Fine secolo - 18-19 gennaio 1986

Fll'jE SECOLO * SABATO 18 I DOMENICA 19 GENNAIO . . . 2~t ... : ........................... : .. .. . . . ................ : .. . .................. : :·::'::::::::::::::::::::::::::::::::::;::::::::::::::::::;::;;;;;;;:::::;;;::;:;;;;;;;;;;;;;;;;;;;:::::::::::::::::::: li. giorno seguente ritornarono portando tµt– to. il materiale intestato all'Istituto, che aveva– no trovato in casa de~Signor X,. Vi erano carta intestata all'Istituto e pratiche personali, e tra' queste lessi, con grande sdegno, copia di una lettera indirizzata a un suo amico, funzionario della Banca d'Italia. Il Signor X Io pregavà di recarsi al Ministero, ''Uffici"o Concorsi per i R.S.T." per ritirare la sua praticà (vi era l'indi– cazione precisa, la data, il numero dì protocol- . lo...) "perchè a questa è allegato un diploma falsò; la mia Preside sa che non sono ragionie-_ re, è nécessario ritirare il mio diploma al più presto". Raccomandai ai funzionari di' P.S. di non smarrire il materiale raccolto e sottolineai l'im– portanza di quella lettera, perchè conteneva la prova di un titolo di studio falsificato. Consigliai di proseguire le indagini, di dare uno sguardo ai locali sottointerrati e di infor– mare il Questore solamente quando tutta !'in, chiesta fosse finita (per timore che venisse ce– stinata); questo s'intende non lo dissi, ma lo capirono e seguirono il mio consiglio. Presi nota dei dati e del numero di protocol– lo con cui era stata spedita la ·pratica contenen– te "il diploma falso" e telefonai a Roma ad un Ispe!tore, che era al corre~te della nostra situa– zione, pregandolo di ritirare immediatamente il documento falso, di cui ero v~nuta a cono– scenza. Inoltre gli Agenti, che avevano fatta l'inchie– sta a scuola e la perquisizione in casà del Si– gnor X, avevano Qotato altri particolari, che mi riferirono, ed insistettero perchè scendessi nel sottointerrato, dove mi introdussero in una .piccola stanzetta, vicino alle ·càldaie, stanza che, nell'anno precedente, nel giro che avevo fatto con il Facente Funzioni Segretario, non mi era)tata aperta, perchè egli aveva detto che si trattava di.un deposito di carbone. In questa stanza vi era una scrivania, munita di una chiara luce elettrica e di tuttò un arma– mentario di matite, pennarelli, colori di ogni tipo per colorare diplomi, pergamene ecc.ecc. Questi mezzi uniti alle negative, che con i raggi X si 'potevanò ottenere, mettevano il F.F. Se– gretario in grado di falsificare sia diplomi che altri documenti. Nella relazione gli agenti di P.S. misero ,in evidenza questi particolari, che, uniti alla lette– ra, in cui il Signor X dichiàrava di aver spedito .· a Roma il suo diploma falso, comprovavano anche il luogo dove il diploma. (o i diplomi?) era stat9 fabbricato. Non era necessario avere la mente di· uno Sherlock Holmes per collègare questi indizi. • Chi gestisce· l'au:to-· gestione? Il 25 marzo 1977, dopo un'assemblea movi– mentata, i"più scalmanati degli studenti, con ·a capo un giovane "organizzatore dei disordini", riuscirono a proporre e a far votare ''l'autoge– stione" dell'istituto; avrebbe dovuto aver ini– zio il giorno seguente e durare 8 giorni. Ero in– quieta, e forse inquieta è dir poco; comunque il giorno seguente ero presente. , Alcune classi facevano lezione regolarmente; alcune sezioni per/intero non volevano essere. disturbate (dove insegnavano i docenti seri; preparati e che non erano mai venuti meno. al senso ed alla dignità del Maestro), ma là massa– degli studenti vagava in disordine nei corridoi, o si riuniva in qualehe classe, dove uno degli studen,ti aveva la pretesa di parlare loro. : La notizia dell'autògestione nella nostra scuola aveva già fatto il giro della città e un noto giornalista era venuto in Presidenza e.mi _stava domandando informazioni, quando un bidello venne ad avvertirmi che un parlamen– tare comunista era venuto per parlare agli stu– denti. Mi porse µn suo biglietto da visita; gli stud~nti volevano accompagnarlo in un'aula a gradoni e riunirvi quelli che desideravano ' ascoltarlo. · · Dissi al bidello di accompagnare il parla– mentare in Presidenza, dove erano già alcuni docenti, il giornalista e molti·studenti, che insi– stevano per farlo parlare. Entrò, si presentò, salutò, mi disse che era stato invitato dagli stu– denti e che era venuto per parlare loro "sul ser– vizio di leva". Gli risposi che l'invito degli studenti non era sufficiente e che a norma dell'art. 43 dei Decre– ti Delegati. gli studenti potev~no richièdere la partecipazione di esperti di problemi sociali, culturali ecc., ma che questa richiesta doveva essere inserita negli argomenti da porre nell'or– dine del giorno, preparatò dalla Giunta, per il Consiglio dell'Istituto. La partecipazione quindi doveva essere .auto– rizzata dal Consiglio dell'Istituto e poi doveva avvenire in sede di "assemblea"; oggi non vi era assehlblea, ma"autogestione"; fa sua visita e la sua partecipazione non essendo stata ri– chiesta al Consiglio d'Istituto non poteva esse- re da me concessa. · · L'onorevole insistette. dicendo che, dato che era stata proclamata l'autogestione "erano gli studenti che dovevano avere il potere di deèi- parte degli allievi, svolgeva la sua attività. In– dere". ~ - · vitato dall'insegnante a uscire dall'aula si era Risposi decisa che l'autogestione non aveva rifiutato -decisamente ed era riuscito a costrin– senso, almeno per me, e che se fossi stata il Mi- gere l'insegnante a sospendere la sua attività. nistro od anche solo il Provveditore l'avrei vie- L'insegnante nel suo esposto al "Consiglio tata; comunque dissi che l'interpretavo nel sen- di Disciplina" scriveva che il "comportamento so che se qualche studente voleva far lezione, o dello studente X era stato profondamente anti– informare sul risultato di q\_lalchericerca. po- sociale" e per lei "umiliante~•- Chiedeva "una teva farlo, ma che per gli estranei non vi era esemplare presa di posizione nei confronti del– posto. L'onorevole alzò la voce e anche le spai- lo studènte per riportare nei giusti termini i le e fece cenno che sarebbe andato Io stesso in rapporti allievo-insegnante; allievo-scuola; .al– .aùla, accompagnato dagli studenti. Questi, nu- lievo-società." merosi e vocianti, l'aspettavano fuori della Andai nella classe dove era avvenuto l'incidén– porta._"No -risposi- senza iÌ mio permesso Lei te e interrogai i ragazzi; domandai se·qualcuno non va a parlare agli studenti. La prego non . poteva ricordare il fatto con esattezza; uno' ri– insista, eséa" e, rivolta a un bidello, "e Lei, per ferì con l'approvazione dei compagni. Feci" _ favore, accompagni l'Onorevole alla porta"."E pure scrivere dagli studenti il riassunto dell'ac– se non me ne andassi?", questi insistette anco- caduto. Il Consiglio di Disciplina non potè es– ra. "Allora con dispiacere, chiamerei la Poli- .sere convocato durante l'autogestione, sia per zia". Mi avvicinai al telefono e alzai il ricevito- la mia assenza, sia per l'assenza di uno dei re. membri, però nel frattempo il Vice· Preside Quando:Vide_che ero decisa e che il mio atteg- aveva fatto chiamare il padre dello studenté, giamento era calmo, capì e se ne uscì, accoro- per pregarlo di tenere a casa il giovane per tut– pagnato dal bidello e da un docente fino all'in- to il tèmpo dell'autogestione e di far chiedere gresso; la pòrta dell'Istituto si chiuse alle sue scusà all'insegnante. Il padré non collaborò, il spalle. ragazzo continuò a frequentare e noli chiese Il giornalista si avvicinò, "E' stato un 4ialo- scusa. Il Consiglio di Disciplina fu convocato go... quasi perfetto", disse. dopo il mio ritomo,,ma di questo ritardo fu Però il disordine dei giovani, il colloquio pre- avvisato il giovane, c~ fu interrogato dal cedente, mi avevano stancata. E chi poteva ob- Consiglio. Nel frattempo Qarlai con il padre bligarmi a restare? A_gestire l' "autogestione"? del giovane. e 19 consigliai_a trasferire il figlio, P,erchè dovevo rovinarmi il sistema nervoso? per cambiargli totalmente l'ambiente e per evi– Chiamai lll Segretaria e dettai una lettera al tare la pùnizione, che sarebbe certamente sta~-– Provveditore in cui dicevo che non mi sentivo -·a1meiio ..di cinque gioiiii-di sospensione; il che di "gestire l'autogestione" e che chiedevo otto avrebbe comportato un "7" in condotta e cioè giorni di congedo per salute. Avrei inviato un il dover fare tutti gli esami a settembre. Data certificato medico. la situazione scolastica dello studente (non era Passai .una settimana· a casa, à riposo; talvolta classificato in alcune materie nel primo quadri- il Vice-Preside e la Segretaria telefonavano per mestre) forse in una nuova scuola poteva inco– darrni sommarie notizie,: che avrei preferito minciare a studiare, poteva rinunciare alla sua non conoscere... figura politica. Finalmente, finita I' "autogestione", tornai Il padre· per circa due settimane, ogni giorno, all'istituto, e purtroppo dovetti conoscere pun- era·aH'-Istituto e, con la scuSifdi chiedere infor– tualmente che cosa era successo ·nella settima- ·-mazioni sul figlio, o per sorvegliarlo, avvicinò na. tutti i docenti, parlò con tutti i membri del A parte le lamentele per il disordine e per il Consiglio di Disciplina. maggior lavoro, che disturbò tutto il personale Finalmente il Consiglio potè riunirsi con la di servizio, e qualche rottura di poca entità, un presenza di tutti i membri, decretò 5 giorni di fatto. più grave era accaduto il 30 marzo in una sospensione su richiesta dell'insegnante ed an-. prima classe. - che mia. Il padre dell'allievo fece ricorso; il ri- n solito studente "organizzatore dei disordi- c,orso non fu accolto, perchè erano scaduti i ni", alla prima ora era entrafo in una prima termini. Lo studente ebbe il 7 in condotta e <lo– dasse, mentre l'insegnante, su richiesta di una Yftte ripetere tutti- gli esami a settembre.

RkJQdWJsaXNoZXIy