Fine secolo - 1-2 marzo 1986

iosT••,E E L'UOMO ... a cura di Antonio o· AVOSSA QE . che seguono sono brani di un oquio con Leroi-Gourhan del di– bre 1978, in occasione di una ri– cerca svolta all'università di Salerno sul rap– porto fra storia dell'arte e "cultura materiale". Che distinzione passa tra un "oggetto d'arte" e un "oggetto d'uso" nelle società primitive -e an– che in quelle attuali? Un oggetto d'arte, un-oggetto d'uso ... sì, è una delle questioni più difficili da affrontare. Che cosa pensa lei dì questa falcetta? Mi sembra un oggetto d'uso molto bello. E' una falcetta birmana per mietere il riso. E' un oggetto d'uso. Non si può andare oltre in questo senso, essa è perfettamente funzionale. La si utilizz.a in questo modo: si prende la fal– cetta, la si stringe forte qui. Si fa in questo modo e si taglia, e la falcetta torna nella mano. E' equilibrata. Ma è nello stesso tempo, ap– punto, un bellissimo oggetto. Vede, ritrova il suo equilibrio da sola. Dunque è molto diffici– le: nel mondo tradizionale è l'estetica funzio– nale che gioca un ruolo molto importante, e continua a giocarlo peraltro nella nostra so– cietà, che conosce oggetti mirabili almeno quanto questa falcetta. Del resto ci sono gros– se variazioni. Ci sono società che sono più di altre impregnate di contenuti estetici, che si preoccupano della forma degli oggetti. Nessu– no come i giapponesi, per esempio, ha una vita quotidiana così intrisa di estetica, un'estetica così profondamente corrispondente a un biso– gno della personalità etnica. Ho vissuto in Giappone abbastanza a lungo per ammirare la gente che sapeva come la preparazione di un mazzetto di fiori, o di una festa, o la decora– zione del normale interno di una· casa, riveste una qualità estetica molto rilevante. Un oggetto d'uso e uno d'arte non erano così distinti fra loro. Mi pare che siamo stati noi, la nostra civiltà, a introdurre una dissociazione essenziale fra l'uso e l'arte. Una delle proprietà della funzione è di equilibrarsi in forme esteti- camente valorizzate. Nella carro:u.eria auto– mobilisuca, si è passati da una forma all'altra alla ricerca di un'estetica funzionale, che ha fi– nito per equilibrarsi, nonostante la differenza fra le diverse vetture. Ne "li gesto e la parola'.'.lei suggerisce in un punto che il "codice delle emozioni estetiche" "è fondato su proprietà biologiche comuni all'insie– me degli esseri viventi, quelle dei sensi che assi– curano una percezione dei valori e dei ritmi". Non si ripropone così una concezione biologisti– ca dell'uomo? Ciò che penso è che l'homo sapiens non poteva avere il pensiero di un gatto, o di un leone. Ma in fondo, le proprietà dell'orecchio, dell'oc– chio, dei baffi sono le stesse. Questi 'utensili' sono gli stessi presso gli uni e gli altri. Ma ciò che accade nel cervello dell'uomo è qualcosa di totalmente differente. All'inizio ci sono le stes– se tappe, ma poi si ha a che fare con territori cerebrali sempre piu complessi. E la qualità, insomma l'emozione estetica è esplicita nell' uomo, mentre non lo è nell'animale, dove è semplicemente vissuta. Quel che conta è che I' uomo ha finito nel corso della sua evoluzione cerebrale per situarsi fuori del quadro anima– le... FINE SECOLO* SABATO 1 / DOMENICA 2 MARZO Un cavallo della Grotta di Lascaux. La frequenza con cui cavalli e bisonti appaiono nelle pitture rupestri fece credere che questi animali avessero un significato simbolico. Indipendentemente fra loro Annette Laming-Emperiarre e André Leroi-Gourhan 3 pervennero alla conclusione che essi simboleggiassero la suddivisione della società in elementi maschili e femminili. Secondo la loro teoria, la disposizione delle immagini all' interno di una caverna rappresenta la struttura della società di cacciatori. Queste foto e le relative didascalie sono tratte da "li lungo viaggiodell'uomo", di Richard E. Leakey. Materia, tecnica, stile, sono nozioni chiave in lei, e in particolare per il concetto di "stile etni– co". Lo stile è in realtà il mio tema di ricerca più importante. A distanza di decenni, non sono andato oltre l'idea che lo stile sia qualcosa di molto complesso, non pertinente solo all'este– tica, ma polivalente e difficile da schematizza– re. Se si mostrano a un paleontologo delle asce differenti, lui le identificherà subito come un' ascia inglese, o un'ascia peruviana, ecc., ma quando gli si chiederà di spiegare perchè, sarà molto più a disagio. Potrà dirvi che "ci sono delle piccole variazioni nelle curve, nelle linee". Ma io non credo di esser mai arrivato a espri– mere lo stile in un modo veramente intelligibi– le. In questi ultimi anni ne sono stato meno preoccupato, ho dato più fiducia allo spettato– re, al giudizio altrui. Lo stile etnico è una no– zione che mi è molto cara, una specie di.mini– mum. Il minimum di sentimento o di azione che dà a un individuo la sensa zione di a ppartenere a una data collettività. A ordina.re la nozione di stile etnico concorrono insieme un fattore politico in senso lato, e uno estetico. Si arriva alla formazione di una personalità etnica mol– to più facilmente di quanto non si immagini. I collaboratori di questo numerodi Fine secolo Giorgio AGAMBEN è molto noto e popolare presso i nostri lettori. Michele COLAFATO anche. Antonio D'AVOSSA insegna storia dell'arte e pratica la critica d'arte. Pubbli– cherà per le edizioni 10/17 di Salerno una scelta di testi di Leroi-Gourhan inedita in Italia. Renzo LULLI, quando non è ospite di vecchi saggi afgani, la dà a bere a una quantità di ospiti italiani~ ma a pagamento, al Millibar di Pisa. Ruggero PIERANTONI, cibernetico, lavora al CNR di Camogli. Ha pubblicato da Boringhieri L'occhio e l'idea, una visionaria storia della visione. · Bianca GARUFI è nata a Roma, di famiglia siciliana (Messina, Letojanni). Ha scritto un romanzo, Fuoco g;ande, insieme a Cesare Pavese (Einaudi, 1959). Altri due romanzi, Il fossile e Rosa Cardinale sono usciti rispettivamente nel 1962 e 1968. Un libro di poesie, La fune, è uscito presso Scheiwiller nel 1965. Le poesie pubblicate fanno parte di una raccolta inedita: Fort Routh è il nome immagina- rio di Un villaggio reale negli Stati Uniti, dove l'autrice ha vissuto per qualche tempo. Hanno variamente contribuito: Paolo Brogi, Giovanna Calvino, Marco Belpoliti, Roberto Morini, Maurizio Torrealta, Antonio De Marco, Gianni Coppola, Ma– rio Fortunato. V ..1lentino BOMPIANI cura una pagina antologica di autori dimenticati, esor– dienti, inosservati e comunque meritevoli. Chi si crede meritevole e inosservato indirizzi discretamente a noi per lui. Carolyn Chistov Bagarkiev cura per noi la rubrica delle mostre d'arte. Calligaro e Vincino disegnano regolarmente per noi. OL'79 è assente, giustificato. Silvia Ginzburg cura le pagine con gli appuntamenti vari della settimana. Asso– ciazioni e singoli che vi vogliano comparire scrivano a lei. Ginevra Bompiani è la curatrice della pagina settimanale dedicata alla poesia. Curano Fine secolo: Nora Barbieri, Paolo Bernacca, Marino Sinibaldi, Adriano Sofri, Franco Travaglini.

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