Fine secolo - 21-22 settembre 1985

FINE SECOLO* SABATO 21 / DOMENICA 22 SETTEMBRE . DIUN TO IN SUDAFRICA '------------------------------- di Giovanni FORTI ------------------------------ L'inviato di Reporter in Sudaf,:ica ha seguito gli eventi giorno per • giorno, lucidamente e tg,passionatamente. Poi è tornato. Ma nella· bisaccia del reporter restano sempre un mucchio di Joglietti. Sulle cose irrilevanti. Spesso le cose a luipiù care; o le più diffic11ida raccontare.Meno politiche. Meno capaci di additare i buoni e 1 cattivi. .O o Le buone manie.re' Luglio. Sull'aereo per Johannesburg, la mia vi– cina di posto è una ragazza riccioluta in panta– loni corti, le lunghe unghie purpuree, sorriden– te. È italiana. O meglio, figlia di immigrati ita– liani. Ogni luglio trascorre tre settimane di va– canza presso i parenti. Ma è di nazionalità su– dafricana?, le chiedo. «Sì, purtroppo». «Perchè purtroppo»? «Perchè il Sudafrica ormai è fini– to. Presto ci sarà la rivoluzione. Appeqa avrò -finito gli studi verrò a vivere in Italia. Anche i miei genitori torneranno». Le sorrido compli– ce: «Certo dev'essere un disastro con l'apar– theid». Si offusca: non ho capito niente. «E un disastro che della gente che ha lavorato tutta una vita debba perdere ogni cosa. Quanto al– l'apartheid, se ne parla spesso a sproposito. In– tanto adesso è molto meno rigido di prima. E poi bisogna dire che loro sono dei selvaggi. Anche i bianchi hanno le loro colpe, non dico di no. Avrebbero dovuto cominciare prima a educarli, con le scuole e tutto il resto. Ma ci vorranno cent'anni, duecent'anni prima che arrivino al nostro iivello, e non c'è più tempo. Questi vogliono tutto e subito». Ma l'apar– theid si sta allentando, insisto, forse questo po– trebbe ridurre la tensione. «Non credo», repli– ca lei. «È vero, oggi i negri possono salire sui nostri autobus, entrare nei teatri, venire al ri– storante. Ma il ragazzo negro che mi pulisce casa non verrà mai al ristorante dove vado io. Intanto non se lo potrebbe permettere. Poi non saprebbe nemmeno usare le forchette». . L'autista del pullman è nero, l'uomo che porta le valigie dentro l'albergo è nero, la receptionist Scalo a Nairobi. Tanti neri si affaccendano è bianca, il cassiere è bianco, e molto gentile. sulla pista. Eleganti, flessuosi, vestiti in blu e Mi chiede notizie dell'Italia. I suoi suoceri grigio. Ho in mente il paradosso di Elsa Mo- sono lì, in vacanza a Rimini, e lui si è molto rante nel Mondo salvato dai ragazzini («i bian- p~eoccupato quando ha saputo del croll? della chi benpensanti e benlavati che puzzano di ces- • diga, ma loro hanno telefonato per rass1curar- so/e i negri poveri che odorano di fiore»). Cer- lo. · Meglio l(!rO to che il paragone con i bianchi sull'aereo, grassi, asmatici, vecchie pitturate, va tutto a Le lingue favore dei neri. Emergency All'aeroporto compro i giornali, modo classico di approccio a un paese per chi, come me, ha la deformazione della carta stampata. Rasso– migliano a quelli inglesi come grafica e fattura, ma hanno tutti lo stesso titolo, come quelli so– vietici. Un «Emergency!» a caratteri cubitali. Ma intorno non c'è aria di emergenza, tutto appare tranqurllo. Il pullman dall'aeroporto · attraversa vari quartieri residenziali, tutti dal– l'aria molto british. Casette col portico, colon– nine, stazioni di servizio, cartelloni pubblicitari dai grandi caratteri colorati, anch'essi di tipo inglese.,A proposito: si guida a sinistra. Sui marciapiedi molti neri e molti bianchi, qualche indiano, qualche meticcio. Mai insieme, però. Cerco di ricordarmi com'era in altre città mul– tirazziali come Londra o New York, e non giu– rerei di aver visto molte coppie o gruppi misti. Qualcun:1 ~ì, però. Solo che lì non era un pro– blema. Alla Tv, nelle prime ore del pomeriggio, c'è un solo programma, per bambini neri..Gli attori sono neri .e non parlano nè in inglese nè in afri– kaans, ma in un dialetto indigeno. Per il resto, è identico ai vari «Giocagiò» della tv italiana, con tanti pupazzoni di peluche che parlano con strane vc;x:ine vocioni. I bambini presenti in studio sembrano divertirsi molto. Più tardi sui vari canali si alternano programmi di neri e di bianchi in afrikaans, la lingua dei primi co– loni boeri. La questione della lingua è molto importante. Più volte i dominatori inglesi han– no tentato di «anglicizzare» i boeri, istituendo l'obbligo . Ma i boeri hanno sempre fieramen– te difeso la propria identità. Ora tutto il paese è rigorosamente bilingue. A scuola si studiano inglese e afrikaans, anche se in certe zone a chiedere un'indicazione in inglese si rischia di rimanere senza risposta. Gli annunci pubblici– tari sono sia in inglese che in afrikaans, ol– trechè nelle lingue dei neri. Gli spot pubblicita– ri per neri sono interpretati da modelli neri mQlto ben vestiti e felicidi avere la loro Ford o

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