Fine secolo - 12-13 ottobre 1985

FINE SECOLO* SABATO 12 / DOMENICA 13 OTTOBRE HOTELKENT I. L'orologio della scuola è fermo alle quattro. Sull'Englschalkingerstrasse le biciclette vanno verso l'incrocio con semafori piccoli come bottoni. Le ombre s'addensano nei vialetti, un'auto svolta nel silenzio; è un capolinea quest'angolo d'Europa con case basse e piccoli giardini dietro all'antica falegnameria ormai nera e vuota. Ho una stanza che guarda il tetto spiovente della scuola e vedo un dirupo che finiva negli orti, una strada che portava alla scuola delle Piccole Orme, eiena di bambini con cappotti sdruciti, con grida e fazzoletti che volavano in forma di colombi. Vedo don Alessio che saliva verso il Timbòne col fiocco rosso sul suo nero cappello e pareva bisbigliasse alla marea dei fanciulli che saltavano l'uno sull'altro con le fronti accese e gli occhi ridenti. Da un cancello usciva un vecchio col secchio pieno di sedani e lattughe, dondolando nel fustagno s'apriva con la mano un varco verso i piccoli démoni. Poesia di Michele Parrella II. La mia stanza ha ogni confort. Ogni mattina Friiulein pone due caramelle sui cuscini. · La maestra aveva_pietà di noi. Coi vetri rotti e la neve ch'entrava, portavamo il fuoco nei barattoli. A, e, i, o, u, un sorbetto di sillabe la lezione. Qualcuno, Martoccia o forse Penitente, che faceva l'inchiostro con le bacche e aveva le mani, la giacca, intrise come uscito da una cruenta vendemmia, è arrivato sino a qui a bucare le strade o in cima alle torri, a decifrare parole che dicono le stesse cose: Tisch, Brot, Brief, tavolo, pane, lettera. Li ritrovo, a volte, i miei · compagni nelle stazioni o nei crocicchi, come nelle torme in disfatta dei soldati. Non così si fa l'Europa, con gli stormi dei passeri che migrano verso i freddi tralicci. III. Quest'anno la neve ha di nuovo assediato le case vuote, ha imbiancato le travi scoperte d~l terremoto, i germogli sui sepolcri, ha strettò i vivi e i morti intorno alla cenere fredda del focolare; la chiocciola come un macigno serra I le porte sui calanchi. E tu dove sei? Nel tuo paese o nel mio. In una stanza o nella casa dal soffitto basso. Anche qui la neve ha coperto i cantieri, le case, ma pare cosa soffice nelle strade. Tutti camminano, entrano nei locali, ordinano the o rum, parlano tra di loro. Pare cosa calda la neve nelle strade. IV E tu? Tornerò da solo in Bohmerwaldplatz. Come in una foto rivedrò il bosco dei boemi. Ma tu ricorderai · quel giorno che tutte le foglie in un turbine innalzarono un calice che non s'è infranto. '- La pagina di poesie di questa settimana è stata ·curata dq_Giuliano Ferrara.

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