Fine secolo - 18-19 gennaio 1986

si apri la cassetta alla presenza della supplente del Segretario e si fece un regolare verbale. Ol– tre ad alcune scatole, eh contenevano meda– glie d'argento e di bronzq per l'educazione fisi– ca, vi erano la polizza di assicurazione, titoli di proprietà della scuola; argento per analisi di laboratorio, medaglie d'oro, tessere e libretti assicurativi, buste con piccole cifre per ripara: rioni di laboratorio, per il metodo Shenker e per la C.R.I. Esisteva pure un Conto Corrente sulla Cas– sa di Risparmio locale Ii. 3017 intestato al geom. Y con un residuo attivo di lire l.346.000 ed un plico di carte contenente una cartella in- testata "Conto Oblatori". . Nel Conto Oblatori erano pure segnati i pre– stiti fatti a docenti v.enuti per gli esami di stato; regali fatti a sign-oreche si erano oécupate del– le pratiche dell'Istituto ed il cui indirizzo avevo fornito io st~ (regali insignificanti, due sca– tole di cioccolatini) e il ·prezzò della benzina pagata per la macchina del Presidente: mi ave– va fatta accompagnare a Torino in occasione di una cerimonia, in cui mi si offriva una me– daglia. (Quest'ul;tima spesa mi indignò vera– mente: avevo ttnto ri~ato il Presidente per la sua corte;sia!) Le rimanenti spese erano rappresentate da assegni dati al Signor X in ,. varie occasionij il beneficiario del conto prati– camente era il ~ignor X, il Facente Funzioni di Segretario Economo. Nell'attivo ~ voci principali erano i nostri "interessi attivi_' che invece di entrare in Bilan– cio entravano ip questo conto nero, e le elargi_. rioni della Camera di Commercio, di cui il geometra Y e~ Presidente. Ormai tutto era chiaro. Gli interessi attivi dovuti per i depositi della scuola che io avevo reclamato in un fermo colloquio col Direttore della Banca, etimo registrati qui. Perchè espor– mi a quel ridie9lo colloquio? Nel passivo le spese erano pure ben specifi– cate: il Signor ~ riceveva ogni mese un secon– do stipendio e in tutte le occasioni importanti il.Presidente prelevava da questo conto alcune somme per compensarlo. Ma di che cosa? In tutto il periodo della sua presidenza eg)i gli aveva, d'accordo con il Consiglio d'Ammini– strazione, pagato ufficialmente uno stipendio da rag_ioniere,mentre non lo era: somme che ora doveva restituire. , Che cosà compensava con questo denaro? Che genere di lavoro faceva per il Presidente il Signor X? Percl:tèquesti aveva lasciato il Con– to Corrente ed il Conto Oblatori nella cassa– forte quando mi restituì la chiave? . Forse pensava di ricattare tutti e d'impedire di venire a capo della cosa? Non so se sia facile immaginare il quo stato d'animo in questo pe– riodo. Vivevo con uno sdoppiamento di senti– menti; ero molto preoccupata per il Signor X (che per di più era malato), per la sua famiglia, la moglie, la bimba; per il timore di dover nuo– cere, di essere io a fargli perdere il posto; e de– si~eravo ansiosamente porlo in condizione di trovare un altro impiego prima di esser licen– ziato. Mi pareva certo che egli lavorasse per il.Pre– sidente e, sempre.secondo le mie ipotesi, dove– va trattarsi di lavoro nero, contabilità nera o perfino di fabbricazione di doc'umenti falsi. Così io pensavo, senza però avere ancora pro– ve sufficienti. Egli avrebbe dovuto chiederé al Presidente, in Càm.biòdel suo sileDZ10,un po- · sto nelle sue fabbriche. Avevo pensato di' parlargli, e anzi, poichè era malato, di P?-rlare con sua moglie. L'avevo mandata a chia~are. Venne e mi parve sqprat– tutto preoccup$ di dover rispondere ·a qual– che domanda .uidiscreta; mi disse precipitosa– mente che non ~apeva nulla:del lavoro del ma– rito. "Prima era'sempre stato lodato; non capi– sco perchè non accontenti anche lei... Dev'es– sere I una Preside Ben esigente!",' mi disse candidamente. , _ · La pregai di i far venire suo marito in un giorno in cui si fosse sentito di uscire, e che ri– cordassero entrambi che, pur non volendo es– sere corresponsabile di alcunchè di illecito, FINE SECOLO* SABATO 18 / DOMENICA 19 GENNAIO lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll avevo and1e la preoccupaziope di non nuoce– re. Il Signor X venne; parlammo a I-ungo. Gli dissi che non potevo firmare il Consuntivo perchè alcuni dati Ii ricordavo diversi; che non volevo nuocere a lui e alla. sua famiglia; che avrei cercato di insistere con il Presidente . perchè gli trovassè un posto, e che avrebbe po– tuto evitare molte seccature rassegnando le sue dimissioni. · Durante ii colloquio ebbi l'impressione che si fosse reso· conto della. mia buona fede e del mio sincero rammarico. A un certo punto ave- - va le lacrime agli occhi; sapeva che tutto quan– to dicevo cqrrispondeva a verità ed ebbe un momento di esitazione. Però durò poco; si irri– gidì e si alzò dicendomi: ''Io sto con i potenti perchè hanno il denaro; mi hanno consigliato di non dare ie dimissioni". 1 Capii beni~simo ché il Presidente sperava di cà'.povolgere)a situazione, di presentare una Preside colpçvole, e, dato che ero nel biennio di prova, di far sì che mi fosse negato il parere favorevole n~Il'ispezione. - · · Una mattfoa ero giunta in sede qualche mi– nuto prima delle 8; la s~greteria era ancoi:a de– serta, il- te~fono squillava... Entrai, staccai il telefono e, mentre rispondevo m'accorsi che inavvertitamente stavo giocherellando c9n un oggetto di·plastica, che era sul piano della scri– ·vania. Finita la telefonata, ed entrata la segretaria, m!!ntre ancora rigiravo tra le mani quel "pezzo di plastica", "Che cosa è questo?", domandai. "Oh, signora, mi è rimasto in mano ieri sera, mentre chiudevo l'armadio nuovo Synthesis · Olivetti; è la parte esterna della serratura", ri– spose la Segretaria. "Come! E' appena stato acquistato ed è già - rotto?" Cdn quel frammento in mano mi avvi– cinai all'altmadio,e distinsichiaramenteche la serratura èra stata forzata; i segni erano evi– denti. Fortunatamente mi controllai e non pa– lesai il mio pensiero. "Telefoni al rappresen– tante dell'Oli,vetti" (l'ufficio dell'Olivetti era a pochi passi dalla scuola) "e Io preghi di venire a vedere; èlun mobile nuovo e dobbiamo anco– ra pagarlo', sarà almeno in garanzia, spero", aggiunsi. ! Attesi iri presidenza l'arrivo del rappresen- · tante. Non tardò; esaminç, il pezzo staccato, la ·serratura, l'armadio, e: "Signora, quest'arma– dio è stato forzato; sono visibili i segni di rot– tura sulla serratura; facendo questo lavoro si è fatta saltare questa parte esterna, che è di una plastica speciale", mi disse. . La parola "forzato" era stata detta dal tec– nico, non 'l'avevo pronunciata io. "Lei deve fare denuncia ... denuncia contro ignoti ... Qual– cuno è entrato in Segreteria ed ha forzato l'ar– madio ...", insisteva il rappresentante dell'Oli- vetti. ' "Non te'niamo soldi, ci sono solamente do– cumenti: tindici diplomi in bianco", spiegai al Funziona~o di Polizia a cui consegnai la mia denunciar 1 "Dovrèmo fare un'inchiesta", mi disse. "La façcia", risposi. "Ha qualche sospetto?", mi domandò il Funzionario. "No". I • "Bisognerebbe sapere cosa è sta~ - to". · "Purtroppo non è ancora stato compilato l'elenco d~Ile pratiche contenute nell'armadio, l'avevamo·,da pochi giorni", risposi. - Lasciai mapo libera ai funzionari della Questli)– ra; questi iiitornarono nel pomeriggio per ndn -disturbare ;nelle ore di lezione; interrogarono i bidelli, ìl personale di segreteria. Tutti indica– rono il ~ignor X C.Q~ l'unica persona che avrebbe potuto av.erinterèsse ad aprire l'arma– dio e afteni:iarono elle era entnrtoinSegreteria il giorno pi:ecedente prima delle I 5, quando nessuno era in ufficio. I Funzionari chiesero ai loro Superiori il permesso di fare una perquisì// ., zione nella 'sua abitazione; permesso che fu su• bito accordato, probabilmente perchè non tra / incensurato. - \..._/ . /

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