però, la maggio"r parte rimane assente, sfiduciata, lontana dalla vita politica del Paese. Si torna così all'ormai ultradibattuto problema dei giovani: di quali siano )e. loro esigenze, le aspirazioni, i propos1t1. di quali siano le reali •differenze che han dato i GG.GG.: ogni generazione deve portare quel qualcosa di suo che ili deriva dalla sua particolare esperienza storica. Le aberrazioni dei giovani comunisti e fascisti, del resto, che credono di creare un mondo nuovo, mostrano chiaramente che solo un movimento il quale sappia indicare alcuni principi ed alcune linee di azione capaci di essere il fondamento di un nuovo edificio sociale, può raccogliere i giovani del nostro Paese e fare delle loro energie una forza politica che si innesti nella società italiana. franco Groa■lnl lare ai giovani in termini di p8icologia e ti dettero u ricercare i miti per riconquistare la gioventù. I più superficiali cominciarono a (art" la concorrenza alle forze di destru sai pia• no del nazionalismo: e questo aumento i danni perchè creò una atmosfera di f"i. ,alutazione del oazionali•mo. Infatti on tale piano non potremo mai battere i fasci1ui, a me• no che non si diventi fascisti anche noi. _I piÌI accorti addosoarono la colpa sulla tersa gene· ruzione, definendola incapace. Si è rimasti 10• stanzialmente su) piano delle re('riminazioni. La .,oluzione invece è un'altra. Primo. Bisogna dare alita politic11. democr-atica, alcuni punti concreti che aiano iote-,i dai 1;iovani come loro specifico impegno per la costruzione di « un mondo nuoYo -.. Queste ideale è ancora operante 1e viene tradotto i■ fatti concreti. Ne e una pro•a l'impegno. il sacrificio, il lavoro dei gioTani dimo11r1Ki •~i f:{iorni più duri deU'aJluTione. Que~ti punti politici de•ono euere ao1N■• zialmente antif11:1ci.atie ant.iborgheei. 'le <" una pro•a il fatto che la rif o,.. agr•• rit1 e i pt'imi PflHÌ della comoniti e•opea hanno ridei,talo Tasti tettori della gio•cn&à, ao· no,taotc che niente (011c 11•to fette per pr•• hCntar(" que.,ti due fatti .11lla mentalità ed al :,Cnti1ncnto dei 1io•ani con 1tru.meoti ade,-.ti. Questo significa anche ehe è neceeearia ana politica attivw. di mar-eia e non paHÌTa di tlileM. f ciovani lo nano per cotlra ire IMMItle•o. erazia, non lottano per difenderla. Secondo. Bisogna rid11re 6duci1 ai sio•••i democratici, alla terza ceoeraaionc. Si perla. per c■empio., nella democra11ia crie&.iaaa, di scioglimento del mo<rimento sionuile. S.,e\,. bc un grosso er-rore. Non N ,:indichino i 1ie• vani con 101peno o con poca cordìalilà: no■ si l>roceda CODlt'O di Mri C'OD m,ellH tlllqaisitori. .\nrhe certi latri, ebe faroao eapiti co•e fe• nomeni di tendenE■• erano in realtà fenomeni ~io•anili cbe bisogna comprendere e 111pet".-e. "ion bisogna ripetere gli errori p""aari: 101• così 1i salTa quello ltrumeoto per r~zione N"a i giovani, che di•e.-rà •alido. qundo verrà pe• sta in atto nno polit~ olie aea qllQlco■a ai giovani. Marte S.nH
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