Fine secolo - 1-2 marzo 1986

FINE SECOLO * SABATO 1 / DOMENICA 2 MARZO 22:,, L'abateBreuilcredevache le grottedecoratefosseroluoghi sacri, in cui i cacciatorisi recavano a eseguireunacerimonia primadi ogni importante spedizionedi caccia:ogni volta essi dovevanoaggiungerenuove figuredi animali,creandocosì la caoticasovrapposizionedi immaginiche si osservain moltedi esse. Su questaparetedel sistemadi grotte di Niaux, bisontie cavallisono frammistie gli artistiavrebberoanche aggiuntole freccepiantatenei loro fianchi. P iove su Pincevent quel giorno del luglio -1984. L'ometto dall'andatura fragile, dallQ sguardo azzurro dietro gli occhia– li, il ciuffo in tempesta, mi guida sul terreno di scavo, alla visita del sito appena venuto alla luce. Qui si scheggiavano gli utensili, là ci si se– deva attorno al fuoco. Questo accampamento maddaleniano vecchio di oltre diecimila anni mi si mostra come la dimora di uomirii dal\a vita singolarmente vicina a quella degli sc~va– tori venuti da tutto il mondo, che vivono sotto la tenda e si dedicano a farne la conoscenza. Nelle vetrine del piccolo museo, André Leroi– Gourhan mi mostra resti di denti e di ossa di animali, gusci d'uova trattati.alla punta d'ago, al raschietto e al pennello. La tecnica "strati– grafica", elaborata da André Leroi-Gourhan, consiste in una autentica dissezione del suolo per rinvenire in tutti i loro eventuali movimen– ti le superfici su cui gli uomini hanno cammi– nato. Questo·approccio mira a ridare la parola al paleolitico,' ad afferrare la vita quotidiana di questi uomini d'altri tempi. L'immagine·che ne dà Leroi-Gourhan non assomiglia affatto a q·uella dei fru.stri selvaggi irsuti e trogloditi ar– mati. di asce irrisorie e tremanti di freddo e di paura davanti alla minaccia delle belve selvag– ge, come amavano descriverli i preistorici d' inizio secolo. Al contrario, il rigore che egli esi– ge nella conduzione dello scavo è animato dal– la volontà di attingere, in ciò che può avere an– cora di vitale, la loro esistenza. E si batte con– tro il razzismo retrospettivo nei confronti di quei primi uomini. Fondatore in Francia dell'etnologia preistori– ca, André Leroi-Gourhan, nato nel 1911, è an– che l'erede della grande scuola francese di an- -tropologia fisica fondata a metà del secolo XIX da Broca. Iniziato· a diciassette anni alle tecniche della craniometria, nello stesso labo– ratorio di Broca, Leroi-Gourhan continuerà questa tradizione con un dottorato scientifico conseguito con una tesi sui problemi dell'evo– luzione del cranio dei vertebrati, dal pesce ali' uomo. La sua seconda formazione è linguisti– ca. Dal 1929 al 1933 impara il russo e il cinese alla Scuola di Lingue Orientali. Contempora– neamente, segue alla Ecole des hautes études i corsi di Marce! Mauss, che lo forma all'etnolo– gia e gli trasmette l'esigenza di una convergen– za necessaria delle differenti scienze umane per la comprensione del 'fatto umano totale". Le• roi-Gourhan incontra anche Marce! Granet, · celebre per le sue opere etnologiche sulla Cina, che destano il suo interesse per le civiltà orien– tali e nordiche. Le prime ricerche etnologiche di Leroi-Gour– han tratteranno delle civiltà del Nord-Atlanti- I GESTI E LE PAROLE DIANDRE' , ...,..,... I . : l,F:ROI-GO . I di Claudine COHEN L'itinerario intellettuale e umano del grande studioso scomparso, che ha genialmente rinnovato, a~ partire dalla paleontologip., dalld_ ,. preistoria, dallo studiò del linguaggio, l'antropologia fisica· e culturale. co e costituiranno il tema della sua tesi di dot– torato in lettere. Ma è grazie a un soggiorno di due anni in Giappone, dove viene inviato per insegnare letteratura francese dal 1937 al 1939, che Leroi-Gourhan potrà condurre le prime ri– cerche etnologiche sul campo. Studierà allora ·gliAino e i costumi tradizionali giapponesi. Al ritorno in Francia, pubblica due opere etnolo– giche dedicate alle tecniche (L'uomo e la mate– ria nel 1943, Ambiente e tecnica nel 1945) che ricostruiscono l'evoluzione degli oggetti tecnici attraverso l'approccio dei mezzi materiali e ge– stuali della loro fabbricazione. Ricercatore al CNRS, e poi direttore al Musée de l'Homme, André Leroi-Gourhan insegnerà l'etnologia e la preistoria a Lyon e a Parigi dal 1945 al 1968, prima d'esser nominato nel 1969 al Collège de France. Gran pedagogo, ammi– rato e quasi venerato dai suoi allievi, Lero1- Gourhan conterà fra loro degli autentici disce– poli. Fino ai nostri anni, continuerà ad anima– re cantieri di scavo e seminari. Destino toccan– te e un po' tragico per questo gran viaggiatore, brillante cavaliere e musicista, teorico e pratico del gesto e della parola, una malattia durata lunghi anni lo aveva grad~almenjte privato del suo uso. . Paleontologo ed etnologo insiem,, tecnico, !in- guista e storico dell'arte, Leroi-Gourhan somi– glia a un enciclopedista del Rinascimento o del secolo XVIII. Tuttavia, non si potrebbe parla– re per lui di un sistema vero e proprio. La sua strada passa fra le scienze, piuttosto che inse– diarsi in una fra esse. Il suo metodo, o piutto– sto la sua "peregrinazione''; come gli piaceva dire, consiste nell'illuminare come in tralice le differenti scieµze, a considerarle in una angola– zione esotica rispetto alle prospettive tradizio– nali, facendo così scaturire dal loro confronto una nuova luce. Il .suo pensiero procede per approssimazioni successive più che per lo svi– luppo di un'idea precostituita o totalizzante. Leroi-Gourhan ha potuto aprire in questo modo nuove prospettive scientifiche mettendo reciprocamente in gioco le discipline tradizio– nali. E' arrivato così a impiegare i metodi delle scienze del linguaggio e della semiotica per la· lettura e l'interpretazione dei siti paleolitici, o ancora a spiegare il funzionamento de·glische– letri dei vertebrati ("l'evoluzione è cominciata dai piedi') e.on modelli mutuati dalla meccani– ca dei solidi. Andando contro la corrente del teilhardismo dominante i~ Francia negli anni '50 e ispiran– dosi in parte a Engels, Leroi-Gourhan ha ten– tato di pensare l'evoluzione dei vertebrati fino all'uomo in termini rigorosamente materialisti– ci, spiegando le consegùenze dell'acquisizione della posizione eretta nell'uomo sul processo di ominidazione: trasformazione delle strutture craniche e cerebrali; liberazione permanente della bocca per il linguaggio e della mano per la fabbricazione e l'impiego degli utensili. Per questa via, Leroi-Gourhan ha "rimesso la paleontologia sui piedi", conferendole allo stesso tempo un dinamismo che fino ad allora era ben lungi dall'avere. Questo lavoro è alla base della sua grande opera, Il gesto e la paro~ la, che costituisce un'autentica summa del sa– pere antropologico (antropologia fisica e cul– turale) del nostro tempo. Per quanto materialista, il modo di procedere di Leroi-Gourhan non è riduttivo e non fa mai déll'uomo il mero oggetto di un determinismo materiale. Essa è per intero orientata dalla prospettiva di pensare il passaggio dalla mate– ria alla facoltà simbolica che -caratterizza l' uomo. Il compimento del. suo percorso è nella potenza dell'immaginazione in cui. per lui, ri– siede la libertà umana. Nel suo modo di proce– dere, il pensiero è in primo luogo un'estetica. Fin dai primi testi, e fino agli ultimi, si mostra il piacere della contemplazione delle forme, ·del. loro disegno, delle loro metamorfosi. André Leroi-Gourban si è dedicato soprattut– to all'interpretazione dell'arte preistorica, in particolare nell'opera monumentale sulla Prei– storia dell'arte occidentale in cui si ispira ai me– todi freudiani dell'interpretazione dei sogni. Molto criticato da quanti non vi hanno visto che una lettura riduttiva e "psicanalitica", questo approccio ha avuto il merito di mettere in crisi le interpretazioni sempliciste dell'arte preis~oric~ e di offrire la prima descrizione esauriente dell'arte delle caverne nella preisto– ria occidentale. "Ogni sapere, e in particolare ogni sapere scien– tifico, ha la struttura di un gioco", diceva Leroi– Gourhan. Tutta la sua opera rivela questo gu– sto di giocare, di smontare il meccanismo delle cose ~ degli atti per comprenderne il senso e le leggi di movimento. Ciò che caratterizza inol– tre Leroi-Gourhan e la sua opera è il senso dell'humour, che diviene a volte ironia causti– ca, come quando si impegna a smontare le in-, terpretazioni inventate nel "folklore" dei prei– storici, -i pretesi culti o riti religiosi dei paleoli– tici ( Le religioni della preistoria). "Ogni teoria -diceva ancora- è un po' un autori– tratto". La sua era a immagine dell'uomo dai talenti e gli interessi molteplici, il cui spirito si è sempre rifiutato alla sclerosi dei dogmi e dei saperi fossilizzati. Copyright Libération .

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