Fine secolo - 5-6 ottobre 1985

FINE ECOLO * SABATO 5 / DOMENICA 6 OTTOBRE scere in un territorio etnicamente omogeneo, la stessa lingua era sentita in una maniera di– versa. Non vi .era un dialètto popolare, conta– dino o cittadino, di radici schiettamente polac– che; vi era una lingua «locale», divertente, for– se più vicina allo spirito bielorusso che non a quello polacco, anche se, a dire il vero, conser– vava molte espressioni polacche diffuse nei se– coli XVI e XVII e ormai sparite dall'uso in Po– lonia. I confini tra la lingua «locale» e la lin– gua della nobiltà (quella stessa lingua che Mi– ckiewicz_sentivanell'infanzia e più tardi a Pari– gi con un orecchio interiore) erano ovviamente · assai elastici come quelli tra la lingua della no– biltà povera e la lingua della corte o anche di quella intelligencija che dalla corte proveniva. .Ma tutto éiò era veramente estraneo ai dialetti contadini polacchi. Il proletariato di Vilna parlava in un «locale», che non ricordava la lingua popolare varsaviana, dove si era forse conservato un qualche substrato contadino. Per me -ad esempio un poeta c_omeMiron l3ia– loszewski è esotico, non ho quelle stesse origini linguistiche. Mi arrischio ad affermare che la nostra lingua era più sénsibile alla correttezza e alla chiarezza ritmica, da cui la sensazione che il limpido polacco dei poeti del XVIII se– colo, come K.rasicki o Trembecki, sia «no– stro». Per quanto mi riguarda direttamente; di– rei che nella mia lingua ha svolto un certo ruo– lo la resistenza alla tentazione delle lingue sla– ve dell'est, russo in prima fila, e, a proposito della modulazione ritmica, vi si nota la ricerca di un registro sulla base del quale poter colla– borare con elementi di tali altre lingue.-Non so quanto la resistenza nei confronti del russo in– fluisca sul tuo lituano. Ma so che, per me e per chiunque possiede un orecchio sensibile al rus– so, cedere al forte beat del giambo russo è dan– noso: l'indirizzo principale del polacco non va in quella direzione. "Lituanla, pàtria mia" --di ripristinare le tradizioni del Granducato. Questi ambienti più o meno si confondevano con la massoneria della città. Un giorno an– drebbe scritta la storia di questa particolare ideologia, -ma se dico che era interessante, lo dico oggi-ex post, in quanto allora, essendo un giovane pieno di. velleità d'avanguardia, inte– ressato alla poesia contemporanea e al movi– mento intellettuale fr~ncese, ecc., non vi pre– stai grande attenzione. D'altronde già ai mièi tempi era un movimento sconfitto, di cui si udivano gli ultimi echi. Sul fronte lituano non poteva godere nemmeno dell'ombra di una qualche simpatia, dal momento che si presen– tava come una prosecuzione dell'«idea jagello– nica». E indubbiamente al di là del richiamo sentimentale all'idea del Granducato, in molti . nobilotti d'origine si nascondeva il sogno della dominazione. Cionondimeno Ludwik Abrà– mowicz e un paio d'altri krajowcy erano perso– ne ferme e sincere nella loro resistenza al na– zionalismo polacco. Si trattava degli eredi di una vasta corrente di pensiero, sembravano uomini educati nella antica Repubblica sette– centesca. Non penso che da parte lituana vi fosse qualcosa di corrispondente: là for~ tutto si riduceva ad un neonazionalismo, per forza di cose convulso. Ad ogni modo, unici tra gli abitanti di Vilna che parlavano polacco, i kra– jowcy consideravano la loro città come la capi– . tale e non come una provincia. E io adesso penso che chiunque si augura il meglio per tale città, deve volere che essa sia·Ia capitale, il che automaticamente fa piazza pulita di ogni pre– tesa polacca ad una «Vilna polacca». Il tradi,mento nazionale NOTE Nella tradizione chassidica lo zaddik è, secon– do la celebre definizione di Buber, colui che «soccorre insieme al corpo e alla anima, alle cose terrene e celesti. Egli ~-un· guaritore così nel dominio del corpo come in quello dello spi– rito, perchè egli conosce come essi sono legati l'uno all'altro e questa conoscenza gli permette di agire su ambedue». La società dei Filomati era una organizzazione segreta studentesca che operò a Vilna tra il I817 e il 1824 dapprima con fini-scientifici ed educativi, poi con scopi più marcatamente po~ litici. La repressione zarista disperse i membri, incar– cerandoli o inviandoli al confino in Siberia. Endecja area di estr~ma destra nazionalista po– lacca, guidata da Roman Dmowski, attiva par– ticolarmente negli anni precedenti la prima guen:a mondiale (ad essa si riferisce l'espressio– ne anima natura/iter endeciana). Il sanrnitismo nasce nel XVIr secolo con la af– fermazione ~he solo la nobiltà rappre~ntava la nazione polacca. Il riferimento era agli anti– chi Sarmati i quali, conquistando le tribù loca– li, erano diventati i fondatori della classe do– minante. Questo concetto di «nazione della · nòbiltà», basato su di una comunità eletta, · fuse in una, sola entità la nobiltà polacca con la nobiltà polonizzata della Rutenia e della Li– tuania. L'amico lituano Devo parlare ancora di un influsso, e questa.è una storia lunga. Non sei il mio primo amico lituano. Già all'università influiva fortemente su di me un amico lituano, e non di Vilna, ma di quella che, come si diceva allora, era la «Li– tuania di Kovno». Come era arrivato da noi? Come sai, allora, quando io ero all'università tra il 1929-e-ilI934, tra Polonia e Lituania non esistevano rapporti diplomatici, il cordone era chiuso, ed entrambi gli Stati si beffavano a vi– cenda, la Polonia mantenendo finanziariamen– te la colonja polacca in Lituania, la Lituania facen ~o Io stes so con la sua colonia lituana nella regione.di Vilna. Lo conobbi nel 1929ad un se minario di filosofia del diritto, tenuto dal– la professoressa Ejnikowna: all'improvviso prese la parola un pezzo di ragazzo con gli oc– chiali di corno e una massa di capelli stopposi, che provava a parlare in polacco, ma in realtà usava il russo con corruzioni ted~he. Si chia– mava Pranas Ancevicius ovverossia Francisuk nuncia alla carriera diplomatica: si accontentò Ancewicz. Ecco la sua storia, molto triste. Pro– della modesta posizione di consigliere alla Le- veniva da una povera famiglia di contadini, gazione, anche se gli era stato proposto l'inca- era riuscito a frequentare il ginnasio, si era in– rico di Ministro degli Esteri. E, d'altro canto, namorato della letteratura rivoluzionaria russa osserva la rancorosità dei Polacchi. Di recente, (Gor'kij, ecc.) ed era ditentato lui stesso un ri– quando in Polonia Artur Miedzyl7.eCkiha tra- voluziomirio. Aveva preso parte nel 1926 al dotto il romanzo di Oskar Milosz L 'amoureuse fallito putsch socialista di Pleckajtis ed era sta– initiation e si è cominciato a scrivere delle ope- to costrettp a fuggire dalla Lituania. Era scap– re di Oskar, il «Tygodnik Powsz.echny» ha pato a Vienna, dove aveva vissuto in un com– pubblicato una lettera alla redazione, il cui au- plesso di case operaie intitolato a Karl Marx e tore ricordava che Oskar Milosz non aveva dove lo avevano aiutato i socialisti. Pranas o nulla in comune con la polonità, _ in quanto vi Draugas, come_ io lo chiamavo, sarebbe rima– aveva rinunciato. sto per tutta la vita un socialista radicale sullo Di tanto in tanto sulla stampa lituana dell'emi- stile del marxismo viennese, e qui sta la sua– Devo qui toccare il problema del tradimento grazione sono apparsi attacchi contro di me, in tragedia. Indubbiamente era un uomo assetato nazionale. Come sai, dove i sentimenti sono quanto, pur essendo parente di Oskar Milosz, di militanza politica e costretto al destino del– esasperati è facile incappare in una accusa del sono Polacco e non Lituano. Invece più di una l'emigrato. A Vilna tra i Lituani del posto era genere e di certo lo hai sperimentato sulla tua volta mi sono imbattuto tra i Polacchi nel so- «bruciato», dal momento che questi ultimi era– pelle. L'idea dei krajowcy era accusata di «tra- spetto che forse c'è qualcosa che non va per il no fedeli al governo di Kovno, mentre lui per dimento» da entrambe le parti, sia da parte del suo verso nella mia polonità. E devo ricono- quel governo era un criminale politico. D'altro nazionalismo polacco s'ia da parte di quello li- scere che in ciò vi è un po' di ragione, anche se canto i comunisti lituani Io odiavano partico- La provincialità di Vil~a. Ne soffrivo moito e tuano. Tutto ciò mi è tornato in mente quando da bambino, in Russia recitavo: «Chi sei? Un Iarmente; perchè erano terribilmente offesi dal– desideravo allontanarmene verso il mondo. E' nel 1967 andai alla Rencontre mondiale de po- piccolo Polacco. Qual'è il tuo simbolo? Un'a- la sua buona conoscenza dei problemi della inutile creare il mito.della città adorata e pera ésie a Montreal insieme ad Adam Wazyk e ci quila bianca». In Russia, e in generale nei con- Unione Sovietica e dal suo modo di esprimere cfota, quando in realtà non ci resistevo più di scontrammo con il mondo intellettuale del Qu- fronti dei Russi, mi sono sempre sentito un Po- senza mezzi termini la propria opinione, ra– tanto. Allorché l'allora prefetto, Bocian'ski, ébec e con il suo fanatismo francese. La stessa lacco al cento per cento, ina non era un artifi- gioo per cui usarono nei suoi confronti il siste– pretese dalla Radio Polacca di Vilna che fossi cosa mi è successa qu~lche anno più tardi cio. Ben altrimenti andavano le cose quando ma loro consueto della denigrazione, dichia– cacciato dal IavC>ro in quanto politicamente so- quando presi parte ad un convegno di poesia a mi scontravo con la mia etnia d'origine, con i randolo «agente provocatore polacco» e via di– spetto, accettai con sollievo di partire per Var- Rotterdam, dove conobbi molti Belgi di lingua Polacchi «del Regno». I miei rapporti con Ja cendo. Misero in giro la voce che fosse un ven– savia come sbocco obbligato di tale situazione. fiamminga. Costoro preferivano parlare in in- Polonia erano sofferti, non meno, e forse più, duto, pagato da qualcuno, altrimenti come Vilna era infatti soffocante: il pubblico era in- glese piuttosto che in francèse, e d'altro canto di quelli di Gombrowicz, e sarebbe esagerato avrebbe avuto i soldi per mantenersi agli studi? credibilmente ristretto, se si tiene conto degli conoscevano meglio l'inglese che il -francese. vedere in ciò una qualche forma di attrazione Ma io abitavo alla casa dello studente, in Ebrei che parlavano e leggevano in russo o in Prima della guerra, nell'anno passato da stu- verso la Lituania, anche perchè il mio destino Bouffalowa Gora, allo stesso. piano di Drau– yiddish e del popolo· «locale» che non leggeva dente a Parigi, puzzavano un po' di «tradimen- individuale scelse veramente nel senso di un ri- gas e sapevo che i suoi modesti mezzi di so– nulla. Che cosa rimaneva? Un po' di intellet- to» le mie visite ad Oskar Milosz alla Legazio- fiuto alla piena unione con qualsivoglia comu- stentamento (d'altronde Vilna era una città in– tuali provenienti dalla piccola nobiltà, in gene- ne Lituana. Egli infatti per i Polacchi era un nità umana, il clie è come fosse per me una solitamente poco cara) gli venivano dall'Ame- re abbastanza ottusi. E a ciò si ricollega la que- «traditore» e potei osservare come si diffonde gobba, una mutilazione. Ma in tutto questo si rica, dalla stampa lituana, anticlericale e di si– stione della nazionalità. Perché se ci fossimo una ostilità del genere, assolutamente senza deve scorgere un coRflitto con l'intelligencija nistra, per la quale scriveva corrispondell7.e considerati Lituani, allora Vilna sarebbe stata parole, quasi fosse corrente elettrica. La collet- polacca prebellica, dal momento che la mia (era un ateo irriducibile). Quando l'invio di de-- la nostrà capitale ed il nostro centro. Problema tività ha a questo proposito dei modi segreti di mentalità era molto più internaziònale o co- naro tardava, Draugas viveva di debiti. Fui molto difficile, come ben sai. Sarebbe stato lo- intesa. Ma le lettere di Oskar Milosz a Chri- smopolita. · anche testimone delle sue lunghe _eprofonde gico risolverlo alla maniera finlandese. Non stian Gauss, che ritrovai nella biblioteca dell'u- Ora è abbastnaza difficile ripetere una cosa del depressioni, in quanto le sue grandi 'capacità conosco da vicino tali questioni, non so che so- Diversitàdi Princeton e pubblicai in un libricci- genere. Agirono già negli anni di scuola varie facevano coppia con una certa nevrosi. Le mie luzione abbiano adottato i Finnici di lingua no a Parigi, forniscono la risposta alla doman- influenze, come la lettura di riviste letterarie, conversazioni con Pranas (nota che esse ebbe– madre svedese, ma forse il loro-centro era Hel- da...come .e perché egli si dichiarò Lituano. che non erano propriamente riviste dell!inte//i- ro luogo negli anni della mia formazione) spie– sinki e non Stoccolma. Fondamentalmente Quando Io fece, nel 1918,non sapeva nulla del gencija polacca, ma solo di quella polacco- gano perchè quando mi trasferii a Varsavia sa– avremmo dovuto considerarci Lituani di !in- movimento nazionale lituano, semplicemente ebraica: parlo di riviste pubblicate a Varsavia, pevo sul conto del comunismo più cose di tutti gua madre polacca e col!_tinuarenelle nuove si adirò venendo a sapere che i Polacchi non come «Wiadomosçi Literackie». Da qui la mia i miei colleghi letterati messi insieme, visto che condizioni nello spirito del Mickiewicz di «Li- volevano riconoscere l'indipendenza della Li- precoce rivolta contro Sienkiewicze contro l'a- Pranas seguiva tutto ciò che avveniva al di là tuania, patria mia»: il che avrebbe significato tuania (di certo si trattava di quei Polacchi ·oa- · nima polacca come anima natura/iter endecia- della frontiera orientale. E naturalmente la ,, creare una letteratura lituana in lingua polacca zionalistì legati a Dmowski, che operavano di- na. Negli annì dell'università subentrò poi l'in- mia prospettiva sulla Polonia e sulla polonità, parallela alla letteratura lituana in lituano. Ma plomaticamente durante la Conferenza di flusso di Oskar Milosz, nei cui testi politici, per natura legata alla endecja e parrocchiale, nessuno voleva una cosa del genere: non lavo- Pace). Successivamente si impegnò sul terreno raccolti in volume dopo la morte, puoi trovare doveva diventare ben diversa in seguito a que-– Jevano i Lituani, che si chiudevano a riccio internazionale per la causa .della Lituania. una valutazione molto sobria della situazione: sto mio apprendistato. contro la cultura polacca nel timore che questa Oggi, a distanza di tempo, è chiaro che la sua nel 1927 scriveva che la Polonia aveva il com- Non vorrei esagerare la mia coscienza politica. facesse perder7oro l'identità nazionale; non la posizione a proposito aella questfone Vilna era pito di raccogliere intorno a sè, grazie a strette Non mi risolvevo a nessuna decisione o atti– volevano tutti coloro che parlavano polacco, i giusta. Tuttavia i Lituani, anche se lo rispetta- alleall7.e,gli Sfati baltici; la Finlandia, la Ceco- vità politica, cosa che mi rimproveravo, ma quali si consideravano semplicemente polacchi vano, non nutrivano grande fiducia nei suoi slovacchia allo scopo di creare un contrappeso non sono mai stato capace di vincere il mio in- --e-tenevano-'un-atteggiamento sprezzante-nei-conffOnt:i,in-quanto-non-er-a-di-lingu-a-lituana.-atte-pressionrtedeschçma-che-perfarquesto- - dividualismo e di sottomettermi ad una disci– confronti dei k/ausiuki, di quella nazione di ma solo polacca. A dire il vero, anche di lingua la Polonia doveva rinunciare al suo messiani- plina organizzativa. Pranas era presidente del– contadini. Le persone _chela pensavano diver- francese, il che gli consentì di scegli~re. Se io sme national outre'cuidant et chimerique, cosa l'Unione della Gioventù Socialista Indipen– samente erano ben poche, anche se molto inte- mi dichiarassi Lituano, che razza di Lituano_ che non era in grado di fare, cosicchè entro dente (ZNMS) all'università e tuttavia io non ressanti, valide ed energiche. Nella mia Vilna sarei, dal momento che scrivo in polacco? Que- dieci anni sarebbe stata travolta dalla catastro- mi iscrissi a questa organizzazione: come ami– vi erano i cosiddetti krajowcy, che sognavan~ sta sfiducia fu la causa della sua volontaria ri- fe. colui per me era una cosa, ma la sua fede rivo-

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