Fine secolo - 1-2 marzo 1986

FINE SÈCOLO * SABATO 1 / DOMENICA 2 MARZO 36"" NEL SANTUARIO DEL SOGNO Il ritmo il vostro andirivieni incommentato il silenzio le rauche voci dei negri seduti davanti agli usci come a Letojanni i pescatori __ quando la mareggiata li tiene a casa · Eppure così lontana è da qui la bugainvillea rampicante il ferro panciuto dei balconi puro stile castigliano così remoto è il vecchio mondo dei conquistatori che misero per primi piede qui a Fort Routh in questo deserto di fossile liquida profondità e di cielo giallo viola cobalto mezza sfera da un capo all'altro dell'orizzonte senza cirri o uccelli Lrans1Lan li qui a Fort Routh dove il giovane e vigoroso, saggio e inclemente Pothos mi ha spinta nel chiuso di queste mura Se almeno ci fosse stato il medioevo qui le donne i cavalieri l'armi gli amori una forma di prima una stradina sinuosa con un castello semidirupato in cima alla svolta Qui non ci siete che voi una androgina coppia incestuosa di fratello e sorella Chi mai siete voi per avere una polla d'acqua sorgente così squillante e viva da farmi pellegrina da farmi chiudere la sera gli occhi come nel santuario del sogno in attesa? Poesie di Bianca Garufi LASCIACI PER UN POCO Svegliati. Perchè e per quando? La porta ha rimbombato Il soprassalto Gli occhi spalancati all'improvviso. E' un colpo d'arma da fuoco, lo scoppio di una granata o i chicchi rossi di un fuoco d'artificio la fine di una festa pagana o il monito .del tempo, del tempo fine, morte ancora legata ad un unico filo, l'ultimo laccio che tiene residuo di una storia, impedimento ultimo, carne chiamata · terra. Materia pietà di noi lasciaci per un poco ancora circoambulare qm passo su passo vita, lotta abbandono. Non ascoltare il grido. PAS-DE-DEUX Il minuetto del non invadersi è diventato un arabesco senza principio nè fine Il pas-de-deux del mutuo rispetto ha costruito un labirinto di spirali profondità da scoraggiare ogni intervento guardingo o audace che sia A furia di cautela per non darsi fastidio sono giunti al traguardo del non darsi più niente L'APOCALISSE QUASI Ti ritrovo il muro di cinta ancora di più annerito dal tempo e dagli uragani Gli accessi ancora più i.:npenetrabili eccetto guardando in trasparenza la macchina dentro del cuore il battito che dal nascondiglio porta voci e messaggi ai terminali fuori piccole bestie fornite di esili zampe affilate antenne quanto mai sottili (dalla formica bianca vivente mummia nel tabernacolo all'incessante costruire operare persino immaginare) Come se il mondo si potesse salvare quando già la minaccia che vibra nelle fondamenta delle tue mura mie nostre mura Fort Routh • inane speranza a cui abbracciarsi da cui guardare prima dell'ultimo scoppio mortale nube bagliore Sei condannato Forte mio al grande fuoco che non lascia frantumi impronte segm Di questo nostro atavico pensiero non vi saranno nè reperti nè tracce nè interpreti ricostruttori elaboranti il trionfo della fine L'uccisione del padre ha solo di poco preceduto il suo suicidio inevitabile ultimo passo verso il vuoto futuro impensabile originario espanso apaterno luogo dell'essere in modo nuovo forse su questo pianeta.

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