Fine secolo - 12-13 ottobre 1985

L'O ...........VE:ND-UTA DEL NAVIGATORE so L---------------------------di Marino SINIBALDI--------------------------- 1815, un viaggio senza fine verso i paradi,si ancora nonperduti, qualchemiglio più in qua di Mururoa. N el 1815 Adelbert von Chamisso ha 24 anni. Due anni prima aveva scritto La storia meravigliosa di Peter Schlemih/, la novella fantastica che lo avrebbe reso cele– bre. Ma nel 1815le difficili condizioni umane e politiche in cui ei;a nato quel libro straordina– rio non erano ancora mutate. Anzi, mezzo francese e mezzo tedesco com'era, le vicende politico-militari delle guerre napoleoniche lo "dilacerano ripetutamente e variamente", come dirà poi, ricordando quegli anni. "Non ha il diritto di essere tedesco, ma pur sente la patria francese come straniera": così Thomas Mann sintetizzerà il travaglio di Chamisso. Perciò, quando gli capita di leggere su una gaz– zetta che una spedizione russa sta partendo verso le regioni artiche, Chamisso non ha esi– tazioni. E insiste e .briga finchè nel giugno del 1815 viene nominato naturalista per il viaggio guidato da Otto von Kotzebue e finanziato dalla potentissima compagnia di commercio russo-americana che doveva esplorare le regio– ni circostanti l'allora poco frequentato Stretto di Bering, tra l'estremo oriente e l'Alaska. La mattina del 9 agosto Chamisso si presenta al capitano della "Rurik" nel porto di Copenha– gen; inizia così il suo Viaggio intorno al mondo. Schlemihl o Chamisso? Peter Schlemihl è l'uomo che, per denaro, am– bizione e noncuranza, vende al diavolo la sua ombra; viene per questo coperto di scherno e disprezzo, o di compassione; escogita mille espedienti per nascondere il frutto dell'insensa– to baratto, di cui si è presto amaramente penti– to; e tutto in qualche modo funziona finchè Schlemihl si innamora ... No, non può essere così pedissequamente rias– sunta una storia così ricca di toni e motivi, di intelligenza, di ironia. La fine della storia va però riferita: "Escluso dalla società umana in seguito a una colpa giovanile" Schlemihl non ritorna nel seno di quel mondo. Userà gli sti– vali .delle sette leghe che ha ricevuto in dono per correre lungo il mondo, esplorare la crosta terrestre e in particolare "le terre dell'Artide". Senza ombra e senza patria, Schlemihl espierà così serenamente il proprio errore con una so– litaria vita di studioso, con un pellegrinaggio da scienziato intorno al mondo. ' "Non si resta bohémien in eterno" Il viaggio di Chamisso inizia dunque dove fini– sce la storia di Peter'Schlemihl? Abbiamo im– parato a distinguere arte e vita, forse dobbia– mo imparare a farlo meno rigidamente. E però non è questo l'aspetto più interessante. C'è in Chamisso un'irrequietezza tipica di alcuni poe– ti romantici, non proprio disperata nè esagita– ta, ma derivante piuttosto da uno spaesamen– to, da uno straniamento poetico ed esistenzia– le. E in qualunque condizione Chamisso deci– da di partire, lo fa sotto la spinta di un deside– rio di conoscenza e di avventura che, questo sì, si identificava con la sua scrittura. Conoscenza, e scrittura si fondono nel Viaggio intorno al mondo di cui l'editore Guida ha appena pub– blicato un'edizione non integrale (184 pagine, 15.000lire), e ne fanno un piccolo capolavoro . del genere. Un genere, quello del racconto-re– soconto di viaggio, che fu assai fiorente e che il nostro tempo può inseguire in estremi intersti– zi fisici. e più dimessamente nella nostalgia. Con molta ironia Chamisso ha deli,J:leatola morale della sua favola, coniando un ·a~tentico motto della morale borghese-filistea: pensate al I solido. "Il mio amico imprudente -scrisse nel– l'introduzione al Peter Schlemihl- ha desidera– to la ricchézza di cui conosceva il prezzo e non ha pensato al solido. Egli vuole che la lezione che lui ha pagato a duro prezzo ci sia di aiuto, e la sua esperienza ci ammonisce: pensate al solido". Ma intorno al mondo Chamisso non inseguiva la propria ombra. Non si resta bohémien in eterno, dirà Thomas Mann: "Werther si uccise ma Goethe rimase in vita. Schlemihl coi magici , stivali, naturalista 'che vive solo per sé', passa senz'o~bra, grottesco e orgoklioso per monti e per valli. Chamisso invece, dopo aver tratto un libro dalla sua sofferenza, si affretta a liberarsi dal suo problematico stato di larva, diventa uomo posato, padre di famiglia, accademi- co..." Ma intanto, sulla strada di questo happy end c'è un giro del mondo: che è dunque anche un'iniziazione, un "viaggio di formazione". E la "Rurik" rende possibile l'impresa accompa-. gnando il nostro poeta-naturalista davvero in giro per il mondo: partita dal Mare del Nord, la spedizione attraversa l'Atlantico, passa nel Pacifico e lì comincia a pendolare tra la zona artica delle operazioni (Camciatka, Alaska, isole Aleutine) e le calde isole polinesiane dove opportunamente sverna. E', il viaggio di Chamisso, uno di quei libri che è bello leggere tenendo sotto gli occhi un atlan– te: per seguire i percorsi, identificare i luoghi, decifrare i nomi cambiati -e sognare anche av– venture e incontri che a noi non possono più accadere. Compresa l'avventura da Chamisso più cercata e attesa: quella che lo porta a in– contrare, in migliaia di esemplari e in terre as– sai distanti e diverse tra loro, l'autentico "buon selvaggio". E' anzi il termine stesso a indignare Chamisso: "Colgo l'occasione per sollevare una ferma protesta contro l'adozione dell'appellativo 'sel– vaggio' a proposito degli indigeni del Pacifico meridionale ... Ciò a cui si può imputare la cor– ruzione morale degli indigeni non mi sembra derivare dalla ',selvaticità' quanto dalla civiliz– zazione eccessiva. Le più svariate invenzioni (moneta, scrittura ecc.) indicative dei vari stadi di civilizzazione, in condizioni così diverse, C.D. Friedrich, Le età deU'uomo(particolare). cessano di rappresentare il metro di_paragone di questi appartati gruppi umani delle isole, i quali, sotto un simile cielo d'oblio, dedicano l'esistenza al godimento de(' presente senza passato nè futuro". E ancora, deplorando l'ec– cessiva disponibilità -mai gratuita, beninteso– delle donne delle isole Sandwich: "A questa gente piena d'allegria e felicità la castità intesa come virtù risulta del tutto sconosciuta. Siamo stati noi a inculcargli la brama di possesso e di profitto facendogli perdere anche il pudore". La brama di profitto: ecco che cosa aveva rovi – nato il povero Schlemihl e cosa ugualmente.di – vora i critici borghesi dell'uom o senza ombra . Ed ecco cosa• ritrova Chamisso nelle piccole isole del Pacifico, a insidiare la naturale inno– cenza qi quei milioni _diSchlemihl primitivi. Ma non per questo 'l'entusiasmo di Chamisso per il diverso, l'esotico, il non civilizzato si at– tenua. Si vede dalla commozione con cui acco– glie ogni ritorno nelle isole del Pacifico, Imita– no dalla zona cruciale delle operazioni; dall'a– micizia non sempre ben ripagata che cerca di instaurare con i simpatici indigeni; dall'indi– gnazione (sommessa, in verità) con cui Cha– misso registra la profanazione delle povere tombe eschimesi, e altri episodi di ordinario colonialismo. La fulminazione di Chamisso apparirà forse banale: come quando a Honolulu assiste a ·una danza in onore dell'equipaggio della "Rurik": "In tutta sincerità, da allora mi sono ripetuta– mente sforzato di assistere alle stomachevoli giravolte con cui, sotto il nome di balletto, le nostre ballerine suscitano la nostra meraviglia. Noi barbari!". Antonio Artaud e, in anni più recenti, i cultori del cosiddetto Terzo Teatro osserverano danzatrici balinesi o indiane con lo stesso entusiasmo di Chamisso; al quale non manc§,va neanche la consapevolezza del desti– no di quell'arte e di quella morale: "E' già tar– di. A Tahiti e sulle Hawai le tonache dei mis– sionari nascondono la bellezza dei corpi, viene messa a tacere tutta quell'arte viva e il tabù del 'Sabbat' si eclissa triste e solitario su quei gioiosi fanciulli". E' l'addio al buon selvaggio; del resto quella di Chamisso era una versione tardiva e disincan– tata del mito; totalmente estranea all'uso poli– tico e rivoluzionario che ne era stato fatto nel secolo precedente, ma lontana anche da possi– bili connotati conservatori, reazionari, anti– progressisti. Un'adesione, insomma, soffice, immune dalle ideologie e dal partito preso che avevano contaminato altri viaggi e altri entu– siasmi (come l'omonimo Viaggio intorno al mondo di Bougainville, che era arrivato in'Po– linesia circa cinquant'anni prima di Chamis– so). Il viaggio è tutto, il fine è. nulla A queste non insolite convinzioni, Chamisso accompagna una sorprendente sensibilità "ecologica"; soprattutto a proposito della cac– cia alle balene e ai vari tipi di animali da pellic– cia reperibili nelle zone polari: "Gli uomini fanno affari con foche e uccelli, come se questi esseri fossero passati alle loro dipendenze". E tante stor-ie, di mari e di animali, di cui una colpirà il lettore fedele di "Fine Secolo": quella di un "animale delinquente", una scrofa pro– cessata e condannata per avere, sulla nave, ag- gredito jl cane del capitano. · Così, tra giornate torride e altre gelide, tra tempeste e bonacce, tra amicizie virili cof "sel– vaggi" e difficili convivenze sulla nave, si com– pie il giro del mondo di Chamisso. Che parla poco dello scopo della spedizione: per il poeta, il viaggio è tutto e il fine è nulla. Rivelandosi poi, quel fine, fallimentare: ammalatosi il capi– tano, dopo poco più 'di due anni la "Rurik" deve abbandonare le ricerche. Ma prima di tornare in Europa, Pequipaggio decide un'ulti– ma visita alle isole Ratak. C'è molta malinco– nia in questo estremo sopralluogo ai paradisi che stanno per essere perduti; a Tahiti Chamis– so scopre addirittura che viene pubblicato un giornale: ecco un altro pezzo della residua in– nocenza primitiva che se ne va. Alla fine del viaggio e del libro, gli uomini della nave sem– brano impazienti di tornare in Europa; ma ab– bandonano con un senso di tristezza e di irre- parabilità le meravigliose i~ole. ' Nulla eguaglia però la tristezza del lettore, che quando stacca gli occhi dal libro e dall'atlante non può dimenticare che a poche miglia da quello che Chamisso definiva '~il regno della felicità" stanno gli atolli infelici di Bikini e Mururoa.

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