Fine secolo - 18-19 gennaio 1986

FINE SECOLO* SABATO 18 / DOMENICA 19 GENNAIO • Checosa avrei dettoa Don Milani In una classe un docente aveva dedicato due mesi di lezione a leggere la "Lettera a una pro– fessòressa" di Don Milani. Ero profondamen– te scandalizzata. Fui presente ad alcune lezio– ni, presi la parola anche per criticare il povero Don Milani, o meglio il docente, che facendo· leggere questo libro, non aveva spiegato agli studenti gli antefatti. · "Ma loro sanno chi era Don Milani?", doman– dai agli studenti. "Sanno dove è situata la scuola di Barbiana? Sanno che si tratta d.i un piccolissimo comune di montagna con 40 abi– tanti e che gli studenti di Don Milani ~rano IO in tutto ed alcuni parzialmente handicappati?" I ragazzini mi guardavano incuriositi. Conti– nuai: "Conoscono che l'opera di ·questo sacer– dote è stata molto meritevole perchè con la sua completa dedizione riuscì a far superare ie non poche difficoltà della Scuola Media a questi ragazzi?".."Ma non era giusto -feci notare- che i ragazzi pensàssero che le professoresse boc– ciassero con tanta leggerezza". Lo scrivere queste frasi faceva sì che nei giovani si creasse µn'incomprensione, un'avversione. E le profes– soresse, avevano probabilmente le loro fami– glie, cui dovevano dedicarsi; e quella dedizione e quell'altruismo per i meno dotati e fortunati; di cui potevano mancare, non si può richiedere a tutti. Don Milani era un sacerdote, il suo la– voro svolto a quel modo, con il cuore, faceva parte· del suo Ministero. · "Vi assicuro che per esperienza personale, dopo quarant'anni passati nelle scuole, dopo aver conosciuto centinaia di docenti e aver partecipato a centinaia di esami e di scrutini, ho sempre notato che prima di bocciare si ri– flette, si indugia, si indaga, si cerca di avere tutte le notizie possibili; comunque,non si boe- ' eia mai con indifferenza, «a cuor leggero», diseguale; le condizioni sono diseguali, quindi come scrivono i ragazzi di Barbiana". qualcuno, come il prediletto studente di Don Queste ed altre considerazioni esposi ai giova- Milani, può essere trasformato dall'amore, ni di quelle classi affidate al docente che aveva dalle cure dalla fortuna d'aver· incontrato un fatto oggetto di studio la "Lettera a una pro- Maestro come Don Milani, che si era dedicato fessoressa" per oltre due mesi. ' ai suoi studenti completamente, ma anche a Mi soffermo su questo caso del professore che Barbiana non tutti hanno risposto allo stesso aveva fatto del libro di Don Milani, che ebbe modo. molto successo e fece epoca, l'unico oggetto di O forse Don Milani voleva dire che bisognava lettura e di studio, perchè ho sempre pensato trovare per ogni ragazzo un lavoro adatto e che avrei volentieri discusso con Don Lorenzo per quel dato lavoro· anche il ragazzo meno le sue osservazioni e la sua impostazione. E an- dotato poteva fare. un"Iavoro creativo"? · cora mi stupisco che tante persone colte citas- Un altro punto della "Lettera a -una professo- . sero quel libro, mentre si auguravano- la rifor- ressa" 'che mi aveva particolarmente colpita, ma della scuola italiana. era quello in cui esprime l'odio per il lavoro In molti altri punti dissentivo e dissento da dei campi, il disgusto, molte. volte sottolineato, quanto Don Milani scrisse; non mi pareva giu- per il "governo della stalla". Anche su questo la gente incomincia a rendersi·conto che si vive meglio in una ·casupola isolata in montagna piuttosto che pigiati in una camera di condo– minio alla periferia di una grande città. Con tutte le invenzioni moderne, con i sussidi audiovisivi anche chi vive isolato in campagna può frequentare con successo la scuola dell'ob– bligo. (,,'unica soluzione pratica da proporre a Barbiana era uno "scolabus", che trasportasse gli studenti in un paese o in una cittadina vici– na, ch~e togliesse questi ragazzi dall'isolamento . montano, pur lasciandoli vivere fuori dai gran– di centri, tra le loro montagne. 3 Poi _incominéiòla "droga". Prima lo notai nei docenti. Un'incaricata al serale si·drogava; le sue assenze erano numerose e vi erano sere in cuì il suo linguaggio ed il modo di compor– tarsi era veramente alterato. Avvisai la famiglia e seppi che inutilmente era già stata molto curata ... Fu sostituita. Dubbi mi sorsero ,pure per un docente del diurno, che prot~stò perchè avevo inviato alle -classi la Circolare Ministeriale sul "fumo"; egli dichiarò che la mia circolare era "subdola e. scorretta" (era la Circolare Ministeriale!!!). Se– condo il mio parere e::a drogato oppure ·non era nelle sue piene facoltà mentali. Un fatto m'inquietò assai; erano apparse scritte che inneggiavano alle BR in bacheca: le feci subito·scomparire, ma pur avendo fatto sorvegliare i corridoi e la bacheca non riuscii mai a scoprire l'autore: . L'inchiesta sulla droga aveva dato come ri– sultato un numero di 167 drogati tra gli stu– denti diurni e serali. Alcuni d"ocentimi suggerivano di non pren– ..dere troppo sul serio quelle cifre, perchè forse · gli studenti avevano volutamente esagerato ... Però un giorno toccai con mano che la dro– . ga era una realtà· da non sottovalutare. Una docente seria e molto impegnata nel suo lavoro, venne una matti-ha a dirmi che una madre, che aveva il figlio in una prima classe (e già due suoi figli erano stati nostri allievi) era disperata perchè aveva scoperto che anche questo figliolo così giovane (aveva 15 anni} si drogava. _ I primi due figli erano nel giro; il primo viveva in Olanda spacciandQ la droga; il secondo era rientrato in famiglia per la visita di leva, ma era stato dichiarato "non abile" perchè tossi– co-dipendente. La madre aveva letto una lettera in cui il figlio dall'Olanda si congratulava col fratello minore perchè "aveva fatto il primo buco". La madre desiderava che il figlio non sapesse che lei era venuta a scuola a parlare con l'inse– gnante, ma supplicava che l'insegnante stessa o la Preside parlassero a questo ragazzo così gio– vane e cercassero di trattenerlo dal seguire la _terrib_ilestrada dei due fratelli. L'/nsegnante mi disse che non sapeva come fare e mi chiese di parlare col ragazzo. Con affanno acconsentii; lo mandai a chiama– re, chiusi la porta, l'invitai a sedere. Non sape- · vo come entrare in argomento senza accennate alla madre. Poi l'idea della visita di leva del .fratello mi suggerì l'inizio del nostro colloquio, che in verità fu un soliloquio. "I carabinieri mi hanno avvertita che uno dei suoi fratelli, quello che in questi giorni andò alla visita di leva, è tossico-dipendente; mi hanno imposto di farla sorvegliare pér timore che lei possa, sia usare la droga, sia smerciarla a scuola", dissi. Il ragazzo non alzò gli occhi e, . senza guardarmi, rispose: "No". "No, che · vuol dire? -domandai- che lei non ha mai smer– ciato la droga?" ~'Mai", rispose. "Lo credo e spero anche che, se mai l'avesse provata, non sto, non solo il confronto degli orari dei pro- argomento discussi con gli studenti. "Ma fessori con quelli degli operai, ma neppure il perchè -dissi- desiderare di abbandonare i confronto tra gli stipendi dei docenti e quelli monti, le stalle? Non sarebbe stato meglio invi- · degli operai. · tarli ad usare metodi moderni in agricoltura? La classe dei docenti ha sempre avuto stipendi Si può essere civili anche sorvegliando le muc– bas_si,i.più _bassidi. tutte le categorie;-allora, e · che, se esistono·stalle·moderne ed a1Tevairieriti · oggi in misura ancora maggiore. li lavoro ma- di l)s:stiamerazionali", "Tra le persone -aggiun– • Poi arrivo' la droga,:.·_ .... Y.orràcontinuare ad usarla". nuale è retribuito più del lavoro del docente. si- che, nella mia vita, ho veduto soddisfatte e L'ultimo anno di scuola per me fu il 1978; in Perchè non far riflettere i giovani sulla realtà serene devo annotare· proprio quelle intelligen- quell'anno i giorni persi per scioperoforono 9, che tutti i lavori sono utili (l'apologo di Mene- ti, che senza allontanarsi dal loro paesino na- quelli per le assemblee 11. Fatti gravi nessuno, nio Agrippa è ancora valido) e che la divisione tale, hanno saputo trovarsi od inventarsi un la- · però continui erano gli attriti con i docenti del lavoro è la base dell'organizzazione della voro. Le ho riviste sane e robuste nelle loro iscritti nei Sindacati Confederali; questi, ad vita? vecchie case rimodernate, ma con tanti cari ri- · esempio, fissavano, le loro riunioni sindacali Perchè non sottolineare che "si dividono parti cordi, che testimoniano un passato ed una cul 0 nel primo giorno di scuoi<!· dopo le' vacanze _e eguali fra disuguali"come_ dice Don.Milani? :. tur.a,.capaci di un lavoro intellettuale-·ed anco- ···mi avvertivano quandò.iion'avevo'più il tempo Questa -eii. fa. fraseche bisognava spiegare., ra capaci di zappare l'orto e di accudire, quan- di avvisare le famiglie; con le relative proteste Purtroppo Don Milani in un certo punto del do è necessario, il bestiame. al mio diniego. · libro dice che "egli riteneva che le piccole men- Feci' queste osservazioni· agli studenti e una . In quell'anno i· Tabelloni con i voti dello ti il Buon Dio 'le avesse fatte fortunatamente parte di questi approvava; lo capivo dal loro scrutinio finale furono scarabocchiati con frasi tutte eguali fra loro.in possibilità creative". sguardo, dal loro atteggiamento. Ricordai loro insultanti, scritte minacciose apparvero.anche Non è forse questa affermazione in contràddi- quello che vidi in Israele, nei Kibbuz, dove gli sulle lavagne, seggiole furono rotte in segno di zione con la precedente? Se le menti fossero studenti delle scuole superiori nell'intervallo protesta per i voti bassi ottenuti negli scrutini. eguali e ugualmente dotate d'intelligenza; delle lezioni, infilavano i gambali ed andavano Negli ultimi anni enorme era f'assenteismo nel– dopo i primi anni, dopo le elementari, i ragazzi a rigovernare il béstiame. Perchè abbandonare · le Classi Serali ed anche alcune proteste scritte supererebbero le differenz.e sociali; -purtroppo i cainpi? Oggi dopo lo spopolamento montano mi furono indirizzate dagli studenti contro al– la realtà umana, a Barbiana come a Torino, è e le fattorie deserte ed il terrore·in città, forse cuni docenti del serale. Parlai per due ore, accennai a tutte le conse– guenze fisiche, psicÒlogiche,'al dolore dei suoi familiari, al fatto che ritenevo idiota iniziare una tale schiavitù, che non poteva che causare rovina, dolori e morte, quando poi non aveva alcuna ragione.per non sperare dalla vita; ave– vo davanti la sua scheda; i voti erano più che sufficienti. Domandai se il padre lavorava, se vi_ erano difficoltà in famiglia. Le.risposte era– .no solo monosillabi, od Ùn cenno del capo; lo sguardo era sempre abbassato. Accennai ai do- veri religiosi e quando non sapevo più cosa dire per scuoterlo, al commiato "se lei lo.desi- dera, se ha delle difficoltà, se vuole venirmi a parlare, lo potrà sempre fare" ... finalmente alzò gli occhi e, per la prima volta, vidi che. .qua.Iche cosa era entrato in quel cervello e mi rispose:· "Mi chiamerà ancora?" "Sì i::erto, la seguirò, sono a sua disposizione per qualunque cosa"-risposÌ e mi alzai, lo salutai concordia– lità... ero sfinita. Mi feci portai-e un caffè.

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