Fine secolo - 30 novembre-1 dicembre 1985

E adesso io qua sola in questa veglia di secoli seduta nell'angolo della stanza presso all'uscio dietro la finestra illuminata nella notte aspetto l'ora del tuo ritorno a casa. Non posso lasciarmi al sonno, finché tu tardi. Voglio riaverti qua vicino, sentire il tuo fiato e medicarti della lebbra impossibile che ha sfigurato l'allegria dei tuoi occhi. Spio dai vetri, sto in ascolto. Nella distanza scorre il tetro rumore delle vie, come una striscia dentata. Tutte le città della terra sono un'unica, maledetta /congrega contro i ragazzetti celesti. I laidi praticanti dei bar, le maligne regine, le cameracce delle sigarette intossicate gli scantinati fragorosi i dementi pugni omicidi le cacce della questura i traffici i segnali distorti i giardini dei vampiri · le corsie degli ospedali deliranti le stelle del cinema le bambole le fate gli ambasciatori · /i mezzani i sicari i palazzetti barocchi i grattacieli i vespasiani · . le viscide scale dei ponti le baracche fluvjali e le rotaie ... Le Ultime Notizie della Notte. «Con un urlo agghiacciante». Senza requie mi aggiro dall'uscio alla finestra. Tendo l'orecchio a ogni passo della strada. · E la lunga notte avanza. Si dirada lungo gli asfalti il fruscio delle ruote. Le insegne si spengono. Le ultime finestre illuminate si sono chiuse. Più nessun passo sui marciapiedi. Nessun cancello più stride. Cessato ogni tardo · /sussulto 'FINE SECOLO * SABATO 30 NOVEMBRE / DOMENICA 1 DICEMBRE !!!!!!!!!!!!!!!!l!!!!!!!!l!!!l!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!ll!l!!!!!!!!l! l l lllllllllllllll llllll ll ! llll ml!llll!!l!! 15 dell'ascensoré coi suoi rauchi ingra~aggi per tutti /piani Finché nel declino ormai dell'ora silenziosa un sopore mi piega le palpebre. La mia fronte si /abbatte sul piano del tavolino quasi in un urto fra i capelli canuti in djsordine. E così, come nei finali d'ainore ... E così non ho udito il tuo passo, né il tintinnio del mazzetto delle chiavi, né l'aprirsi dell'uscio mentre tu rincasi. Due mani fanciullesche mi solleticano la nuca. Riconosco, vicino alla mia faccia, il sa~ore di nido delle tue ciocche. Intravedo, con le mie pupille /confuse le ombre luminos.e dei tuoi occhi, del colore di un . /mare stellato. «Ah, teppista! Ci sei, finalmente! A quest'ora, si /torna? Potevi almeno dirmelo, ieri sera, che facevi nottata! Che hai fatto? Forse é successo qualcosa? µna lite? chi . /t'ha offeso? Oppure un malore ...t'hanno fatto bere, di nuovo! sei /caduto? ... ti sei ferito? dove hai male?»... «Non sono ferito. Non·ho nessun male. Guardami, sono sano. Guarda, il mio corpo è intatto. Ma tu. quanto vecchia ti sei fatta! sei perfino / rimpicciolita! Hai tutti i capelli b/anchi! Pure le ciglia biançhe! ,. Nel sorridere, la tua faccia si fa ancora più rugosa! Povera buffa vecchiarella carina. Sono venuto a darti la buona notte. Questa è Fora della guarigione. ~- . - .. , -... . .... •I,, L'orrendo male feroce, che ci minava entrambi, qui ha fine. Per tutte I.emie 'crudeltà io ti chiedo perdono. E anch'io ti perdono la tua,, crudeltà. Tu lo sapevi che le fanciullezze sulla terra sono un p~ssaggio di barbari divini col marchio carcerario della fine già segnata. Lo sapevi. Eppure volevi farmi vivere quando io n~n volevò più vivere. Quella tua prepotenza era una noia per me. Chi è vecchio, se è felice nella presenza di un ragazzo, non vede in lui che allegria. Nient'altro v~de. Tu adoravi come una festa del tuo destino una fanciullezza già segnata che ti diceva il suo male. Tu, allegra dell'infanzia ch'io ti portavo, ti scordavi della legge monotona che ricama i suoi disegni spettrali con la sua mano d'automa. La tua spensieratezza era un insulto per me. Negando la natura che mi condannò dall'inizio, tu non volevi intendermi! Per salvare l'unica tua felicità e gratitudine sbandieravi le tue fandonie come amuleti. Quando ..gli spiriti della strage mi atterravano con un /urlo tu mi carezzavi ca.duto dicendomi che non era niente. Quando i miei occhi consapevoli pieni di paura ti chiedevano aiuto, tu me li baciavi ridendo. Tu mi distraevi dall'insonnia con le tue favole. e ascoltavi come fiabe le profezie disperate dei miei sogni. Mi promettevi che sarei stato un re sulla terra, mentre la t~rra mi scacciava. Io però lo sapevo d'essere un bandito accerchiato. Per andarmene vincente dal gioco, alla faccia del boia, non avevo che un'altra violenza: mia, precoce, libera con l'ultimo evviva! e tu me la contendevi. Così, per l'avarizia della tua felicità, mi consegnavi all'ottusa polizia della strage per la normale procedura degradante: il carcere, la bruttezza, il decadimento. E poi, forse, brutto, rovinato, mi avresti scacciato /anche tu Sei troppo infantile! e matta! Ti conosco! Ti ho sempre sonosciuto. Per questo ti sorrido e sono venuto a salutarti. Tu sei tutto il mio cuore. Anche se sono un miraggio non aver paura del giorno che mi ti rubi. Stanotte, fra poco, tu pure sarai fatta miraggio. N6n ha più tempo di sorprenderti, il giorno.· I Anche se mi chiamo delirio, ripòsati in questo sorriso della mia buona notte. Solo in quest'ultimo punto hai potuto ancora /incontrarmi Questo è il nostro addio». La ladra delle notti è una demente maniaca che nasconde ogni suo furto sempre in un'altra /buca. Non si dà uscita mai da quelle segregazioni. · Non c'è corridoio né corte per quei reclusori · /sterminati. Nessuna parete comune fra una cella e l'altra. Alla distanza fantastica che le divide non c'è misura. Nessun messaggio è possibile. \ Senza 1:1sci le stanze: né finestre, né bocche di /lupo. Niente posta né alfabeti né telefoni né cifrari. Nessun valico per i passi attraverso quelle dune rovinose e fameliche. Nessun luogo d'acqua /per le navi. Nessun luogo d'aria per le , 1)ci. Ma quando la memoria è masticata dalle · ·· /sabbie anche la pulsazione del dolore è troncata. . Così sia.

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