Fine secolo - 17-18 agosto 1985

x-Engels) e nelle telefonate interurbane poi, da che mon- do è mondo. · Quella rubrica televisiva sui tempi che correvano era ·(ed é, con minor emozione) il risarcimento laico, ma non per– ciò meno sacrosanto, dell'«Ascolta: si fa sera» impartito dall'esperto della fine dei tempi. Che quest'ultimo non abbia conquistato neanche un centesimo della popolarità del collega che diceva «Sénti, si alleggerisce la pressione», non è affatto indizio di grettezza dell'epoca. Lo stesso Bernacca, che troverebbe irriverenti e imperti– nenti simili considerazioni, impiega involontariamente questa ambivalenza: «Io ho spinto la gente a guardare in cielo e non solo in terra. In fondo, la domanda della gente era molto elementare: piove o non piove? Devo prendere l'ombrello o lo lascio a casa? Su questa richiesta ho cercato di innestare delle curiosità, notizie essenziali sui dati clima– tici e sui precedenti storici, connessioni fra gli eventi atmo– sferici e le regole statistiche, e le cause. La gente è stata al gioco, prima incuriosita, poi seriamente interessata. Bisogna tener conto che la meteorologia pubblica ha una storia assai recente, anche se il primo bollettino meteorolo– gico della RAI risale agli anni '20. (Ancora mezzo secolo fa il servizio meteorologico si chiamava "Ufficio presa– gi"). Nella gente c'è un impulso a guardare ne/futuro. Nei miei tre minuti la gente era maieuticamente chiamata a partecipare al gioco della meteorologia, delle sue probabi– lità, dei suoi schieramenti.fronti freddi che scendono.fron– ti caldi che salgonp. Il seguito era tale che la rubrica fu subito spostata dalle 13,30, dov'era ancora nel 1968, alla sera, nel 1969. Facevo tutto da solo, in pratica. Quello che lei dice della mia bona– rietà pacata non corrisponde a una tattica spettacolare, è il mio modo di essere: e anche il mio modo di vedere - non prendiamocela, sono cose già successe, non è la fine del mondo. Questo io dicevo a me stesso e alla gente, sapendo che la gente ha un 'irresistibile propensione a drammatizza– re la meteorologia, e per cosi dire a prendersela col tempo. Il complimento che ho più caro fra tutti quelli pubblici che ho ricevuto stava sulla coperÌina di un settimanale, e dice– va: «L'uomo che ha fatto amare la meteorologia dagli ita– lianù>.Sembra una banalità, ma a/l'inizio non lo era affat– to. A/l'inizio il pregiudizio era forte, e il rischio che la gen– te si riducesse a dire «ci ha azzeccato» o «non ci ha azzec– cato» era assai alto. Ricordo bene che, parassitando quel pregiudizio, parecchi comici, anche dei più bravi (ma la sa– tira si nutre spesso delle idee correnti) mi mettevano in burla come una specie di ciarlatano _odi iettatore~ ma durò poco». A memoria d'uomo (Bernacca come Pertini? - mi viene da pensare: tanto più che il mio interlocutore sta raccontando della quantità di scolaresche che gli hanno scritto o che ha incontrato. Certo che non solo Bernacca mise d'accordo tutti, ma fu ancht' richiamato a furor di popolo., nel 1979, alla Rai, a mandato scaduto ...). «Si sente parlare di freddi e caldi senza precedenti "a me– moria d'uomo". Ma l'uomo ha una memoria assai labile . sulla meteorologia. Basta un acquazzone, o due tre.giorni di caldo, complice magari l'allarmismo giornàlistico, ed ec– coci pronti a parlare di diluvio o di siccità incombenti. La prima cosa che si dovrebbe ricordare è che il clima della terra non può cambiare per la semplice ragione che non ha fatto altro che cambiare da sempre. Si usa ricordare solo le grandi glaciazioni, fino a/l'ultima, una dozzina di migli(!ia di anni fa, dopo di che c'è stato l'assestamento che noi rite– niamo ottimale, salvi deserti e zone artiche. Ma questo as– sestamento è stato in realtà una permanente oscillazione, con caldo efreddo poco rispettosi del nostro calendario del.., le stagiop.i, con eccessi ed estremismi, e senza un ritmo suf– ficientemente individuabile. Lei ricorderà il bel passo di Leopardi sul tempo che non è pèù que1lo di una volta. Nel 1821 il governo francese _in·viò una circolare ai prefetti per indagare sulle ragioni del ca– priccio delle stagioni, collezionando le risposte più dispara– te. In linea di massima, dalla metà del XV secolo circa c'è una leggera diminuzione della temperatura media. I meteora/o- FINE SECOLO* SABATO 17 / DOMENICA 18 AGOSTO 11

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