Fine secolo - 18-19 gennaio 1986

FINE-SECOLO* SABATO 18 / DO_MENICA19 GENNAIO 20 • n·giallo dei raggi X Una .mattina in cui non ero troppo -impegnata con la corrispondenza e il ricevimento dei geni– tori, desiderai visitare anche quelle parti dell'I– stituto, che ancora.non conoscevo, cioè le qm– tine, o meglio -il piano sotterraneo, che era molto grande e comprendeva parecchie came– ·re. Una di queste era chiusa a chiave e, secon– do il Segretario che mi accompagnava, non avrebbe. dovuto interessarmi.perchè era occu- · pafa da un "apparecchio radiologico"; lasciato in dono all'Istituto da un medico. "Vediamo– lo", dissi. Entrammo e notai, al centro· della– camera, un apparecchio per raggi X di vecchio ni.odellq; la camera non era certo stata pulita di recente, date le molte ragnatele; mi colpiro– no però le manopole dell'apparecçhio~ perchè erano lucide e pulite come se fossero _stateado– perate da poco. ·"Ma questo apparecchio viene adoperato?" domaridai .. "Molto raramente, quan_do i Professori di fisica spiegano i raggi · X, e allora portano le classi a vederne il funzio– namento", fu la-risposta. "Ma ...non è schermato, può essere pericolo- • so ", obbiettai. Notai il nome della ditta che avevà fabbricato l'apparecchio e proposi al Se– gretario di .scrivere direttamente a questa pèrchè ritirasse il vecchio apparecchio e lo so-. stituisse con uno piccolo, adatto per una scuo– la, dato che, a par.ere mio, poteva rappresenfa– re un pericolo. Anzi, ritornata in Presidenza, dettai e· firmai )_il lettera (lettera che, di fatto, come constatai in un secondo tempo, non· fu mai nè protocollata nè spedita; questo pèr.ò lo scoprii quando ebbi bisogno di verificare )n quale d.ata fosse stata scritta). .. In· ·una delle sere invernali, durante una fu– riosa nevicata, dato "ilritardo con cui era giun– to il treno del mattino, ritenni più conveniente rimanere iìi.sede a dormire. Ero uscita all'ora solita per andare da un'amica ed ero rientrata all'Istituto decisa a non partire, e a fermarmi à dormire nello studio attiguo alla Presidenza. Quando comunicai questa decisione.alla Cu-· stode, ebbt l'impressione che la mia idea di re– _ stare. all'Istituto potesse· disturbare: "Non si ·preoccupi, non ho bisogno di nulla e rientrerò presto", fu la mia osservazione. Mi coricai e. mi addormentai immediata– ·mente, stanca della lunga giornata trascorsa fuori casa. Verso le due mi svegliai, infastidita .da un.rumore, come di un'automobile. che non riuscisse ad avviarsi. Il rumore continuò per un po', tanto che mi alzai per guardare in strada e MEMORt-F: DI UNA~PRfFSIDE ; di Olga RIVARONO ! · Ruberie~.(un;i{)ni, d~sfun!,i~iii, 1isèip_Ìinè_ e so"!m_osse !'_ella/ scuola italiana de, nostri anninei meticolosi ricordi in 1 . attesa di pubblicazione di unapreside piemontese.. \ 1. Abbiamo pubblicato se.ritti di studenti, di professori. e professoresse, di maestri. E i bidelli? Arriveranno anche i bidelli. · Questa volta ospitiamo una presìde. La nostra preside è oggi in pensione, e ha messo per iscritto la sua storia, e attraverso essa la storia della scuola italiana. //.suo punto di vista è agli anffpoèli dei "movimenti" che hanno investito la scuola, a cominéiare dal '68. L'autrice è una pers_onaconvinta del valore de/l'autorità, della competenza, della scrupolosità e della responsabilità nei confronti della propria_coscienza e dello stato. Questo è un punto di forza del suo racconto: il '68 -e seguenti- è fortemente ignoto dal lato di chi l'ha vissuto nell'ufficio di presidenza. Inoltre la nostra preside riserva un'attenzione, assente presso membri di altre categorie, a cose come i decreti governativi, le circolari ministeriali, i verbali dei Consigli. Il testo che qui prese"J)tiamoattraverso alcuni brani ha f!n interesse almeno triplice. E' un caso di quella ':letteratura delle professioni'_' che da noi è sempre stata avara. E' una testimonianza~ "diparte", ma di una parte poco conosciuta - sulla scuola ne– gli anni '60~ '70: E', infiné, una storia personale, raccontata cori una specie di disar– mante sicur:etia: com'e un libro Cuore scritto con immutati valori, per una scolare– sca in cui f'ranti forse spaccia droga pesante, e rischia di passare alla clandestinità. L'insieme del dattiloscritto, che attendé d'essere pubblicato, si compone di tre parti. La prima riguarda gli esordi nel biennio di prova 1957-59: nominata in un Istit~to Tecnico specializzato in un capoluogo di provincia, la preside trova che Presidente del Consiglio di Amministrazione e Segretprio Economo facente /unzione rubano da anni. Li smaschera e li denuncia. Scanda!Q, scalpore, minacce e approvazioni - e de- : - nuncia tuttora giacente. Ne è tratto ·u pri,rio brano da noi pubblicato. La seconda · parte copre ·gli anni 1959-63. La terza parte va dal _1963 ·al 1978, anni tempestosi in cui l'autrice è preside di una scuola media superiore di Torino. Ne sono tratti gli al- , ~bro~ - - . ' vedere chi cercasse di avviare una: macchina proprio sotto le mie finestre. Grande fu il mio stupore quando vidi che la strada era deserta. Capii che il rumore proveniva dall'interno del– l'Istituto. La...constatazione mi incuriosì e mi preoccupò; dopo aver ascoltato con attenzio– ne, orinai ben sveglia, pensai di alzarmi e di andare a vedere ... poi la pruq.enza prevalse; i corridoi a quell'ora erano freddi; non sapevo bene dove si accendessero le luci... E poi, per muovermi avrei voluto avere con me almeno un'arma di difesa ... Certamente qualcuno lavorava al piano sot– toterra; dopo il faticoso avvio del motore, che nella quiete della notte mi aveva svegliata, ora una macchina con.ritmo secco è costant 1 era in azione, funzionava. Non ripresi il sonno per tutto il tempo in cui durò il lavoro sotterraneo. Notai che nella mia camera, attigua alla Presidenza, era situato l'apparecchio radio-trasmittente, collegato con tutte le altre camere e con i laboratori e mi do– mandai se questo apparecchio non fosse anche ricevente: che la 'chiavetta fosse alzata? e fosse · questo il motivo per cui sentivo il rumore come se fossi così vicino?· E... mi ricordavo il disappunto che avevo letto nell'!!Spressione della custode, quando l'avevo avvisata-che mi sarei fermata a causa della neve... Forse sape– va che qualcuno doveva venire à lavorare di sera o di notte, e il mio fermarmi poteva creare dei problemi. Ma che cosa si poteva fare? Chi poteva aver le c:hiavi?I custodi erano d'accordo? E poi; che tipo di lavoro vi si faceva?... Avrei detto che si stampava qualcosa. Avrei dovuto parlarne. subito con qualcu– no.:. ma con chi? La prudenza mi consigliò di tacere. La mattina dichiarai alla custode di aver: dormito profondamente perchè ero stan– ca... Le assenze del Facente Funzioni di Segreta– rio si facevano più frequenti e, anche senza es– sere medico, capivo che non stava bene; si la– mentava di mal .di testa, mal di reni; il colorito era quello di un sofferente di fegato. Era anco– ra in buona età, e i medici non· riuscivano a fare una diagnosi chiara. In questo periodo, date le sue continue as– senze, il Consiglio d'Amministrazione decise di nominare; come. supplente, una giovane ragio– . niera del nostro Istituto. Questa signorina ap– pena diplomata, 19 anni, intelligente, seria, fu un'ottima scelta; però dovetti insegnarle ogni · cosa; dall'uso degli stampati, che dovetti far modificare, a tutti i calcoli degli stipendi; im– postai ex novo il registro degli inventari . Richiesi pure la chiave della cassaforte, che, di solito, teneva il signor X. Mi fu consegnata: ~ ::, _______ :- . .;: ,; __ ,_,::,::;,,,;,::;;;.,;:.;;:-:-.

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