Fine secolo - 31 ago.-1 set. 1985

zione (!). Dopo.di che domandò a Giovanni Bailly s'egli voleva frattanto ritirare presso-di sé i porcelli, e dare cau– zione per essi, pel caso che fossero stati trovati colpevoli. Giovanni Bailly rispose che egli non ii voleva in alcÙn modo ritenere presso di sé, ma che si rimetteva completa– mente a ciò che avrebbe fatto il giudice. La troia f,u menata, su una carretta, al luogo dell'esecu– zione e impiccata per mano del carnefice· Etienne Poin– ceau, venuto appositamente da Chàlons-sur-Saòne. Quanto ai porcellì poi, dopo circa un mese (ché tanto te~po ne passò per l'istruzione dell'i_nterlocutorio ordi– nato dal giudice nella suddetta sentenza), non .essendosi potuta provare la loro colpabilità, e avendo il loro padro– ne Bailly antecedentemente rinunziato ad essi, quando aveva rifiutata di prenderli presso di_sé e di pagare per essi la cauzione, furono, con sentenza del 2 -febbraio 1457, come beni vacanti, aggiudicati alla Signora 'del luo– go, la nobile damigella Cateriria di Bernault; ciò confor– me alla ragione, all'usanza e alla c_ostumanzadel paese. ( ... ) li rispetto per la procedura Dai documenti esaminati, dagli esempi addotti, dalle par– ticolarità· riferite intorno a questi processi, scaturisce lampante la serietà, la solennità con cui essi si svolgeva– no. Si arrestava l'animale, lo si metteva in prigione, nella pri– gione soggetta alla giurisdizione del Tribunale che dove– va giudicare della causa. Il Pubblico Ministero denunzia– va _ilfatto alla giustizia. Questa si dava immediatamente alla istruzione del processo, procedeva alla visita dell'in– dividuo offeso, della bestia che aveva arrecate le offese; stabiliva con scrupolosa esattezza l'età rispettiva dell'un.o e dell'altra; citava i testimoni, ne raccoglieva le deposizio– ni giurate; faceva assumere dal cancelliere della giurisdi– zione informazioni sul luogo del delitto; sottoponeva, se. bfsogna credere al Maugin (L'Hommè e la Bete, Paris, 1872, pag.344) l'animale alla tortura~ e i gridi che questa strappava ad esso erano ritenuti come delle confessioni; poi, una volta stabilito il fatto, quando l'officiale, che funzionava da Pubblico Ministero presso la giustizia del Signore, aveva chiesta la sottoposiziorie ad accusa dell'a– nimale colpevole, stabiliva il giorno per la discussione della causa.' Nel giorno dell'udienza, il capo supremo del– la giurisdizione, assistito dagli scabini e da uomini saggi e pratici che davano il loro consiglio, alla presenza del can– celliere e dei testimoni, emetteva la sentenza, conforme al diritto, alla ragio11e,alle usanze e alle costumanze del paese, averido Dio davanti agli occhi. Incaricato di eseguire la sentenza contro l'animale era il boia ufficiale, il maestro delle alte opere (Maitrè des hau– tes oeuvres), solito di eseguire le sentenze di morte contro gli uomini: spesso egli doveva venire di lontano, nel qual caso gli si pagavano le spese di viaggio con scrupolosa puntualità. L'animale, dalla prigione dove era stato rinchiuso non appena commesso il delitto, e dove aveva ricevuto tutti i riguardi, primo fra questi un'abbondante giornaliera somministrazione di vitto, era condotto al luogo dove si soleva far sostare i prigionieri, prima di condurli all'estre– ~o supplizio. Quivi si dava ad esso lettura della sentenza · e si faceva la sua teletta. Lo si metteva poi nella carretta fatale. E quando questa, come afferma il Louandre (Epo– pée des animaux e Histoire d'Abbeville), scortata dagli ar– cieri e dai sergenti prendeva IB mosse, tutte le campane della città cominciavano a suonare a distesa; né il lugubre · scampanio cessava se non quando giustizia era fatta. Il più delle volte la bestia era appesa «par /es pieds de der– rière à ung arbre esproné», nel qual caso la si ~trangolava prima. Altre volte le si infliggeva la pena deJ tagl10ne, come avvenne alla troia di Falasia, o veniva sotterrata viva, come già abbiamo visto per i porcelli di Amiens e di San Quintino. · Del cadavere dell'anima1e, come allora si usava anche pei cadaveri degli uomini giusti_ziati,si faceva scempio in vari modi, secondo ordinava la sentenza; o lo si trascinava al mondezza!o, o lo si tagliava in minutissimi pezzi ch'eran gittati ai cani, o lo si sotterrava nèl letame. I processi verbali di queste esecuzioni, insieme ai giudizi che le avevano causate, erano con una scrupolosa esat– tezza trascritti sui registri cri~inali.( ...) ROBA L'avvocato difensore delle cantaridi sloggiate E ora passiamo ai processi civili, quelli cioé che s'intenta– vano agli animali devastanti i vigneti, ammorbanti l'aria, infestanti i laghi (insetti, bruchi, cavallette, talpe, sorci ecc.). Una specie di scarabeo, o cantaride, alla quale si dà, in dialetto alemanno, il nome di Juger, commetteva in que– sto distretto (Coira, ndr) dei danni così considerevoli, che la gente del paese, atterrita, pensò di non aver niente di meglio a fare che ricorrere a vie giuridiche. Le bestiole fu– rono citate, con editto pubblico, a comparire davanti it magistrato provinciale. E poiché nel giorno stabilito non si presentarono, rl giudice,· prendendo in considerazione la loro giovane età e la piccolezza dei foro corpi, e pen– sando ch'esse dovevano fruire dei benefici che la legge ac– corda ai minorì, le provvide di un curatore o sindaco, in– caricato di difenderle. Questo curatore adempì religiosa– mente le sue funzioni. Egli ingaggiò una contestazione se– condo le forme; produsse giusta l'uso, repliche, dupliche e trip/oche, e pervenne a dimostrare che i suoi clienti, esseri– do creature di Dio, e trovandosi da tempo immemorabile in possesso delle terre designate nel processo, non si pote– va obbligarli a sloggiare altrimenti che fornendo loro un'altra località conveniente. Cosi fu ordinato. E oggi ancora -aggiunge Malleolo- gli abitanti di questo cantone stringono ogni anno un buon contratto con le cantaridi suddette, e abbandonano a questi insetti una certa esten– sione di tei:reno; gli scarabei, da pàrte loro, se ne conten– tano e non cercano punto di uscire dai limiti convenu– ti.(...) Presentato il memoriale, il giudicè ordinava la citazione degli insetti. Gli insetti contumaci- Una procedura, fatta nel 1451 davanti a un commissario chiamato da Giorgio di Saluzzo vescovo di Losanna, allo scopo di espellere le sanguisughe che infestavano le acque del territorio di Berna, ci fornisce particolari molto curio– si circa il modo e l'uso per la citazione. S'inviava un sergente a·usciere sul luogo do~e gli insetti si trovavano, e li si incitava a comparire personalmente, pel tale giorno e la tale ora, davanti al magistrato, a fine di sentirsi condannare ad abbandonare in mi breve termine di tempo i fondi usurpati, sotto le pene di diritto. Gl'in– setti non comparendo, si rinnovava fino a tre volte la ci– tazione, perché la contumacia fosse meglio stabilita;_que– sta era, del resto, la pratica generale dei tribunali, secon- DI ALTRI TEMPI? LEGGIAMO IGIORNAl,I P rocessi agli animali? Cose d'altri tempi,' vien da dire. Ma basta spulciare vecchi ritagli di giornale per accorgersi che non è così. I processi agli animali ci so.no anco- · _ra:a volte fatti in piena regolà con giudici e av– vocati, più spesso in modo informale e somma– rio, quasi sempre però con l'intervento di una autorità ufficiale. Non, dunque, esecuzioni pri– vate (salvo in un caso), né generici maltratta– menti, bensì interventi di tribunali! province, comuni ecc: Ovviamente quelli che riportiamo qui di segui– to sonq solo una parte, una piccola parte, dei DI OGGI di Franco TRAVAGLINI · "processi" che si sono svolti nel periodo in esa– me. Sono infatti solo quelli -e naturalmente non tutti- comparsi su alcuni giornali italiani. Se ne può dedurre che un'indagine approfon– dita potrebbe dare ésiti sorprendenti. Si può, in un certo senso, seguire la classifica– zione di D' Addosio che suddivide i processi in penali e civili (dei delitti di "bestialità" non si trova traccia nelle cronache). Per quanto ri– guarda i primi, i reati di cui si tratta v;imo dal– la uccisione o ferimento di umani, al concorso 1n rapina, dal disturbo della quiete pubblica al vagabondaggio (randagismo). In certi casi è

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