Fine secolo - 31 ago.-1 set. 1985

ICINESl DEI J.A CREAZIONE di Carlo D'ADDOSIO Dal libro centenario di D'Addosio,pubblicato nel 1892, abbiamo trascelto alcuni brani su proc..essi, esecuzioni, scomuniche e transazioni con animali, in _quelmt;dioevo ch_e l'a'!tore consid1:rava {'ep_ocad'oro degli animali. delinquenti ( e umanizzati). E le consulerazwn, del/' autore _persuaso di · vivere nell'epoca della scienza vittoriosa, sulle ragioni di quella così diffusa "umanizzazione degli animali". I quali, sel!roprio non come gli uomini, una qualche coscienza ce l'avevano: un po'' come i Cinesi della creazione". FINE SECOLO* SABATO 31 AGOSTO/ DOMENICA 1 SETTEMBRE 17 I l 5 settembre 1379, mentre Perrinot Muet, figlio di Jean Muet, detto Hochebet, porcaio comunale della piccola citta di"Jussey in Borgognan, guardava, in assenza di suo padre, ·1emandre comunali che pascolava– no insieme alle mandre del Priore del luogo, tre troie del– la mandra comunale, accorse al grìdo d'un poi-celio, si gittarono· sul fanciullo, lo atterrarono, e lo morsero con tanto· furore, che,' quando il padre e il porcaio del Priore accorsero in suo aiuto, egli non potè che-balbettare poche parole e spirò. · Le tre 'troie ·èspiatorie. Al rumore dell'avvenimento, il Priore di S.Marcello-le– -Jussey, Umberto di Poutiers, Signore alto Giustiziere, non volle punto lasciare agli ufficiali·del Duca di Borgo– gna la conoscenza dell'affare, e prescrisse al Maire del comune di imprigionare tutti i colpevoli, compresa la propria mandra che era stata presente all'ayvenimeòto, e ~i incominciare tosto il·processo. Ma allora che le due mandrè furòno incaréerate, e che si fu data questa prima soddisfazione alla pubblica opinio- · ne, il Priore è il Comune compresero subito che·i loro in– teressi andavano a trovarsi singolarmente compromessi, se, come-era certo, il pr~esso fosse riuscito ad una esecu– zione capitale. In fatti ogni anim•ale suppliziato,.essendo considerato còme impuro, e perciò indegno di servire alla pubblica alimentazione, doveva:,.quando non lo si brucia~ ,, va, essere immediatamente sotterrato. Il povero fanciullo aveva, sì, designato le tre troie come le ·sue assassine, ma la giustizia ducale, sémpre pronta ad .intervenire negli af– fari della giurisdizione inferiore, avrebbe essa accettata questa suprema testimonianza, e_non avrebbe condannaJ to tutti-gli altri porci.delle due mandre come complici del delitto? La cosa era- grave.. Non.ci era un moménto da perdere. Umberto di Poutiers corse a Montbard, dove il duca Fi– lippo l'Ardito, figlio del re di Francia, si trovava allora; pervenne fino al principe, e gli espose che se egli aveva creduto di fare incarcerare le due mandre, non erano poi realmente colpevoli che le tre troie, che quanto alla sua mandra non le si poteva rimproverare che l'essersi me– scolata alla mandra del Comune. Il Duca «oye sa supplication», inclinando alla sua richie– sta, volle concedere la grazia ai complici. In conseguenza di che, scrisse subito, con lettere-patenti ·del 12 settembre 1379, che egli,,.pur autorizzando l'esecuzione delle tre troie comunali omicide e di un porcello del Priore, con– sentiva «de grace especiale» alla messa in libertà di tutti gli altri porci delle due mandre, non ostante che essi aves– sero assistito alla morte del giovane porcaio. (...) Insufficienza di prove p~r i porcelli Nel 1457 avviene a Savigny (Borgogna) questo fatto. Una troia, e sei porcelli da essa procreati, per la negligen– .za e la colpa del padrone, Giovanni Bailly, commisero meurtre et homicide nella pe°rsona di ·Giovanni Martin. Essendo stati colti in flagrante delitto, la Signora di Sa– vigny, la nobile damigella Caterina de Bernault, li fece arrestare. Dopo di che, il giorno IO gennaio 1457, Gio– vanni Bailly fu citato a comparire davanti al giudice di Savigny, il nobile Nicola Quarroillon. Da costui fu interrogato «puor la première, deuxième e ti~rceJo,is» se egli aveva qualcosa da dire perché giustizia non si dòvesse fare della troia di cui era proprietario. Ma poiché Giovanni Bailly rispose di non aver nulla da dire circa la punizione e la esecuzione della troia, il giudice, sentiti i testimoni, udito il consiglio di uomini-saggi e pra– tici, corrispondentemente alla usanza e alla costumanza • del paese di Borgogna, avendo Dio avanti· gli occhi, con::-– dannò la troia di Giovanni Bailly, a causa dell'assassinio e dell'omicidio da essa perpetrato «pour raison du multre et homicide par icel/e iruye commis e perpetré», all'estre– mo supplizio, a essere cioé appesa, per le zampe di dietro, a un albçro. In quanto ai porcélli, non essendo provata la loro compartecipazione al reato, non ostante che fossero stati trovati insanguinati, ordi~ò un prosieguo di istru-

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