Fine secolo - 31 ago.-1 set. 1985

FINE SECOLO* SABATO 31 AGOSTO/ DOMENICA 1 28 essi, stabilitisi a New York, prese due strade: operai tessili o .venditori ambulanti. Sui swea– tshop (laboratori di abbigliamè_nto; letteral– mente: fabbriche di sudore) c'è tutta una lette– ratura, a volte benevola nel ricordo, o folclori– stica, più spesso crudamente realistica. Eccone due esempi: «Il boss della bottega viveva lì con tutta la famiglia. La stanza sul davanti della casa· e la cucina si usavano da laboratorio. Tutta la· famiglia dormiva in un unico locale senza finestre. Le macchine da cucire dei lavo– ranti erano sistemate vicino alle finestre. Quelli che imbastivano erano seduti su sgàbelli ac– canto alla parete, e· nel centro della stanza, in mezzo alla sporcizia e alla polvere, erano am– mucchiate cataste di stoffa. Sul divano lavora– vano diversi finitori. Alcuni vecchi, alla luce di lampade a gas, stavano in piedi a tenere caldi i ferri e a stirare i capi finiti». «Si prenda la so– praelevata della Second Avenue e si percorra mezzo miglio. Ogni finestra aperta dei grandi casamenti che fiancheggiano entrambi i lati della strada come un ininterrotto muro di mat– toni lascia intravedere uno di questi laboratori. ·Uomini e donne chini sulle macchine o intenti a stirare gli abiti alla finestra, mezzi nudi. Mat– tina, pomeriggio e sera, senza differenza». Gli orari di lavoro erano pesantissimi, senza li– miti, spesso per sette giorni alla settimana. Con il sistema ..del cottimo si subappaltavano le rifiniture alle lavoranti a domicilio; contente di poter restare a casa a badare ai bambini, i quali spesso le dovevano aiutare. Il fatto che anche i padroni e gli appaltatori fossero in · grande maggioranza ebrei ostacolò il sorgere di una vera e propria lotta di classe. Howe ha una formazione marxista e, anche se dedica pagine gustose a fenomeni culturali, religiosi e sociali, il suo interesse maggiore resta il sorge– re della coscienza di classe. Classe; non classe Pagine anche troppo minuziose sono dedicate al rapporto tra mondo operaio e socialismo ebraico, ai vari sindacati, alle scissioni e ricom– posizioni, e pagine emozionanti ai grandi scio-· per:iche alla fine scoppiarono, ponendo il pro– letariato ebraico in qualche modo all'avan- . guardia. Una condizione precaria, tuttavia, perchè in ogni operaio ebreo è insita -molto più che in operai di altri gruppi tecnici- un sen– so di non appartenenza alla propria classe, il desiderio che comunque i propri figli studino e compiano il salto nella middle class (mentre in Otto ebrei, dodici genere gli operai americani continuano a fare gli operai e si sentono middle class; ma questo è un altro discorso). I figli, a loro volta, senten– do questa pressione alle spalle, si impegnavano . a fondo nello studio, spesso con ansia e ambi– zione spropositate, risultando studenti intelli– genti, brillanti, polemici (anche capziosi) ma non particolarmente simpatici, riè ai compagni nè agli insegnanti. Discriminazione? Il sistema delle quote lo fu sicuramente (alle università, per un. certo periodo, non vennero ammessi più di un certo numero di ebrei) ed è forse il motivo per cui in anni recenti negli Stati Uniti molti ebrei progressisti si sono opposti al me– todo delle «quote alla rovescia» per garantire · che ai livelli più alti dell'istruzione e nelle pro– fessioni fosse ammesso un numero minimo di neri e ispanici. Gangster .e matrone L'americanizzazione si compie fino in fonde con l'ingresso degli ebrei in due settori che -al– meno a quei tempi a New York, ma forse sem- · pre e ovunque- avevano parecchi punti di con– tatto: il gangsterismo e la politica. Howe nega che la criminalità fosse maggiore tra gli ebre: che tra altri gruppi etnici, e porta copiose stati– stiche a suffragio di questa tesi. Mai indubbie che vi siano state figure significative di gan-· gster ebrei, e si sia creata nel ghetto una strut• tura di boss di quartiere che non aveva nientt da invidiare alle zone irlandesi. Il libro è punteggiato di medaglioni efficaci t avvincenti di personaggi per vari versi caratte• A pagina2~ifecchi e giovaniebrei in unparco neu'EastSide; qui a fianco venditoriambulanti in Hester Street, 1899, e nella pag_ina seguenteuna manifestazionesindacalecon slogan trilingue. ristici. Quello che mi è rimasto più impresso è il ritratto di Belle Moskowitz, che fu per molti anni- il principale consigliere· politico di Al Smith, capofila di una importante «macchina» di organizzazione del consenso. «Fu un rap– porto straordinario, questa alleanza politica tra la risoluta matrona ebrea e il gioviale go– vernatore irlandese. La Moskowitz_fu qualco– sa di più di una semplice assistente, e Smith·la trattò con costante delicatezza, sentendola fa– cilmente vulnerabile. Lei, a sua volta, compre– se che il minimo accenno di degnazione intel– lettuale sarebbe stato fatale (...) Vedevo 'Mrs M.' alla sua scrivania nel quartier generale del Democratic National Committee [nel 1928], indaffarata come un generale che dirige un'a– vanzata, ma molto più calma. Qualunque cosa facesse, poteva contare esclusivamente sul suo potere personale. Tammany Hall la odiava; ai Roosevelt non piaceva; non aveva nessun tupo di 'organizzazione', nessuna cricca per sostene- re i suoi punti di vista». - <<Nessun .goy ti salverà» Il capitolo finale del libro descrive la reazione degli americani all'immissione chiassosa, colo– rata, a volte violenta, di questa minoraiwt et– nico-religiosa. Da un certo punto di vista gli ebrei sono penetrati così profondamente negli interstizi della società americana e nell'èstabli– shment politico (non più solo democratico) che non si può nemmeno immaginare gli Stati · Uniti senza ebrei, ·magari per un esodo im– provviso (ma non c'è pericolo: gli ebrei ameri– cani sostengono caldamente Israele, purchè nessuno chieda loro di emigrare nella Ten:a Promessa): Da un altro punto di vista restano fùori -come scrivevo sopra- dai vertici esclusivi - de_!potere politico e economico (per esempio l'industriil dell'auto resta apertamente antise– mita) e sono tra i gruppi meno assimilati. Si può ritenere perfino che siano più assimilabili i neri o gli asiatici i quali, a un certo punto, di– ventano esclusivamente e totalmente americani come gusti, cibi, frequentazioni, abitudini, sen– timenti superficiali e profondi. Gli ebrei no: sia in quelli che si sentono tali, sia in quelli che ri– fiutano la loro ebrajcità, magari con dispera– zione; è sempre presente la nozione che un al– tro Ùlocailsto può sempre venire, e che jn quel caso mostrare ·un certificato di assimilazione non servirà à nulla. «Nessun goy (gentile, in yiddish) ti aiuterà allora, e potrai fidarti solo della tua gente». • mano loro, e sono tra i più spregiudicati imprenditori nel cam– po dell'elettronica. Non bisogna dimeJticare che la comunità hassidica della Germania dell'Est è stata praticamente distrutta dalle stragi naziste e la comunità statunitense è molto unita e compatta. • • • S iamo nel quartiere di Wiiliamsburg a Brooklyn. Le scrit– te dei negozi sono tutte in ebraico. Le poche persone che passano nelle strade sono vestite di nero; portano oc– chiali dalla montatura tonda e cappelli dalla foggia antica, han– no folte barbe e riccioli biondi dietro le orecchie. Una donna esce di casa, la strada è deserta, vede finalmente due passanti vestiti normalmente e chiede loro se anch'essi siano ebrei, i due rispondono di sì. La donna si scusa e fa per rientrare. I due pas– santi insistono cortesemente cercando di esserle utili in .qualche modo. La donna allora spiega che dovrebbe fare una telefonata ùrgente, ma poiché è sabato e lei appartiene a una setta ebraica hassidica, non può toccare il telefono. Perciò sta cercando qual– che persona «gentile» (cioè non ebrea), disposta a telefonare al posto suo. I due si offrono di farlo e insistono, ma la donna ri– sponde che, poiché sono anch'essi ebrei, non vuole costringerli Il sindaco organ1z.zaZJom di Maurizio TORREALTA ·Mappa e col1H}Ortamentidegli · ebrei a New York oggi, tra le · divisioni politiche, di - provenienza, di religione. E qualche -aneddoto: la vecchietta che non telefona. il sabato,_jlpr_o.frssore_cbe. _ _ fa fezione in ebraico, la Piccola Odessa . · a peccare. . Episodi come questo non sono insoliti nel quartiere della comu– nità ebraica hassidica di Brooklyn. E Williamsburg è il più fol– kloristico e tradizionale dei quartieri ebrei di New York. La stretta osservanza delle norme religiose, come il totale riposo durante il sabbath, la rigida preparazione del ~ibo «kosher» e le strette regole nel vestire, potrebbero far pensare che dal 1730 (anno in cui il movimento hassidico fù fondato in Germania da Bahal Shentov) a oggi la comunità hassidica sia vissuta fuori dal mondo. Non è così, gli ebrei hassidici sono tra i più attivi commerèianti della 47• strada di fyfannhattan, 1a cosiddetta strada dei diamanti, dove la vendita di pietre prezjose è tutta in e il professore In America, la presenz.a politica della comunità ebraica in tutte le sue sfaccettature (gli hassidici, gli ortodossi, i riformisti, i ri– costruzionisti e i conservatori), rappresenta un universo com– plesso e contraddittorio, composto da sei milioni di persone (più di quante ne conti lo stato d'Israele) che non è facile nè de– scrivere nè semplificare. Il flusso migratorio con Israele è fortis– simo, ed è m9lto comune il fenomeno del doppio passaporto, americano e israeliano., Le diliicoltà economiche in cui versa Israele (con un'inflazione sopra il 400 per cento), i problemi creati dall'arruolamento volontario (45 giorni obbligatori ogni anno), la disocçupazione e la sottoccupazione, spingono gli abi– tanti d'Israele a emigrare negli Stati Uniti a un ritmo di 2.000 al mese. Qui la ricca comunità ebraica americana e la stabilità del dollaro rendono la ricerca di µn lavoro molto più semplic_e. Gli ebrei negli Stati Uniti, pur essendo una percentuale minima ·della popolazione, rappresentano un settore essenziale dell'elet– torato pi.r il loro attivismo, la loro partecipazionç economica al

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