Fine secolo - 7-8 settembre 1985

vengono da fuori, e anche .della paura, del chiedersi ogni giorno: mi metteranno o no in prigione? · Però il clima a Mosca. dicono, é diventato ben più triste. Anni/a c'era entusiasmo, tutti scrive– vano, tutti cercavano di mandare in occidente racconti, ricordi, romanzi. Ma ora, funzionano ancora i «canali» con la Russia? arrivano mano– scritti, scrive la gente? Certo ci sono ancora dei canali, ma sa,_la qua– lità é molto peggiorata, c'é stanchezza_ ora. C'era allora una specie di euforia, e speranza, qualcosa doveva pur cambiare, ed ecco già cambia il terzo segretario generale del partito e tutto peggiora e peggiora. Chi viene da lì dice che s'é creata una specie di apatia, di delusio– ne,_e poi bisogna pur vivere in qualche modo. egli ambienti letterari cresce intanto l'inerzia, tutti si sono rinchiusi, tutti si sono ritirati nelle loro tane, non ci sono già più quelle riunioni notturne, quelle compagnie, non c'é più niente di tutto questo. Una firma per il dottor Zivago, da parte dei nostri intellettuali che tante carte hanno già firmato. Scrittori russi di valore non si vedono stampare nemmeno una riga in patria, e Pasternak è cono– sciuto in Russia come poeta, ma Il dottor Ziva– go è ancora proibito. Ci sono molti scrittori ita– liani celebri e pubblicati in Urss. Non pensa che con tanti appelli che firmano gli intellettuali. se ne potrebbe fare anche uno a Gorbacev in favore di Zivago? Certo varrebbe la pena, e io credo che per Pa– stemak almeno firmerebbero. Io tra l'altro pa– radossalmente penso che· se non ci fosse stato uno scandalo politico per questo romanzo [ll dottor Zivago arrivò in Occidente semiclande– stinamente e fu pubblicato dalla Feltrinelli, mentre in Urss era ancora sotto -esame della censura] probabilmente allora lo avrebbero già. pubblièat6. E' una questione puramente psico– logicà: vede io di Solzenicyn, al di là di qual– siasi altra _considerazione personale, voglio dire che lui ha fatto una gran cosa per la no– stra letteratura, perché ha innalzato, con ciò che ha avuto il coraggio di scrivere, la quota di quello che é ammesso, che si può permettere, capisce? A paragone suo tutto il resto a loro, al potere non é sembrato più .così terribile, per questo sono apparsi poi in Unione Sovietica scrittori anche interessanti, che non sarebbero stati pubblicati se non ci fosse stato Solzenicyn e che invece nel confronto con lui sòno sem– brati normali, innocui. Ecco perché dico che forse, se non ci fosse stato lo scandalo politico, Zivago si sarebbero decisi a pubblicarlo, perché se lei lo rilegge vedrà che sulla rivolu– zione lì non si dice di più che in un libro come Il placido Don, nella sua prima variante. // pla– cido Don é un romanzo sulla tragedia della ri– voluzione non é una apologia della rivoluzio- / ne: io non parlo di chi é l'autore, io prendo il libro solo, che é obiettivo, che esprime un con– cetto semplicissimo, cioé che nelle rivoluzioni praticamente non ci sono vincitori, la stessa cosa che in fondo viene detta nel romanzo di Pastemak. Ma chi firmerebbe in favore di un romanzo così maltrattato da noi, tra i vostri scrittori trattati invece così bene in Unione So– vietica? L'America è una delle poche garanzie di sopravvivenza della democrazia Certo, ci sono anche scrittori più sensibili, in– telligenti, che pensano, ma certe volte poi mi pare che si ricominci sempre allo stesso modo. stessi schemi, stessi discorsi, sull'America, per esempio, così ingenui, monotonamente uguali. L'America, sa, non é certo il mio paese preferi– to, la sua cultura, le sue tradizioni sono così lontane dal mio modò di pensare, ma bisogna pur accettare il fatto che é l'America una delle poche garanzie di sopravvivenza della demo– crazia. E questo é il punto invece, che per gli intellettuali europei l'America é l'incarnazione di tutti i mali, e anche per tanti giovani qui in Europa. «Meglio rossi che morti», dicono al– cuni, ma io a loro ribatto sempre: se fosse pos– sibile essere rossi e non morti! Ma sarete con– temporaneamente e rossi e morti, questa possi– bilità di scelta nella maggior parte dei casi non esiste! E della letteratura ufficiale sovietica, che ne é? Lei cosa salverebbe? E che compromessi bisogna accettare oggi per vederpubblicati i propri libri? Da noi per esempio vengono tradotti Trifonov e Rasputin, e quasi nessuno spiega i prezzi che loro hanno pagato per essere pubblicati ufficial- mente in Unione ~ovietica. · Ci sono oggi dei giovani validi, certo a loro, al potere non é riuscito di distruggere del tutto la letteratura in un paese enorme come la Russia; e poi le ho già parlato di come Solzenicyn ab– bia elevato il limite del possibile, del permesso, tanto é vero che neppure nei periodi più libera– li erano stati stampati in Unione Sovietica He– mingway, Faulkner, Kafka, e tutto ciò é stato invece pubblicato nell'epoca reazionaria di Breznev, per questa specie di graduale assuefa– zione, di mutamento involontario della psico– logia, dovuti al «tetto» fissato senza volerlo da Solzenièyn. Quanto agli -scrittori come Trifo– nov e Rasputin: Rasputin é certamente una persona di talento, e in generale in tutta questa letteratura contadina ci sono state persone di valore: ma il fatto é anche che l'apparato é composto da gente che l'infanzia l'ha p~ssata in campagna, poi certo é andata in città, ha fatto carriera di partito, ma é della campagna che ha serbato nostalgia, e quindi verso gli scrittori contadini nutre una sorta di indulgen– za non confessata. Sa, io sono assolutamente convinto che se Ivan Denisovic [Una giornata di Ivan Denisovic, racconto di Solzenicyn stam– pato con poèhi altri ufficialmente in Urss pri– ma che scattasse una definitiva censura per le opere dello scrittort:J non fosse stato di origine contadina, Tvardovskij non l'avrebbe mai pubblicato, ma Ivan Denisovic era contadino, lo stesso Tvardovskij era contadino, e verso la letteratura contadina lui h'a sempre manifesta– to una enorme tene'rezza. Ma quello che scri– vono ora i nostri scrittori contadini é già su un livello più basso dei loro primi racconti, perché, io lo ripeto sempre, in letteratura non é possibile dire una mezza verità, o é un cristallo magico, come scriveva Puskin, o conti in ban– ca, bisogna scegliere. Si ricorda il racconto di Gogol' Il ritratto, é la stessa classica opposizio– ne, o soldi o arte, unirli non é possibile. ·

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